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Gaetano Donizetti
(1797-1848)
Linda di Chamounix
Melodramma semiserio in 3 Atti eseguito il 19 maggio del 1842 a Vienna (Kärntnertortheater)
Libretto di Gaetano Rossi
Argomento tratto da La grâce de Dieu di Adolphe-Philippe d'Ennery e Gustave Lemoine
PersonaggiLinda (Soprano); Pierotto, giovane orfano savoiardo (Contralto); Carlo (Tenore); Antonio, affittaiuolo, padre di Linda (Baritono); Maddalena, madre di Linda (Soprano); il marchese di Boisfleury (Basso); il visconte di Sirval (Tenore); il prefetto (Basso); l'intendente del feudo (Tenore); savoiardi, fanciulli
L'epoca verso il 1670.
ATTO PRIMO
Interno di una cascina.
A destra, verso il fondo, la porta d'una stanza. Una rustica sedia a bracciuoli, vicina. Una panca, qualche sedia. Il prospetto è aperto e da esso scorgesi un sito pittoresco sulla montagna di Savoja e parte del villaggio. Una chiesa sull'alto.
L'aurora; il sole va poi gradatamente illuminando la scena.
SCENA prima
Si odono gli ultimi rintocchi d'una campana e varie voci da opposte parti: si vedono poi uomini, donne, fanciulle avviarsi al tempio, poi Maddalena, indi Antonio.
CORO
Presti! al tempio! Delle preci
die' il segnal la sacra squilla!
Già del sol omai scintilla
sulle cime il primo raggio,
e or dal ciel fausto
cominciamo ad implorar;
la speranza ed il coraggio
non potranno vacillar.
Terminato il coro, apresi la stanza a destra e vi esce pian piano Maddalena, che si ferma sulla soglia guardando ancor dentro.
Maddalena
Linda, mia dolce figlia! Tu nel sonno
dell'innocenza ancora giaci; a lungo
in assiduo lavoro,
provvida tu per noi vegliasti, e lieti
saranno i sogni tuoi.
(chiude la stanza)
Ma forse al ridestarti qui fra noi
tutto fia duol. Con quale
ansia angosciosa attendo
del marito il ritorno!
Decidersi in tal giorno
deve tutto per noi! Chi sa! Già viene
(osservando)
Antonio...
(incontrandolo)
Antonio (entrando e un po' cupo)
Moglie!
Maddalena
Ebbene? (con premura)
Antonio
L'Intendente
sperar mi fe', propizia
Sua eccellenza, il fratel della marchesa
nostra padrona.
Maddalena
S'è così, respiro.
Ei può tutto, speriamo.
Resterem.
Antonio
Più di te quant'io lo bramo!
Ambo nati in questa valle
nostra sorte fu qui unita;
ebbe Linda qui la vita,
e mio padre qui morì.
Or tu vedi se diletto,
se a me caro è questo tetto;
moglie, figlia, sol per voi
soffro e temo in questo dì.
Maddalena
Ma, se è ver che sua eccellenza
è per noi, che temi mai?
Antonio
Vidi or ora il pio rettore,
mie speranze gli svelai.
Ei diffida, in sé fremeva,
disse alfin che a noi verrà;
ed il suo sguardo esprimeva
il timore e la pietà.
Ecco, o moglie, il rio pensiero
che tremar così mi fa.
Maddalena
Oh, discaccia il malumore;
spera, il ciel ci assisterà.
SCENA seconda
Varie voci al di fuori d 'uomini e fanciulli presso la cascina. Indi questi precedono e circondano il Marchese, che entrerà poi seguito dall'Intendente.
CORO
Viva! Viva!
Antonio e Maddalena
Quai grida!
CORO
Eccellenza!
Antonio e Maddalena
E che mai?
CORO
La preghiamo.
Il Marchese entra coll'Intendente.
Antonio e Maddalena
Il Marchese?
Marchese
Olà! Quieti!
CORO
Si mostri cortese.
Marchese (all 'Intendente)
Dà a costor degli scudi.
Intendente
Assai bene.
(gettando delle monete al coro)
CORO
Grazie!
(raccogliendo avidamente le monete e baciando
rispettosamente le mani e le vesti al Marchese)
Viva!
Marchese
(con gravità)
Ma basta... ma andate.
Siam chi siamo, di cor generoso;
ma guai poi se montiamo in furor!
Intendente
Sua eccellenza ha un gran cor generoso;
ma poi guai... guai se monta in furor!
Marchese
(Or a noi... ma la Linda sol bramo.
(guardando intorno)
Cominciam: protezione e maniere.)
Buona gente, noi siamo chi siamo:
l'Intendente ci ha detto, sappiamo;
e venuti siam qui per vedere
(guardando sempre)
in persona, vicin... (Ma dov'è?)
Noi vogliamo far piacere, e piacere...
Perché poi, si sa bene; cioè...
Or sul nostro possente favore,
buona gente, potete sperar.
Intendente
Sua eccellenza di Cesare ha il core:
da lui tutto potete sperar.
Maddalena e Antonio
Una povera, onesta famiglia
voi potete salvar, consolar.
Marchese
Lo vogliamo (E colei non si vede!...)
Ma, a proposito, ov'è la famiglia?
Dire intesi che avete una figlia.
Antonio
Sì, eccellenza.
Marchese
E si dice assai bella!
Maddalena
È figlioccia di vostra sorella.
Marchese
Tanto meglio! De sanguinis jure,
suo marchese, padrin son io pure;
anche a lei pensar dunque dobbiamo;
ma dov'è? Ma che almen la vediamo!
Questa cara figlioccia che fa?
Maddalena
(segnando la stanza)
È di là.
Marchese
Venga qui dal padrino.
Maddalena
Verrà subito.
Marchese e Intendente
Subito qua.
Maddalena entra nella stanza.
Marchese
(Alla fine ci sono arrivato,
e da me più fuggir non potrà.)
Intendente
(al Marchese)
(Ve l'ho detto; son già nell'agguato;
il mio piano sbagliar non potrà.)
Antonio
(S'era certo il prefetto ingannato;
egli è invece la stessa bontà.)
Marchese
(vedendo Maddalena)
Ecco viene... Mia bella figlioccia!
(andando verso la stanza allegro)
Maddalena
(timida)
Eccellenza, dispiacemi...
Marchese
Ohimè!
Maddalena
La credeva di là, ma non c'è.
Marchese
Come? Come? Che? Forse ritrosa
al padrino si tiene nascosa?
(va sulla porta)
Antonio
Schiuso veggo dell'orto il cancello,
certo al tempio per là se n'andò.
Udì gente: ella timida è tanto!
Marchese
E frattanto così sul più bello
il padrino deluso restò.
Intendente
Non badate; aspettate al castello;
(al Marchese)
promettete, ed il resto io farò.
Antonio e Maddalena
La scusate, eccellenza, perdono.
Marchese
Uh! già in collera non sono.
Non temete, buona gente,
state pure allegramente:
siamo noi che lo diciamo,
lo vogliamo, lo possiamo:
con que' pascoli d'intorno,
come già li aveste un giorno,
a voi soli in affittanza,
abbellita ed ingrandita,
la cascina resterà.
E la bella figlioccetta
d'allevar fia nostro impegno:
nel castel, da noi protetta,
avrà un posto di lei degno:
colla vostra, amici cari,
fatta è già la sua fortuna;
bestie, pascoli e danari
nulla più vi mancherà.
