Vincenzo BelliniopereTutti i libretti delle opere e i Lieder Sheet music, MP3 Opera seria in tre parti di Carlo Pepoli, dal dramma storico Tetes rondes et cavaliers di J.A.F. Ancelot e P.S. Xavier, rappresentato al Théatre National du Vaudeville di Parigi nel settembre del 1833. Composta fra aprile 1834 e gennaio 1835, l'opera venne rappresentata per la prima volta a Parigi, al Théâtre Italien, il 24 gennaio 1835. La scena si finge in una fortezza nelle vicinanze di Plymouth e nella campagna antistante. L'ambientazione è nel secolo XVII. "Eccovi ridotta nella sua più semplice espressione la pretesa commedia del sig. Ancelot, che il Pepoli a forza di accorciarla, di aggiustarla e di spossarla è riuscito a formarne uno scheletro. Oh, che mirabile libretto! Fortuna che Bellini è stato abbastanza coraggioso per rivestire d'oro quel miserabile abbozzo" (articolo parigino del Moniteur). "Io sono entusiasta del soggetto, lo trovo proprio da ispirare e incomincio a scrivere la musica, sperando che il poeta conte Pepoli di Bologna mi dia dei versi" (Vincenzo Bellini). Trama Parte I All'epoca delle lotte tra i Puritani di Cromwell e gli Stuart, nell'accampamento dei Puritani Sir Riccardo Forth (baritono) è malinconico, perché Elvira (soprano), la donna che ama, sposerà Lord Arturo Talbo (tenore) del partito degli Stuart (Ah! Per sempre io ti perdei). Intanto Elvira ottiene dallo zio Giorgio Valton (basso) l'assenso a sposare Arturo, che sopraggiunge. I due si abbracciano (A te, o cara) e sono pronti a lasciare la fortezza col salvacondotto che il padre di Elvira, Gualtiero (basso), ha loro fornito. Gualtiero non può partecipare alle nozze perché deve presenziare al processo contro una misteriosa dama (soprano), che Arturo incontra per caso. Lei gli rivela d'essere Enrichetta di Francia vedova di Carlo I. Arturo la aiuta a uscire dalla fortezza coprendola col velo dimenticato da Elvira, quando aveva chiesto alla dama di aiutarla (Son vergin vezzosa). Irrompe Riccardo, che sfida il rivale a duello. Enrichetta lascia cadere il velo e Riccardo la riconosce, ma è deciso a sfruttare la situazione a proprio vantaggio e li lascia fuggire. Elvira viene a sapere della fuga e impazzisce (Oh! Vieni al tempio). Parte II I puritani lamentano lo stato pietoso di Elvira che fuori di sè vaga per il castello (Cinta di fiori) invocando l'amore lontano (O rendetemi la speme). Giorgio prega Riccardo di salvare Arturo (Il rival salvar tu dei). Parte III Arturo è entrato nel giardino di Elvira (Son salvo, alfin son salvo) e si unisce al canto dell'amata. La incontra e la fa rinsavire, rivelandole come aveva aiutato Enrichetta di Francia. I due si abbracciano e si giurano eterno amore (Arturo? Sì è desso). Preceduto da un rullio sinistro di tamburi, sopraggiunge Riccardo. Egli rivela ad Arturo che il Parlamento l'ha condannato a morte. Elvira dichiara di voler seguire al patibolo il suo amato (Credeasi, misera!), ma d'improvviso giunge notizia che gli Stuart sono stati sconfitti e che Cromwell ha concesso un'amnistia generale. Tutti esultano ed Elvira ed Arturo possono tornare ad essere felici (Vieni fra le mie braccia). La partitura Approfondimenti, trama e commenti musicali Parigi, 11 aprile 1834 Mio caro zio, Vi diriggo questa a Palermo ... Tanti abbracci e credete all'affezione del vostro nipote Vincenzo Bellini |