Gaetano Donizetti
(1797-1848)
Marin Faliero
Tragedia lirica in 3 Atti di Giovanni Emanuele Bidéra, è stata rappresentata a Parigi (Théâtre - Italien) il 12 marzo del 1835
PersonaggiMarino Faliero, doge (Basso); Israele Bertucci, capo dell'arsenale (Baritono); Fernando, intimo del doge (Tenore); Steno, giovane patrizio, uno dei Quaranta (Basso); Leoni, patrizio, uno dei Dieci (Tenore); Elena, moglie del doge (Soprano); Irene, damigella di Elena (Soprano); Vincenzo, servo del doge (Tenore); Beltrame, scultore (Basso), Pietro, gondoliere (Basso) e Guido, pescatore (Basso), partigiani del doge; i Signori della notte, i Dieci, cavalieri, dame, artigiani, pescatori, servitori, soldati
ATTO PRIMO
Arsenale.
Scena prima
Coro di artigiani che lavorano.
CORI
Issa, issa, issa, là.
CORO I
Ed è vero? Bene sta.
CORO II
È ver, lo narrano
su Rialto, e v'ha chi giura
d'aver letto sulle mura
scritto il turpe vitupero...
proprio il nome di Faliero,
proprio il nome della moglie.
CORO I
Lei ch'è esempio di virtù?
CORO II
Bada, tira, tira, là. bene sta.
CORO I
Ma chi dicono che fu?
CORO II
Hanno detto ch'è un patrizio...
Un patrizio! Amici, zitto:
i Quaranta faran dritto.
Essi? Abborron doge e nui,
perché amici siamo a lui:
ah pur troppo noi siam miseri!...
CORO I
Siam meschini?... Vuoi tacer?
spingi ancora verso qua.
Bene sta.
CORO II
Cantiam l'inno di Falier.
TUTTI
Zara audace, Zara infida!
Quattro assalti invan ti diero:
pugna ancor, benché affamata,
e Venezia ancor disfida.
Oh pro' Faliero!
Già la fossa è superata,
non v'è muro che sia intero;
Zara, trema, trema, o Zara,
ché l'estremo si prepara.
Oh pro' Faliero!
Ma dall'Ostro ecco che un nero
polverio s'alza, e ognor cresce:
delle picche appar la vetta,
grida all'arme la vendetta.
Oh pro' Faliero!
Già il nemico n'ha sorpresi,
da ogni lato ecco siam presi.
Guai se Zara, guai se n'esce!
Sta dubbiando ogni guerriero.
Oh pro' Faliero!
Ma Falier sorge, e il periglio
misurato ha d'uno sguardo;
dal gran cuor prende consiglio,
e assalisce egli primiero.
Oh pro' Faliero!
Egli primo esce dai valli,
egli guida l'antiguardo,
retrocedono i cavalli
allo scontro del guerriero.
Oh pro' Faliero!
Scena seconda
Israele, che è entrato alla metà del canto, e detti.
ISRAELE
Oh, miei figli! È dolce il canto
della forte età primiera!
Era anch'io di quella schiera,
di Venezia anch'io guerrier.
V'era io pur, e gli era a lato
quando fiero, insanguinato,
sulla breccia fulminando,
entrò in, Zara il gran Falier.
CORO
Oh, tua gloria! Oh, fausto dì.
ISRAELE
Sola or resta la memoria!
Quella etade, quella gloria
era un sogno che sparì.
Scena terza
Steno e detti.
ALCUNI
Amici! Dei patrizi...
Steno... è turbato: mira...
sinistro il vento spira.
STENO
(andando sopra ai lavori)
Che fate'' La mia gondola
non è finita ancor?
ALCUNI
Signor...
STENO
Forza è che agli ordini
io d'obbedir v'insegni,
o scioperati, indegni!
(a Israele)
Olà, cacciati vadano
dall'arsenal costor.
ISRAELE
Signor, scusarli piacciati,
nessuna colpa è in loro:
immenso è qui il lavoro;
trenta galere arrivano
disfatte all'arsenal.
Primo è il servir la patria...
STENO
(fa l'atto di batterlo)
Che osi tu, sciagurato!
ISRAELE
(fremendo)
Signor, io fui soldato...
STENO
Vil plebe agli altri simile,
avrai la pena egual.
(parte minaccioso)
Scena quarta
Israele e coro.
ISRAELE
Orgogliosi, scellerati,
vili voi, superbi ingrati!
Non vi basta il modo indegno,
v'aggiungete la viltà...