Così Linda al suo padrino
la sdegnosa non farà.
L 'Intendente ripete.
Intendente
State allegro, al buon padrino
Linda ingrata non sarà.
Antonio e Maddalena
Ah! la vita ci rendete,
eccellenza, permettete,
(volendo baciargli la mano)
benedirvi, ringraziarvi
abbastanza il cor non sa.
CORO
Che bel core avete in petto!
Siate sempre benedetto!
Adorato il vostro nome,
eccellenza, ognor vivrà.
(l'accompagnano esultanti)
SCENA terza
Linda con un mazzetto di fiori, poi il coro dei fanciulli, indi Pierotto.
Linda
(dalla stanza)
Ah! tardai troppo, e al nostro
favorito convegno io non trovai
il mio diletto Carlo; e chi sa mai
quanto egli avrà sofferto!
Ma non al par di me! Pegno d'amore
questi fior mi lasciò! tenero core!
E per quel core io l'amo,
unico di lui bene.
Poveri entrambi siamo,
viviam d'amor, di speme;
pittore ignoto ancora
egli s'innalzerà coi suoi talenti!
Sarà mio sposo allora. Oh noi contenti!
O luce di quest'anima,
delizia, amore e vita,
la nostra sorte unita,
in terra, in ciel sarà.
Deh, vieni a me, riposati
su questo cor che t'ama,
che te sospira e brama,
che per te sol vivrà.
(si appoggia alla tavola guardando il mazzetto. I fanciulli arrivano con frutta, pagnotte, ricotta, siedono per terra e mangiano)
CORO
Qui pria della partenza
facciamo allegri onore a sua eccellenza.
O Linda, qui con noi.
Linda
Vi ringrazio.
Alcuni
E Pierotto! dov'è il caro,
il nostro buon Pierotto?
Pierotto (dall 'interno)
Ah!...
Altri
Eccolo. Senti...
Pierotto (dall 'interno)
Cari luoghi ov'io passai
i primi anni di mia vita,
v'abbandono, e chi sa mai
quando ancor vi rivedrò!
Poveretto, abbandonato,
senza affetto e senza aita,
de' miei giorni il più beato
sarà il dì che tornerò.
Ed allor che il tristo pianto
in piacere fia cangiato,
rivedrò l'asilo amato
ove fui felice un dì.
Risuonare del mio canto
io farò le selve ancora,
de' miei giorni il più beato
sarà il dì che tornerò.
Pierotto comparisce.
CORO
Ma eccolo! Pierotto!
Pierotto
Amici miei, vi saluto.
Alcuni
Facesti colazione?
Pierotto
Sì.
Tutti
Torna a farla qui con noi.
Pierotto
Obbligato.
CORO
Almen resta in compagnia.
Qui stiamo in allegria:
cantane la ballata,
che nuova hai preparata.
Pierotto
È troppo melanconica.
CORO
Deh! canta!
Pierotto
E poi ne piangerete.
CORO
E caro è pur quel pianto! Canta, Pierotto.
Pierotto
Lo volete? Io canto.
Per sua madre andò una figlia
miglior sorte a ricercar:
colle lagrime alle ciglia
le dolenti s'abbracciar.
Pensa a me, dicea la madre,
serba intatto il tuo candore.
Nei cimenti dell'amore
volgi al Nume il tuo pregar.
Ei non puote a buona figlia
la sua grazia ricusar.
Linda
Questa tenera canzone
mi fa mesta palpitar.
Pierotto
Quei consigli, ahi! troppo poco
la fanciulla rammentò!
Nel suo cor s'accese un foco
che la pace le involò.
La tradita allor ritorna,
cerca invan di madre un seno:
di rimorsi il cor ripieno
una tomba ritrovò.
Sulla tomba finché visse
quella, mesta, lagrimò.
Il coro ripete commosso e singhiozzando.
CORO
Viva Pierotto! Or su, allegri stiamo,
a prepararci al nostro viaggio andiamo.
Partono.
SCENA quarta
Linda, indi il visconte, sotto il nome di Carlo.
Linda
Non so: quella canzon m'intenerisce
e mi rattrista. Ho anch'io una madre, e forse...
E Carlo... Andrò domani
io prima ad aspettarlo...
Oggi, pazienza...
(si mette al mulinello per lavorare)
Carlo
(dal prospetto e venendo dal lato opposto d 'onde partirono il COROe Pierotto)
Linda!... Linda!...
Linda
(alzandosi con gioia)
Ah! Carlo!
Carlo
Sei tu sola?
Linda
Sì, e gemeva
di passar un giorno intero
di te priva.
Carlo
Io non poteva
sopportar dolor sì fiero.
Linda
Non trovarti!
Carlo
Non vederti
era un dì d'orror per me.
Da quel dì che t'incontrai
ad amar, quel dì imparai.
A que' pini, all'istess'ora,
ogni giorno t'aspettava;
puro amor te là guidava,
s'intendeano i nostri cor.
E l'amarti il mio destino:
la mia gioia è a te vicino,
tutto scordo a un tuo sorriso,
tutto in te mi dona amor.
La mia vita in questo eliso
passar teco io possa ognor.
Linda
Chi tel vieta?
Carlo
Un dì, lo spero; ma per or...
Linda
Fatal mistero!
Carlo
Che a serbar costretto io sono.
Linda
Son più misera di te.
A mia madre un sol finora
non celai de' pensier miei:
e un segreto or ho per lei,
cui più cara sembro ognor,
alla quale tu involasti
tanta parte del mio cor.
Anche allor che della sera
io la seguo alla preghiera,
col suo nome un altro nome
(guardando Carlo tenerissima)
sul mio labbro viene ancor.
Dio che legge nel cor mio
sa che puro è il mio fervor.
Carlo
Ah! che un angelo tu sei!
Ei t'udrà.
Linda
Lo bramo e spero.
Io rispetto il tuo mistero,
ma mi costa.
Carlo
E quanto a me!
Linda e Carlo
Quel dover celar nel core
un sì forte e dolce affetto,
lungi star dal caro oggetto
de' più teneri desir,
è il più barbaro dolore
che un amante può soffrir.
Linda
Dimmi: e quando tal mistero cesserà?
Carlo
Presto.
Linda
Fia vero?
Linda e Carlo (con gioia)
A consolarmi affrettisi,
tal giorno desiato!
Innanzi al cielo, agli uomini
tua sposa/tuo sposo diverrò.
E allor non più dividersi:
col mio tesoro a lato,
di puro amor fra l'estasi,
in ciel mi troverò.
Linda l'accompagna per la porta della stanza.
SCENA quinta
Prefetto ed Antonio.
Prefetto (misterioso)
Qui, buon Antonio, qui soli.
Antonio (inquieto)
E che avete,
signor prefetto, ad annunziarmi?!
Prefetto
Il fiero
periglio ch'io già prevedea.
Antonio(sorpreso)
Periglio?
Prefetto
Sì, una disgrazia orribile.
Antonio
Mi fate
tremar. Ma come? Sembrano cangiate
ora le nostre sorti. Sua eccellenza
il marchese...
Prefetto
Il perverso!
Antonio
Ei? Se ci ha fatto
sperar sicuro l'atto d'affittanza
di pascoli e cascine!
Prefetto (marcato)
Ah! non credete: egli v'inganna.
Antonio (marcato)
Come?
Io non v'intendo affatto.
