Gaetano Donizetti
(1797-1848)
Betly, o La capanna svizzera Opera giocosa in 1 Atto, fu rappresentata a Napoli (Teatro Nuovo) il 21 agosto del 1836
PersonaggiMax, sergente dell'esercito svizzero (Baritono); Betly, sua sorella (Soprano); Daniele, giovane possidente (Tenore); contadini e contadine, soldati svizzeri
ATTO UNICO
Il teatro rappresenta l'interno di una capanna svizzera.
Due porte laterali, una in fondo, che lascia vedere la
campagna, e le lontane campagne di Appenzell.
Scena prima
Pastori e pastorelle portando ciascuna delle giuncate,
burro, ed altro.
CORO
Già l'aurora in cielo appar,
ed annunzia un dì seren.
Non sia lungo l'indugiar,
al mercato andar convien.
PASTORELLE del CORO
(guardando intorno)
Ehi! Betly? Betly non c'è
forse pria di noi partì.
ALTRI
Qui Daniele venir de';
ma Daniel non comparì.
TUTTI
Se la burla è andata male,
lo vedremo nel ritorno;
se andò bene in questo giorno
divertirci assai dobbiam.
(partono)
Scena seconda
Betly entra nella capanna.
BETLY
In questo semplice
modesto asilo
io vivo libera,
felice ognora.
L'amor degli uomini
non giunse ancora
dal core a togliermi
la libertà.
Se rozzo amante
pieno d'orgoglio
sgridarmi osasse,
o dir: non voglio,
posso rispondere
con tutta pace:
quella è la porta
se non le piace.
Oh! libertà gradita,
che infiori questa vita,
regnerai sempre qua
(toccando il core)
trà là, là, là, là, là.
Se per disgrazia
un uom geloso
fra' piè mi capita,
e il fo mio sposo...
come rispondergli
con tutta pace
quella è la porta
se non le piace?
Oh! libertà gradita ecc.
Scena terza
Daniele e detta.
DANIELE
Ho mangiato ben bene,
ma dormire non ho potuto affatto;
un biglietto ha per me tal virtù... che...
Eccola... oh, cara!...
BETLY
Oh! siete qui Daniele.
DANIELE
Io... sì, qui sono, e mi credea trovarvi...
Già capite... ma dove siete stata?
BETLY
Dal tutor, che inviò
fin da ieri ad avvertirmi,
che ricevuto avea
di mio fratello Max un grato foglio
proveniente dal campo; impaziente
per averlo da lui corsi repente.
DANIELE
Oh! dunque non è morto?
BETLY
Come morto, se scrive?
DANIELE
E ben? Potea
morir dopo che scrisse. Pe' soldati
la cosa non è strana.
BETLY
E ver, già sono
quindici anni che manca. Ah! mi ricordo
che partendo pel campo il padre mio,
la mia madre baciò. (Viveano allora)
ed a me volto poi
nell'abbracciarmi disse: addio, sorella,
ora il dover mi chiama a militare,
ma spero alle tue nozze un dì ballare.
DANIELE
Oh! quanto mi dispiace
ch'egli non ballerà!
BETLY
Perché? Chi il dice?
DANIELE
Se sposiam questa sera, ed egli è lungi,
come volete mai che ballar possa?
BETLY
Noi sposiam questa sera? Oh! questa è grossa!
DANIELE
Ecco la vostra lettera, e la firma.
BETLY
Firma? Lettera? Quando?
Io non vi scrissi mai neppur sognando.
DANIELE
Come? Come? Ed il biglietto?
BETLY
È uno scherzo, ci scommetto.
DANIELE
Uno scherzo? È un tradimento.
Ahi! mancar... morir mi sento...
BETLY
Vi calmate.
DANIELE
Mai di calma
più capace non sarò...
BETLY
Ma...
DANIELE
D'ambascia ho piena l'alma,
al dolor soccomberò.
