Gaetano Donizetti

(1797-1848)

Maria di Rohan

O Il conte di Chalais Melodramma tragico in 3 Atti di Salvatore Cammarano, è andata in SCENA a Vienna (Kärntnertortheater) il 5 giugno del 1843

Personaggi

Maria, contessa di Rohan (Soprano); Riccardo, conte di Chalais (Tenore); Aubry, suo segretario (Tenore); Enrico, duca di Chevreuse (Baritono); Armando di Gondì (Tenore); il visconte di Suze (Basso); De Fiesque (Basso); un famigliare di Chevreuse (Basso); cavalieri, dame, arcieri, paggi, guardie e domestici di Chevreuse

ATTO PRIMO

A sinistra magnifica scala che mette negli appartamenti del re; altra simile a dritta, conducente a quelli della regina; porte laterali, nel fondo intercolonnio attraversato da seriche effigiate cortine. Comincia la notte; ardono vari doppieri.

SCENA prima
Sala del Louvre. Cavalieri e dame giungono
da parti diverse.

QUALCHE DAMA
Ed è ver? Questa reggia che pria
nel silenzio più tetro languia,
or vestita di luce s'appresta
alle gioie di subita festa?

CORO I
Ben lampeggia fra tanto mistero
d'alte cose un baleno foriero...

CORO II
Del ministro la stella declina.

CORO III
Ei dal seggio eminente rovina.

CORO I
Ma rimuover non giova tai veli.

UN CAVALIERE
Quanto ardita opra saggia non è.

UN VECCHIO CAVALIERE
S'abbandoni all'arbitrio de' cieli
il destino dei regni e dei re.
Si disperdono.

SCENA seconda
Chalais, egli viene dalle stanze del re,
guarda un istante verso l'appartamento della regina;
quindi trae un foglio e legge.

CHALAIS
"Non seguite la caccia.
Pria che il re torni, ch'io vi parli è d'uopo".
Maria sì lungo tempo
fuggì la mia presenza: udir non volle
di mie querele il suono,
ed or! Qual cangiamento! Ingiusto io sono!
Quando il cor da lei piagato
sul mio labbro amor ponea,
quando al piede io le cadea,
ella udirmi, è ver, negò;
ma di pianto mal frenato
le sue luci asperse intanto:
ogni stilla di quel pianto
una speme in me destò.
A te, divina immagine,
sacro gli affetti, il core;
un raggio dell'amore
brilla sul mio destin.
Né temerò del turbine
l'ira fatal, vorace,
se un angelo di pace
sarammi ognor vicin.

SCENA terza
Maria dagli appartamenti della regina e detto.

MARIA
Conte!

CHALAIS
Agitata siete!

MARIA
Oh! quanto! E voi potete
stornar funesto colpo.

CHALAIS
Io!...

MARIA
Stringe l'ora:
m'udite. Sfida sanguinosa il truce
nepote del ministro
a Chevreuse intimò: spento cadea
chi provocò la pugna,
e giusta legge a morte
condanna l'uccisor.

CHALAIS
Pur troppo!

MARIA
Solo
una speranza in voi riman.

CHALAIS
Parlate.

MARIA
Tutta la luce del regal favore
splende sul capo vostro.
(col massimo calore)
Ah! chiedete al monarca
del reo la vita, e il reo vivrà.

CHALAIS
Congiunto
egli è di sangue a voi pur... tanto affanno...
Sperda i sospetti miei
clemente il cielo. Paventar dovrei
nel congiunto un rival?

MARIA
(abbassando gli occhi)
(Che dir?)

CHALAIS
Tacete? Più non m'amate?

MARIA
Nol degg'io!

CHALAIS
Che intendo?

Odesi un suono che annuncia il ritorno del re.

MARIA
Il re... fra poco ad onorar la festa
ei verrà della madre. Il palco eretto
all'alba fia!... Brevi momenti avete
ad implorar la grazia.

CHALAIS
È il mio destino
ogni vostro desio... ah! della vita,
che altrui difenderò, m'attende forse
crudo premio la morte!

Entra negli appartamenti del re.

MARIA
Rival!... Se tu sapessi! Ei mi è consorte.
(siede. Qualche momento di silenzio)
Cupa fatal mestizia
in questo core ha stanza...
qual entro un'urna gelida
qui muta è la speranza.
Del viver mio son l'ore
contate dal dolore...
Conforto ne' miei gemiti
trovo al penar soltanto...
E il pianto, ancora il pianto
è grave error per me.

Si accosta alla porta che conduce all'appartamento del
re osservando colla massima agitazione.

SCENA quarta
De Fiesque, il visconte, dame, cavalieri e
detta; quindi un usciere.

VISCONTE
Contessa! In tanto giubilo mesta così?

DAME
Perché?

MARIA
Io mesta? (Ciel, qual palpito,
qual incertezza orrenda!)

FIESQUE
(piano agli altri)
Par che tremante e dubbia
il suo destino attenda.

MARIA
Chi giunge? Agghiaccio ed ardo!
Si avanza l'usciere; e dopo essersi inchinato a Maria le
porge un foglio e rientra negli appartamenti del re.
Fia ver? La grazia... il re!