Qui ciascuno è fatto segno
alla loro crudeltà.
CORO
Maltrattarci, e taceremo!
Steno audace, ti vedremo...
quest'ingiuria è iniqua, atroce...
vien, contiamla alla città.
Vieni, parla: alla tua voce
Steno ognun disprezzerà.
Gabinetto nel palazzo del doge.
Scena quinta
Fernando solo.
FERNANDO
No, no, di abbandonarla
senza un addio core non ho che basti.
Partir m'è forza; dell'iniquo Steno
l'oltraggiose al suo onor infami note
necessità l'han fatto.
D'un sfortunato amore,
addio, care speranze!
Case paterne, ov'io
vissi e crebbi con lei, per sempre addio,
di mia patria bel soggiorno,
rivederti io più non spero;
sussurar più a me d'intorno,
aure amiche, non v'udrò.
Cari luoghi ore ridenti,
mi sarete ognor presenti,
né godervi, né scordarvi,
no, giammai io non potrò.
A tanto martoro
resister non so.
Lontan da chi adoro,
d'angoscia morrò.
Un solo conforto
il cor mi sostiene,
pensar che gli affanni
rattempro al mio bene.
Se render m'è dato
men tristo il suo fato,
la morte contento
sfidare saprò.
Ma giunge alcun: è dessa!
Felice me!
Scena sesta
Elena e detto.
ELENA
Fernando!
E ardisci ancor?
(in atto di partire)
FERNANDO
T'arresta.
ELENA
No.
FERNANDO
Per l'ultima volta...
ELENA
Fuggir ti debbo.
FERNANDO
Ah, per pietà m'ascolta!
Tu non sai, la nave è presta
che al mio cielo e a te mi toglie:
un istante appena resta
e le vele al vento scioglie:
deh! che almeno io pianga teco
quest'istante ch'è l'estremo;
e pei mari io porti meco
un ricordo di pietà.
ELENA
Che mai chiedi? Ahi, sventurata!
Dove sei tu non rammenti?
Quivi appena è cancellata
l'onta rea d'iniqui accenti.
Va' l'istante in che t'intendo
divenir mi può tremendo,
da sciagura più funesta
va', mi salva per pietà!
FERNANDO
Che ricordi? Oh, mio rossore!
Ahi, crudele!
ELENA
Parti, va'.
FERNANDO
Strinsi un brando, e del suo sangue
presentar te'l volli io tinto,
o cader pugnando estinto
pel mio amor, per la mia fé.
Trattenesti tu il mio braccio,
la vendetta io cessi al pianto,
e un addio tu nieghi intanto,
una lagrima per me!
ELENA
Cessa, ah cessa! Ogni tuo detto
è uno stral che m'apre il petto.
La mia vita è un pianger sempre,
ben, lo sai, e sol per te.
Ma per lui, per lui che t'ama,
che suoi figli entrambi chiama!
Ah! Va', lasciami, rimembra
chi son io, crudel, chi se'!
FERNANDO
Ebben, io parto: addio.
Se dopo il mio partir
di me ti giunge un suono,
sarà del mio morir.
ELENA
(gli dà un velo)
Ah, vivi, e questo dono
di me ti parli ognor,
molle del pianto mio,
memoria di dolor!
Vivi: la mia memoria
sempre ti resti in cor;
onor consoli e gloria
un infelice amor.
FERNANDO
Parto: la tua memoria
dolce mi resta in cor;
più caro della gloria
m'è il pegno tuo d'amor!
Il doge!
ELENA
Parti.
FERNANDO
O ciel!
ELENA
Se più qui resti
Scena settima
Faliero e detti.
FALIERO
Elena... tu piangesti?
ELENA
Io? Sì. Finché tranquillo...
FALIERO
Sarò tranquillo quando...
ELENA
Ah, tu fremi?
FALIERO
Mi lascia or con Fernando.
ELENA
Che mai sarà?...
(parte)
Scena ottava
Faliero e Fernando.
FERNANDO
Signor, qual turbamento?
FALIERO
Leggi, o Fernando,
leggi l'infamia de' Quaranta e mia.
FERNANDO
Orrendo abuso di poter! Per Steno,
che la virtù di tua consorte e il doge
così vilmente offese,
la prigionia d'un mese,
e per un anno il bando!
FALIERO
Or va, l'insulto
conta all'Europa; di' che restò inulto.
Godi, Venezia! O gondolier, che canti
le glorie mie, canta or su queste soglie:
"Marin Faliero dall'infida moglie".
