Gioachino Rossini
(1792-1868)
Tancredi
Melodramma eroico in 2 Atti, fu rappresentato a Venezia (Teatro la Fenice) il 6 febbraio del 1813
Personaggi
Argirio (Tenore), Amenaide (Soprano), Tancredi (Contralto), Orbazzano (Basso), Isaura (Soprano), Roggiero (A/T); nobili e cavalieri, scudieri, popolo, saraceni
Atto
Primo
scena
Prima
Galleria nel palazzo d'Argirio.
Cavalieri sparsi per la scena, altri che arrivano introdotti da Scudieri, che restano poi alle porte. Isaura, e varie Damigelle seco: due Scudieri portano due bacili d'argento, su' quali molte sciarpe bianche; i Cavalieri s'abbracciano, slacciano le loro sciarpe, alcune bleu, altre rosse, che distinguevano i vari partiti, cantasi intanto in coro a parti.
[N. 1 - Introduzione]
CORO
Pace ~ onore ~ fede ~ amore
regni ~ splenda ~ ogn'alma accenda ~
spento il rio civil furore
Siracusa esulterà.
ISAURA
Sia tra voi concordia eguale
delle insegne al bel candore:
stringa eterna il vostro core
la più tenera amistà.
(cingendo ai cavalieri le sciarpe bianche)
CORO
Serberà costante il core
la più tenera amistà. ~
atto
Primo
scena
Seconda
Argirio, a mano con Orbazzano, Cavalieri con sciarpa bianca, Scudieri.
ARGIRIO
Se amistà verace, e pura
serberete ognor nel petto;
se di patria il vivo affetto
l'alme vostre accenderà,
sì: felice ~ vincitrice
Siracusa ognor sarà.
ORBAZZANO
Rea discordia invan fra noi
scuoterà la nera face: ~
alla patria in guerra, in pace
giuriam tutti fedeltà.
CORO
Sì, giuriam.
ARGIRIO
Respiro omai.
CORO
Fede, o morte.
ARGIRIO
Or vissi assai:
e contento ~ in tal momento
altri voti il cor non ha.
ORBAZZANO,
Sempre illesa in guerra, in pace
sia la patria libertà.
CORO
[Insieme]
CORO
poi
Di noi tremi il moro audace,
vinto alfin da noi cadrà.
ARGIRIO
Di voi tremi il moro audace,
vinto alfin da voi cadrà.
Recitativo secco
ARGIRIO
Ed ecco, o prodi cavalier, l'eroe,
che alla sublime, e di voi degna impresa
vi guiderà in mia vece ~ ogni contesa
fra gli Orbazzani, e fra gli Argiri omai
cessa in tal dì: pianse la patria assai
nelle nostre discordie; oggi respira,
ché intorno a sé rimira,
da gloria mosso, nel comun periglio,
un sol voto, un sol cor, ogni suo figlio...
ORBAZZANO
Sì: per la patria, per la fede il sangue
verserem tutti nel più fier cimento;
ma contro vile, occulto tradimento
noi chi difenderà?
ARGIRIO
L'antica legge
che all'infamia condanna, ed alla morte
ogni fellon, d'età qualunque, e sesso,
che, empio, mantenga della patria a danno,
commercio reo col saracen tiranno.
ORBAZZANO
(marcato)
E con altro nemico,
di Solamir più da temersi ancora. ~
Avvi fra noi chi onora, esulta al nome
dell'esule Tancredi.
ISAURA
(turbandosi)
(Oh cielo!) E come?
E che può mai la patria
da lui temer?
ORBAZZANO
Qui nato
da un sangue che regnava, discacciato
fin da' prim'anni suoi,
odio, e vendetta ei dée nudrir ver noi.
ARGIRIO
Ver te primier, quando saprà che giusto
a te accordò il senato,
premio del tuo valore, i beni suoi;
e fremerà quando egli udrà te sposo
d'Amenaìde mia.
ISAURA
(Che intendo!)
ORBAZZANO
Ei frema entro Bisanzio, e sia
intanto la tua figlia alla mia fede
dolce, e cara mercede, e stabil pegno
della nostra amistà.
ARGIRIO
(a due scudieri)
Qui Amenaìde. ~
Dopo tante vicende il ciel pietoso
serbar mi volle ad un felice evento.
ISAURA
(Misera amica!)
ORBAZZANO
Sarò alfin contento!
atto
Primo
scena
Terza
Amenaìde, a suo tempo, preceduta da Scudieri, accompagnata da Damigelle.
[N. 2 - Coro e cavatina]
CORO
Più dolci, e placide spirano l'aure
in sì bel giorno:
fra tanta gioia, sembra che s'animi
tutto d'intorno,
or che trionfano concordia, e amor.
(comparisce Amenaìde)
CORO
Vezzosa vergine, il nostro giubilo
con noi dividi:
e della patria a' voti fervidi
lieta sorridi;
compi la speme del genitor.
AMENAÌDE
Come dolce all'alma mia
scende il suon de' vostri accenti!
Come a' vostri, a' tuoi contenti
va esultando questo cor!
(E tu quando tornerai
al tuo ben, mio dolce amor!)
CORO
In tal dì, respira omai,
sì, godrai ~ felicità.
AMENAÌDE
Voglia il ciel che brilli omai
per me pur felicità!
(Se il mio bene ~ a me non viene,
pace il cor sperar non sa.)
Rectativo secco
ARGIRIO
È già decisa, o figlia;
ed obbedendo ai cenni
del genitor, che amico ti consiglia,
della patria che attende questo nodo,
sì necessario al comun ben, felici
renderai tutti in questo dì.
AMENAÌDE
(sorpresa)
Che dici?
ARGIRIO
La tua fé, la tua mano
ad Orbazzan concessi.
AMENAÌDE
(colpita)
Ad Orbazzano!
(fra loro)
AMENAÌDE
Oh Isaura!
ISAURA
(piano e con arte)
Non tradirti.
AMENAÌDE
E il foglio!...
ISAURA
Ver Tancredi
già partito è lo schiavo.
ORBAZZANO
Amenaìde,
d'immenso amore io t'amo. Di mia sorte
superbo oggi mi rende
il tuo gran genitor, che a me concede
la tua man, la tua fede: e fra' mortali
io sarò il più felice
se pari amor da te sperar mi lice.
AMENAÌDE
(Che far? ~ oh me perduta!)
ARGIRIO
Il suo valore,
il sangue, il grado, la fortuna, tutto
degno di te lo rende; ed è la scelta
del paterno amor mio
prova non dubbia.
AMENAÌDE
(Oddio!)
ORBAZZANO
Tu non rispondi?
AMENAÌDE
(incerta)
Signor... io... non credevo... e...
ARGIRIO
Ti confondi?
AMENAÌDE
Ed a ragion. ~ Da tante ree vicende
oppressa fino ad ora, mi sorprende
l'inaspettato cangiamento. ~ Oh padre!
(marcata)
Tu conosci il mio cor.
ARGIRIO
(grave)
So che mia figlia
gli affetti suoi col suo dover consiglia.
AMENAÌDE
Ma...
ORBAZZANO
E dunque?...
ARGIRIO
(deciso)
Amenaìde
a te la destra porgerà.
ORBAZZANO
S'affretti
la sacra pompa...
AMENAÌDE
Al giorno nuovo almeno
vi piaccia differir.
ARGIRIO
(severo)
Figlia?...
ORBAZZANO
E tu vuoi!...
AMENAÌDE
L'alma acchetar, parlarti, o padre!...
ARGIRIO
E poi?
ORBAZZANO
(con qualche fierezza)
Temer forse deggio?...