CAVALIERI
(fra loro)
Qual foglio mai!

MARIA
(Riccardo,
ah! tutto io deggio a te!
Ben fu il giorno avventurato
che a conoscerti imparai!
Nobil cor, che tanto amai,
Non invan fidava in te.
Perché farti almen beato
d'un accento non poss'io?...
Ma un arcano l'amor mio
dee restar fra il cielo e me)

FIESQUE, VISCONTE e CORO
(Di contento ne' suoi rai vivo
lampo scintillò!)

Maria fa cenno alle dame che la seguano nelle stanze
della regina.

SCENA quinta
Gondì e detti, quindi Chalais.

GONDì
(avanza colla massima disinvoltura)
Cavalieri!

VISCONTE
Che veggio!...

CAVALIERI
Armando!

VISCONTE e FIESQUE
E folle
costui!

GONDì
Qual meraviglia!

FIESQUE
E presentarti
osi alla corte! Di Chevreuse le parti
nell'infausto duello
tu sostenevi; ti circonda l'ira
dell'offeso ministro.

Chalais rientra in aria cupa; passeggia nel fondo
della sala.

GONDì
Ei volge or nella mente
cure più gravi! È certa ed imminente
la sua caduta.

FIESQUE
Certa!

GONDì
Il cor mi piange
(in tono beffardo)
dolce amico, per te ch'ei destinava
capitan degli arcieri.

FIESQUE
Apertamente
altri non l'osa ancor,
tu sol gioisci!

GONDì
Ei m'è rivale. Udite.
Tutti si accerchiano a lui d'intorno. Chalais si arresta
ad ascoltarlo sempre in fondo alla sala..
Per non istare in ozio
un giorno, or son due mesi,
donna gentile e nobile
a corteggiar io presi;
ma invan sospiro e spasimo,
e foglio invio su foglio:
tanto varrìa pretendere
impietosir lo scoglio.
A giudicar da quel che par
costei Lucrezia potria sfidar,
pur quel rigor mi fa stupor;
è così tenero di donna il cor.

VISCONTE, FIESTE e CORO
Da quel che par non giudicar,
son le Lucrezie rare a trovar;
spesso è il rigor di donna in cor
manto a nasconder segreto amor.

GONDì
Ad ogni costo sciogliere
l'enigma il cor fermato,
la mia crudele inseguo
ovunque inosservato;
e dopo breve caccia,
ecco un mattin bel bello
lei del ministro io veggio
entrar nel proprio ostello.
Da quel che par non giudicar;
son le Lucrezie rare a trovar;
spesso è il rigor di donna in cor
manto a nasconder segreto amor.

GLI ALTRI
(tranne Chalais)
Il suo nome?...

GONDì
A tutti è noto:
Maria, contessa di Rohan!

CHALAIS
(balzando verso Gondì)
Che ardisci!

GONDì
Riccardo!

CHALAIS
Infame detrattor! Mentisci!

GLI ALTRI
Conte!

GONDì
Ragion del fero
insulto dammi!
(sguainando la spada)

CHALAIS
Ah! sì...

VISCONTE e CAVALIERE
Fermate!

FIESQUE
Il senno
smarriste? Nella reggia?
Alcun s'avanza!

CHALAIS
Ebben, domani.
(getta un guanto che subito Gondì raccoglie)
È questa
opra d'incanto!... Il duca...

CAVALIERI e GONDì
Chevreuse!

SCENA sesta
Chevreuse e detti.

CHEVREUSE
Amici...

FIESQUE
Tu alla corte?

CHEVREUSE
Il vedi.

FIESQUE
E come?

CHEVREUSE
(correndo nelle braccia di Chalais)
Al mio liberator lo chiedi.
(volgendosi ai cavalieri)
Gemea di tetro carcere
fra le pareti oscure;
pender vedea terribile
sul capo mio la scure!
Quando parlar di grazia
odo una voce intorno...
Sciolto dai ceppi all'aure
di libertà ritorno...
Qui fra le gioie, unanime
schiera mi cinge amica...
Riccardo, questa lagrima
tutto il mio cor ti dica...
Se posso un giorno spendere
la vita in tuo favor,
grato mi fia di rendere
il dono al donator.

CHALAIS
(Nell'abbracciarlo un aspide
par ch'io mi stringa al cor!)

GLI ALTRI
(fra se')
Furo i tuoi brevi palpiti
un sogno di terror.

CHEVREUSE
(fra sé)
(E tu, mio ben, Maria,
se ancor m'è dato stringerti
a questo fido core,
dirti di quanto amore
ardo, mio ben, per te;
se nel tuo sguardo tenero
pascermi ancor m'è dato...
Chi sarà mai beato
qui in terra al par di me?)
Ma ché! turbato sei?

CHALAIS
Turbato!...

VISCONTE
È vero,
corse fra lui poc'anzi,
ed Armando una sfida…

CHALAIS
(gettando verso Gondì una fiera occhiata)
Mortal.

