index
Vincenzo Bellini
opere
Tutti i libretti delle opere e i Lieder
Melodramma in due Atti che Felice Romani trasse dal romanzo
di Ch. P. d'Arlincourt, L'Étrangère del 1825, tradotto in
italiano nel 1830. Bellini lo compose fra il settembre del 1828 e il febbraio
del 1829. Venne rappresentato per la prima volta a Milano, al Teatro La
Scala, il 14 febbraio 1829. La scena si finge in Bretagna nel castello
di Montolino e nei dintorni. Secolo XIV.
A proposito del libretto "c'è, è vero,
chi lo ha definito il più bello tra quelli scritti dal Romani:
ma io confesso di non essere ancora riuscito a penetrarne la bellezza
pur avendolo letto più di una volta e avere assistito a quattro
rappresentazioni della Straniera: e in questa mia insensibilità
mi sento confortato dall'apprezzamento di Guido Pannain il quale definisce
quel libretto caos romantico e 'incredibile intruglio"
(nota critica di Francesco Pastura, autore di Bellini secondo la storia,
Guanda, 1959, p.152)
La trama
Un cortigiano del Duca di Pomerania promise ad Agnese,
figlia del suo signore, di farle sposare Filippo Augusto, re di Francia,
se gli avesse consegnato una ciocca di capelli, un anello e il suo ritratto.
Agnese si prestò a quella stregoneria e infatti divenne sposa di Filippo,
il quale ripudiò Isanberga, principessa di Danimarca. Ma quando il sovrano
fu colpito da anatema, dovette riprendere la legittima consorte e bandire
Agnese, che pure amava, relegandola in un castello di Bretagna. Il fratello
di lei, Leopoldo, sotto il falso nome di barone di Valdeburgo, l'avrebbe
vegliata, ma Agnese riuscì di fuggire da quel ricovero, ritirandosi, col
volto coperto, in una campagna solitaria presso il lago di Montolino.
Il conte Arturo di Ravenstel, nonostante fosse già fidanzato con Isoletta,
figlia del signore di Montolino, incontrandola ne rimase affascinato e
decise di sposarla. Per dichiararle il suo amore, andò a trovarla nella
capanna di lei sulla riva del lago. Si imbattè in Valdeburgo, che lo esortò
a lasciare la Straniera sconosciuta e tornare da Isoletta. Arturo sembrò
calmarsi, ma quando s'accorse che Valdeburgo abbracciava appassionatamente
la misteriosa signora, accecato dalla gelosia sfidò a duello il rivale
e lo fece precipitare nel lago. Solo allora la Straniera gli rivelò che
Valdeburgo era in realtà suo fratello. Ma Valdeburgo non morì, curò le
sue ferite e comparve al processo contro Arturo e la Straniera, per testimoniare
l'innocenza dell'una e dell'altro, che l'aveva sfidato in regolare duello.
Perdonò ad Arturo, in cambio della promessa ch'egli avrebbe sposato Isoletta.
Le nozze furono approntate, ma Arturo si pentì all'ultimo ed uscì correndo
dal tempio, seguito dagli invitati e dal priore, che, avendo visto la
Straniera, la riconobbe e si inginocchiò ai suoi piedi. Ella infatti era
la regina, divenuta legittima consorte di Filippo Augusto, perché Isemberga
era nel frattempo morta. Arturo che aveva saputo ora chi fosse la donna
di cui era innamorato, si uccise, incapace di vivere senza di lei.
La partitura
Vincenzo
Bellini - La straniera - Partitura
Partitura orchestrale, spartito, parti separate e Arie.
|