Prefetto (grave)
Promettete
d'esser prudente?
Antonio (agitato)
Dite.
Il marchese...
Prefetto (con mistero)
Fremete... inorridite!
Quella pietà sì provvida,
ch'egli per voi mostrava,
le sorti lusinghevoli,
di cui v'affascinava,
non son che inique trame
già tese al vostro onor.
Antonio (colpito)
Cielo! Saria possibile!
Prefetto
Arde per Linda il perfido
d'un esecrato amor.
Antonio (Quasi piangendo)
Ah, lo dovea conoscere,
or chiaro è il rio disegno:
a Linda promettevano
un posto di lei degno.
Ah! questo tratto infame
m'empie di rabbia e orror!
Prefetto
È giusto: ma calmatevi.
Antonio (con forza)
Perché siam nati poveri
ci credon senza onor!
Prefetto
Antonio, rammentatevi...
Antonio
Ve lo prometto ancor.
La figlia mia, quell'angelo,
in così fier periglio!
Signor, deh! compiangetemi,
datemi voi consiglio.
La figlia a un padre misero
salvate per pietà.
Prefetto
Veglia custode un angelo
ad ogni suo periglio,
nel cielo confidatevi,
ragion vi dia consiglio.
La figlia a un padre misero
il cielo salverà.
Antonio
Ma intanto!
Prefetto
Allontaniamola.
Di tutto egli è capace;
ognun qui trema e tace.
Antonio
Allontanarla?...
Prefetto
E subito
coi nostri montanari
che partono fra un'ora.
Dall'empio salva allora...
Antonio
Ma sì innocente, ingenua...
Prefetto
Il ciel la guiderà.
Antonio
Senza soccorsi, povera...
Prefetto
Dio la provvederà.
Presso d'un mio fratello
Linda a Parigi andrà.
Un altro padre in quello
essa ritroverà.
Antonio
Ebben, si faccia pure
del ciel la volontà.
Prefetto
Dalle rie brame impure
quell'angiol fuggirà.
Prefetto e Antonio
Esaltiam la tua potenza,
o divina provvidenza!
Tu conforti il cor che geme
colla speme, colla fé.
Veglia tu sull'innocenza,
serbi Linda il tuo favore,
bella ognor del suo candore,
degna sempre, o ciel, di te.
Antonio
Corro a dispor la moglie al triste colpo
della separazione.
Prefetto
Io vado intanto
Linda a cercar.
SCENA sesta
Linda con un foglio in mano ed il Prefetto.
Linda (giuliva)
Miei cari genitori,
non più duolo! Me lieta! Venerato
signor prefetto...
Prefetto
E d'onde tanta gioia?
Linda
Ecco il foglio già segnato
della nuova affittanza.
Prefetto
Il reo mercato
del vostro disonor.
Linda (colpita)
Come?
Prefetto
Al castello
di perdervi si trama.
Linda
Ivi son io
chiamata dal marchese.
Prefetto
Trematene; l'inganno, la violenza...
Linda
Che far dunque degg'io?
Prefetto
Partire!
Linda (con pena)
Lasciar mia madre!... (E Carlo! )
Prefetto
A prevenire,
l'andò già vostro padre.
Linda
Eccola! Ah! piange.
SCENA settima
Dalle alture del villaggio compariscono giovani savoiardi e savoiarde col fardello appeso alle spalle e al bastone, in mezzo ai loro parenti. Pierotto pure col proprio fardello e una ghironda. Maddalena, Antonio con un fardello e cappellino per Linda e detti.
Linda (abbracciando Maddalena)
Madre mia! madre mia!
Maddalena
Figlia! mi sei,
dunque tolta!
Antonio
Ma torni?
Maddalena (singhiozzando)
Oh sì!
Prefetto
Vedete
quante madri e figliuoli
a separarsi van; su via, coraggio.
Pierotto
Signor prefetto, siamo qui...
Prefetto
Pierotto
orfano sulla terra,
ti fido in Linda una sorella: scorta
siale con questa lettera a Parigi.
(dandogli una lettera)
Pierotto
Linda con noi...
(vorrebbe più dire, ma il Prefetto impone silenzio)
Prefetto
Miei figli,
tetro sovrasta il vento, fremente la bufera
mugge di rupe in rupe, e il ghiaccio eterno
comincia a biancheggiar dell'uniforme
ammanto delle nevi: ovunque al guardo
squallida par natura. E giunta l'ora
in cui da' vostri tetti
voi siete ogni anno a dipartire astretti,
e con solerte cura
gir tra le genti a procacciar, per voi
e le famiglie vostre, il desiato
soccorso uman, che alle fatiche e al zelo
conceder suol sempre benigno il cielo.
Pria dell'ultimo addio, meco v'unite
il cielo ad implorar, poscia partite.
Tutti si prostrano.
Tutti
O tu che regoli gli umani eventi
speme de' miseri, degl'innocenti,
su questi/(noi tu) vigila con fausto ciglio,
ah tu difendili/difendici d'ogni periglio,
nella tua grazia onnipossente,
o Dio clemente, serbali/serbaci ognor.
Padri, Madri e Figli
È forza, piangere, padre!/madre! o dolore!
Sovvienti... abbracciami... mi scoppia il core.
Prefetto
Si cessi il piangere... fiducia in Dio.
Tutti
Forti mostriamoci... oh madre/oh figli, addio!
Linda
Forti mostriamoci... oh Carlo! addio!
I fanciulli si dividono dai parenti, e vanno allontanandosi sulla montagna: di là si volgono, melanconici, stendono le braccia ai parenti, che corrispondono. Linda, al fianco di Pierotto, si volge, porta la mano al cuore. Antonio e Maddalena la seguono cogli occhi. Tutti ripetono un addio.
Atto secondo
Elegante appartamento d'una casa in Parigi.
A destra dell'attore porta che conduce alle stanze d'ingresso. Nel fondo, in prospetto, una grande finestra dalla quale si guarda sulla strada. Tra la finestra e la porta, a destra una porta segreta. Dal lato medesimo una ricca toilette: sedia vicina, tavoli, sedie, mobili di lusso e moda a quel tempo.
SCENA prima
Linda, seduta pensosa.
Linda
Già scorsero
tre mesi, nè più novella intesi
de' genitori miei. Loro inviai
quel poco di danaro,
che per le vie cantando io guadagnai.
Dalla strada odesi il suono d'una ghironda.
Cielo, che ascolto? Una ghironda.
E questa mussica?... Io la conosco.
una Voce (dalla strada)
Soccorrete povero savoiardo!
Linda (commossa)
Ah! la sua voce!
E lui... Pierotto! Pierotto! Savoiardo... ascendi.
(si affaccia alla finestra, poi voltasi alla porta d 'ingresso)
Lasciatelo venire...
SCENA seconda
Pierotto col cappello in mano, la ghironda appesa dietro le spalle si ferma sulla porta timido, incerto, osservando Linda nella stanza.
Pierotto
(corre per abbracciarla, poi si arresta)
Linda!... Oh! signora!
Perdonate... io credei...
Una voce...
Linda (affettuosa)
Pierotto!
Pierotto
Ah! è lei... sì, è lei!
Linda
La tua compagna.
Pierotto
E del mio cor sorella. Io vi cercai
dove già vi condussi, e ritrovai
morto il vecchio fratel del pio Prefetto,
e voi di là partita...
Quindi caddi ammalato.
Quanto soffersi!... freddo, fame, stenti.