AMENAÌDE
(marcata)
Compirò, non temete, il dover mio.
atto
Primo
scena
Quarta
Isaura.
ISAURA
Amenaìde sventurata! ~ oh quale
angoscioso per lei giorno fatale!
E come ad Orbazzano
potrà porger la mano ella, che il core
del più violento amore
entro Bisanzio per Tancredi accesa
a lui giurò sua fé! ~ Quale d'affanni,
e di sciagure negro nembo intorno
veggo addensarsi in così infausto giorno!
(parte)
atto
Primo
scena
Quinta
Parco delizioso nel palazzo d'Argirio, di cui si vede magnifica parte:
nel prospetto una fiorita spiaggia d'un seno di mare, che lambe le mura del palazzo. Viali, statue, cancelli ecc.
Approda uno schiffo: ne scende Roggiero, che esplora, e poi Tancredi,
quattro Scudieri portano le insegne di Tancredi, la lancia, lo scudo,
su cui si vedono scritte le parole «FEDE», «ONORE».
Gli Scudieri restano in disparte.
[N. 3 - Recitativo e cavatina]
TANCREDI
Oh patria! ~ dolce e ingrata patria! alfine
a te ritorno! ~ Io ti saluto, o cara
terra degli avi miei: ti bacio. ~ E' questo
per me giorno sereno:
comincia il cor a respirarmi in seno. ~
Amenaìde! o mio pensiero soave,
solo de' miei sospir, de' voti miei
celeste oggetto, io venni alfine: io voglio,
sfidando il mio destino, qualunque sia,
meritarti, o morir, anima mia.
TANCREDI
Tu che accendi questo core,
tu che desti il valor mio,
alma gloria, dolce amore,
secondate il bel desio,
cada un empio traditore,
coronate la mia fé.
Di tanti palpiti,
di tante pene,
da te mio bene,
spero mercé,
mi rivedrai...
ti rivedrò...
ne' tuoi bei rai
mi pascerò.
Deliri ~ sospiri...
accenti ~ contenti!...
sarà felice ~ il cor me 'l dice,
il mio destino ~ vicino a te.
Recitativo secco
TANCREDI
D'Amenaìde ecco il soggiorno. ~
(a Roggiero)
Or vanne,
fido Roggiero, di lei cerca, e dille,
che uno straniero cavalier desia
occultamente favellarle. ~ Esplora
i moti suoi!... se mai speranza in lei
del mio venir... se mai di me ti chiede...
ROGGIERO
Deggio svelar!...
TANCREDI
No, no. ~ Tutto voglio
il giubilo goder di sua sorpresa:
fra' quei viali ascoso
t'attenderò. ~ Va', t'affretta, ritorna,
e consola quest'anima ansiosa.
ROGGIERO
Lo possa io pur! ~ Sulla mia fé riposa.
(parte pe 'l palazzo)
atto
Primo
scena
Sesta
Tancredi, gli Scudieri.
TANCREDI
(agli scudieri)
E voi, nella gran piazza
le sconosciute insegne mie recate,
e l'armi formidabili: annunziate
che un ignoto guerrier s'offre compagno
di Siracusa ai difensor.
(partono)
TANCREDI
Ma quanto
tarda Roggier!... arde il mio core intanto:
io stesso;
(s'incammina, e si ferma)
gente qui s'avanza.
atto
Primo
scena
Settima
Argirio, Amenaìde, Scudieri d'Argirio; Tancredi, che tratto tratto
comparirà guardingo.
ARGIRIO
(a' scudieri)
Andate,
al gran tempio invitate
gli amici, i cavalier pe 'l sacro rito:
fia nel meriggio compito.
(partono)
TANCREDI
Amenaìde!... è dessa.
(ravvisandola e si ritira)
AMENAÌDE
Oh padre!
ARGIRIO
Taci:
vano è il dire, il pregar.
AMENAÌDE
Al nuovo giorno
promesso avevi pur!...
ARGIRIO
Nuovi perigli
esigono da noi nuovi consigli. ~
L'altero Solamir, quel moro audace,
che di non chiesta pace in pegno un giorno
tua destra domandò, stringe d'intorno
con nuove forze la città: ~ Tancredi
giunto è in Messina.
AMENAÌDE
(con emozione)
(Oddio!
come lo sa. Tancredi!...)
TANCREDI
(Il nome mio!)
(si ritira affatto)
AMENAÌDE
(agitata)
E forse ch'egli viene...
ARGIRIO
Da vendetta guidato a queste arene.
AMENAÌDE
Tancredi!...
ARGIRIO
Ma non osi,
pe' suoi disegni ascosi, il piè ribelle
fra noi portar: vi troverà la morte.
[N. 4 - Recitativo accompagnato]
AMENAÌDE
(colpita)
La morte?
ARGIRIO
Della patria ogni nemico
danna a morte il senato. ~ Al nuovo giorno
si dée pugnar: ed Orbazzan dall'ara,
ove il nodo bramato or si prepara,
al campo volerà ~ dal suo valore
tutto attende la patria; un fido amore
ei da te spera: ~ e trovar spero anch'io
mia figlia in te... non più: m'intendi; addio.
Aria
ARGIRIO
Pensa che sei mia figlia,
il dover tuo rammenta:
e d'irritar paventa
la patria, e il genitor.
Serba all'amato sposo
i dolci affetti tuoi:
per te dal campo a noi
ritorni vincitor.
Se poi... ma il dubbio è vano:
quel cor... tremar dovrai...
Ma tu seguir saprai
la voce dell'onor.
E d'irritar paventa
la patria, il genitor.
(parte)
atto
Primo
scena
Ottava
Amenaìde, indi Tancredi.
Recitativo secco
AMENAÌDE
Che feci! ~ Incauta! ed or che far? ~ se mai
quel foglio che inviai
per lo schiavo a Tancredi?...
quale periglio!...
TANCREDI
(avanzando)
È sola.
AMENAÌDE
Oh cielo! ~ tu lo salva, tu l'invola
de' suoi nemici all'ira. ~ Io ti pregavo
pe 'l suo ritorno; adesso,
che patria ingrata al suo venir l'uccide,
da me tu l'allontana.
TANCREDI
(vicino)
Amenaìde!
AMENAÌDE
(colpita)
Ah! ~ che veggo? ~ Tancre...
TANCREDI
Sì, il tuo Tancredi...
AMENAÌDE
(come atterrita)
Taci, deh taci: ~ misero! ~ a che vieni?
In questo infausto asilo ~ di' che vuoi!...
TANCREDI
(sorpreso)
Che voglio! ~ e a me tu domandar lo puoi! ~
Amenaìde, o morte.
[N. 5 - Recitativo e duetto]
AMENAÌDE
Oh qual scegliesti
terribil ora? ~ sventurato! e dove
fier destino ti guida?
TANCREDI
Qual terrore?
AMENAÌDE
È troppo giusto. ~ I vili tuoi nemici...
TANCREDI
(deciso)
Li sfido...
AMENAÌDE
Fuggi... salvati.
TANCREDI
Che dici?...
AMENAÌDE
Trema...
TANCREDI
(fiero)
Tremar Tancredi?
AMENAÌDE
Oddio!... che questo nome!...
TANCREDI
Un dì t'era pur caro!
AMENAÌDE
(mesta)
Ah! que' tempi cangiaro!
TANCREDI
(subito, e vivamente)
Anche il tuo core!...
AMENAÌDE
Compiangilo: ~ non sai! ~
Giorno è questo d'orror...
TANCREDI
Fremer mi fai...
AMENAÌDE
(con passione e terrore)
L'aura che intorno spiri,
aura è feral di morte: ~
fuggi terribil sorte,
t'invola ai traditor.