FERNANDO
E il soffri?
FALIERO
Anzi degg'io
questo foglio segnar; dir che di Steno
son vendicato appieno... il buon Leoni
(ironico)
per più scherno alla danza osa invitarmi...
A me quel foglio!
(firma il foglio, indi esclama)
Oh, giustizia del cielo!
Tieni, riporta il foglio;
poi t'apparecchia al ballo.
Fernando parte.
Scena nona
Faliero solo.
FALIERO
Come l'onta lavar della mia fronte
disonorata? Come?...
Scena decima
Vincenzo e Faliero.
FALIERO
Ebben, che chiedi?
VINCENZO
Brama, se tu il concedi, un breve ascolto Israele Bertucci.
FALIERO
(Colui ch'ebbe da Steno
oggi un novello insulto?)
(a Vincenzo che parte)
Fa' che a me venga.
Scena undicesima
Faliero.
FALIERO
E fino a quando inulto
il perfido ne andrà di sua nequizia?
Scena dodicesima
Israele e Faliero.
FALIERO
Israele, che vuoi?
ISRAELE
Chiedo giustizia
contro l'iniquo Steno.
FALIERO
E a me vendetta
chiedi de' torti tuoi?
ISRAELE
A te si spetta.
FALIERO
Ma le mie proprie offese
vanno impunite, e a me niegan giustizia.
ISRAELE
Dunque partito altro non v'ha che l'armi?
Ho un core, ho un brando ancor per vendicarmi.
FALIERO
Se pur giungi a trucidarlo
un ne sveni, e mille poi
sorgeranno a vendicarlo.
Ma chi mai, chi mai di voi
de' Quaranta all'ardimento,
chi resistere mai può?
ISRAELE
Sorgeranno in un baleno,
per punir l'iniquo Steno,
della patria disonore,
mille brandi e mille eroi:
sorgan pure a mille i pravi,
cadran tutti o ch'io cadrò.
FALIERO
Mancherà difesa agli empi?
ISRAELE
Mancherà coraggio a noi?
FALIERO
Ne' tuoi detti havvi un arcano.
Parla...
ISRAELE
Al doge od a Faliero?
FALIERO
Sparve il doge.
ISRAELE
E il gran mistero
all'amico svelerò.
Già del leone altero
l'astro aborrito oscura...
FALIERO
Silenzio... in queste mura
v'è chi ascoltar ti può.
E a rovesciarlo hai complici?
ISRAELE
Il brando e il mio coraggio.
Di Steno l'alterigia
fia doma dal furor.
FALIERO
È poca la sua smania,
la rabbia del tuo cor.
E per salvar Venezia
non son bastanti ancor.
ISRAELE
Non bastan le nequizie
de' perfidi impuniti?...
Le tante sparse lagrime,
i talami traditi?
FALIERO
Sono tremende furie
che sbranano ogni cor...
Ma per salvar Venezia,
no, non è tutto ancor.
ISRAELE
La non mertata infamia
di tua consorte? E l’onte
del doge? E quell'obbrobrio
che ricoprì tua fronte?
Scosso da tante ingiurie
non ti risvegli ancor?
FALIERO
Ah, qual rampogna! Oh, furie!...
Oh, Steno! Oh, mio rossor!
ISRAELE
(fra se)
(Tace, pensa, in sé tutto raccolto,
meditando va strage e vendetta:
cento affetti ravviso in quel volto,
odio, sdegno, furore e pietà)
FALIERO
(Odio, sdegno, vi sento, vi ascolto,
non invano gridate vendetta:
l'ultim'ora per gli empi s'affretta,
il potere de' vili cadrà)
ISRAELE
Che risolvi?...
FALIERO
Al ballo vieni
nelle case di Leoni:
là mi svela i tuoi campioni,
quanti sono e i nomi lor.
ISRAELE
Non sperar che un nome sveli
finché il tuo non è il primier.
FALIERO
Osi tanto?
ISRAELE
Osai più ancora
al tuo fianco un dì pugnando.
O Faliero, ov'è il tuo brando
che salvò la patria allor?
Anche adesso un brando implora...
FALIERO
Sì: avrà quello di Falier.
Trema, o Steno, tremate, superbi,
giunge alfine l'istante bramato;
di Faliero l'onore oltraggiato
a voi sangue costare dovrà!
ISRAELE
Da Faliero ogni braccio dipende;
deh, s'affretti l'istante bramato!
Ogni insulto sarà vendicato;
l'empio Steno punito cadrà.