Io sognai che me beato
già rendeva il nostro Imene;
ogni gioia, ed ogni bene
m'apprestava un dolce amor.
Ah! mi desto, e sventurato
più di pria mi trovo ancor!
BETLY
(Questa burla inver mi spiace...
Provo un certo turbamento;
il suo duolo, il suo tormento
mi discende in mezzo al cor.
Finalmente io son capace
di pietà se non di amor)
Orsù coraggio.
DANIELE
Ahi! misero!
Che fo? Son rovinato.
Il nostro matrimonio
poc'anzi ho divulgato.
BETLY
Che intesi!...
DANIELE
Ho tutte l'anitre
sgozzate, e sei capponi;
feci ammazzare un tenero
vitello, e due montoni...
BETLY
E ciò?
DANIELE
Per un magnifico invito.
BETLY
Ah! siete matto.
DANIELE
V'è più.
BETLY
Che più?
DANIELE
Distendere
l’atto di nozze ho fatto
BETLY
Come!
(con ira, che più cresce nel resto del dialogo)
DANIELE
L'ho qua vedetelo.
BETLY
Non so quel che farei.
DANIELE
Erede io qui vi nomino
di tutti i beni miei...
BETLY
Basta.
(volendo uscire)
DANIELE
Betly, sposatemi...
(trattenendola e cadendo a piedi suoi)
Sposatemi, Betly...
BETLY
Cessate...
(cerca allontanarsi, ma Daniele la segue
sempre in ginocchio)
DANIELE
Deh!
BETLY
Scostatevi...
Io maritarmi? Io?
DANIELE
Si.
BETLY
Nemico acerbo della mia pace,
uscite presto di casa mia...
ch'io più non oda quel labbro audace,
che favellarmi di nozze ardia...
Uomo insolente!... v'odio, v'abborro...
Un orso, un diavolo siete per me.
DANIELE
Donna crudele! altri lamenti
non usciranno dal labbro mio...
Ti ho favellato gli estremi accenti...
Ti porgo, ingrata, l'ultimo addio...
Ad annegarmi nel lago io corro...
Per te sol vissi, morrò per te.
Partono. Si sente il suono di un tamburo.
Scena quarta
Max con Coro di soldati.
MAX
Alto! facciam compagni, in fin che il sole
vibra infocati i raggi
delle patrie montagne al dolce aspetto
sento di gioia il cor balzarmi in petto.
Ti vedo, ti bacio
terreno natio
sorriso d'un Dio
mio solo pensier!
Qui torno alla gioia,
qui torno al piacer.
Elvezia, se i tuoi figli
spiegando le bandiere,
intrepidi ai perigli
volano a schiere, a schiere,
tutta la gloria, o Elvezia,
tutta è dovuta a te.
CORO e MAX
Esempio agli altri popoli
tu sei d'onor, di fé.
MAX
Al riposo, compagni, ma badate
che sul terren nemico ora non siamo.
Disciplina serbiamo,
e il primo che rubasse una gallina
lo faccio fucilar doman mattina.
Scena quinta
Daniele entrando con due bottiglie saltando e detto.
MAX
Oh! giovinotto, dimmi,
da Herissan siam lontani? Io mi ci devo
portar per riunirmi al reggimento.
DANIELE
Non abbiate premura;
camminando tre ore ci sarete,
anzi se mai volete
a metà del cammino riposarvi,
giù la discesa sta la casa mia.
Dimandate di me, di Daniele
Birman.
MAX
Birman dicesti?
DANIELE
Del cantone
d'Appenzell.
MAX
Oh, che sento!
DANIELE
Cos'è stato?
MAX
Di te m'han nel paese assai parlato.
Qua la man, son contento
di far la tua conoscenza.
DANIELE
Ed anche io sono
contento di conoscervi. Dovete
farmi un piacer, ma piacer grande assai.
MAX
Di' pur, se posso...
DANIELE
Avete a contentarmi.
Fra' soldati con voi voglio arrolarmi.