Con quest'orrido freddo...
Linda (con pena)
Ah! taci, taci.
Pierotto
Fui persino ridotto
a mendicar...
Linda
Mio povero Pierotto!
(gli porge del denaro che stava sulla toilette)
Tieni, e spesso ritorna a rivedermi.
Pierotto
Ah! sempre così buona!
(osservando il denaro e poi sorpreso)
Quanto danaro! Anche dell'oro!... Linda!
(in atto di rimprovero)
Linda
Quanto qui vedi è tutto
del mio futuro sposo. Quel pittore
che tu vedevi spesso...
Pierotto
Ebbene?
Linda
È figlio
della marchesa di Sirval, di lei,
nostra feudataria: egli mi amava,
e seguimmi a Parigi.
Pierotto
E già palese
è il vostro matrimonio a quel marchese,
vecchio zio del futuro,
ch'era già a Chamounix, che mostrò tanta
sorpresa ora vedendovi al balcone?
Linda
Il marchese! No! Questo è ancor mistero.
Pierotto
Le nozze si faran presto?
Linda
Lo spero.
Pierotto
E dove?
Linda
A Chamounix.
Pierotto
Che gioia! allora
voi la nostra padrona... e la signora.
Or che v'ho ritrovata,
dopo quel che ho sentito,
non mi ricordo più quanto ho patito.
Al bel destin che attendevi,
Linda, ancor io sorrido;
come il fratel più tenero
vostro piacer divido.
Che sì bel giorno acceleri
il ciel vo' supplicar.
Linda
Sì, buon Pierotto, pregalo,
Dio ti vorrà ascoltar.
Pierotto
De' genitori immagino
la gioia in abbracciarvi,
tutta la valle in giubilo
fuor esce ad incontrarvi.
Che sì bel giorno acceleri
il ciel vo' supplicar.
Linda
Sì, buon Pierotto, pregalo
Dio ti vorrà ascoltar.
Pierotto
O Linda, addio.
Pierotto e Linda
Allor ch'io passo/che passi sotto il balcone
quella pietosa canzone.. .
Linda
...almen, Pierotto, non iscordar.
Pierotto
...Linda, mi udrete sempre intonar.
(Pierotto parte)
SCENA terza
Linda, poi il Marchese.
Linda
Come calma e conforta
un atto di pietà! Quel buon Pierotto
or è contento... ed io con esso... Un cenno
del Marchese mi fe'... S'egli tentasse...
Ordinerò...
(mentre s'avvia alla porta a sinistra si presenta il Marchese)
Che vedo!...
Marchese (con galanteria)
Ecco un fedele
vostro svisceratissimo, o crudele
mia bella fuggitiva. Permettete.
(volendo baciarle la mano)
Linda
Signor, che mai credete?
(grave)
Vi prego...
Marchese(imitandola)
Vi scongiuro; finalmente
siam chi siamo. Il marchese Ettore Achille
eccetera... Un'antica conoscenza,
mia cara figlioccetta...
Linda
Ite, non posso
e non debbo ascoltarvi...
Marchese
Sì geloso
è dunque il fortunato possessore
di tal fior di beltà?
Linda
Basta, o signore,
andate.
Marchese
Eh, via. Fra noi. Son vari mesi
che abitate a Parigi. Ora dovete
ben conoscere il mondo. Io lo conosco
ben più d'altri, io che fui,
in quei dì felici della reggenza,
la vera quintessenza
della galanteria.
(accostandosele e con vezzo caricato)
Linda
Lasciatemi. Partite.
(Cielo! Se arriva Carlo!)
(fa cenno che parta)
Marchese
Ohibò! sentite.
Linda
Io vi dico che partiate.
Marchese
Io rispondo che ascoltiate.
Linda
Non lo debbo, non lo voglio.
Marchese
Tutto bello, sin l'orgoglio.
Linda
Chiamo gente!
Marchese
(osservando intorno)
Un sol momento.
Questo vostro appartamento...
Non c'è male, egli è grazioso.
Ma d'offrirvi io mi fo vanto
un palazzo sontuoso,
i più splendidi equipaggi,
servitù, cavalli e paggi,
ai vostri ordini un banchiere,
quanto mai vi fa piacere...
Senza offender la morale...
(con ipocrisia)
senza un'ombra pur di male,
tutto pongo ai vostri piè.
(con grazia)
Via, carina, sii buonina;
non mi far la ritrosetta.
Questa vecchia malizietta
alla moda più non è.
Linda
Sto sorpresa come mai
tanto reggere potei,
come intrepida ascoltai
vostre offerte, detti rei;
(con voce fosca)
vergognatevi, o signore;
le rifiuto con orrore.
E sappiate ch'io qui sono
qual regina sovra il trono;
che qui trovo quanto un core
può sperare e può bramar.
Qui sacrati a un caro oggetto
tutti son gli affetti miei,
io tradirlo non potrei,
morrei pria che un altro amar.
Marchese
Ah! ah! ah! La mia severa
già lo prova... il cor ritroso
sente amor.
Linda (con dignità)
Per uno sposo.
Marchese
Sposo! Eh, via!
Linda
N'ebbi la fede.
Marchese
Romanzetti!... chi vi crede?
Sarà qualche provinciale,
sbarbatello... Chi sa?
Linda
(con impeto e minaccia)
E un tale
che se mai giunge a scoprire
vostre infami, indegne mire,
ne dovrete ben tremar.
Guai se v'ode, o trova qui!
Marchese
(scosso)
Che? Può udir?... Trovarmi!
Linda (minacciosa)
Sì!
Marchese
(A dir il ver, per un capriccio,
che mi trovassi in brutto impiccio!
Se mai qui a cogliermi giunge quel tale,
forse un intrepido, franco uffiziale...
Quei non ischerzano, sfidano, e addio!
Guardati, pensaci, marchese mio.
Amo le belle, sì, questo è vero;
ma la mia pelle voglio salvar.)
Linda
(guardando verso la porta segrela)
(Ciel, non permettere che di là Carlo
lo possa intendere, qui ritrovarlo.
Delle sue visite questa è già l'ora.
Se qui s'incontrano... deh! che mai fora?
Quanto è crudele questo cimento!
Solo al pensarvi gelar mi sento.
Il ciel l'incauta vuol castigar.)
(con forza)
Andate!
Marchese
Andate! Ih! ih! che altura!
Andrò... regina... non per paura...
ma almen, per merito dell'obbedienza,
un sorrisetto; non costa niente...
(volendo prenderle la mano)
Questa manina...
Linda
(ritirandola con dispetto)
Vecchio insolente!
Marchese
Eh! eh! che furie! Perché son vecchio!
Ma...
Linda
(con grand'ira)
Basta. Uscite.
Marchese (ridendo)
Uscite! Ah! Ah!
Linda
Troppo omai mi cimentaste,
ed a tutto voi mancaste;
l'alto rango che vantate,
uom perverso, deturpate.
Sì, partite, non ardite
più a me innanzi ritornar.
Sì, marchese, ho un difensore
che mi puote vendicar.
Marchese
(con derisione)
Oh! guardate... Ia regina
da ricotte, da cascina!...
Ah! sentite come impera
minacciosa e parla altera.
(con caricatura)
V'obbedisco, o gran sultana,
e vi prego a perdonar.
(Me la batto con onore,
e l'ho fatta un po' arrabbiar.)
Esce.