ISRAELE e FALIERO
Vincitori, o trafitti al cimento
alta voce d'onore ci chiama:
a noi gloria promette la fama,
che la morte rapire non sa.
Partono.
Gabinetto che mette in una gran sala da ballo.
Scena tredicesima
Leoni e servi.
LEONI
Le rose di Bisanzio
a piene man versate,
(ai servi)
e le tazze di Cipro inghirlandate.
La luce eguagli il giorno.
Brillino in ogni loco
l'oro e le gemme, e tutti i miei tesori.
Nulla manchi alla pompa.
Aspetto il doge, e basti. Ite.
I servi partono.
Scena quattordicesima
Steno, in abito di maschera, e detto.
STENO
Leoni, non ti stupir.
LEONI
Che veggio?
Stamane condannato
osi al ballo venir! A che ti guida
un amor sventurato!...
STENO
Sarò a tutti nascosto, ed anco a lei.
È ver, io l'amo, e tanto
io l'amo più, quanto è crudel mia sorte...
l'odio dell'amor è ancor più forte.
LEONI
Calmati, Steno. Qui gioia ed oblio...
Arriva il doge; sii prudente.
STENO
Addio.
(si pone la maschera, e va a confondersi coi
cavalieri nella sala)
Scena quindicesima
Cavalieri e dame nella sala.
CORO
(dentro alla sala)
Vieni, dell'Adria
beltà divina,
vieni, o regina,
lieti ne fa.
Rendi esultanti
i balli, i cantici,
gloria e delizia
di nostra età.
Mentre cantano il Coro, Faliero, Elena, Ferdinando
traversano la sala.
Scena sedicesima
Israele, che esce da una porta laterale, e Faliero.
FALIERO
Siam soli? Attento veglia.
ISRAELE
Occhio non havvi
che qui ne osservi, e delle danze il suono
è propizio al segreto.
FALIERO
Or di': chi sono
i compagni all'impresa?
ISRAELE
(dandogli un foglio)
Eccoli: leggi.
FALIERO
Oh, quanti nomi!
ISRAELE
Eterni
ne' posteri vivran, se il tuo vi aggiungi.
FALIERO
Un Dalmata?
ISRAELE
Che viene
co' suoi trecento a parteggiar.
FALIERO
Sta bene.
Un pescator?
ISRAELE
Povero d'oro e carco
d'odio pe' rei.
FALIERO
E un gondoliere ancora?
ISRAELE
Con altri cento assiso in sulla prora,
ei scioglierà primiero
un canto alla vittoria.
FALIERO
Ed a Faliero.
E Beltrame scultore?
Cessa la musica del ballo.
Funesto nome è questo!
ISRAELE
Silenzio!...
FALIERO
Chi s'avanza?
ISRAELE
Nessun. Finì la danza.
FALIERO
Lasciami sol con me; sta pronto e mira.
ISRAELE
Genio dell'Adria, or quella mente ispira!
FALIERO
Un pescator? Un Dalmata?
Trecento prodi ancor,
un gondolier con altri cento uniti:
ma quel Beltram scultor...
La musica comincia.
ISRAELE
Comincia il ballo.
FALIERO
La notte scelta?
ISRAELE
È questa.
FALIERO
Questa che già si avanza
sì tenebrosa?
ISRAELE
Sua feral sembianza
L'opra somiglia che pensiam.
FALIERO
E il loco?
ISRAELE
Il pian che mette al tempio
remoto di Giovanni.
FALIERO
Ahi, rimembranza!
Sepolti ivi vi stanno i padri miei!
ISRAELE
E anch'essi fremeranno!
La musica cessa ad un tratto.
FALIERO
Taci, sospeso a mezzo
il ballo fu... va', la cagion ne apprendi.
Parte Israele.
Scena diciassettesima
Faliero, indi Elena.
FALIERO
O superbo Faliero, a chi t'inchini
per ricercar vendetta!...
A chi? Alla plebe, e grandi cose aspetta.
Sì: alla plebe soltanto osa affidarsi
il Doge invendicato: orrido ludo
comincerò del mio feretro accanto,
ove tutto finisce... A che smarrita?
Elena entra.
ELENA
Una maschera ardita
ogni mio passo spia, m'incalza ed osa...
FALIERO
In casa di Leoni, alla mia sposa!
ELENA
Partiam.
FALIERO
Terribil lampo
agli occhi miei!
ELENA
Partiam.
FALIERO
Io d'ira avvampo!
