Gaetano Donizetti

SinfoniaListen to MIDI: Gaetano Donizetti
di Gaetano Donizetti, arrangiamento di Luca Bianchini
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Biografia di Gaetano Donizetti.

1818

Gaetano Donizetti

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1817 - 1819

    Dal 1817 al 1821 Donizetti frequentò le riunioni cameristiche di Alessandro Bertoli, dilettante di musica, e compose sedici quartetti d'archi, impadronendosi ancor più dei mezzi espressivi. La struttura quartettistica era una creatura di vivaldiana memoria. Grazie all'equilibrio delle parti strumentali,  consentiva di affinare le capacità contrappuntistiche e armoniche con il massimo dei risultati e il minimo di mezzi. Non a caso gli esercizi d'armonia si soffermano più di frequente sulle strutture a quattro suoni, con o senza raddoppi.

I quartetti mi giovarono tanto per risparmiare la fantasia e condurre un pezzo con poche idee.

    Donizetti, secondo le testimonianze, scriveva spesso a tavolino, senza mettere mano al pianoforte. Le idee sgorgavano naturali dalla fantasia e producevano musica nello stesso tempo necessario a copiarla. Caratteristica, già vanto di Antonio Vivaldi, che giustifica la facilità melodica e la bellezza sonora delle Arie donizettiane, a diretto contatto con la fonte dell'ispirazione.

- un musicista disoccupato -

    La situazione economica precaria e le scarse proposte di lavoro convinsero Donizetti, a malincuore, a lasciare di nuovo Bergamo e tentare la fortuna a Verona, al seguito di due cantanti: il basso comico Giuseppe de Begnis e la moglie diciottenne Giuseppina Ronzi, poi celebre interprete rossiniana. I cantanti non persero tempo e a Verona ruppero i rapporti con l'impresario Zancla, che li aveva scritturati. Il viaggio ebbe qualche fortuna e fruttò a Donizetti almeno un contratto con Lo Zancla, per l'opera Enrico di Borgogna. Il lavoro era da rappresentarsi nel Teatro San Luca di Venezia. Bartolomeo Merelli, ex allievo di Mayr, futuro impresario del Teatro alla Scala di Milano e di quello di Porta Carinzia a Vienna, ne era il librettista. Personaggio intrigante e suggestivo, geniale e di intuito, già librettista di Mayr, scriverà nel 1875 i Cenni biografici di Donizetti e Mayr raccolti dalle memorie di un vecchio ottuagenario.

- L'Enrico di Borgogna -

    L'Enrico di Borgogna era un melodramma tratto da Der Graf von Burgund del tedesco August von Kotzebue. Donizetti lo mise in musica tra il maggio e il settembre del 1818, soffrendo alcuni cambiamenti dovuti ai cantanti, ma con la soddisfazione di veder eseguita la prima opera a Venezia, il 14 novembre 1818, proprio dove aveva esordito Rossini. Si rammaricò invece di veder storpiato il proprio nome, come capiterà di frequente, in Gaetano Donzelletti, o peggio Dozzinetti.

Spettacolo superbo per il restauro del Teatro [ di San Luca a Venezia ]. Novello se non nuovo il cosiddetto poeta, nuovo affatto il compositore, che di buoni talenti provvisto, si cimenta ora per la prima volta in questi ardui lavori
(Gazzetta di Venezia, 19 novembre 1818)

Le parti staccate manoscritte della sinfonia, in 22 fascicoli, sono a Ostiglia (B. 3396) insiema alle 24 cartelle manoscritte dell'opera (B. 3397 - 3399)

    La musica piacque al pubblico e fu lodata dalla critica, nonostante le disavventure delle prime rappresentazioni. Le scene erano ben fatte e i cantanti possedevano comunque una bella voce. La parte del protagonista maschile era ancora affidata alla voce di contralto, un pallido ricordo dei castrati d'opera, sostituiti da donne nelle parti maschili, cioè en travesti. Alla voce più bella corrispondeva il personaggio più importante, senza badare ancora alla verosimiglianza drammatica. Donizetti impiegherà il contralto per ruoli maschili ancora nella Zoraida e nell'Assedio di Calais.

Enrico (contralto en travesti) è il legittimo erede del conte di Borgogna, che è stato assassinato. Guido (basso) è figlio invece dell'usurpatore. Il primo cerca di spodestare il secondo, per sposare la bella Elisa (soprano). Anche Guido ama Elisa, ma, pur col lieto fine, sarà meno fortunato.

    Il dramma eroico, per l'introduzione caratteristica del contralto, ruota intorno a Elisa, umile donna di bassa estrazione, insidiata da un aristocratico arrogante, destinata a un aristocratico di buon gusto. Ingredienti dell'opera lacrimevole che esaltavano il pubblico borghese, teso alla rivincita con la classe reazionaria. Il pubblico andava al teatro per commuoversi, per piangere e per bearsi di un amore tra differenti categorie sociali. La musica è rossiniana con qualche inclinazione melodica già donizettiana e un uso personale dei pezzi d'insieme, che seguono l'insegnamento di Mayr, ma vi si scostano in forza di una maggiore cantabilità . Lo Zancla, forte del successo, commissionò al Merelli e a Donizetti Una follia, farsa in un Atto.

- Una follia -

    Questa farsa, conosciuta anche con il nome di Il ritratto parlante o La folia di carnovale su libretto del Merelli, che aveva tratto ispirazione da un lavoro di Andrea Leone Tottola per il musicista Giacomo Cordella (Napoli, 1813), venne scritta in poco più di un mese e inscenata il 24 dicembre del 1818 al Teatro San Luca, ma è irrimediabilmente persa, mancando il libretto e la partitura. La critica fu più fredda nell'apprezzare le doti del musicista e del letterato.

La parte cantabile non risalta gran fatto; convien dire che ciò siasi fatto avvedutamente dal giovine maestro, a cui la necessità può questa volta servirgli di scusa.
(Nuovo osservatore veneziano, 24 dicembre 1818)

Le parti manoscritte della sinfonia sono al Conservatorio di Bologna.

1819

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