CHEVREUSE
Qui giungo in tempo a secondarti.

CHALAIS
Perché, duca? Il visconte
avrò seguace.

CHEVREUSE
Due ne chiede il rito
quando a morte si pugna.
(volgendosi rapidamente a Gondì)
Ove?

GONDì
Alla torre
di Nesle.

CHEVREUSE
il giorno, accenna l'ora.

GONDì
Della vegnente aurora
il sorger primo.
La sala si riempie di altri cavalieri e dame.

VISCONTE
È dover mio recarmi
appresso al re; ci rivedrem tra poco
alla festa.

Entra nelle stanze del re.

SCENA settima
Maria e detti.

MARIA
Le danze
incominciaro, ed alte nuove apporto:
deposto è Richelieu.

FIESQUE
Che?

MARIA
L’annunziava
la regina, ella stessa.

GONDì
Oh! Gioia!

GLI ALTRI
(tranne Fiesque)
Viva il re!

CHEVREUSE
Felice appieno
mi rende oggi la sorte!
Dame, signori, alfin la mia consorte
presentarvi m'è dato.

Maria si turba.

GLI ALTRI
Che parli!...

CHEVREUSE
Del nipote
che il mio brando svenò, sposa il ministro
bramò la mia diletta;
le folgori a schivar di sua vendetta
io l'Imene tacea.

CORO e FIESQUE
Ma la duchessa?

CHALAIS e GONDì
La tua sposa?

MARIA
(O cimento!)

CHEVREUSE
(presentando Maria)
Eccola!

CHALAIS
(atterrito)
Dessa!

CHEVREUSE
D'un anno il giro è omai compito,
che a lei mi strinse occulto rito,
che il viver mio seco diviso
beato riso d'amor si fe'.

MARIA
(guardando Chalais)
(Il suo tormento, le smanie io veggo
tutto nel volto il cor gli leggo...
Ah! Gronda sangue quel cuor piagato,
ma più squarciato del mio non è)

CHALAIS
(Di qual mistero s'infrange il velo!...
Per me di lutto si veste il cielo!...
Tranne la tomba che mi disserra,
beni la terra non ha per me!..)

GONDì, FIESQUE e CORO
Di vostra gioia gode ogni core;
sì liete nozze fecondi amore,
i beni tutti che il mondo aduna
rechi fortuna al vostro piè.

SCENA ottava
Il visconte e detti.

VISCONTE
(a Chalais con profondo inchino)
Conte!

CHALAIS
Ebben!

VISCONTE
Di voi, primiero
suo ministro, chiede il re.

CHEVREUSE
(Ei!)

CHALAIS
Ministro!

MARIA
Ciel!

GONDì e CORO
Fia vero!

TUTTI
Plauso al conte di Chalais!

Chevreuse stringe la mano di Chalais, gli altri si affollano
intorno adesso come per felicitarlo. Fiesque cerca
di dissimulare la sua collera frammischiandosi alla
comune esultanza.

CHALAIS, VISCONTE, FIESQUE e CORO
Sparve il nembo minaccioso
che atterrìa la Francia intera,
sorge un astro luminoso...
Qui ciascuno esulta e spera.

CHALAIS
(Se d'onor desio mi prese,
se vaghezza ebbi d'impero,
lei mertar che il cor m'accese
era il solo mio pensiero.
Or che unita altrui la scopro,
or che so che un altro ell'ama,
che mi cal d'onore e fama
se più mio non è quel cor?)

MARIA
(Deh! reggete voi quel core,
patrio zelo, ardor di gloria...
A turbar d'infausto amore
mai noi venga la memoria)

CHALAIS, CHEVREUSE, VISCONTE e GONDì
(piano fra loro)
Rammentate... come al cielo
tolto fia dell'ombre il velo!...

CHEVREUSE, MARIA, VISCONTE, GONDì e CORO
(piano fra loro)
Al piacer dischiuda il varco
ogni labbro ed ogni cor.

FIESQUE
(Il dispetto ond'io son carco
veli un riso mentitor)

CHALAIS
(Al suo brando io stesso il varco
schiuderò di questo cor)

Vengono tolte le cortine; lasciando vedere i giardini del
Louvre sfolgoreggianti per vivide faci e popolati da
guardie e nobili convitati alla festa: tra i quali molti
chiusi in eleganti maschere. Chalais, seguito dal visconte,
si avvia agli appartamenti del re, ma giunto alla sommità
della scala si rivolge un istante verso Maria. Tutti
s'inchinano, quindi muovono per entrare nella galleria
della festa.

ATTO SECONDO

Una stanza nel palagio di Chalais. In fondo porta d'entrata
ed una finestra per la quale scorgesi il Louvre. Porte laterali.

SCENA prima
Chalais occupato a scrivere. Aubry nel fondo.
Odesi dal Louvre il suono di liete danze.

CHALAIS
(soffermandosi dallo scrivere)
Nel fragor della festa, ahi!, la rividi
l'ultima volta!... O mio destro crudele!...
Me la rapiva un cenno
della madre spirante! Aubry!
L'oriolo del Louvre suona le quattro. Chalais scrive
ancora qualche linea; quindi chiude il foglio; si trae dal
seno una medaglia e l'attacca ad esso.