ELENA
(Han deciso! Il guardo torbido
spira sangue e morte spira:
implacabile nell'ira!
Oh, di lor chi perirà?
Non sia vero il mio presagio:
giusto cielo, abbi pietà!)
STENO
(Egli esulta, egli minaccia,
frema pur, mi guardi altero;
il tuo nome di Faliero
solo a sol non gioverà.
Anche un'ora, e udrotti, o perfido,
steso al suol chieder pietà!)
ISRAELE
(a Faliero)
Fra le danze anche, e fra il giubilo
la pazienza tua s'insulta,
e giustizia è sempre inulta?
E di lor tu avrai pietà?
O gl'indegni alfin periscano,
o Venezia perirà.
FALIERO
(a Israele)
Taci, amico, taci e frenati:
può tradirti qui il tuo sdegno:
la vendetta ch'io disegno
come fulmin piomberà.
Nel mio cor non fia che sorga
niuna voce di pietà.
CORO
(nella sala)
Al ballo, al ballo, al ballo.
ISRAELE e FALIERO
(a Faliero)
Al ballo vadasi:
l'alta vendetta
d'alto silenzio
figlia sarà.
FERDINANDO e STENO
Al ballo tornisi:
l'ira funesta
che il petto m'agita
vendetta avrà.
ELENA
Ahi! Qual preparasi
scena funesta!
Straziata l'anima
regger non sa.
Tutti entrano nella sala da ballo.
ATTO SECONDO
Piazza di S. Giovanni e Paolo. È notte.
Scena prima
Da una gondola si canta il seguente coro.
CORO
Siamo figli della notte
che voghiam per l'onda bruna:
l'eco sol dell'acque rotte
della torbida laguna
corrisponde al nostro canto,
che di pianto è messeggier.
Zitto, zitto, un'importuna
voce ascolto da lontano
d'altro estraneo gondolier.
Ma se'n parte... zitti... piano:
si dilegua... non temer
l'indiscreto passeggier.
VOCE DI DENTRO
Or che in cielo alta è la notte
senza stelle e senza luna,
te non sveglin le onde rotte
della placida laguna:
dormi, o bella, mentre io canto
la canzone del piacer.
Scena seconda
Fernando solo.
FERNANDO
Notte d'orrore!... Di tremendi auguri
fatto segno son io.
Freme il ciel, freme il mare,
voci cupe e lontane odo gridare...
Tombe degli avi miei quivi sepolti,
siete voi che chiamate?
E sia! Morir saprò degno di voi...
Ma tu resti, o infelice,
fra sospetti funesti,
fra ingiurie sola a piangere tu resti!
Io ti veggio; or vegli e tremi,
conti l'ore, o sventurata!
Ed ogni ora che è suonata
ti par l'ultima per me.
Ah! Se ver fia quel che temi,
trovi almen pietoso un core
che: felice, dica, ei muore,
se potea morir per te.
Battono tre ore.
Questa è l'ora... una mano di fuoco
par che il core m'afferri e che m'arda:
a quel suon ogni pianto dia loco,
e lo sdegno sottentri al dolor.
(guardando dietro al tempio)
Pur non giunge: cotanto egli tarda,
egli? Il dubbio comincia agitarmi.
No! Alcun vien: forse è desso: sì: parmi.
Egli è desso, e mi cerca. O furor!
Mi tornano presenti
gli scellerati accenti:
vedrai qual dian risposta
le spose dei Falier'...
Vedrai che sangue costa
l'insulto al menzogner!
Per lei snudiam la spada,
ed a pugnar si vada.
Un vel, dolce memoria!
Mi posa sovra il cor.
M'è pegno di vittoria,
Elena, e di valor.
(parte)
Scena terza
Coro, Pietro, Guido e Beltrame da una gondola che si avvicina
alla riva.
CORO, PIETRO, GUIDO e BELTRAME
Siamo figli della notte
che voghiam per l'onda bruna:
l'eco sol dell'acque rotte
della torbida laguna
corrisponde al nostro canto,
che di pianto è messaggier.
Scena quarta
Faliero e Israele, approdando da una gondola, e detti.
PIETRO
Finì la festa di Leoni?
ISRAELE
E a mezzo.
Guido e Beltram son qui?
PIETRO
Siamo qui tutti.
ISRAELE
A che è la notte?
GUIDO
Toccar l'ore la terza.
PIETRO
E questi?
(additando Faliero)
ISRAELE
È un difensore
della plebe e di noi.
GUIDO
Patrizio parmi...
PIETRO
Una face!