TANCREDI
(con sicurezza e tenerissimo)
Dimmi che a te son caro,
che a me sarai fedele:
contro il destin crudele
trionferà l'amor.
AMENAÌDE
(agitata)
Ma il padre... e il dover mio!...
TANCREDI
(turbandosi)
E che! ~ ti spiega.
AMENAÌDE
Oddio! ~
TANCREDI
(con tenerezza)
Pe 'l nostro dolce affetto...
AMENAÌDE
(vorrebbe parlare)
Ah! Ti trafiggo il cor...
[Insieme]
TANCREDI
Quale per me funesto...
tremendo arcano è questo! ~
E dovrò sempre vivere
nel pianto e nel dolor!
AMENAÌDE
Quale per me funesto...
tremendo giorno è questo! ~
E dovrò sempre vivere
nel pianto e nel dolor!
TANCREDI
(risoluto)
Parla omai.
AMENAÌDE
(con visibile sforzo)
Mi lascia, e parti. ~
TANCREDI
E dovrei così lasciarti!
AMENAÌDE
(con tutta forza ed espressione)
Serba i cari giorni tuoi:
t'allontana... e non mi odiar.
TANCREDI
Serba a me gli affetti tuoi:
io lasciarti?... pria spirar.
[Insieme]
TANCREDI
Questo è dunque il lieto istante
che vicino a te sperai? ~
Parla omai ~ penar mi fai. ~
Quando, oh ciel, quest'alma amante ~
pace alfin potrà sperar?...
AMENAÌDE
Questo è dunque il lieto istante
che vicino a lui sperai? ~
Parti omai ~ tremar mi fai. ~
Quando, oh ciel, quest'alma amante ~
pace alfin potrà sperar?...
(partono)
atto
Primo
scena
Nona
Roggiero.
Recitativo secco
ROGGIERO
Che intesi! oh tradimento! ~
Infelice Tancredi! ~ io mi figuro
la sua pena, il furor: ~ egli sicuro
vivea del cor d'Amenaìde, e intanto
Orbazzano gl'invola e ben, e sposa,
la patria a morte lo condanna. ~ Ah, lunge
da questi ingrati lidi
a respirar, se lo potrà, si guidi.
(parte)
atto
Primo
scena
Decima
Luogo pubblico, in vicinanza alle mura, che corrisponde a piazzale
di magnifico gotico tempio; monumenti antichi.
Popolo che accorre alla festa nuziale. Nobili che s'uniscono, Damigelle.
[N. 6 - Coro]
CORO DI NOBILI
Amori ~ scendete,
soavi, sinceri:
due cori ~ stringete
con nodo costante
di pace, di fé.
Marcia di Guerrieri, e Cavalieri, che sfilano, e si dispongono
poi nel prospetto.
CORO DI GUERRIERI
Alla gloria, al trionfo, agli allori,
avvampante di bellici ardori,
là sul campo Orbazzano ci guidi,
degli infidi ~ nemici terror.
CORO GENERALE
Eppoi vincitore,
felice riposi
su i mirti amorosi:
fra dolci diletti,
fra teneri affetti,
respiri il suo cor.
atto
Primo
scena
Undicesima
Tancredi che avrà udita parte del coro, fremente, desolato; Roggiero, che lo segue.
Recitativo secco
TANCREDI
Oh canti! ~ oh voti! ~ oh festa
d'angoscia, di rossor, di rabbia a questa
lacerata alma mia! ~
(con trasporto)
Iniqui! no, non compirassi, e pria...
ROGGIERO
Che fai, signor? ti frena:
fra nemici qui sei: ~ pensa che pena
corri di morte, se scoperto.
TANCREDI
Ancora
compito un lustro io non avevo allora,
ch'esule il padre mio seco mi trasse
da questa infame terra, il quinto or volge,
chi scoprir mi potrebbe?
ROGGIERO
Il tuo gran core
e que' trasporti tuoi...
TANCREDI
(fremente)
Del suo terrore,
di sue smanie segrete ecco l'oggetto!
L'opprimeva l'aspetto
dell'amante tradito.
ROGGIERO
Ebbene, oblia,
fuggi, sprezza l'infida.
TANCREDI
Invendicato! ~
E il perfido Orbazzano! ~ il fier nemico
di mia famiglia, or mio rival! ~ vendetta,
terribile vendetta.
ROGGIERO
Vieni: appressa
la nuzial pompa.
(cerca di trarlo altrove)
TANCREDI
(osservando)
Ed ella, ed ella istessa?
Spergiura!
(Roggiero lo guida a forza verso il fondo)
atto
Primo
scena
Dodicesima
Scudieri, che precedono; Paggi, Damigelle, Nobili, Cavalieri.
In mezzo a questi Argirio, Amenaìde, Isaura, Tancredi, Roggiero (in disparte).
ARGIRIO
Amici, cavalieri, al tempio; ~
sacro nodo solenne ivi assicuri,
d'amor, di fé tra i venerandi giuri,
concordia eterna a Siracusa, e assodi
la patria libertade, or che sì prodi
campion per lei vanno a pugnar.
ROGGIERO
(cercando di trattenere Tancredi)
Ti perdi...
TANCREDI
Eh! lasciami.
TANCREDI
(si presenta ad Argirio)
Concedi,
tu che primier nel gran senato siedi,
che di sì illustri cavalier sull'orme,
di Siracusa alla difesa anch'io
possa pugnar guerriero ignoto.
AMENAÌDE
(ravvisandolo)
Oddio!
Eccolo, Isaura!
ISAURA
Incauto!
AMENAÌDE
Ora è deciso
il mio destin.
ARGIRIO
La generosa offerta
accetto, o cavalier: ~ di fede or segno
dammi la destra, e questo amplesso è il pegno
di mia fiducia in te.
TANCREDI
Fede, ed onore
io porto per divisa, impressi ho in core,
(marcato e dando fiera occhiata ad Amenaìde)
e so morir pria di mancarvi.
AMENAÌDE
Oh accenti!
L'intendi, Isaura; egli infedel mi crede!
ISAURA
Non ti riman più tempo omai.
ARGIRIO
Né riede
Orbazzano per anco? e che può mai
tanto arrestarlo al nostro campo?
TANCREDI
(amaramente ad Amenaìde)
E vai
tu dunque ad Orbazzano
a giurar fede, e amor!
(vicino e piano, ma fiero)
Perfida!
ARGIRIO
È questa
l'ora felice: andiamo.
(prende per mano Amenaìde)
AMENAÌDE
(Ardir.) T'arresta. ~
Perdono, o padre, ma in quel tempio... all'ara
tu mi guidi di morte. ~ Ah se t'è cara
ancor la figlia tua, cessa, deh cessa
di volerla infelice.
ARGIRIO
(sorpreso)
E che? oseresti?...
TANCREDI
(Sperar ancor potrei!)
AMENAÌDE
Tu a me scegliesti
sposo che amar non posso,
(marcato sguardo espressivo a Tancredi)
ed io spergiura
mai diverrò.
TANCREDI
(con gioia)
(Fia ver!)
ARGIRIO
(fiero)
Quale trasporto!
Deliri tu? ~ Vieni: resisti invano.
AMENAÌDE
Oh padre! ~ cavalieri, d'Orbazzano,
di morte a costo, io non sarò giammai.
atto
Primo
scena
Tredicesima
Orbazzano che viene dal fondo e l'udì, avanza fiero, e con tutto furore.
ORBAZZANO
E morte infame, o traditrice, avrai.
Sorpresa generale.
[N. 7 - Recitativo istrumentale]
TANCREDI
Da chi? ~ perché...
AMENAÌDE
Orbazzan!
ARGIRIO
Gran dio!...