AUBRY
(avanzandosi)
Signore!

CHALAIS
Osserva! S'io non riedo, e il giorno muore
(apre un ripostiglio della scrivania; vi pone
la lettera; richiude e ne serba la chiave)
Con violenta mano
apri e il foglio reca. Ivi è segnato
a chi. Né ad altri sia palese.
Intendi?

AUBRY
Il mio zelo conoscete.

CHALAIS
(aprendo un uscio che mette agli appartamenti
della madre)
Dorme un sonno affannoso!...
Ah! forse; o madre mia,
entrambi dormiremo,
pria del volger del giorno, il sonno estremo.
Alma soave e cara,
che al tuo Fattore ascendi,
la dipartita amara
per poco ancor sospendi.
Fra breve, in cor lo sento,
io pur sarò sotterra;
amor ci univa in terra,
ci unisca amore in ciel.
E tu, se cado esanime,
se il fato vuol ch'io mora,
versa un'amara lagrima
sulla mia tomba almen.
Ché t'amerò, bell'angelo,
oltre la tomba ancora,
quando d'amore i palpiti
taccion di morte in sen.

SCENA seconda
Gondì e detto.

GONDì
(entra per forza)
Lascia.

CHALAIS
Gondì che vuoi?

GONDì
Pospor d'un ora
il duello desio.

CHALAIS
Perché?

GONDì
Vorrei...
Sarà una debolezza... un primo amore...
un'amica d'infanzia...

CHALAIS
Ebben?...

GONDì
Vorrei... vederla anco una volta.

CHALAIS
E che potrei ricusar a sì fido,
a sì discreto amore?

GONDì
Tu scherzi, o conte; ma chi vede il core?
Son leggiero, è ver, d'amore;
ogni donna, è ver, mi piace,
ma d'affetto ho il cor capace,
pregio anch'io la fedeltà.
Meco scenda, ov'io soccomba,
il pensier consolatore
che conforto la mia tomba
di sospiro e pianto avrà.
Entra Maria.
A quel che vedo, e men consolo,
a terger lagrime non sono io solo:
son le Lucrezie rare a trovar.
Parte.

CHALAIS
Chi sarà mai?

SCENA terza
Suddetti, Maria chiusa in un domino e coperta d'una maschera,
poi Chevreuse di dentro. Chalais fa un cenno ad Aubry che si ritira.
Maria getta la maschera.

CHALAIS
Maria!...
O supremo piacer!... Non mi destate...
È sogno, è sogno il mio!...

MARIA
Che favellate,
misero, di piacer?... Vi sta dinnanzi
la morte! Richelieu...

CHALAIS
Finite.

MARIA
In alto ritorna.

CHALAIS
Come!...

MARIA
Il re l'udia: scolparsi
fu lieve a quell'accorto.

CHALAIS
E voi?

MARIA
M'apprese
la regina il segretoVoi salvaste
i giorni del mio sposo, i giorni vostri
a salvar m'affrettai...
D'uopo è fuggir...

CHALAIS
Fuggir! Che intendo mai!

MARIA
E senza indugio alcun. Di nere trame
Il ministro v'incolpa, e surto appena
il dì, fra ceppi trascinar vi denno,
e serbarvi alla scure...

CHEVREUSE
(di dentro)
Ov'è costui?
Chalais?... Riccardo?...

MARIA
(qual persona tocca da fulmine)
Il mio consorte!... O cielo!...

CHALAIS
Come ascondervi?... Ah! Sì. M'investe un gelo!

Afferra d'un braccio Maria che è rimasta immobile presa
da tremito convulso e la spinge rapidamente
nel gabinetto darmi.

SCENA quarta
Chevreuse e detto.

CHEVREUSE
(uscendo)
Ch'ei dorma?

CHALAIS
(movendogli incontro e simulando calma)
Enrico!...

CHEVREUSE
T'aspettai finora
nel tetto del visconte: avanza l'ora
al duello prescritta, e vengo io stesso...

Chalais volge smarrito un rapido sguardo al gabinetto.

CHALAIS
Favella più sommesso...
Potria la madre udir!

CHEVREUSE
(abbassando la voce)
Saggio consiglio!
Prendiam l'armi e si vada.
(avvicinandosi alla scrivania)
Che? Con sì fragil spada?
Irne al ballo t'avvisi? Un ornamento
da feste io veggo! Eh! No: dieci migliori
lame possiedi, e la prudenza impone.
(incamminandosi verso il gabinetto)
A me la scelta, che son tuo campione.

CHALAIS
Che fai? T'arresta! Arrestati...

CHEVREUSE
Se tu non vuoi... Che vedo!
(scorgendo la maschera e raccogliendola)
Or tutto è chiaro!

CHALAIS
E creder osi?

CHEVREUSE
Al mio sguardo io credo.

CHALAIS
Ah! No, t'inganni... Ascoltami...
Qui non la trasse amore...
Lo giuro al ciel, colpevole
non è, non è quel core.