BELTRAME
Che veggio?...
Cava una lanterna cieca, mentre Faliero si scopre del
suo mantello.
GUIDO
(mette mano alla spada)
Il doge?
Tutti snudano i ferri.
CORO
All'armi.
ISRAELE
Fermate, amici, o ch'io...
(facendo scudo a Faliero)
PIETRO
Tu primiero...
(per avvicinarsi)
ISRAELE
(snuda la spada)
Se ardite
movere un passo ancor...
FALIERO
Prodi, ferite!
Bello ardir di congiurati!
Contro un veglio cento armati,
cento brandi contro un solo,
belle prove di valor!
CORO
Ah, tal vista inaspettata
ci ricolma di stupor!
ISRAELE
Egli, amici, a voi si unisce
per punir chi ci perdé.
CORO
Di Venezia il doge ardisce
qui venire?
FALIERO
E il doge ov'è?
Questa larva è già sparita,
sol Falier vedete in me.
Quel Falier che in Zara, in Rodi,
vi guidava alla vittoria,
reca a voi le sue vendette
contro i perfidi oppressor.
CORO
Del più grande degli eroi
chi non fidasi all'onor?
ISRAELE
Dunque all'opra.
FALIERO
Un'alba ancora
e una notte...
GUIDO e CORO
Ah! quell'aurora
quanto è tarda a comparir!
ISRAELE
Danne il segno del ferir.
FALIERO
Quando tocca il terzo squillo
della torre il maggior bronzo,
di Falier sotto al vessillo
accorrete: il punto è quello
che per l'Adria il dì più bello
mai dall'onde non uscì!
Or giuram su queste spade
morte ai Dieci...
ISRAELE
Il fulmin cade.
Tuona.
Anche il ciel minaccia irato
i superbi... immoti qui.
Noi giuriam...
Si sente fragor di spade.
FALIERO
Che avvenne mai!
Un cozzar di brandi io sento...
ISRAELE
Parmi... Oh! sì...
GRIDO DI DENTRO
Ah!
FALIERO
(sorpreso)
Qual lamento
scese all'alma e mi atterrì!...
ISRAELE
Gente! olà, correte: un fugge.
FALIERO
Freme il vento e l'aria mugge...
ISRAELE
Che fatal presentimento!
FALIERO
(spaventato)
Quel lamento mi colpi!
ISRAELE
Quel lamento di spavento
come un fulmin mi atterrì!
Scena quinta
Fernando moribondo e Gondolieri che lo portano.
PIETRO
Là trafitto, nel sangue ravvolto
ritrovammo quest'uomo che muor.
FALIERO
Una face! Che io scopra quel volto...
ISRAELE
(fa cenno che dalla barca esca una face)
Ecco un lampo che rompe l'orror.
Balena.
FALIERO
(riconoscendo l'amico)
Ah! Fernando!
ISRAELE
Fernando... oh, sventura!
FALIERO
Ah! mio fido!
TUTTI
Qual nuovo terror!
FERNANDO
Io vendicarti!... Steno!...
Mi ha morto... Ahimè! Che un gelo
m'investe... Ah, questo velo
(consegna il velo di Elena a Faliero)
copra... il mio... volto...
FALIERO
Ah no!...
Vivi.
FERNANDO
Trafitto a morte...
vendica tua consorte...
ch'io moro...
TUTTI
Egli spirò.
FALIERO
Ah! Fernando!
(per abbracciarlo)
ISRAELE
(opponendosi)
Ahimè! Faliero...
FALIERO
Ove son? Chi piange qui?...
Ove andò?... Dov'è? Morì?...
Voi chi siete che piangete?
E Fernando ov'è?...
TUTTI
Morì!
FALIERO
Fosca notte, notte orrenda,
tante colpe invan tu celi.
L'ira mia sarà tremenda,
morte ovunque spargerà.
Esci, o brando, e sui codardi
strage, orror, rovina affretta:
memoranda la vendetta
da quel sangue nascerà.
CORO
Trista notte, il corso affretta,
cedi il campo alla vendetta;
ogni stilla di quel sangue
mille vite spegnerà.
Noi giuriam sul corpo esangue
la vendetta, ed ei l'avrà.
FALIERO
Non un'alba, non un'ora
più rimanga ai scellerati.
TUTTI
Questo scoglio di pirati
ferro e foco struggerà.
ATTO TERZO
Gabinetto nel palazzo del doge, come nell'Atto primo.
Scena prima
Irene, Elena che dorme, coro di damigelle.