MAX
(Non è lui, m'ingannai)
DANIELE
Col sacco in spalla,
ed in braccio il fucile, fin da adesso
sono al vostro comando.
MAX
Ma perché tal pensier?
DANIELE
Perché son l'uomo
più infelice che v'abbia!
MAX
Qual disgrazia ti colse?
DANIELE
Io sono, o Dio!
io sono innamorato alla follia,
e l'ingrata da sé mi scaccia via.
MAX
Questa ingrata chi è?
DANIELE
È una ragazza,
che qui dimora, e che Betly si chiama.
MAX
(Betly!)
DANIELE
Essa ha un fratello
militar come voi chiamato Max
Starner, sergente.
MAX
(Ah! mia sorella è questa)
Questa è la sua capanna?
DANIELE
Sì signore.
Or dunque a cotest'uomo
io scrissi, che bramava di sposarla,
ed egli mi rispose,
che n'era contentone,
ma quando poi Betly scoperse ciò,
nel volto quasi più non mi guardò.
Poi ricevo un biglietto, vengo, ed ella
nega di averlo scritto, e mi soggiunge
colle solite matte sue maniere:
non vi fate mai più da me vedere.
MAX
Allegramente amico; adesso vanne...
DANIELE
Dove?
MAX
A prender le carte,
il tuo atto di nascita
per poterti ingaggiare.
Daniele parte.
Scena sesta
Soldati, Max indi Betly.
MAX
(guardando fuori la capanna)
Per questa via remota,
che al villaggio conduce,
una donna qui vien... cielo! foss'ella?
Fosse Betly, la cara mia sorella?
Ah! sì la riconosco, è dessa, è dessa!
Abbracciarla vorrei... sì...
(si arresta)
Non signore
bando alle debolezze. Ehi là, compagni,
eseguirete voi gli ordini miei?
SOLDATI
Parla, dì su, che cosa far dobbiamo?
MAX
A sacco questa casa, in men che il dico, mettete
allegramente.
SOLDATI
A sacco, e tu lo dici, tu, sergente?
MAX
Del guasto, che farete,
io rispondo per voi.
SOLDATI
Davver?
MAX
Lo giuro.
SOLDATI
Bada.
MAX
Presto.
SOLDATI
A noi.
TUTTI
Sia birra, rum, o rach,
kirschewasser, o cognach;
man bassa orsù facciamo
su quel che ritroviamo.
Si metta tutto a sacco,
per fare un buon bivacco:
sia birra, rum, o rach,
kirschewasser, o cognach.
Entra Betly.
BETLY
(Gran Dio! quanti soldati!)
Signori che volete?
TUTTI
Da pranzo, nol vedete?
Noi siam tutti affamati.
MAX
(Per Bacco! mia sorella
si è fatta molto bella)
BETLY
Pietà, signor sergente...
MAX
Lasciate, non è niente,
son io, che li comando,
lasciateli un po' far.
(entrano vari Soldati)
UN SOLDATO
Del burro fresco fresco.
UN ALTRO
Un lepre bello, e grosso!
ALTRI
Un lepre, addosso, addosso...
BETLY
Pietà.
MAX
Lasciate far.
SOLDATI
(a Betly)
La chiave di cantina
del vino ci abbisogna.
MAX
(a Betly)
La chiave...
BETLY
Me tapina!
MAX
Vi deggio favellar.
Se dopo giorni quindici
io partirò contento,
qui tutto il reggimento
ad alloggiar verrà.
BETLY
Che dite? Un reggimento!
(Di me che ne sarà?)
MAX
(Capisco il suo spavento,
e ridere mi fa)
SOLDATI
(che vengono dalla cantina)
Quest'è della cantina
il vino più eccellente.
BETLY
Oh Dio! signor sergente,
no quello per pietà.
MAX
Perché, perché no quello?
Su presto rispondete.
BETLY
Serbato è a mio fratello...