ISAURA
Che avvenne?
ORBAZZANO
(mostrando un foglio)
Il suo infernal delitto,
qui, di sua mano è scritto: ~ il vile oggetto
del suo nascoso, ed esecrando affetto,
all'empio Solamir, nel proprio campo,
un di lei fido schiavo or lo recava;
da' miei sorpreso ebbe la morte. Leggi,
misero padre, e reggi ~
a tanto orror, se puoi.
(gli porge il foglio)
ARGIRIO
Mia figlia! ~ Io tremo.
AMENAÌDE
(Ah son perduta!)
TANCREDI
(A Solamiro! ~ Io fremo!)
ARGIRIO
(legge)
«T'affretta: in Siracusa atteso sei;
gloria ed amor t'invitano. Trionfa
degli inimici tuoi:
vieni a regnar su questo cor, su noi.»
(sorpresa, fremito, affanno, sdegno, relativo a' personaggi: quadro)
Finale I
[Insieme]
ORBAZZANO
Ciel che intesi! oh tradimento!
Infedele! quale orrore!
Di furore ingombro il core
freme in sen, più fren non ha.
AMENAÌDE
(Ciel, che feci!, fier cimento!
Me infelice! ~ Quale orrore!
Di terrore ho ingombro il core:
ah di me che mai sarà!)
ARGIRIO
Ciel che lessi! oh tradimento!
Figlia indegna! quale orrore!
Di furore ingombro il core
freme in sen, più fren non ha.
ISAURA, TANCREDI, ROGGIERO
Ciel che fece! oh tradimento!
Infedele! quale orrore!
Di terrore ingombro il core
geme in sen, più fren non ha.
AMENAÌDE
Padre amato...
ARGIRIO
Ed osi ancora
di fissar su me le ciglia!...
Una rea non è mia figlia,
non ti son più genitor.
AMENAÌDE
(a Tancredi)
Deh! tu almen...
TANCREDI
La fé, l'onore
tu così tradir potesti!
Va': nel seno orror mi desti;
mori, indegna, di rossor.
AMENAÌDE
(ad Orbazzano)
Empio, esulta...
ORBAZZANO
E tanto altera
in tua colpa ancor sarai? ~
Ma tremare alfin dovrai
là di morte fra l'orror.
AMENAÌDE
Quanto fiero è il mio destino!
Quanto barbari voi siete!
Tutti rea mi credete,
e innocente è questo cor.
[Insieme]
AMENAÌDE
Ah, se giusto, o ciel, tu sei,
mi difenda il tuo furor.
ARGIRIO, ORBAZZANO, TANCREDI
Gli infelici affetti miei
a chi mai serbai finor!
[Insieme]
CORO
Vendetta! Rigore,
il core v'accenda:
tremenda discenda,
non s'oda pietà.
CORO
Vendetta! Rigore,
il core n'accenda:
tremenda discenda,
non s'oda pietà.
AMENAÌDE
(con espressione)
Tutti m'odiate?...
M'abbandonate!
Pietà nemmeno
sperar potrò?
CORO
No.
AMENAÌDE
Ah padre...
ARGIRIO
T'invola!
AMENAÌDE
(a Tancredi)
Saprai...
TANCREDI
Seppi assai.
AMENAÌDE
(ad Orbazzano)
Tiranno!
ORBAZZANO
Morrai!
AMENAÌDE
(ad Isaura)
Amica!
ISAURA
Fedele,
d'un fato crudele
fra l'aspre vicende,
ognor ti sarò.
(parte)
ORBAZZANO,
S'arresti.
CORO
AMENAÌDE
Venite.
ORBAZZANO,
Punirla.
CORO
AMENAÌDE
Ferite.
Qual vissi, innocente
morire saprò.
AMENAÌDE, TANCREDI
(con tutta espressione)
Chi duol sì orribile
provò sinora? ~
Come quest'anima
chi mai penò?
[Insieme]
ORBAZZANO
Padre più misero
vedeste ancora? ~
Figlia sì perfida
salvar si può?
ARGIRIO
Padre più misero
vedeste ancora? ~
Figlia sì misera
amar si può?
CORO
No.
TUTTI
Quale infausto orrendo giorno
di sciagure, e di terrore! ~
Cupa voce suona intorno...
Suon di morte gela il core...
Fremo... smanio... avvampo... tremo...
Ah qual fin tal giorno avrà?
(quadro relativo)
Atto Secondo
atto
Secondo
scena
Prima
Galleria nel castello d'Argirio. Tavolino, sedia ricca.
Isaura dolentissima. Orbazzano fremente. Cavalieri in vari gruppi,
di dolore, e di sdegno.
Recitativo secco
ORBAZZANO
Vedesti?
ISAURA
Vidi.
ORBAZZANO
Udisti?
ISAURA
Udii.
ORBAZZANO
L'indegna!
E amante, e sposo, e difensor mi sdegna! ~
Oh! tremi. Col disprezzo
vendicherò l'oltraggio, e coll'oblio. ~
Prendeva il braccio mio la sua difesa,
in lei serbando la mia gloria offesa:
l'amavo ancora. ~ Or trovi in me l'ingrata
solo un tremendo accusatore, il forte
sostenitor dell'aspra legge.
ISAURA
E a morte
la guiderai tu stesso! ~ è già fissato
il suo destin?
ORBAZZANO
La condannò il senato:
ecco il decreto; il nome
sol d'Argirio vi manca.
ISAURA
Argirio istesso,
il proprio padre!...
atto
Secondo
scena
Seconda
Argirio e detti.
ARGIRIO
Io padre più non sono:
al suo giusto supplizio io l'abbandono.
ISAURA
Tua figlia? e lo potresti! ~
ARGIRIO
Al colmo è giunta
la sua perfidia. ~ È sacro
de' prodi cavalier dritto, e costume,
il prendere tenzone
per condannata donna: del campione
nell'ardir, nel valore tutto pende
il giudizio del cielo, che a lei rende,
opra del fortunato vincitore,
e la vita, e l'onore ~ ella ricusa,
a prezzo di sua mano,
il brando d'Orbazzano. ~ E perché mai?...
per chi? ~
ORBAZZANO
Taci: arrossir, fremer mi fai. ~
E la sua pena è ritardata ancora?
La morte segna della rea.
(presenta il foglio ad Argirio)
ARGIRIO
Sì, mora! ~
(lo riceve, va al tavolino per firmarlo)
Mora?...
(arrestandosi)
ISAURA
(marcata e con forza)
È tua figlia!
[N. 8 - Recitativo e aria]
ARGIRIO
(colpito)
Oddio! ~ Crudel! ~ qual nome
caro e fatal or mi rammenti! ~ e come
tutto mi scosse il petto!...
Eh! non s'ascolti un vil debole affetto!
Sì ~ a qual voce flebile, e severa
dal profondo del cor, ferma (mi dice)
è tua figlia che danni... oh! me infelice!
ARGIRIO
Ah! segnar invano io tento
la sua cruda sorte estrema.
La mia man s'arresta e trema,
di terror si gela il cor:
sì, ti sento ~ il fier cimento
gemi in sen, paterno amor.
ISAURA,
Odi natura che ti consiglia,
e per la figlia, chiede pietà.
PARTE DEL CORO
ORBAZZANO,
Servi alla patria: cedi alla legge,
chi il fren ne regge figli non ha.
PARTE DEL CORO
ARGIRIO
(risoluto)
Sì, virtù trionfi omai:
paga, o patria, al fin sarai ~
(va al tavolino e firma il foglio)
peran tutti della patria
co' la figlia i traditor.
CORO
Trova ognora in te la patria
il suo padre, il suo splendor.