Il libretto originale prevedeva una SCENA per Linda sola, fra la SCENA con il Marchese e l'entrata di Carlo. Donizetti ne compose la musica, ma poi la tagliò definitivamente durante le prove per la prima rappresentazione a Vienna.
SCENA quarta
Linda.
Linda
Qual nom! qual cuore! Ah! il cuore
di Carlo mio sì nobile, sì puro!
S'egli giungeva! Oh! l'ora è scorsa, e temo
ch'egli non venga più. La mia preghiera
me ne andrò a fare intanto della sera
già vicina. A quest'ora
con mia madre una volta...
Ma sempre in ogni loco Iddio ne ascolta.
SCENA quarta
Il Visconte, poi Linda.
S'apre la porta segreta e comparisce il Visconte in grande uniforme.
Visconte
(chiudendo la porta)
Linda! Si ritirò. Povera Linda!
Non sa che l'orgogliosa madre mia
scoprì già il nostro amor, ch'or da lei parto;
che s'oggi non istringo
un odioso imeneo, che già conchiuse
il suo voler tiranno
un ordine real... mi strapperà
dal seno l'infelice
qual vile seduttrice! Un sol momento
veder io la volea. No, non mi sento
or più coraggio: addio.
Il ciel ti consoli, angelo mio.
Se tanto in ira agli uomini
è l'amor nostro, o cara,
il duro laccio infrangasi
di questa vita amara.
Lassù nel cielo un termine
la nostra guerra avrà.
Linda, non son colpevole;
un traditor non sono:
ah! ben di te più misero,
pietà merto, perdono:
(volto alla porta con passione)
un ampio mar di lagrime
il viver mio sarà.
In questa si apre la porta e si presenta Linda.
Linda
(con lieta sorpresa)
Carlo!
Visconte
(trasalendo)
Ah!
Linda
(affettuosa)
Il mio cor con un repente
battito violento mi dicea
che eri qui.
Visconte
(Ciel! )
Linda (osservandolo)
Sì triste
presso di Linda tua!
Tu se' in grand'uniforme. Tu sei bello
ma per le nostre nozze...
Visconte
(Dio! )
Linda
Ti voglio
col tuo vestito di pittore.
Visconte (triste)
Oh! allora
era felice!
Linda
(ingenuamente con tenerezza)
Ed ora?
Il nostro cor non è forse lo stesso?
Come allor, forse più, non ci amiam noi?
Visconte (con ardore)
Linda! tu m'ami?
Linda
E domandar mel puoi?
Visconte (con anima)
Ah! dimmi... dimmi, io t'amo;
dimmi, a te penso ognora.
Con quell'accento d'angelo:
t'amo ripeti ancora.
Linda (tenerissima)
Sì, caro mio, sì, t'amo
quanto amar puote un core.
Per te mi è dolce il vivere,
vivo per te d'amore.
Visconte
Oh! Linda, io soffro .
Linda (inquieta)
Oh! Dio!
Visconte
Senti qui, cara!
(portando la mano al cuore)
Linda
(con amorosa ingenuità)
È'I mio!
Visconte e Linda
Provo/Prova una fiamma insolita,
un incognito/fervido desir,
nell'abbandon più tenero
lo sento poi languir.
Visconte
I nostri cor s'intesero...
Linda
Dal primo giorno.
Visconte
Abbracciami.
Linda
Ah! che mai chiedi, incauto!
(si ritira arrossando)
Visconte
Primo favor che supplico,
Linda, se mi ami.
Linda (agitata)
E il dubiti?
Visconte
Qui sul mio cor!
Linda
No!
Visconte
Barbara!
(stendendo le braccia)
Un puro amplesso.
Linda
Cielo, dammi tu forza!
(in questo dalla strada odesi il suono della ghironda di Pierotto)
Ah! senti!
(staccandosi da lui)
Il cielo che ricordami
mia madre, il mio dover.
Visconte
Linda! .
(scosso fissandola)
Tu mi ami! È ver!
Linda
Ah! vanne, o caro, e lasciami
in tutto il mio candore:
non assalire un debole
e troppo ardente core.
Più ancor, s'egli è possibile,
in premio io t'amerò.
Visconte
Non so, non so resisterti;
io cedo al tuo fervore.
Anima mia, perdonami, io
cieco son io d'amore:
amami sì, lo merito
per quanto io penerò.
(rientra per laporta segreta)
SCENA quinta
Linda, poi Antonio.
Linda
Per quanto io penerò! che dir voleva?
(riflettendo)
E quai sguardi, partendo, ei mi volgeva
< di dolor, di pietà?... Non so, ma a un tratto
mi sento tutto il core sopraffatto. >
Forse presagio di sciagure... eh folle!
(osservando)
Ma chi vien? Nel barlume un Savoiardo parmi...
Antonio
(fuori della porta, ma in vista col cappello in mano e la testa chinata rispettosamente)
Signora!
Linda
(colpita vivamente)
Oh Dio! Possibile!
Antonio
(entrando, ma rimanendo indietro e chinato)
Scusate!
Linda
(avendolo riconosciuto)
Chi vegg'io?
(cade sulla sedia vicina alla toilette)
Antonio
Un buon servo del visconte
di Sirval, di me commosso,
mi diceva che qui posso
il padrone ritrovar.
Vecchio, povero, infelice,
mi può solo ei confortar.
Linda
(Oh! mio padre... in qual momento
lo rivedo... in quale stato!
Triste! povero, curvato,
mi fa gemere e tremar.)
Antonio
Voi, sua sposa, a mio favore
lo vorrete supplicar.
Linda
(Or che dire?)
Antonio
Voi tacete?
Ah, v'intendo, v'importuno.
(per ritirarsi)
Linda
Vi compiango, anzi tenete.
(stendendogli la mano con una borsa)
Antonio (piangendo)
Ah! che il ciel vi benedica.
E col padre, se l'avete,
voi felice lo farete
che mostrate un sì bel cor.
Ho una figlia anch'io, signora,
la delizia mia finora...
L'ho perduta forse adesso:
scordò il cielo e i genitor.
Linda
(Ah! scoprirmi a lui non oso,
né fissar su lui le ciglia;
solo improvvida è tua figlia,
ancor puro è questo cor.
Tanto cara ei m'ha pur ora,
me perduta egli deplora;
del mio stato tutto adesso
riconosco, o Dio, l'orror.)
Antonio
Io vi lascio, permettete.
(per baciarle la mano)
Linda
(in ginocchio prendendogli la mano e baciandola)
No... A me spetta. .. O padre mio...
Antonio
(colpito)
Ciel! Fia ver! Linda!
(ravvisandola)
Linda
Son io .
Antonio
(al primo impulso per abbracciarla)
Figlia! Ah no! no... voi mentite.
(con forza)
Linda
Non son rea; padre, m'udite.
Antonio
No, ripeto, voi mentite.
(con impeto crescente)
Linda è povera ma onesta.
La mia figlia d'un visconte
non puo in casa soggiornar.
L'elemosina a suo padre
la mia figlia non può far.
(gettando la borsa a' di lei piedi)
Linda
Deh! perdon!
Antonio
Non lo sperare.
(partendo)
SCENA sesta
Pierotto e detti.
Pierotto
(agitato)
Linda! Oh, qual nuova!
Antonio
(incontrandosi)
Pierotto!
Pierotto (sorpreso)
Antonio! Qui vi ritrovo!
Antonio
Con mia vergogna.