MAX
Mia cara, non temete;
soltanto il fratel vostro
quel vino beverà.
(prende la bottiglia e beve, Betly indispettita va
per uscire)
BETLY
Vo a ricorrere a chi spetta.
SOLDATI
(impedendole l'uscita)
No, restate... ven preghiamo
voi soltanto il pranzo aspetta.
BETLY
Ah! son troppo sbigottita
più che far, che dir non so.
Signor sergente, a piedi vostri
mirate in pianto una meschina...
Ah! la pietade in voi si mostri...
Deh! non vogliate la mia rovina.
V'intenerisca il mio cordoglio,
la mia preghiera vi parli al cor.
MAX
(Quel cervellino guarire io voglio,
ed è pietade il mio rigor)
SOLDATI
(Sta duro, duro, come uno scoglio,
per Bacco è strano quel suo rigor)
(un soldato con grembiale da cucina)
Presto a tavola signori, tutto è pronto.
MAX e CORO
Andiamo, andiamo.
SOLDATI
E voi pur.
BETLY
Che pretendete?...
MAX
Via, ragazza.
SOLDATI
Andiam.
BETLY
Non vuò.
(Ah, son troppo sbigottita,
più che dir, che far non so!)
MAX
(È confusa, ed avvilita,
più difendersi non può)
BETLY
(Io tremo, gelo e palpito
mi batte, batte il cor!
Daniele, ah! corri aiutami,
o muoio dal timor)
MAX
(In ver la scena è comica,
è buffo il suo terror!)
Andiamo, andiamo a tavola,
ciascun si faccia onor.
CORO
Andiamo, andiamo a tavola,
ciascun si faccia onor.
(Max e Soldati si ritirano)
BETLY
Tutto il giorno, la sera, e poi la notte,
e fra quindici giorni
un reggimento intero?...
Chi mi difenderà? Che imbroglio è questo!
Se parto è peggio, ed è peggior se resto!
Daniele è un buon giovine, e potrebbe
ei come il più vicino conoscente
aiutarmi, tenermi compagnia...
Ah! eccolo... che vedo!
Scena settima
Daniele con lunga spada sulle spalle ed un pacchetto
in cima a quella, e detta.
DANIELE
In cortesia
in collera, Betly, no non andate,
se qui mi rivedete.
BETLY
In collera non vado.
DANIELE
Per voi qui non ritorno. Aspettar devo
qui un militar, col quale ho appuntamento,
un sergente, un brav'uomo,
bravi i soldati suoi, cortesi, umani,
e bravo anch'io sarò con lor domani.
BETLY
Perché?
DANIELE
Perché con sciabola, e con montura
in marzial figura
un soldato sarò.
BETLY
Ah! cosa dite?
DANIELE
Il mio partito è preso,
la mia parola è data...
Già possessor son io
del mobil principale. Per vent'anni
al camino restò quest'arma appesa,
che il mio bisavo usò nella battaglia
di Sempache. Le carte...
(frugando)
Ah! son qua, son qua. Dov'è il sergente?
BETLY
Posta prima sossopra la capanna,
or a tavola egli è co' suoi soldati.
DANIELE
Bravi! vi han preferita!
Io quest'onor volea.
BETLY
Tant'obbligata.
DANIELE
Pria che marcia sforzata
parta con essi ho questa carta a darvi.
Questo è l'atto di nascita... Infelice!
Chi avrebbe detto ch'io nascer dovea?
Questo è il contratto delle nozze, e... questo...
BETLY
Ch'è mai?
DANIELE
Questo è... piangete...
il testamento mio,
che quando sarò morto l'aprirete,
già presto accaderà.
BETLY
Daniel, che dite?
Quando colei, che s'ama, si abbandona,
non si tratta in tal guisa.
DANIELE
(Ah! che mai sento!)
Come! mi discacciate, ed or che parto
favellate così?
BETLY
Fra buoni amici
si può dare un addio.