ARGIRIO
Ma, la figlia!... oddio!... frattanto...
va alla morte ~ oh quale orror!...
Perdonate questo pianto
a un oppresso genitor.
CORO
Di virtù, di gloria il vanto
sia compenso al tuo dolor.
(parte Argirio col coro)
atto
Secondo
scena
Terza
Isaura, Orbazzano.
Recitativo secco
ISAURA
Trionfa, esulta, barbaro! ~
A pascer corri l'avido tuo sguardo
sulla vittima tua.- Pago non eri
d'odiarla tu, volesti il tuo furore
fin nel padre versar. ~ Va', desti orrore.
ORBAZZANO
Orror destino i perfidi suoi pari,
chi li compiange è forse
(marcato)
complice vil... ma tremi: il giorno è questo
che a tutti i traditor sarà funesto.
(parte)
ISAURA
Esser lo possa per te sol, che a tutti
questo giorno rendesti infausto e nero.
Ma in ciel v'è un nume, e in lui, s'è giusto, io spero.
[N. 9 - Aria]
ISAURA
Tu che i miseri conforti,
cara, amabile speranza,
deh, tu porgi a lei costanza,
nel suo barbaro dolor.
Un raggio sereno
di placida calma,
ah brilli in quel seno,
consoli quell'alma,
fra dolci diletti
respiri il suo cor
(parte)
atto
Secondo
scena
Quarta
Carceri.
Custodi fra i cancelli. Amenaìde, incatenata.
[N. 10 - Scena e cavatina]
AMENAÌDE
Di mia vita infelice
eccomi dunque al fin!... moro, Tancredi,
io per te moro, e tu infedel mi credi!
Di mie sciagure, di mie pene è questa
la più amara e funesta; ~ il padre, oddio! ~
povero padre mio! ~ perfida figlia!...
mi chiamavi, piangendo: ah! rea non sono. ~
Ma pur de' rei questo è il feral soggiorno,
e della colpa, e dell'infamia intorno
tutto spira l'orror. ~ Di ceppi avvinta,
circondata da mostri... orribil morte...
e agli innocenti serbi, oh ciel, tal sorte! ~
AMENAÌDE
No, che il morir non è
sì barbaro per me,
se moro per amor,
se moro pe 'l mio ben. ~
Un dì conoscerà
la fé di questo cor:
forse pentito allor,
col pianto verserà
qualche sospir dal sen.
(s'abbandona su d'un sasso)
atto
Secondo
scena
Quinta
Orbazzano, Guardie, Cavalieri, Argirio e detta.
Recitativo secco
ORBAZZANO
Di già l'ora è trascorsa: il popol freme,
la sua vittima chiede ad alte grida.
AMENAÌDE
Eccola: a te, la guida ~ andiam... che veggo!...
tu qui, o padre? a che vieni?
ARGIRIO
Ad abbracciarti,
a seguirti alla tomba: ~ in sen di padre
si tenta invan soffocar natura;
essa trionfa, e della morte in faccia,
pe' figli rei perdono
essa ci strappa.
AMENAÌDE
Ma innocente io sono.
ORBAZZANO
Scellerata! ~ e innocente ancor ti vanti?
E il foglio da te scritto, e la tua patria
che volevi tradir? L'iniquo amore
per un vil traditor!
AMENAÌDE
Rispetta, indegno,
chi può farti tremar: il mio disegno
era salvar la patria; ~ l'amor mio
colpevole non è.
ORBAZZANO
(a' cavalieri)
L'udiste?
ARGIRIO
Oddio!
Non v'è più speme?
ORBAZZANO
Della rea non avvi
più cavalier che la difesa imprenda,
e meco osi pugnar. ~ Colei guidate
al suo destin. ~
(le guardie s'avanzano)
AMENAÌDE
(Nol vedrò più!)
atto
Secondo
scena
Sesta
Tancredi da' cancelli, e detti.
TANCREDI
Fermate! ~
Io l'accusata donna
difendo, o cavalieri. ~
(ad Orbazzano)
Or tu, superbo
usurpator de' beni altrui, tiranno
entro libera terra, ecco, se hai core,
l'usato pegno accetta
della mia sfida, e della mia vendetta.
(gli getta un guanto a' piedi)
AMENAÌDE
(È desso! o sogno è il mio!)
ARGIRIO
Quale soccorso! ~
ORBAZZANO
E chi sei tu? ~
TANCREDI
L'emulo tuo son io,
il difensor di questa donna.
ORBAZZANO
E quale
il tuo grado, il tuo nome?
(ironico)
Il liscio scudo
le tue glorie nasconde.
TANCREDI
Le saprai,
conoscerai chi son quando cadrai.
ORBAZZANO
(raccogliendo il guanto)
Audace! ~ io domerò l'orgoglio insano. ~
Aprasi lo steccato.
(alcuni cavalieri partono)
ORBAZZANO
Della rea
sciolgansi le catene.
(le guardie eseguiscono)
AMENAÌDE
(a Tancredi)
Va': trionfa,
sarà tua la vittoria, o mio... guerriero;
l'innocenza difendi...
TANCREDI
(Ah! non è vero.)
ORBAZZANO
(alle guardie)
Da voi sia custodita: ~ breve istante
alla vendetta si frappon, ché breve
fia la tenzon; tremendo
pugnerà il braccio mio!...
(a Tancredi)
Vieni a perir.
(parte)
atto
Secondo
scena
Settima
[Assente nell'originale. Presumibilmente Amenaìde viene portata via dalle Guardie.]
atto
Secondo
scena
Ottava
Tancredi, Argirio.
(abbracciandosi)
TANCREDI
Vengo a punirti... addio.
[N. 11 - Recitativo e duetto]
TANCREDI
M'abbraccia Argirio. ~
ARGIRIO
(con emozione)
Oh sì! pace contento
sparir per sempre dal mio cor. ~ Pur sento
che a dolci amplessi il mio penar vien meno.
TANCREDI
Se tu sapessi chi ti stringi al seno!
ARGIRIO
Ah se de' mali miei
tanta hai pietà nel cor,
palesa almen chi sei,
conforta il mio dolor.
TANCREDI
Nemico il ciel provai
fin da primi anni ognor:
chi sono un dì saprai...
ma non odiarmi allor.
ARGIRIO
Odiarti!...
TANCREDI
(tristissimo)
Ah, son sì misero!
ARGIRIO
E la mia figlia?...
TANCREDI
Oh perfida! ~
ARGIRIO
(subito)
Ma pugnerai per lei?...
TANCREDI
(marcato)
Sì. Morte affronterò.
[Insieme]
TANCREDI
L'ingrata odiar vorrei,
odiarla, oh ciel! non so.
ARGIRIO
L'indegna odiar dovrei,
odiarla, oh ciel! non so.
Trombe di dentro.
[Insieme]
TANCREDI
Ecco le trombe:
al campo, ~ al campo;
di gloria avvampo,
e di furor.
Il vivo lampo
di questa spada
splenda terribile
sul traditor.
Se il ciel mi guida,
fausto mi arrida:
renda invincibile
il mio valor.
ARGIRIO
Ecco le trombe:
al campo, ~ al campo;
di gloria avvampo,
e di furor.
Il vivo lampo
di quella spada
splenda terribile
sul traditor.
Se il ciel ti guida,
fausto ti arrida:
renda invincibile
il tuo valor.
(partono)
atto
Secondo
scena
Nona
Isaura, indi Amenaìde.
Recitativo secco
ISAURA
(di dentro)
Ov'è?... dov'è? lasciatemi ~ amica
(esce)
la cara amica io veder voglio. ~ In questi
momenti estremi...