CHEVREUSE
(in tono scherzevole)
Favella più sommesso,
potria la madre udir.
De' tuoi segreti a frangere
io qui non venni il manto;
dell'onor tuo sollecito
io qui movea soltanto.
Bruttarti di ludibrio
potria l'indugio...

CHALAIS
È ver!

CHEVREUSE
In te ritorna, scuotiti
a così reo pensier.
Corriamo alla vittoria
che a noi prepara il fato;
desta l'ardire usato,
sorgi nel tuo valor.
T'arriderà la gloria,
come t'arrise amor.
(A brani mi dilania
del suo terror l'imago.
(dà un'occhiata al gabinetto)
Destino avverso, è pago
l'ingiusto tuo furor?)
No, più tremenda smania mai
non oppresse un cor!
Sul campo dell'onore
io ti precedo.

CHALAIS
Ah! Sì...

CHEVREUSE
Ma tronca le dimore...
Vedi, già spunta il dì.
Chevreuse esce. Chalais chiude la porta indi
si accosta al gabinetto.
Maria?

SCENA quinta
Maria e detto; essa è pallida e mal si regge in piedi.

CHALAIS
Sedete

MARIA
Un altro istante ancora, ed io morta cadea.

CHALAIS
Tornate in calma: il periglio cessò.

MARIA
Cessò, ma crudo,
tremendo al paro altro ne insorge! Io tutto
udia: pugna fatal... No, non v'andrete...

CHALAIS
Che!...

MARIA
(sorgendo)
No... per quanto avete
di caro in terra, e sacro in ciel, Parigi
abbandonar giurate... or, or, che morte
d'ogn'intorno vi stringe.

CHALAIS
Che dite? L'onor mio!

MARIA
Funesto errore!
A suddito leal vieta l'onore
di trasgredir le leggi... e giusta e santa
legge i duelli condannò...

CHALAIS
Non sai?
Lottar col fato è vano!...
Ei mi tragge, io lo seguo.

MARIA
Ah! disumano!

Il Louvre batte le cinque.

CHALAIS
Ecco l'ora!
(disponendosi ad uscire)

MARIA
O mio spavento!
(con la forza della disperazione)
Deh! M'ascolta...

CHALAIS
S'io ritardo
un momento, un sol momento,
avrò nota di codardo!

MARIA
Ah! per poco... Io son che prega.
Mira, io son che il chieggo a te!
(con accento animato, ma sempre interrotta
dalle lagrime)
Che mai potrà commuoverti!
Quai sensi, quali accenti!
Non il mio duolo, i gemiti...
Di me pietà non senti!
La madre?... ah!, di due cori,
del suo, del mio pietà...
Riccardo, se tu muori,
la madre tua morrà!
(cadendo ai piè di Chalais)

CHALAIS
(Come frenar la lagrima
che pende sul mio ciglio?..)
La sorte mia tremenda
in ciel segnata è già...
Più fiera non la renda
la tua crudel pietà.
Cercando di alzarla; Maria si avviticchia alle sue
ginocchia.
Sorgi, o donna... il cor m'infrangi!

MARIA
Nella polvere, ai tuoi piedi
qui morrò se tu non cangi...

CHALAIS
Ah! contrasto!...

MARIA
(con forza sempre crescente)
Se non cedi
al mio pianto... alla mia prece...
Che dir! Quale argomento!
Perdono, o ciel! Pietà, pietà di noi!
Riccardo mio!

CHALAIS
Disonorar mi vuoi?

MARIA
E s'io pur mi disonoro,
se il confesso al mondo, a Dio,
che tu sei l'idolo mio,
che per te mi strugge amor!

CHALAIS
E fia ver? Di gioia io moro!
Tu m'amavi a un altro unita?
Dillo ancora: a nuova vita
tu richiami questo cor.
M'ami ancora?

MARIA
T'amo, t'amo
come ai dì del nostro amor!
Odonsi frequenti colpi alla porta.

CHALAIS
(sollevandola)
Ah, vincesti!

SCENA sesta
I suddetti ed il visconte, sempre dentro.

VISCONTE
Conte!

CHALAIS
Amico!

VISCONTE
Scorse l'ora, ed in tua vece
a pugnar s'appresta Enrico.

CHALAIS
Cielo! Ed io!... Va'... lo rattieni.
Io ti seguo... io volo.
(prendendo le sue armi)

MARIA
Ahimé!

CHALAIS
(a Maria)
Non udisti?

VISCONTE
Vieni, ah vieni!...

CHALAIS
Corro...

MARIA
A morte, arresta il piè...

CHALAIS
A morire incominciai
nell'udirti altrui consorte...
Lascia, o donna, lascia omai
che si compia la mia sorte...
Deh! Talvolta a gemer vieni
sulla tomba che m'accoglie...
E le gelide mie spoglie
sentiranno e vita e amor.

MARIA
Per l'amor che t'ispirai,
per la mesta genitrice,
va', t'invola, cedi omai
al terror d'un infelice.
Un rimorso a me risparmia,
te ne prego ai tuoi ginocchi...
Deh! pietà di me ti tocchi,
deh!, ti mova il mio dolor.