CORO
La notte inoltrasi
più tenebrosa:
in sopor languido
ella riposa.
Ah, non la destino
tristi pensier!
IRENE
D'augelli lugubri
odo un lamento;
è questo il fremito
del cupo vento,
o il mar che frangesi
dal gondolier?
Si desta...
ELENA
Ah!
IRENE
Qual spavento!...
ELENA
Irene… Irene…
Qual terribile sogno!
IRENE
E che sognasti?
ELENA
Rifugge il mio pensiero...
Né giunse ancor?
IRENE
(al coro)
Chi viene?
Scena seconda
Faliero ed Elena.
FALIERO
(entra turbato)
Vegli... o sposa?
ELENA
Per te
FALIERO
Dona per poco
alle membra riposo...
ELENA
È ghiaccio la tua mano...
FALIERO
E il core è foco.
ELENA
Fra l'ombre in si tard'ora?
FALIERO
Era dover.
ELENA
(fra se)
(Che fia! ..) Tu mi nascondi
qualche orrendo pensiere...
FALIERO
Io!
ELENA
Tu lungi da me?
FALIERO
Era dovere.
ELENA
Dover? Fra tanti amici
nessun t'accompagnò?
FALIERO
Fuorché l'onor e il brando.
ELENA
E in tal notte Fernando
anch'ei t'abbandonò?
FALIERO
L'accusi a torto
Fernando!Ah!
ELENA
Taci? Ohimè!
FALIERO
Fernando è morto.
ELENA
Egli cadde per me!
FALIERO
Degno degli avi.
ELENA
Il sol che sorge ed io
non vedrem che un sepolcro!
FALIERO
E mille ancora
ne scorgerà l'aurora.
La plebe e il ciel congiura
per vendicarmi appieno
ELENA
Oh, qual sventura!
Ma qual fragore io sento!
FALIERO
Battono l'acqua cento remi e cento.
Pur non aggiorna... e l'alba
ancor lontana parmi...
Anzi tempo il segnal?
(per partire)
ELENA
T'arresta
FALIERO
All'armi!
Scena terza
Leoni e detti.
LEONI
Gran periglio t'annunzio. Il popol sorge
e minaccia lo Stato.
Te dimandano i Dieci: or vieni.
ELENA
Oh, Dio!
LEONI
T'affretta.
FALIERO
Or di Venezia il re son io.
LEONI
E’ il doge che sì parla?
FALIERO
(snuda la spada)
Empi, tremate!
Faliero vendicato in me tu vedi.
LEONI
Olà...
(si presentano i Signori della notte)
Scena quarta
I Signori della notte e detti.
FALIERO
Io fui tradito!
LEONI
Il ferro cedi.
Già confesso tu sei:
i tuoi complici rei
sono in carcer.
FALIERO
(freddamente)
Sta ben, pronto son io.
LEONI
Mi segui.
ELENA
Ahimè, fermate.
FALIERO
(freddamente)
Elena, addio.
Scena quinta
Elena, Irene e damigelle.
ELENA
Tutto or morte, oh Dio, m'invola!
Sempre trista e sempre sola
fra due tombe io piangerò.
Or su me la sorte irata
tutti i fulmini scagliò!
CORO
Or su lei la sorte irata
tutti i fulmini scagliò!
ELENA
Dio clemente, ahi! Mi perdona.
Rea son io, pregar non oso.
Ah, se il cielo mi abbandona,
senza madre e senza sposo,
io deserta, io sciagurata,
dove i passi volgerò?
IRENE
Deh, ti placa, o sventurata.
ELENA
Son l'orror della natura!
CORO
L'infelice è disperata!
ELENA
Il tenor di ria ventura
giorno e notte io piangerò!
IRENE
Nel tenor di tua sventura
sempre teco io resterò.
TUTTE
Deh, ti placa, o sventurata,
sempre teco io piangerò!
ELENA
Fra due tombe, tra due spettri
i miei giorni passeranno;
una spada ed una scure
a me innanzi ognor staranno;
sotto i passi un mar di sangue
i suoi flutti innalzerà.
Solo a me spietato il fato
una tomba negherà.
CORO
Fia per lei la morte adesso
non supplizio, ma pietà!
Sala del consiglio dei Dieci.
Scena sesta
Leoni, Beltrame dal lato dei Dieci, Israele,
Guido, Pietro, e loro seguaci incatenati.
LEONI
Il traditor Faliero
già in poter vostro sta.