AMENAÌDE
(escendo)
Isaura! ~ ah! lo vedesti?
Ei, mio campione...
ISAURA
Ei che infedel ti crede?
AMENAÌDE
Ingrato! ~ ei conoscea
d'Amenaìde il cor, ei non dovea
di me temer, no, mai.
ISAURA
Foglio fatale! ~
Ma tuo guerrier ei pugna intanto!
AMENAÌDE
E quale
fia il destin di tal pugna! ~
(verso Argirio che comparisce)
Ah! che ne sai,
favella, o padre.
atto
Secondo
scena
Decima
Argirio e detti. Coro a suo tempo.
ARGIRIO
Il tuo campion guidai
al chiuso vallo. E già Orbazzan feroce
attendea il suo rivale, e pari in questo
era lo sdegno, e la possanza: immenso
accorso v'era il popolo; ~ le trombe
diero il segnale; s'avventar gli eroi;
io volsi i lumi, e i passi: avrei tremato
ad ogni colpo d'Orbazzan.
[N. 12 - Recitativo e aria]
AMENAÌDE
(con fervore)
Gran dio!
Deh, tu proteggi il mio...
prode campion, guida il suo braccio. ~ Il velo
squarcia di vil calunnia, oppresso cada
l'iniquo accusator... no, non piangete:
trionfar mi vedrete. ~ Erro di morte
in riva ancor; ma non per me pavento;
ciel! tu sai per chi tremo in tal momento.
AMENAÌDE
Giusto dio che umile adoro,
tu che leggi nel cuor mio,
tu lo sai se rea son io,
per chi imploro ~ il tuo favor.
Vincitore a me se n' rieda,
me innocente, e fida ei creda,
poi si mora...
(colpo lontano. Musica giuliva in lontananza, che viene avanzandosi)
AMENAÌDE
Qual fragore!
Il mio fato è già deciso.
CORO
(lontano)
L'eroe viva!
AMENAÌDE
(agitatissima)
Ah! chi è l'ucciso?
CORO
(più vicino)
Viva il prode vincitore!...
AMENAÌDE
(come sopra)
Che sperar, temer deggio?...
Come in sen mi balza il cor!
CORO
(uscendo)
Donna, esulta.
AMENAÌDE
(con tutta ansietà)
Il mio campione!...
CORO
Trionfò.
AMENAÌDE
Orbazzano?
CORO
Estinto.
Dell'eroe che per te ha vinto
vien la gloria a coronar.
AMENAÌDE
Egli?... oh padre!... amici!... oddio!...
Il cor mio!... qui non vedete ~
E l'eccesso non potete
di mia gioia imaginar.
CORO
Torni il core in tal momento
di contento ~ a palpitar.
AMENAÌDE
(Ah! d'amore in tal momento
sol lo sento ~ palpitar.)
(parte con tutti)
atto
Secondo
scena
Undicesima
Isaura.
Recitativo secco
ISAURA
Quante vicende mai
capricciosa fortuna
funeste e liete in un sol giorno aduna!
atto
Secondo
scena
Dodicesima
Gran piazza di Siracusa.
Popolo accorso. Nobili disposti. Marcia: Soldati, Scudieri,
Cavalieri che precedono il carro trionfale su cui comparisce
Tancredi. L'armatura d'Orbazzano n'è trofeo.
Gli scudieri di Tancredi portano ai lati del carro le di lui
insegne. Roggiero co' lo scudo.
[N. 13 - Coro]
CORO
Plaudite, o popoli
al vincitore.
I canti esaltino
il suo valore:
l'eroe si celebri
di nostra età.
TANCREDI
Dolce è di gloria
l'accento ognor:
della vittoria
caro è l'onor...
Ma un cor ch'è misero
calmar non sa.
CORO
Superbo, ed ilare
gloria ti renda:
al cor ti scenda
felicità.
TANCREDI
Ah! ~ per quest'anima
pace non v'ha.
Recitativo secco
TANCREDI
Le insegne mie raccogli,
fido Roggier;
(a' suoi scudieri)
e voi mi precedete.
(i cavalieri lo circondano, come volendo trattenerlo)
TANCREDI
Invano, o cavalier, mi trattenete.
Noto un giorno vi sia che non indegno
ero del vostro amor.
(montato)
Caro, a me sacro
è questo suolo... ma un destin crudele,
implacabile ognor mi guida altrove,
di qua mi scaccia... andiam, Roggier.
ROGGIERO
Ma dove?
TANCREDI
Lunge a perir da questa
infausta terra.
ROGGIERO
Almen...
TANCREDI
Vieni.
(avviandosi in questo)
atto
Secondo
scena
Tredicesima
Amenaìde e detti.
AMENAÌDE
T'arresta.
[N. 14 - Recitativo e duetto]
TANCREDI
(Fier incontro!)
(grave)
E che vuoi?
AMENAÌDE
Tu a me la vita
generoso serbasti,
(con significato)
ma quel tuo cor?...
TANCREDI
(grave)
Salva ora sei. Ti basti. ~
Vivi dunque felice... se lo puoi,
infra i rimorsi tuoi. Vanne.
AMENAÌDE
Crudele,
tu mi credi infedele?...
TANCREDI
Io?... ti difesi.
AMENAÌDE
(con trasporto)
Ah no, credi, o mio Tanc...
TANCREDI
Fermati. ~ In campo
(sguardo fiero, segnando chi l'ascolta)
per te morte sfidai:
brami adesso la mia! crudel, l'avrai.
TANCREDI
Lasciami: ~ non t'ascolto;
sedurmi invan tu speri
quei sguardi lusinghieri
serba al novello amor.
AMENAÌDE
Odimi ~ e poi m'uccidi:
sì, che innocente io sono;
riprenditi il tuo dono,
se rea mi credi ancor.
[Insieme]
TANCREDI
Ah! come mai quell'anima
cangiò per me d'affetto! ~
Per chi sospiri in petto,
o debole mio cor?
AMENAÌDE
Ah! che fedel quest'anima
serbò il giurato affetto...
Fosti tu sol l'oggetto
del tenero mio cor.
AMENAÌDE
(tenerissima)
Dunque?
TANCREDI
(risoluto)
Addio. ~
AMENAÌDE
(come sopra)
Lasciar mi puoi? ~
TANCREDI
(con amarezza)
Che più vuoi?...
AMENAÌDE
(come sopra)
Gli affetti tuoi. ~
TANCREDI
(fiero)
Osi ancor?
AMENAÌDE
(con energia)
Seguirti.
TANCREDI
(con trasporto)
Trema.
AMENAÌDE
(gli offre il petto)
E qui sfoga il tuo furor.
AMENAÌDE, TANCREDI
Ah sì mora, e cessi omai
l'atro orror de' mali miei. ~
Sì, tu sol, crudel, tu sei
la cagion del mio dolor.
(partono: Roggiero vuol seguir Tancredi che d'un cenno lo vieta)
atto
Secondo
scena
Quattordicesima
Roggiero, indi Isaura.
Recitativo secco
ROGGIERO
Infelice Tancredi! ~ ah no! non fia
che, ad onta del suo cenno, io l'abbandoni
sì desolato, in preda del suo fiero
troppo giusto dolor.
ISAURA
Dove, Roggiero?
ROGGIERO
Dove il dovere, e l'amistà mi guida.
Paga sarà l'infida
Amenaìde. ~ il mio signor tradito
morrà per lei, per lei che generoso
pur tolse a morte.
ISAURA
Non lasciarlo in questi
di sua disperazion forse funesti
orribili trasporti ~ lo consola:
Amenaìde gli è fedele. Io sola
a parte son del tremendo arcano
che tutti avvolse nel fatal sospetto.