DANIELE
Betly, S’io resto,
s'addoppia il mio dolore.
BETLY
Ma un solo istante, un solo...
DANIELE
(Mi prega? Oh Dio! per me sentisse amore!)
io resterei, ma...
BETLY
Che?
DANIELE
Vi darò noia.
BETLY
Noia? Non già.
DANIELE
Vedete, qui restando
comprometter vi posso.
BETLY
(imbarazzata)
È vero questo.
DANIELE
Dunque, addio...
(prende la spada, e va per partire)
BETLY
Ma direi... (Che far mai deggio!)
DANIELE
Addio...
BETLY
Fermate. In quella stanza voi
potreste rimaner fin domattina.
DANIELE
(S'incomincia a cangiar l'alma ferina)
BETLY
(timida)
Via, volete?
DANIELE
Il vorrei...
BETLY
(assicurata)
Se avrò di voi bisogno, allor vi chiamo.
DANIELE
Compiacervi, Betly, soltanto io bramo.
(via)
BETLY
Sapendo che Daniele ivi è celato
più tranquilla son io.
VOCI DI DENTRO
Evviva, evviva, ah, ah!
BETLY
(correndo spaventata ov'è entrato Daniele)
Daniele, oh Dio!
DANIELE
(uscendo)
Perché, Betly, gridate?
BETLY
Non sentiste quei gridi?
Deh! per pietà, qui, presso a me restate,
voi là su quella sedia, io qui nel fondo.
DANIELE
Io là, voi qui!
BETLY
Sì, ma vegliate attento.
DANIELE
Ah! chi può dir l'immenso mio contento!
(Dolce istante inaspettato!
Dal piacer stupito io resto!
Giusto ciel! se un sogno è questo,
più non farmi risvegliar)
BETLY
(in fondo)
(Meschinello! egli è sì buono,
rispettoso compiacente,
egli è nato veramente
per amare, e farsi amar)
Che non dorma spero bene.
DANIELE
(Presso lei? Suprema gioia!)
BETLY
Se il tacer vi reca noia,
noi possiamo conversar.
DANIELE
(sbadigliando e quasi sonnacchioso)
Sì... par... li... amo... io... voi...
BETLY
Che dite?
DANIELE
(come sopra)
Io v'adoro... e...
BETLY
(corre a scuoterlo)
Già dormite?
Ah! dal sonno, mio Daniele;
non vi fate sopraffar.
DANIELE
(risvegliato)
Vi sarò guardian fedele,
non dovete paventar.
(addormentandosi a grado a grado)
(Giusto ciel! se un sogno è questo,
più non farmi risvegliar)
BETLY
(Egli è nato veramente
per amare, e farsi amar)
Mentre Betly dice queste ultime parole prende una sedia,
e si va accostando a Daniele a poco a poco finché alla
fine del duetto si trova seduta vicina allo stesso Daniele
addormentato.
Scena ottava
Max sortendo cautamente.
MAX
(Che! l'ha fatto restar?) Bene, benone!
(mettendo la testa fra Daniele e Betly)
(Ubriaco or mi faccio) Evviva sempre
l'amor, le donne, il vino...
Ne ho bevuto pochino,
ma pur, ragazza mia, sento che il capo
mi gira.
BETLY
(E quello dorme)
MAX
Veramente
ci trattasti, cioè ci siam trattati
assai bene... ed or vo' con tua licenza
di mia riconoscenza
darti un segno...
(per prenderle la mano)
BETLY
Che fate!
MAX
E civiltà,
e tuo marito lo permetterà.
BETLY
Mio marito ei non è.
MAX
Ma dormiva però vicino a te.
Se marito non hai,
l'affar va meglio assai.
(come sopra)
BETLY
Signor soldato!...
MAX
Viva le donne, il vin, viva l'amore.
(inseguendola)
BETLY
Soccorso!...
MAX
Aspetta un po'.
DANIELE
(svegliandosi)
Ciel! Cosa vedo?