Pierotto
Risoluzione, forza or bisogna.
Antonio
Sai dell'indegna...
Pierotto
Di pietà è degna.
Antonio
Ella?
(fremente)
Che dici?
Pierotto
State ad ascoltar.
In un palazzo poco discosto
vidi a gran festa tutto disposto,
e canti e suoni, ghirlande e fiori,
carrozze e dame, lacché e signori;
immensa folla di curiosi
stava gli sposi ad aspettar.
Linda (con ansia)
Sposi!
Antonio
Finiscila!
Linda
Che batticuore!
Pierotto
Linda, coraggio: vo a terminar:
e chi è lo sposo? A un tale io chiedo.
Ei me lo nomina, io non lo credo.
A un altro provo ridomandarlo.
Rispose: è il nobile visconte Carlo
di Sirval...
Linda (con grido)
Dio!
Antonio (a Linda)
Vedi ora, infame!
Linda
(fuor di sé)
Padre!
Antonio
(con trasporto)
Tuo padre ti...
(per maledirla)
Linda
(colpita e immobile)
Ah!
Pierotto
(mettendo la mano sulla bocca d 'Antonio)
No... che orror!
Antonio
Va', sciagurata, soffri la pena
della tua colpa, del mio rossor.
(parte)
SCENA settima
Linda e Pierotto.
Pierotto
(dopo averla osservata)
Linda! andiamo... A che pensate?
Questa casa abbandonate.
Linda, che sarà rimasta nella stessa immobilità, va serenandosi, pensando fra sé, e lascia scorgere sui di lei tratti un'alterazione mentale.
Linda
Carlo! Carlo!
A consolarmi affrettati,
bel giorno desiato.
Innanzi al ciel, agli uomini
tua sposa diverrò.
Mio! sì, mio!
Pierotto
(sorpreso fissandola)
Che far? che dire?
Linda (come parlando a Carlo)
< Nel silenzio della sera
tornerem, felici, sposi,
ai diletti pini ombrosi,
dove nacque il nostro amore.
Là tu a me donasti il core,
mi giurasti eterna fé.
È mia cara e sola speme
sempre vivere con te. >
Pierotto
Triste vittima d'amore,
la ragione, oh Dio! perdé.
Linda
(la cui agitazione mentale va crescendo)
Ecco alfin, ecco il bel giorno
(lietissima)
di mie nozze, o cara madre;
col mio sposo a te ritorno.
M'accompagna al tempio, e il padre...
(è colpita da un'idea terribile che non sa ricordare)
Ah! che fu?
(resta confusa, incerta)
Pierotto
(commiserandola e scuotendola)
Linda!
Linda (cangiando d 'immagini)
E colei?
(con impeto crescente)
La rival? Indietro... Carlo...
Carlo è mio... Chi a me involarlo,
con quai dritti, chi potrà?
Pierotto
Pianger, misera, mi fa.
Linda (rasserenata ed amorosa)
No, non è ver... Mentirono:
tradir tu non mi puoi:
e solo per me palpita
fedele il tuo bel cor.
Linda, tradita, esanime
cadrebbe ai piedi tuoi,
ah, non potrei nascondermi
al mondo, al genitor.
Musica vivace che passa sotto la finestra. La strada si vede illuminata da molte torcie.
Pierotto
Ma i suon... Ie faci... ah! l'empio...
< Tolgasi... Andiam...
Linda (alla finestra)
Là, mira.
Qual pompa! Nobil vergine
con roseo serto... Appresso
le sta nel cocchio. .. ei gira
ver me lo sguardo... ah! è desso!
Carlo... fia ver? >
(resta immobile)
Pierotto
Che orror!
Il nodo maledica
il ciel nel suo furor.
Linda
Ecco alfine, ecco il bel giorno...
Madre mia, madre!
(con spavento)
Ah, mio padre!
La rivale! La rival!
Carlo!
Pierotto
Linda!
Linda (sorridendo)
Vieni, vieni!
Atto terzo
Una piazza nel villaggio posto nel mezzo della valle.
Case rustiche. Osterie con porticato, sotto il quale tavole, panche, sedie.
Una collina con vari sentieri praticabili. Più avanti, a sinistra dell'attore, la porta di una casa. Prima che si alzi la tela odesi da lontano un preludio e suono di ghironde, e voci di Viva!
SCENA prima
Savoiardi e Savoiarde, parte sotto il porticato seduti alle tavole bevendo e mangiando; altri di fuori osservando verso il fondo. Sulla collina intanto compaiono gruppi di giovani savoiardi e fanciulle colle loro bisacce e ghironde. Si fermano un istante, osservano, e poi facendo segno di esultanza e salutando e inviando baci a quelli che li attendono al piano, vengono scendendo.
CORO
Eccoli/Sentili, giungono... Oh! qual piacere!
Per loro vuotisi tutto il bicchiere.
Ansiosi guardano, già ne han veduti,
lieti ci mandano baci e saluti...
Vispi discendono dalla collina.
Su, su, corriamoli ad abbracciar.
I giovani sono già discesi e corrono fra le braccia dei genitori e parenti.
Tutti
Oh! padre, o madre!
Figlio, sorella!
Fratello, amici! Un bacio, un altro!
I Giovani
Sani e contenti fra voi torniamo,
n'aiutò il cielo, Dio ci ha guidato,
ed il guadagno noi vi rechiamo.
(cavando dalle bisacce e borse di cuoio, fazzoletti, calzette, nelle quali tengono fra carte i loro denari, che vanno mostrando con compiacenza)
Per ora allegri potremo star.
I Primi
Ottimo core! Mostra quant'hai?
Uno
Io cento scudi mi guadagnai.
I Primi
Bravo Michele!
Un Altro
Ed io in tant'oro
trenta luigi.
I Primi
Viva, è un tesoro!
Una Fanciulla
Io quattrocento franchi soltanto.
I Primi
Eh! non c'è male.
Altra
Ed io altrettanto.
Uno
Io n'ho trecento.
Altro
Io cinquecento.
I Primi
Diventi un principe.
Altro
Io settecento.
I Primi
Tu compri un feudo.
Altri ed Altre
Dal canto mio, sono contento/contenta.
Altri
Contento/contenta anch'io.
Tutti
Evviva! evviva! Dopo le pene
vien sempre il bene a consolar.
Facciamo allegri un brindisi
all'ora del ritorno.
Facciam di lieti cantici
la valle risuonar.
Quindi sull'erbe floride,
al tramontar del giorno,
corriam insiem festevoli
le danze ad intrecciar.
Partono allegri.
SCENA seconda
Il Prefetto ed il Visconte.
Prefetto
Tutta la valle è in giubilo. Ogni padre
i suoi figli rivede... Antonio solo,
povero Antonio, è in preda a nero duolo.
Quella Linda sì candida, sì pia!
Ah! quella più non è, corre via
di perdizion! E come il fatal nunzio
alla madre recar, che ansiosa attende
la cara figlia? Forza il ciel
conceda al labbro mio.
(avviandosi alla casa a sinistra, e si ferma poi osservando)
Chi mai raccolto a noi s'appressa?
(riconoscendo il Visconte)
Il signor di Sirval?
Visconte
(accorrendo smanioso)
Rispettabil prefetto, io desiava
di favellarvi. A compiere qui vengo
imponenti doveri. Al vostro core
abbandonasi il mio.
Prefetto
Dite, o signore. Ebben?