ROGGIERO
Cielo, sarebbe ver?
ISAURA
A me nel petto
lo chiude un giuramento;
ma è tempo di parlar. ~ un solo accento
tutto cangiar potrà d'aspetto. ~ è tempo
di respirare omai:
già troppo si penò, si pianse assai.
(parte)
atto
Secondo
scena
Quindicesima
Roggiero.
ROGGIERO
S'avverassero pure i detti suoi! ~
E scoperta innocente Amenaìde,
tranquillo, e pago il mio signore appieno
si torni a respirar di pace in seno.
[N. 15 - Aria]
ROGGIERO
Torni alfin ridente, e bella
a brillar d'amor la face;
e nel sen d'amica pace
dolce calma trovi il cor.
Sia di tanti affanni, e pianti
il contento alfin mercede;
e coroni tanta fede
pura gioia, eterno amor.
atto
Secondo
scena
Sedicesima
Catena di montagne, burroni scoscesi, torrenti che precipitano e vanno
a formare l'Aretusa; selva che copre parte del piano e della montagna;
l'Etna in lontananza; il sole verso l'occidente, e riverbera sul mare,
alla parte opposta. Tende africane sparse sulle montagne. Qualche caverna.
Durante il ritornello si vede Tancredi salire, indi scendere, concentrato cupamente avanza sospiroso, s'arresta.
[N. 16]
(I) Scena e cavatina
TANCREDI
E dove son! ~ Fra quali orror mi guida
la mia disperazion! ~ V'ha orror che eguagli
quel dello stato mio? ~ Di que' torrenti
il fragor formidabile: de' venti
fra queste rocce il fremer cupo; il triste
abbandon di natura... ah! tutto accresce,
tutto pasce nel povero mio core
le tetre idee del mio tradito amore.
TANCREDI
Ah! che scordar non so
colei che mi tradì...
L'adoro ancor:
dunque penar dovrò,
languire ognor così!
Povero cor!
(s'abbandona su d'un sasso all'ingresso d'una caverna. Intanto da' burroni, dalla selva compariscono gruppi di soldati saraceni, che s'avviano al campo)
(II) Coro di saraceni
CORO DI SARACENI
Regna il terror
nella città;
dell'ombre fra l'orror
si assalirà:
vinta cadrà.
La ricca preda allor
nostra sarà:
s'esulterà.
Gloria, e valor
n'accende il cor,
il saraceno ognor
trionferà.
(vanno disperdendosi)
(III) Recitativo secco
TANCREDI
Fra saraceni io dunque son? ~ le tende
quelle di Solamiro!... del rivale. ~
In periglio fatale
è la mia patria, e l'abbandono! ~ almeno,
giacché scelsi morir, utile a lei
si sacrifichi il fin de' giorni miei.
(s'incammina)
atto
Secondo
scena
Diciassettesima
Argirio, e Amenaìde, con séguito di Cavalieri e Soldati.
AMENAÌDE
Ah! eccolo.
(chiamandolo)
Tancredi!...
ARGIRIO
Tancredi!...
TANCREDI
(colpito)
Il nome mio! ~
Tu qui? ~ Perfida! ~
(con amarezza)
e vai
di Solamiro al campo?
AMENAÌDE
(con passione)
Ingiusto!
ARGIRIO
Omai,
Tancredi, esci d'errore:
la mia figlia è innocente.
TANCREDI
(con emozione)
Ah! ~ no: quel foglio
troppo avvera la colpa.
AMENAÌDE
A te, ingrato, quel foglio a te fu scritto.
TANCREDI
A me? ~ né pria il dicesti!
AMENAÌDE
Eri proscritto.
TANCREDI
E tu non ami Solamir?
AMENAÌDE
L'aborro.
TANCREDI
(come sopra)
(Ciel! che pensar?...)
(ad Argirio)
E tu, padre!...
ARGIRIO
A lei credi.
TANCREDI
Ma poi... se...
AMENAÌDE
(con tutta passione)
Mio Tancredi;
per questa man che mi salvò, ch'io stringo...
per il primiero amor... guardami...
TANCREDI
(agitatissimo)
Oddio!...
ARGIRIO
Cedi...
AMENAÌDE
A tuoi piè...
(si getta a' di lui piedi)
TANCREDI
(commosso)
Che fai!... (Dove son io!)
Ah sì...
(è per alzarla, ed abbracciarla, in questo si ode da lunge musica barbara marziale che viene avanzando: tutti ne restano colpiti)
(IV) Marcia e aria
TANCREDI
Qual suon? ~ che miro!...
Quelle di Solamiro
le insegne son!...
(ad Amenaìde)
Ti turbi?
(ad Argirio, e cavalieri)
Voi fremete?
(poi a saraceni che avanzano)
Dove andate, superbi, e che volete?
atto
Secondo
scena
Diciottesima
Saraceni che portano un ramo d'olivo, e una corona, e detti.
CORO DI SARACENI
Solamir d'Amenaìde
vuol la man di pace in pegno:
ecco il segno ~ d'amistà;
ecco il serto che l'amore
offre al merto, ~ alla beltà.
Ma paventi Siracusa
se ricusa:
su voi tutto il suo furore
l'odio suo piombar farà.
(sdegno, disprezzo dei siracusani)
TANCREDI
(fiero, e con amarezza)
(ad Argirio)
Or che dici? ~ or che rispondi? ~
(ad Amenaìde)
Ammutisci? ~ Ti confondi? ~
Va' ~ palese è troppo omai
la tua nera infedeltà.
CORO DI SARACENI
Vieni al soglio!
TANCREDI
Quale orgoglio!
Padre, e voi!...
CORO DI SARACENI
(ad Argirio, e cavalieri)
Non più: scegliete.
TANCREDI
No: capaci non sarete
di sì orribile viltà.
(poi ad Amenaìde con pena, ed ira)
E questa è la fede
che un dì promettesti?
Tradirmi potesti,
scordarti di me? ~
E tanto è spietato
l'acerbo mio fato,
che ancora t'adoro,
e moro ~ per te! ~
Sì, la patria si difenda:
Solamir me al campo attenda.
Poi dell'ombre nella pace
cesserò di sospirar.
CORO DI SARACENI
Vieni: all'armi; il fasto audace
Solamir saprà domar.
TANCREDI
Sì cadrà il rivale audace
io vi guido a trionfar.
(i saraceni partono. Tancredi alla testa de' cavalieri parte seguìto da Roggiero)
atto
Secondo
scena
Diciannovesima
Amenaìde, Argirio, Isaura, Scudieri, Guerrieri.
Recitativo secco
AMENAÌDE
Ah! ch'ei si perde! padre, Isaura, ei corre
nel suo furor a ricercar la morte.
ARGIRIO
Infausto dì! ~
(a' guerrieri)
Voi mi seguite,
(ad altri, e scudieri)
e voi
su lor vegliate.
AMENAÌDE
(per seguirlo)
Anch'io...
ARGIRIO
Rimanti: al braccio mio
accordi il cielo, il prisco suo vigore.
Di gloria in sen mi avvampa ancor l'ardore.
(parte)
atto
Secondo
scena
Ventesima
Amenaìde, Isaura, Scudieri, Guardie.
AMENAÌDE
Quanti tormenti in un sol giorno! ~ ah! senti
ferve la pugna: d'armi, di guerrieri
odi il fragor, le grida...
ISAURA
Oh! quale orrore
spargesi intorno!
AMENAÌDE
Come trema il core!
Che palpito affannoso? ~ Quai funeste
immagini tremende? ~ Forse adesso
il genitor... l'amante... esangue... oppresso...
Oh Isaura! ~ io più, no, non resisto.
ISAURA
Ascolta.