Eh! eh! dico, signor.
MAX
Che mai pretendi?
Ti è moglie, ti è sorella?
DANIELE
Non signore.
MAX
Ti è nipote, cugina, nonna, o zia?
DANIELE
Ma...
MAX
Corpo, dunque, d'una batteria!
Se alcun diritto sopra lei non vanti,
batti la ritirata, e passa avanti.
DANIELE
Ch'io parta? Mio signor, lei sbaglia, io resto.
MAX
Ah! ah! capisco adesso,
esser devi il cascante.
DANIELE
Io son...
MAX
Chi! tu chi sei?
BETLY
Egli è il mio amante.
MAX
Amante? va benissimo;
rinunzierà all'amore.
DANIELE
Giammai questo, signore...
MAX
Bassa la voce, ch'io sordo non sono,
non si risponde a me. Quest'è un affare,
che si disbriga presto. Andate voi
pei fatti vostri, la vedrem fra noi.
DANIELE
Sì, Betly,
(fingendo coraggio)
ritiratevi.
BETLY
Di qua partir giammai.
MAX
Or ti faccio veder se partirai...
(cava la sciabola. Betly corre nella camera, di quando
in quando fa capolino)
O la bella immantinente
(parlando sommessamente)
tu mi ciedi, buon ragazzo,
o, ti parlo schiettamente,
quattro colpi, e giù t'ammazzo.
DANIELE
Io lasciar quel caro oggetto,
solo ben de' giorni miei?
Ah? strapparmi il cor dal petto
mille volte in prìa vorrei.
MAX
Dunque allor, com'è costume,
il terren deciderà.
Qua la man...
DANIELE
(Che dir presume?)
MAX
(con voce forte)
Qua la mano.
DANIELE
(scosso e spaventato)
Eccola qua.
MAX
(tenendogli la mano)
Che? tu tremi?
DANIELE
Non lo so.
MAX
Forse temi?
DANIELE
(risoluto)
Signor no.
MAX
Lo vedrem. Laddove il bosco
folti rami al cielo innalza,
dove ascosa è più la balza
là ti attendo, non mancar.
Il suonar di mezza notte
fia segnal d'atroce guerra,
un di noi disteso a terra
in quel bosco ha da restar.
DANIELE
(piangendo non visto da Max)
(Se cado esanime
per te, mia vita,
rammenta un misero,
che ognor ti amò.
Bagna di lagrime
la mia ferita,
degno d'invidia
così morrò)
MAX
(Qual fronda tremola
scossa dal vento,
questo buon diavolo
tremare io fo.
Alle sue lagrime,
al suo spavento
quasi più reggere
ormai non so)
(Max si avvede che Betly fa capolino)
(Veh! veh! la bricconcella
ci fa la santinella.
È là che vede, e sente,
or or l'aggiusterò)
(con voce fiera)
Daniele, ebben?...
DANIELE
Sergente...
MAX
Verrete?
DANIELE
Si, verrò.
DANIELE e MAX
Mi sprona la gloria,
m'infiamma il valore,
a certa vittoria
mi guida l'amor.
DANIELE
(Un velo su gli occhi
m'appone il timor;
m'assale i ginocchi
un freddo terror)
MAX
(Gli appare negli occhi
l'ascoso timor;
gli assale i ginocchi
un freddo terror)
(Max parte)
Scena nona
Betly e Daniele.
BETLY
Mi reggo appena in piè. Quel poveretto
per me batter si dée...
E quel che fa temermi a gran paura.
(Oh, cielo!)
DANIELE
L'affare è andato bene
il sergente del tutto persuaso
mi ha chiesto scusa.
E poscia è andato via.
Ed ora che di me bisogno affatto
più non avete, parto.
BETLY
E dove andrete
a quest'ora?
DANIELE
Ove vado?
A prender le mie carte che lasciai
con la sciabola in quella stanza vostra.