Visconte
La madre mia s'è alfin arresa
a' miei fervidi voti... La marchesa
è la matrigna d'una giovinetta
Loustolot . . .
Prefetto (sospirando)
Sì, infelice!
Visconte (turbato)
Oh cielo! che si dice?
E che avvenne di 1ei?
Prefetto (cupo)
Fatal mistero!
Che a me soltanto palesava il padre,
misero genitore,
cui speme alcuna più non riconforta!
Visconte (con tutta l'ansia)
Ah! dite... Linda!
Prefetto
Quella Linda è morta!
Visconte (colpito)
Ciel, che dite? Linda è morta?
Prefetto
Morta, sì, per la famiglia,
che coperse di rossore.
Visconte
Ah! ma vive?
(respirando)
Prefetto
Chi sa? Viva
pur lasciolla il genitore,
quando rapido fuggiva
quella misera tradita
da un indegno seduttor.
Visconte
Seduttor! ah! se sapeste?
(contenendosi)
Prefetto
Voi difenderlo potreste?
(con calore)
Le giurava fé di sposo,
e ad unirsi a un'altra andava.
Visconte
No, quel nodo sì odioso,
cui la madre lo sforzava,
non fu stretto. Presso all'ara
udì il grido disperato
con cui Linda lo chiamava.
Tutto allora ha calpestato;
saldo allor nella sua fede,
e di Linda corse al piede
ma più Linda non trovò.
Prefetto
Ah! che intesi? Voi piangete!
(sorpreso)
Ciel! qual dubbio!
Visconte (con pena)
Non sapete?...
Prefetto (compassionandola)
Dite, e Linda?
Visconte
Era fuggita,
si credea da me tradita.
Tracce invano io ne cercai.
Prefetto (marcato)
Voi! l'amante, voi!...
Visconte
Sì, omai
sì, sappiatelo, son io.
Prefetto
(agitato)
Ed or Linda!...
Visconte (desolato)
Oh! l'amor mio!
Prefetto
Ah! chi sa quale e dove la vita
or trascina raminga, dolente!
Forse, oh cielo! mendica, languente
sulla terra non trova pietà.
Visconte
Ella ha puro serbato il candore,
m'adorava quel fervido core!
Ch'io potessi tradirla, il pensiero
disperata morir la farà.
Prefetto
Ah! chi sa come, dove la vita
or trascina raminga, dolente!
Forse, oh cielo, mendica, languente,
sulla terra non trova pietà.
Alla fede, a virtude, all'onore
io formava quel tenero core.
Di sua misera sorte il pensiero
mi fa gemer, tremare mi fa.
Ma v'è un nume, egli mai nell'ambascia
la virtù derelitta non lascia.
Visconte
In lui fido, ed in voi. Ritrovarla
qui sperava, ritorno a cercarla.
E se il cielo mi punisce,
se per sempre mi è rapita,
qui la misera mia vita
a finire io tornerò.
All'amore sventurato
una tomba innalzerò.
Là proteso, desolato,
la mia Linda piangerò.
No, per me non v'è conforto,
Linda, Linda, o morirò.
Prefetto
Il mio cor mi presagisce
ch'ella a noi non fu rapita;
quella misera smarrita
fra noi lieta io rivedrò.
Dal suo pianto il ciel placato
al pentito perdonò.
L'innocente sventurato
alle gioie riserbò.
Sì, sperate. Del conforto
per voi l'ora già suonò.
Escono.
SCENA terza
Il Marchese dal basso della collina e CORO.
Marchese
Eccoci ancora qui... Volati samo
da Parigi al castello: e giorno e notte
senza chiuder un occhio, e mangiar male!
Che smania dell'inferno in mio nipote
per giunger come un lampo! Ah! quella Linda,
quella mia figlioccetta qui sì gentil, vispetta,
è a Parigi sì austera. Eh! cos'è il mondo!
Una Savoiardetta che diventa,
cospetto, una gran dama, e che il plebeo
sangue confonde al sangue bleu! che orrore!...
Orrore?... La virtù premiata... amore
consolato... avrem nozze...
Feste, balli, e là a me.
(canto savoiardo)
Viva! Preludio!
Già d'allegria!
Giovani savoiardi, savoiarde che vengono sempre cantando e si fermano guardando il Marchese.
CORO
Ve', giunto è qui il marchese.
Ben tornato al paese!
Marchese
Ben tornati, miei cari
qui vi riveggo volontier.
CORO
Voi sempre
ci portate fortuna e buon umore.
Marchese
E adesso avrem da stare allegramente.
CORO
Come? dite, perché?
Marchese
Nozze, gran nozze!
CORO
Dove?
Marchese
Al castello .
Uomini
Che! vi maritate?
Ragazze
Egli? vi par!
Marchese
Burlate, eh! bricconcelle!
Lo sposo è il nostro nobile nipote.
CORO
E la sposa?
Marchese
La sposa? oh! lavedrete!
CORO
È ricca, è buona, è bella?
Marchese
Potete immaginarlo, è come stella.
Ella è un giglio di puro candore,
una rosa ridente d'aprile
un sorriso il più dolce e gentile,
uno sguardo... ah! lo sguardo d'amor.
Essa è poi ciò che v'ha di più raro
fra voi donne in purezza ed onor.
CORO
Quanto a lui sarà cara!
Marchese
Ne avvampa.
Tutti già di nostr'alto lignaggio
testa e cuore vulcanici abbiamo,
e allorquando sentiamo, sentiamo
(con enfasi)
all'eroica, con tutto il furor.
CORO
Alla larga! alla larga!
Marchese
Or son saggio.
CORO
Eh! signor! siete già conosciuto,
(scherzosi)
a Parigi v'abbiamo veduto
ai caffè, sui bastion far gli occhietti,
dar biglietti, fissar rendez-vous.
Marchese
Ma d'onor, d'innocenza e virtù.
E voi altri, suonando, cantando,
state tutto osservando, ascoltando!
Usi, moda, occasion, capriccetti,
ma quell'uomo d'allor non son più:
or io sono la stessa virtù.
Ma vedrete, vedrete la sposa:
incantati, sorpresi sarete...
Invitati al castello verrete.
Grandi chiassi là s'hanno da far.
Là confusi padroni e vassalli,
ai banchetti, alle caccie, nei balli,
e ballando con voi, mie carine,
mi vedrete a vent'anni tornar.
CORO
Di vedere, onorare la sposa
sospiriamo il felice momento;
qui sull'erbe, dei suoni al concento,
quanto lieti verremo a danzar!
Partono da lati opposti.
SCENA quarta
Linda e Pierotto. La SCENA rimane vuota un istante. Indi comparisce Pierotto sull'alto della collina a sinistra. Viene discendendo tristamente sino al secondo sentiero. Si ferma e guarda d 'onde egli venne.
Pierotto
E s'è arrestata ancora
muta, Immobile ognora;
con quell'occhio smarrito
volto, fiso a un sito!
Sospira, prende la ghironda e suona la musica della canzone solita: Linda si presenta sull'alto; avanza con passo vacillante, china il capo, e seguendo sempre la musica discende. Allorché è arrivata sulla SCENA , presso d'una panca, Pierotto cessa dal suono e Linda cade spossata sulla panca.
Ed ecco in qual maniera abbiamo fatto
duecento leghe! Ogni mattina, quando
a seguirmi decider la dovea,
intender questo suono io le facea,
che nella sua pazzia
la dolce madre le rammenta, e in seno
le destava la forza ed il coraggio.