Cessò il tumulto.
AMENAÌDE
Ah! forse!
ISAURA
A questa volta
stuol d'armati...
AMENAÌDE
Gran dio! ~
atto
Secondo
scena Ventunesima
ultima
Argirio, Tancredi, Roggiero, Saraceni, Prigionieri, Guerrieri, Popolo.
ARGIRIO
Figlia...
AMENAÌDE
Oh padre!...
TANCREDI
Idol mio!...
AMENAÌDE
Tu! mio Tancredi? ~
TANCREDI
Pentito, amante, e vincitor mi vedi.
AMENAÌDE
Ah, dunque!...
TANCREDI
Solamiro
da me trafitto, all'ultimo respiro
svelò la bella tua innocenza, e rese
l'error comune, e il tuo gran cor palese.
AMENAÌDE
(tenerissima)
Fedel mi credi?
TANCREDI
(affettuoso)
Mi perdoni!
ARGIRIO
Oh figli!
A Siracusa ~ omai da suoi perigli
è libera la patria: vieni, regna,
trionfa.
TANCREDI
(ad Amenaìde)
Sul tuo cor regnar voglio!
Questa da te desio sola mercede.
AMENAÌDE
Trionfano così l'amor, la fede!...
[N. 17 - Finale II]
AMENAÌDE
Tra quei soavi palpiti
brillar mi sento il core!
Un delizioso ardore
gioir; languir mi fa...
No, non vi posso esprimere
la mia felicità.
ARGIRIO
Ah del piacer quest'anima
respira omai nel seno:
tra voi felice appieno,
figli, il mio cor sarà...
No, non vi posso esprimere
la mia felicità.
TANCREDI
Sì grande è il mio contento,
sì dolce è tal momento,
che tanta gioia ancora
credere il cor non sa...
No, non vi posso esprimere
la mia felicità.
TUTTI
Sì ~ tutto spiri intorno
piacer felicità:
trionfano in tal giorno
amore e fedeltà.
atto
Secondo
Variante del finale
Finale modificato nella rappresentazione di Firenze del 1813. Dopo la cavatina di Tancredi della scena XVI del secondo atto (la XIV nella variante) si prosegue con il seguente testo:
(intanto da' burroni, dalla selva compariscono i cavalieri, che vanno in traccia di Tancredi)
CORO DI CAVALIERI
Regna il terror
nella città:
Tancredi di dolor
dunque morrà...
Ove sarà
egli col suo valor
vincer saprà:
trionferà.
Il saraceno ognor
spento cadrà.
Egli di patrio amor
n'accenderà.
Scena XV
Amenaìde, Argirio e detti
AMENAÌDE
Ecco, amici, Tancredi.
ARGIRIO
Tancredi...
TANCREDI
Il nome mio...
Tu qui? ~ Perfida! E vai
di Solamiro al campo?
AMENAÌDE
Oh! Mio Tancredi,
esci d'errore omai...
TANCREDI
Taci! È vano quel piano, orror mi fai. ~
(ai cavalieri)
Sì con voi pugnerò, con voi; la patria
salverò col mio sangue. Il mio destino
si compia allor; t'invola!
Penai, piansi per te, lo sai, lo vedi:
vanne, infedel, morto è per te Tancredi.
TANCREDI
Perché turbar la calma
osi di questo cor?
Non sai che questa calma
è figlia del dolor!
Traditrice, io t'abbandono
al rimorso, al tuo rossore;
vendicar saprà l'amore
così nera infedeltà.
Ma tu piangi... forse?... Oh dio!
CORO
Vieni al campo.
TANCREDI
Ove son io!
CORO
Gloria, amore il cor t'accenda,
Solamir per te cadrà.
TANCREDI
Sì, la patria si difenda,
io vi guido a trionfar.
Non sa comprendere
il mio dolor
chi in petto accendersi
non sa d'amor.
CORO
Gloria, amore il cor t'accenda,
Solamir per te cadrà.
Scena XVI
Amenaìde, Argirio, Isaura, Scudieri.
AMENAÌDE
Ah! Ch'ei si perde! Padre, Isaura ei corre
nel suo furor a ricercar la morte.
ARGIRIO
Infausto dì!
(ai guerrieri)
Voi mi seguite,
(ad altri, e scudieri)
e voi
su lor vegliate.
AMENAÌDE
Anch'io...
(per seguirlo)
ARGIRIO
Rimanti: al braccio mio
accordi il cielo il prisco suo vigore:
di gloria in sen m'avvampa ancor l'ardore.
(parte)
Scena XVII
Amenaìde, Isaura, Scudieri, Guardie.
AMENAÌDE
Quanti tormenti in un sol giorno! Ah! Senti...
Ferve la pugna: d'armi, di guerrieri
odi il fragor, le grida...
ISAURA
Oh! Quale orrore
spargesi intorno!
AMENAÌDE
Come trema il core!
Che palpito affannoso? - Quai funeste
immagini tremende! - Forse adesso
il genitor.. l'amante... esangue... oppresso...
Oh Isaura! Io più no, non resisto.
ISAURA
Ascolta.
Cessò il tumulto.
AMENAÌDE
Ah! Forse...
ISAURA
A questa volta
stuol d'armati...
Scena ultima
Argirio, alcuni Cavalieri con Tancredi e detti.
AMENAÌDE
Gran dio! Qual suon, quai grida!
ARGIRIO
Figlia...
AMENAÌDE
E Tancredi? Il mio Tancredi?
ARGIRIO
Piena
vittoria egli ebbe sul nemico... oh! dio
ma funesta vittoria... ei la sua patria
salvò... col proprio sangue...
AMENAÌDE
È morto?...
ARGIRIO
Appena
regge il fianco trafitto...
nell'angoscia di morte il nome tuo
sospirando ripete...
AMENAÌDE
Oh! Mio Tancredi!
CORO
Muore il forte,
il vincitor;
ahi qual sangue!
Quale orror!
AMENAÌDE
Barbari! È vano ogni rimorso... oh dio!
Tancredi! Sventurato...
E puoi tu udirmi ancora... e puoi tu ancora
su me fissar le moribonde luci?
Conoscimi, Tancredi,
il mio dolor conosci... la tua sposa. ~
Dunque l'ultimo sguardo or su me volgi?
M'odi ancor? ~ Rea mi credi?
TANCREDI
(sollevandosi)
Ah! ~ M'hai tradito! ~
AMENAÌDE
Io!...
ARGIRIO
Sventurata figlia! Essa t'amava,
e fu l'amarti il suo diletto. Ingiuste
fur le leggi, il senato... a te fu scritto
quel foglio, a te...
TANCREDI
M'inganno! ~ Amenaìde,
ed ami il tuo Tancredi?
AMENAÌDE
Io mille morti
avrei mertate in non amarti: pensa
se rea...
TANCREDI
Tu m'ami? ~ A questi detti io sento
che m'è grave il morir.
AMENAÌDE
Dunque, gran dio,
così mia fé...
TANCREDI
Quel pianto
mi scende al cor... ma... oh dio... lasciarti io deggio.
Già la morte s'appressa... io già... la sento.
Argirio, ascolta, ecco de' voti miei...
di mia fede l'oggetto... a quella mano
or la mia destra insanguinata unisci;
di sposo... il nome io porterò alla tomba...
e tu sarai mio padre? - A vendicare...
la mia patria... la sposa...
vissi... d'entrambe degno... amato, io spiro
ora d'entrambe in seno...
ogni mio voto... è già... compito... appieno.
Amenaìde... serbami
tua fé... quel... cor ch'è mio,
ti lascio... ah! Tu di vivere
giurami... sposa...addio.
Fine ATTO II
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