Chalais parte correndo Maria lo segue.

ATTO TERZO

Sala nella dimora di Chevreuse.
Ingresso nel prospetto; una porta laterale; grande oriuolo
in fondo, un tavolino fra due sedie.

SCENA prima
Chevreuse con un braccio avvolto da una benda
siede presso il tavolino sul quale stanno le pistole di
Chalais. Maria in piedi da un lato. Chalais dall'altro;
alcuni servi in dietro.

CHEVREUSE
(a Maria ch'è vivamente agitata)
Ti rassicura!... La ferita è lieve
più che nol mostri.

CHALAIS
Ah! tardi,
mio malgrado, io giungea!
Perché non m'attendesti?

CHEVREUSE
Or di ben altra
sciagura i colpi a riparar n'è d'uopo.
L'aure di questo cielo
spiran morte per te! Via di salvezza
io t'aprirò...
(sorgendo)

CHALAIS
Che fai? Riposo chiede
il tuo stato.

CHEVREUSE
Riposo,
mentre qui in periglio starìa l'amico?
Mal conosci, Riccardo, il cor d'Enrico!

Accenna ai servi di seguirlo ed esce perla porta laterale.

MARIA
Ah, così santo affetto
come tradir potrei!
D'orror, d'infamia oggetto
per te, per me sarei!
Riccardo, va' dimentica
un infelice amor.

CHALAIS
Voler d'iniqua sorte
i nostri cor tradia;
anzi che a lui consorte
amor ti volle mia;
teco morire o viver
è il giuro del mio cor.

CHALAIS e MARIA
A che più vivere
su questa terra
sempre cogli uomini,
col core in guerra?
Una sol restaci
ultima speme,
morire insieme,
riunirci in ciel.

MARIA
(Non oso alzare i lumi!)

SCENA seconda
Un familiare di Chevreuse, Aubry e detti. Il famigliare
annunzia Aubry che si avanza; poi si ritira.

CHALAIS
Aubry!

AUBRY
(ansante con estremo turbamento)
Lung'ora
indarno vi cercai... Sull'orme vostre
mi ridusse il visconte.

CHALAIS
Apportator sei di sciagura?

AUBRY
Invase
drappel di arcieri il vostro albergo, e tutto
le più riposte carte sorprese.

CHALAIS
(con disperazione)
Oh, fiero evento!...
(ad Aubry che parte)
Esci. Tu sei perduta!

MARIA
Io?... Ciel, che sento!

CHALAIS
Pria che a pugnar movessi, a te vergava
note d'amor... quel foglio
or nelle mani è del ministro,
in breve fia nelle mani del tuo sposo!

MARIA
Ah! Ch'egli
mi svenerà!

CHALAIS
Dell'ira sua tu déi
fuggir l'impeto primo... i passi miei
raggiungi.

MARIA
No...

CHALAIS
La tua virtù m'è sacra.
Rispettarla io prometto, e fra le braccia
trarti del tuo germano.

Odesi scoccare una molla; s'apre un uscio segreto di fronte
alla porta laterale.

MARIA
Il Duca!... Taci.

SCENA terza
Chevreuse e detti.

CHEVREUSE
Per questa occulta via presso alle mura
della città si giunge, ivi t'aspetta
un rapido destriero. Andiam... T'affretta.

Mentre Chalais prende il cappello; egli esce il primo
per !a porta segreta.

CHALAIS
(rapidamente)
Maria, se la vicina
ora squilla e non vieni, a morir teco
io riedo.

Segue Chevreuse.

MARIA
Infausto imene,
stringer volesti, o madre!
(con amarezza)
Ah! L'averti obbedita,
lo vedi, a me costar dovrà la vita!
(resta alquanto in silenzio; poi, colpita da un pensiero
cade in ginocchio ed i suoi occhi si riempiono di lagrime)
Havvi un Dio che in clemenza
volge il guardo all'infelice,
che dei figli l'obbedienza
scrive in cielo e benedice;
il suo braccio salvatore,
madre, invoca al mio favore...
Ah! da morte acerba e fiera
involarmi sol puoi tu...
D'una madre alla preghiera
no, mai chiuso il ciel non fu.
Qual'improvvisa calma
succede alla tempesta
che m'agitava l'alma?
Prova del tuo favor, mia madre è questa.
Benigno il cielo arridere
sembra a' miei caldi voti;
avran alfin un termine
i lunghi miei martir.
Di speme un raggio scendere
dolce nel cor mi sento,
di più soavi immagini
si veste l'avvenir.

SCENA quarta
Chevreuse e detta; poi famigliari.

CHEVREUSE
Partì: brev'ora, ed egli fia lontano
da questa terra.

MARIA
(Ah! smania!)

FAMIGLIARI
Il capitano
degli arcieri.

MARIA
(con manifesto spavento)
(Ah! La morte).

CHEVREUSE
Onde tremar? Già salvo
è Riccardo.
(al famigliare)
S'avanzi.