Linda
In faccia al cielo e agli uomini
(macchinalmente)
tua sposa diverrò.
(poi resta immobile)
Pierotto
E via sempre lo stesso!
Come potrò mai presentarla adesso
alla sua madre!
(avviandosi)
SCENA quinta
Il Prefetto, Linda e Pierotto.
Prefetto
Del visconte io porto
almeno d'onore ai Loustolot conforto.
Pierotto
Ah! lui!
(vedendo il Prefetto)
Prefetto (incontro)
Pierotto! E Linda?
(con tutta premura)
Pierotto
Là, guardatela.
Prefetto (colpito)
Oh cielo! in quale stato!
(fissandola con pena)
Quegli occhi, quel pallor, quell'aria!
Pierotto (singhiozzando)
Folle d'amor tradito...
Prefetto
Ah! intendo.
Pierotto
Ma innocente.
Prefetto
Lo so.
Pierotto
Morrà così.
Prefetto
No, no, speriamo.
A prevenirne io vado i genitori:
e tu guidala in casa.
(entra per la porta a sinistra)
Pierotto
Linda!... Linda!...
Linda (mestamente)
Ancora camminar!
Pierotto
No, siamo giunti.
Linda
A Parigi?
Pierotto (secondandola)
Sì.
Linda
Sì... Ma v'è Carlo!... Senti!
(agitatissima)
Questi suoni! Si sposa, andiam, fuggiamo.
Non mi veda.
(si copre il capo)
Pierotto
(prendendola per mano)
Qui meco.
Linda
(lasciandosi condurre)
Ah, fuggiam!
Pierotto
(entrando con lei)
Qui.
Linda
(lasciandosi condurre)
Sì.
Pierotto
Andiamo.
(escono)
SCENA sesta
Il Visconte, indi il Prefetto, poi il coro, il Marchese, Antonio e Maddalena.
Visconte
(con foglio in mano)
Con questo foglio intanto assicurai
la proprietà dei beni
che tengono in affitto, e poi..:
Prefetto
(uscendo e scorgendo il Visconte)
Signore!
Visconte
Io parto.
Prefetto
No, è tornata...
Visconte
Linda! qui! Oh gioia... a lei...
Prefetto (triste)
Ma!
Visconte
Che?
Prefetto
Smarrita
è la ragion dell'infelice.
Visconte (oppresso)
Oh cielo!
E per me!
(abbandonandosi sul petto del Prefetto)
Entrano Savoiardi, Savoiarde da varie parti confusamente.
CORO(uno all'altro)
Sì, è venuta.
Altri
La Linda
Marchese (arrivando)
Cosa dite?
Altri
Or l'han veduta.
I Primi
Ma squallida, patita.
Marchese
Poverina!
Altri
Impazzita.
Marchese
Oh disgrazia? Perché? Come? Cerchiamo.
CORO
Andiamo in sua casa.
Esce Antonio.
Antonio
Son disperato!
Più nessun riconosce.
COROe Marchese
Ella!
Antonio
Ha tremato
alla mia voce. Restò immota a quella
di sua madre che tanto amava... Oh Dio!
Signor visconte, voi...
Visconte
Sì, è ver, son io
la cagion de' suoi mali. A ripararli
qui veniva.
Sentesi il suono di Pierotto dalla casa.
CORO
Sentite la canzone
di Pierotto... Sua madre!... Ebben...
Esce Maddalena.
Maddalena
S'è scossa,
s'è alzata al suono di Pierotto: il segue,
eccola. ..
SCENA ultima
Pierotto, suonando la ghironda. Tutti i precedenti, poi Linda.
Marchese
Poverina!
Pierotto
(rapidamente al Visconte)
Se potete, questo punto cogliete.
Linda
(cogli occhi volti al cielo, come parlando a sua madre) Madre mia,
a te ritorno ed innocente.
Maddalena
Il credo, abbracciami .
(con trasporto)
Linda (ritirandosi)
È partito.
Maddalena (dolorosamente)
Ah! lo vedete!
Più memoria, più cuore...
Visconte
Riserbato all'amore
è forse il ridestarlo.
(accostandosi a Linda)
Linda?
(con tenerezza)
Linda
Qual voce!
(scuotendosi)
Visconte
Guardami... il tuo Carlo.
E la voce che primiera
palpitar ti fece il core,
è l'accento dell'amore,
è il sospir di chi t'amò.
E il tuo ben che ancor t'adora,
che da te perdono implora!
Uno sguardo, un tuo sorriso,
e felice tornerò.
(le cade ai ginocchi)
Linda
Egual voce, un dì nel petto
(sempre immobile)
mi discese e vi restò.
Tutti
Non un moto, né un accento!
(osservandola)
ansiosa, incerta/ansioso, incerto, o Dio, mi sto.
Linda
Non fu lui, non è il mio Carlo.
Visconte
Rimirarla in quello stato
più resister non poss'io.
(per allontanarsi)
Linda
(scuotendosi repentinamente e fermando il Visconte)
Se tu fossi Carlo mio,
tu m'avresti il cor beato,
ripetendo un caro accento,
che rammenta il più bel dì.
Visconte
Oh! sì, Linda! ti consola!
(comprendendola)
Carlo a te dicea così:
a consolarmi affrettisi,
tal giorno desiato;
innanzi al cielo, agli uomini
tuo sposo diverrò.
Linda riconoscendo il canto, lo segue, lo ripete con ansia, confusa poi dalla reprente emozione va mancando e sviene in braccio di Maddalena, sorretta da Antonio e dal Visconte.
Tutti (con gioia)
Salva!
Visconte
(ai di lei piedi con trasporto)
Linda!
Prefetto
(alza le braccia e gli occhi al cielo)
Deh! Tacete.
Tutti
Compi, o ciel, la nostra speme;
tu la rendi al nostro amor.
Un sospiro... Sì, rinviene:
apre il ciglio.
Linda
(si trova coll 'occhio rivolto a Maddalena)
Ah! la mia madre!
I tuoi baci, oh gioia, e il padre?
Antonio le sorride.
Vi son cara? E chi a' miei piedi
la mia man stringe?
Visconte
Nol vedi?
Il tuo Carlo.
Linda
Ah sì .
Visconte
(solennemente)
Il tuo sposo.
Linda
Sposo! Ah! qui, qui la tua mano:
(e guardando all'intorno)
questi è il mio fedel Pierotto...
quegli è il pio signor prefetto...
questa . . .
Marchese
È Rosa... quel Giannotto...
Là Franchetta... qui Pasquale...
Là Lisetta, Maddalena,
Pietro, Paolo e che so io.
Quell'Antonio, là Pierotto,
là Giannotto, ed io son io!
(timido e un po ' scherzoso)
Buona Linda, io son quel tale...
Linda (gentile)
Ch'or sarà mio signor zio.
Marchese (contento)
Sì, sì, viva!...
Tutti
Viva!
Visconte (tenerissimo)
Linda!
Linda
Carlo, ah! dimmi che non sogno:
troppe gioie io sento in me.
Visconte
Di tue pene sparve il sogno,
alle gioie amor ti desta,
e soave il cielo appresta
or mercede a tanto amor.
Sempre uniti noi saremo,
per amarci sol vivremo.
Questo fia per me l'eliso
delle gioie e dell'amor.
Gruppi di esultanza.
FINE
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