Gaetano Donizetti

SinfoniaListen to MIDI: Gaetano Donizetti
di Gaetano Donizetti, arrangiamento di Luca Bianchini
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Biografia di Gaetano Donizetti.
1836

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Gaetano Donizetti

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INTRODUZIONE

Il campanello è un'opera buffa in un Atto di Gaetano Donizetti, composta nei primi del 1836 su libretto proprio, tratto dal vaudeville La sonnete de nuit (1835) di Léon Lévy Brunswick, Mathieu Barthélemy Troin e Victor Lhérie. L'opera Il campanello venne rappresentata per la prima volta a. Napoli, al Teatro Nuovo, il primo di giugno del 1836.

LA PARTITURA MANOSCRITTA
La partitura manoscritta autografa è a Napoli, al Conservatorio San Pietro a Maiella (Donizetti. Rari 3. 7. 23).

IL LIBRETTO

Solisti della prima rappresentazione napoletana al Teatro Nuovo, il primo di giugno del 1836:
Don Annibale Pistacchio - basso - (Raffaele Casaccia)
Serafina - soprano - (Giovanna Schoultz)
Madama Rosa - mezzosoprano -
Enrico - baritono - (Giorgio Ronconi)
Spiridone - tenore -

Atto unico

Il teatro rappresenta una sala con due porte l'una porta in faccia all'altra e introducenti in due camere: tavola sopra la quale, bottiglie, pane, salsicce. Un armadio, un paravento, un'altra tavola in un cantone, sopra la quale tazze in porcellana per il caffé, thè ecc. ecc. In fondo porta per entrare in bottega. Porta a dritta e a sinistra, che danno comunicazione ad altre, camere, sopra la porta d'entrata un campanello. Tutti i parenti, e convitati d'ogni sesso, al contratto di nozze, chi seduti, chi in piedi, mangiando, bevendo. Spiridione versa vino, ora a questo, ora a quello mentre cantano il seguente coro.

SCENA PRIMA

Coro
Evviva Don Annibale,
evviva Serafina:
vogliam danzare e bevere
infino a domattina.

Pistacchio è un Esculapio,
la sposa una Ciprigna:
fia con sì bella coppia
la sorte ognor benigna.

Fra speziali ei domina,
ella fra la dolcezza:
amore, e Imen preparano
giorni di contentezza.

Facciam allegri brindisi
infino a domattina:
evviva don Annibale,
evviva Serafina.

In un sobborgo napoletano il farmacista Don Annibale Pistacchio ha sposato Serafina. A Madama Rosa, madre di Serafina, confida di dover partire l'indomani per Roma per aprire il testamento di una sua zia. Rosa è soddisfatta per i festeggiamenti delle nozze, ma rimprovera a Pistacchio di non aver invitato il giovane Enrico. In realtà Enrico è alla festa, vestito da militare, pronto a combinare ogni sorte di scherzo ai danni del povero sposo. A riconoscerlo è solo la novella sposina, che balla con lui rammentandogli la fine del loro amore. Enrico, innanzi a tutti, improvvisa un corteggiamento, gettandosi ai piedi della donna mentre passa Don Annibale Pistacchio. Dopo l'ultimo brindisi gli invitati vanno via e Pistacchio, aiutato dal servo Spiridone, s'appresta a trascorrere la prima notte nuziale. Squilla il campanello della farmacia e, com'è stabilito dalla legge, il povero speziale deve servire il cliente, qualunque sia l'ora e il momento. Un damerino francese, che è Enrico travestito, chiede una medicina per l'indigestione e approfitta per lasciare una lettera innanzi alla porta di Serafina. Il secondo cliente a suonare è sempre Enrico, stavolta travestito da cantante alla ricerca della sua voce. Finalmente solo, Don Annibale Pistacchio legge il misterioso biglietto, che lo minaccia di morte. Davanti alla sua camera mette petardi e botti, che rivelino l'eventuale presenza dell'assassino. Suona il campanello ed è la volta di un vecchietto, sempre Enrico, che chiede una ricetta per la moglie malata. Quando torna in camera, Pistacchio si dimentica dei petardi, che scoppiano con gran fragore, svegliando tutti, compreso il vicinato. Il campanello squilla ancora e ancora, annunciando i parenti tutti, accorsi per accompagnare il povero speziale alla carrozza. Ad Annibale non resta che partire per Roma, scornato, per non aver consumato il matrimonio.

SCENA ULTIMA

Don Annibale
(col fiele alla bocca)
Grazie ... troppe gentilezze ...
(sbadigliando)
Io mi reggo appena in piè !
(in disparte a Serafina)
Idol mio fin che ritorno,
stare all'era ti conviene,
se qualcuno a batter viene
tu la porta non aprir.
(si sente la frusta della diligenza)

Tutti
Buon viaggio, e buon ritorno,
ecco il segno del partir.

Spiridone gli porta avanti la valigia, tutti l'accompagnano.

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