I DIECI
Lode a Leoni! È salva
dalla fatal rovina
de' mari la regina,
dell'Adria la città.
Chini la fronte a terra
l'empio che a lei fe' guerra:
la veneta giustizia
giammai perdonerà.
Scena settima
Faliero e detti.
LEONI
Ecco il Doge.
CORO
Silenzio.
FALIERO
Chi siete voi? Qual legge,
e a voi chi diede il dritto
di giudicare il Doge?
LEONI
Il tuo delitto.
Or ti discolpa.
FALIERO
Ogni discolpa è vana,
se giudicò il Consiglio,
se affrettar qui si vuole il mio periglio.
ISRAELE
Viva Faliero!
CORO
Viva!
FALIERO
Oh, chi vegg'io?
LEONI
Vedi i complici tuoi.
FALIERO
Voi fra ritorte!
Ahi, miseri!
ISRAELE
Oh, mio prence!
LEONI
I vili a morte.
Partono.
Scena ottava
I Dieci, Leoni, Faliero e guardie.
LEONI
(legge la sentenza)
"Falier già Doge di Venezia e conte
di Val Marino
condanniamo a morte
di fellonia convinto."
Appiè del trono
deponi tosto la ducal corona.
FALIERO
Io la depongo. Inutil peso è dessa
alla cadente salma.
(la getta in terra)
Finiste, o Dieci. Al mio morir io presso
solo esser vo'. Lasciatemi a me stesso.
Partono i Dieci.
Scena nona
Elena e Faliero.
ELENA
Faliero!
FALIERO
Oh, di mie pene,
già mia consorte in terra! Or lieto appieno
fai l'infelice che ti stringe al seno!
ELENA
Che inaspettata calma!
FALIERO
Hanno gli sdegni e l'ire il lor confine.
Or per l'ultima volta...
ELENA
Mi scoppia il cor!
FALIERO
Il tuo Faliero ascolta.
De' miei tesori a parte
vengan gli sventurati
figli de' condannati;
le vedove de' rei!...
ELENA
E de' tesori miei.
FALIERO
E che rimane allor alla mia sposa?
ELENA
Un voto ed una benda.
FALIERO
O generosa!
Chiuda una tomba sola
Fernando e me... e questo vel...
(mostra la sciarpa di Fernando)
ELENA
(Che miro?)
FALIERO
Ricopra d'ambo il volto... Impallidisci?...
ELENA
(Me infelice!)
FALIERO
Tu fremi?
ELENA
Ah, mi punisci...
Di vergogna avvampo ed ardo...
Togli, ah, togli dal mio sguardo
questo vel!... Morte, o perdono!
Rea consorte!
FALIERO
Oh! Morte! Morte!
ELENA
Qui prostrata innanzi a te...
FALIERO
Tu mancavi a me di fé?
Rea? Gran Dio!
ELENA
Deh, mi ascolta!
Non fu pegno...
FALIERO
E chi osava...
ELENA
Ei più non è.
FALIERO
Ei Fer... taci, sciagurata:
va', rimani in questa terra
de' rimorsi in fra la guerra...
Sul tuo capo io scaglio... Ah! No!...
(Santa voce al cuor mi suona:
se a Dio brami pietà,
ai nemici tuoi perdona,
Dio dal ciel ti assolverà)
ELENA
Giusto cielo, a lui tu dona
il perdon com'ei perdona,
alla sposa delinquente,
alla rea che si pentì!
FALIERO
Dio pietoso, Dio clemente,
come or io perdono a lei,
dal tuo soglio i falli miei
tu perdona in questo dì!
Scena decima
I Signori della notte e detti.
CORO
Vieni, Falier, già l'ultima
ora per te suonò.
FALIERO
Addio.
ELENA
Mi lasci in pianto!...
FALIERO
In ciel sarai tu resa
per sempre all'amor mio...
ELENA
Ah, ch'io ti perdo intanto...
FALIERO
Per questa terra addio...
In ciel ti rivedrò!
Parte.
Scena ultima
Elena e guardie.
ELENA
(immobile)
Sì: quaggiù tutto è finito...
Anche il pianto è inaridito...
Ogni fallo tu perdona,
Dio pietoso, Dio clemente!
Tutto tacque... il sacerdote
per lui prega e lo consola...
(va verso la porta e si pone ad ascoltare)
Egli ha detto una parola...
fu per me...
I tamburi annunziano l'esecuzione, Elena getta un
grido e cade tramortita.
CORO DE' DIECI
Si apra alla gente;
vegga il fin dei traditor.
FINE
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