FAMIGLIARE
La regina
di voi chiese, duchessa.

MARIA
Vado.
(con rapido movimento)

CHEVREUSE
Ah! pria
ti calma.

MARIA
Son tranquilla
Pur... se vuoi ch'io rimanga...

CHEVREUSE
No.

MARIA
(uscendo)
(Vacilla
sotto al mio piede il suol!)

S'incontra in De Fiesque, che li s'inchina: ella risponde
confusamente al saluto, e si allontana con sollecitudine.
Chevreuse la osserva non senza qualche stupore.

SCENA quinta
De Fiesque in divisa militare, alcuni arcieri
che rimangono al di là dell'ingresso, e detta.

FIESQUE
Spera il ministro
che a me svelar dell'accusato conte
l'asil vi piaccia: questo foglio innanzi
(dando la lettera di Chalais a cui è unito il ritratto)
leggete, o duca. La risposta quindi
aspetterò.

Si ritira con gli arcieri.

CHEVREUSE
(dopo aver spiegato il foglio)
Son cifre di Riccardo!
(legge)
Fra poco estinto forse
cadrò per te: l'eterno
silenzio della tomba
covrirà l'amor mio...
Piangi, ma in cor soltanto... Ultimo addio
da me ricevi, e la tua dolce imago
riprendi.
(apre la scatola contenente il ritratto)
Che? Maria... dessa! E Riccardo!...
La scorsa notte!... Oh, rabbia!
No, no... spirto maligno
illuse gli occhi miei! Esser non puote:
(osserva nuovamente il ritratto)
Ah! che? Pur troppo è lei!
(cade annientato su una sedia)
Bella e di sol vestita
mi sorridea la vita!
Amico il ciel m'offria
quanto un mortal desia!
(sorge smanioso)
Ah! fur mentite larve!
Fu sogno che disparve!
Funesto il giorno, e squallido
agli occhi miei si fe'...
per me veleno è l'aura...
È tomba il suol per me.

SCENA sesta
De Fiesque e dette; quindi il famigliare.

FIESQUE
Ebben?

CHEVREUSE
Che mai bramate?

FIESQUE
Duca, nol rammentate?
Una risposta.

CHEVREUSE
Il perfido fuggì... pur troppo... (ed essa
avria seguito?... Orribile
sospetto?..) La duchessa
(suona un campanello comparisce un famigliare)
qui rieda.

FIESQUE
Vana cura. Ell'è fra queste mura.
Uscirne un cenno
mio tolse ad ognuno.

CHEVREUSE
Ah! giubilo!

FIESQUE
Ed ora pur raggiungere
il conte spero!... Addio!

Esce affrettatamente.

CHEVREUSE
(al famigliare)
Vanne... la mia consorte...
Colei qui tragga il piè.
Il famigliare parte.
Voce fatal di morte,
empia, t'appella a me.
Ogni mio bene in te sperai,
per me la luce fosti del dì.
Del cielo stesso io più t'amai!...
Fu giusto il cielo che mi punì.
Ah! d'una lagrima il ciglio mio
asperge ancora vana pietà!...
Sì, ma fra poco di sangue un rio.
A questa lagrima succederà.
Entra nella porta laterale.

SCENA settima
Maria ed il famigliare; quindi Chevreuse.

Maria si avanza con passo incerto e vacillante; il suo
volto è cosparso di estremo pallore; ha gli occhi immobili
e spaventati; ella resta lungamente in silenzio come
istupidita, quindi si scuote, guarda all'intorno ed
esclama.

MARIA
Al supplizio fui tratta.

Chevreuse rientra non visto da Maria, ch'è sul davanti
della SCENA: egli ha un pugnale nella destra e la rabbia
scolta negli occhi; ma osservando lo stato di Maria si
commove a pietà.

CHEVREUSE
Ecco l'infida:
entro il mio cor piantarlo
(lasciando cadere il pugnale sul tavolino)
più lieve a me saria!
Si avanza e fa sedere la moglie a lui daccanto; ad un suo
cenno il servo si ritira. Momenti di silenzio. Maria volge
uno sguardo all'oriuolo.
Come inquieta
misuri il tempo! N'hai ragion: ti aspetta...
(scompiglio di Maria)
la regina.

MARIA
(Ogni sguardo, ogni parola
i miei spaventi accresce!)

CHEVREUSE
O rimaner t'incresce
all'uom dappresso che t'amò... che t'ama
più di oggetto mortal, che in te ripose
cieca fidanza?

MARIA
Duca! (Io tremo)

CHEVREUSE
Il nome
infamar del consorte, il proprio nome!
Orrida, spaventosa
è quest'idea! Pur traviata sposa
ad arrestar non basta...
E quando noto sia l'oltraggio è d'uopo
cancellarlo col sangue...

MARIA
Ah! basta, basta...
(Ahi, qual destin tremendo mi sovrasta)

CHEVREUSE
(frenandosi con ironia)
So per prova il tuo bel core,
la tua fé m'è nota assai:
non ha macchia il tuo candore.
Il mentir che sia non sai
ben potei sicuro e franco
l'onor mio riporre in te.

