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Michelangelo Falvetti

(Melicuccà (Reggio Calabria), 29 dicembre 1642 – Messina ?, tra maggio e giugno 1697)

Compositore calabrese vissuto negli ultimi anni del Barocco sino a comprendere l'inizio dell'Arcadia (1680/1690). Nato a Melicuccà allora sotto il regno di Napoli, trascorse la maggior parte della vita in Sicilia. Nel 1670 cominciò l'illustre carriera di maestro di cappella a Palermo. In quella città, nel 1679, creò l'Unione di mutuo soccorso dei Musici, con approvazione viceregia. Nel 1682 passò a Messina, ove ebbe la nuova carica di Maestro di Cappella del Senato.

Dopo il Diluvio Universale del 1682, il Dialogo (oratorio) del Nabucco è a sei voci su libretto di Vincenzo Giattini, noto poeta palermitano. Fu eseguito nel 1683 nella Cattedrale di Messina. Prima della riscoperta di Nicolò Maccavino e Fabrizio Longo, Falvetti era musicista del tutto ignoto, annientato dalla musicologia germano-centrica, e da quella italiana, che se ne disinteressa. Ancora oggi è in genere autore sconosciuto agli studenti di musica (le ragioni sono esposte nel libro Luca Bianchini, Anna Trombetta, Mozart la caduta degli dei, Youcanprint, Lecce 2016/2017)

Opere del periodo palermitano

Abel figura dell'agnello eucaristico, dialogo, Carnevale 1676 a Palermo; stampato da Pietro dell'Isola;
La spada di Gedeone, dialogo del 1678, eseguito a Palermo, stampato da Pietro dell'Isola;
La Giuditta, dialogo del 1680 eseguito nella Chiesa del Monastero del Cancelliere di Palermo, e stampato da Pietro dell'Isola.
Il trionfo dell'anima, dialogo del 1685, eseguito nella Chiesa della Congregazione dei Filippini a Palermo, e qui stampato da Pietro dell'Isola.

Opere del periodo messinese

È giusto il fato (dramma tragicomico, 1682).
Il Diluvio Universale (dialogo, 1682)Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video..
Il Nabucco (dialogo, 1683)Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video..
Il Sole fermato da Giosuè (dialogo, 1692).

Note storiche

Nel 1678 la monarchia spagnola controllava la città di Messina dopo averla messa a ferro e fuoco, razziati tesori d'arte, sciolto l'Ordine dei Cavalieri della stella, abbattuti i più bei palazzi, distrutto l'Orto Botanico e aver chiusa l'Università. Molti di quelli che appoggiarono le rivolte furono imprigionati o costretti alla via dell'esilio. Per sottolineare l'impresa gli spagnoli fecero costruire una fortezza pentagonale inespugnabile che dominava lo Stretto. Nella piazza antistante il duomo messinese il viceré fece erigere la statua in bronzo del re di Spagna, ricavata dalla fusione delle antiche campane.

Il Diluvio Universale e il Nabucco sono oratori vicini a quella data e riflettono la reazione violenta del potere, nella forma di un dio irato nel primo e della punizione del re babilonese nel secondo, riprendendo due capitoli biblici del Libro di Daniele. Nel periodo della cattività babilonese, il re Nabucco fa erigere, come poi il vicerè di Spagna a Messina, una statua d'oro massiccio che lo raffigura, perché il popolo l'adori (Don Francesco Benavides s'accontenterà del bronzo).

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