Poi raggiungo il sergente,
partirò per il campo, e la mia rotta
sarà lunghetta un poco.
Se più però, Betly, non mi vedrete
ricordate Daniel...
(prende la mano a Betly)
Scena decima
Max con sciabola sotto il braccio. Ride nel veder i suddetti
abbracciati poi prende un tuono severo, e dice.
MAX
Bene! ma bene!
Amico, orecchie buone io credo avete?
Mezza notte è suonata.
DANIELE
Veramente?
MAX
Quest'amichetto qui ve l'assicura.
(accenna la sciabola)
DANIELE
(Non mi convien di far brutta figura)
BETLY
Con vostra buona pace
il disegno che avete,
signor sergente mio, non compirete.
MAX
Cosa intendete voi?
BETLY
Con lui dovete
battervi, il so... ammazzarlo.
Ah signor no, per Bacco i giorni suoi
son cari... È maritato.
MAX
Maritato?
Scena undicesima
Daniele dalla stanza, con sciabola, ed involto delle carte.
DANIELE
(Dammi coraggio, oh! ciel!) Eccomi armato.
MAX
Aspetta un poco, amico.
Prende altra piega adesso il nostro affare:
sei maritato, e allora come tale.
DANIELE
Io maritato!
BETLY
Ma già. (Dite di sì,
ve lo comando)
DANIELE
Ah! sì sono ammogliato,
e me ne era scordato.
MAX
Perché farne un mistero?
BETLY
Avea ragioni
per farlo.
MAX
E chi è sua moglie?
(imbarazzato)
BETLY
Son'io.
MAX
Voi!
DANIELE
(Cosa dice?)
BETLY
(Zitto, dite di sì, burlo il sergente
per salvarvi la vita)
MAX
Non basta, veder voglio
il contratto di nozze.
DANIELE
Anche il contratto? (Or, sì, per me è finita.
Il contratto da me solo è firmato!)
Sta là dentro.
BETLY
Vo a prenderlo.
(entra)
MAX
Quai se noi trovo in regola!
Betly rapidamente firma il contratto.
BETLY
Signore, ecco il contratto.
DANIELE
(Oh! povero Daniele! Il colpo è fatto)
MAX
(leggendo)
Vi è firmato Daniele e più sotto Betly...
DANIELE
Che cosa dite?
BETLY
(Non fa niente è una burla:
manca di mio fratello Max la firma,
e valido non è)
Max
Tutto va bene.
Max senza esser veduto ha firmato il contratto.
Max il fratello ancora è qui segnato.
L'atto è in regola, ed è legalizzato.
DANIELE
Max!
BETLY
Max... Gran Dio! tu forse...
MAX
Proprio quello...
Betly son io... abbraccia il tuo fratello.
BETLY
Oh, gioia!
DANIELE
Ed io?
MAX
Lo sposo suo tu sei.
A una burla ricorsi,
per rendervi felici.
(chiamando i Soldati che sortono)
DANIELE
Soldati, caporali, amici, amici
venite tutti, andiam mi circondate
e in Betly la mia sposa salutate.
BETLY
Se crudele il cor mostrai,
se nemica io fui d'amore,
or mio ben di puro ardore
per te l'alma avvamperà.
Degno sei di tanto affetto,
degno sei di fedeltà,
vieni pur mi stringi al petto:
gioia ugual per me non v'ha.
Se dopo il reo nembo
ritorna il sereno,
mio ben ti consola,
rinfranca nel seno
quell'alma che visse
fra palpiti ognor.
Un nodo ci stringe
felice, beato!
Momento più grato
non brama il mio cor.
CORO
Amore alfin trionfa,
accenda i vostri petti:
sia giorno di diletti
il giorno che spuntò.
BETLY
Ah! no, non posso esprimere
l'immenso mio contento;
in così bel momento
che più bramar non so:
amor che Palme unisce
non ci divida mai.
Tu sol per me vivrai,
io per te sol vivrò.
FINE
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