MARIA
Cessa ormai!... La tua ferita
gronda sangue...

CHEVREUSE
(alzandosi impetuosamente)
Io ne versai
maggior copia... La mia vita
per l'indegno avventurai!...

MARIA
Deh!... ti calma...

CHEVREUSE
Ah!... qual mi rende,
qual mercede il traditore!...
E la sorte lo difende,
lo sottragge al mio furore!...

MARIA
Duca! oh ciel!...

CHEVREUSE
Né a me fia dato
trucidar lo scellerato?...

MARIA
(Tremo!)

CHEVREUSE
Il cor squarciargli a brani
non potrò con queste mani?

Squilla l'oriuolo.

MARIA
(con grido acutissimo, e volgendosi piena di
terrore e con moto volontario all'uscio segreto)
Ah!

CHEVREUSE
Qual grido! Tu volgesti
alla porta i rai? Perché?
Viva speme in cor mi desti!
Forse... il vil?...

MARIA
(cadendo quasi tramortita a suoi piedi)
Pietà... di... me!...

CHEVREUSE
(trascinandola verso l'uscio segreto, e tenendola sempre
afferrata per un braccio)
Sull'uscio tremendo lo sguardo figgiamo:
che alcun lo dischiuda uniti attendiamo.
Spavento mortale, o donna, t'assale!...
È troppa la gioia!... Mi toglie... il respir!

Traendo dalla paura di Maria la certezza del ritorno di
Chalais.

MARIA
T'acqueta... M'ascolta... non cedere all'ira...
Il detto... la prece... sul labbro... mi spira!
Ah! più non avanza alcuna speranza...
Ad ogni momento mi sembra morir.

SCENA ottava
L'uscio schiudesi ad un tratto: comparisce Chalais, i suddetti.

CHEVREUSE
(con espressione di gioia feroce)
Ah! ...

MARIA
Ora colma è la misura!

CHEVREUSE
Che ti guida in queste mura?

CHALAIS
Il poter d'avverso fato,
brama ardente di morir.
(getta la spada)

CHEVREUSE
Ben venisti.

MARIA
(a Chalais; un terribile sguardo di Chevreuse
le tronca la parola)
Sciagurato!...
(Ei mi fece abbrividir)

SCENA nona
Il famigliare e detti.

FAMIGLIARE
Duca, duca... stuol d'arcieri
ha varcato il primo ingresso...

MARIA
Ah!...

CHEVREUSE
Riccardo, i tuoi pensieri
volgi al ciel: l'istante è presso.

CHALAIS
(movendosi per incontrare gli arceri)
Una vita si desia
che m'è grave; io stesso...

CHEVREUSE
(trattenendolo)
È mia
questa vita.
(al famigliare che tosto esce, egli chiude la porta)
Or tu, brev'ora li rattieni.

CHALAIS
(Che farò!)

MARIA
(Non ti schiudi, o terra, ancora?)

CHEVREUSE
(ponendo nelle mani di Chalais una delle due pistole)
Prendi.

CHALAIS
Che?

CHEVREUSE
(accennandogli la porta laterale)
Mi segui!

MARIA
Ah! No!

CHEVREUSE
Vivo non t'è concesso
escir da queste porte...
Vieni, per te di morte
l'ora suonata è già.
Invoca il ciel per esso,
ma sordo il ciel sarà.

CHALAIS
Del tuo furor non temo,
su, tutto in me l'appaga.
Che tardi? Un core impiaga
che speme più non ha.
Un premio un ben supremo
la morte a me sarà.

MARIA
Prima che sia compita
tragedia sì funesta,
m'uccidi se ti resta
un'ombra di pietà.
Lasciarmi ancora in vita
è troppa crudeltà.
Odonsi ripetuti colpi alla porta infondo. Chevreuse,
respingendo Maria, che cerca interporsi, tragge seco
Chalais per l'uscio laterale, e subito lo chiude per entro.
Maria cade su d'una seggiola, priva di sentimento.

SCENA decima
La porta di fondo è abbattuta, irrompono nella sala De
Fiesque ed una compagnia d'arcieri.

FIESQUE
Ove si cela il perfido?

ARCIERI
Sottrarsi ei tenta invano...

S'ode lo scoppio di due pistole. Maria balza in piedi
esterrefatta.

SCENA ultima
Apresi la porta laterale; da cui si mostra Chevreuse le
di cui sembianze sono difformate; ha i capelli ritti sulla
fronte; e l'occhio sfavillante di sanguigna luce.

FIESQUE
Il conte?...

CHEVREUSE
Del carnefice onde evitar la mano, egli
s'uccise.

MARIA
Ah!...

FIESQUE
Veggasi...

Entra seguito da qualche arciere; gli altri restano
presso il limitare; mentre tutti gli sguardi sono fissi a
quella volta, Chevreuse si avvicina a Maria.

CHEVREUSE
La morte a lui!

MARIA
Crudel!

CHEVREUSE
La vita coll'infamia a te,
donna infedel!
Maria cade in ginocchio guardando il cielo, a mani
giunte.

FINE

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