Gioachino Rossini
(1792-1868)
Semiramide
Melodramma tragico in 2 Atti, rappresentato a Venezia (Teatro la Fenice) il 3 febbraio del 1823
Personaggi
Semiramide, regina di Babilonia (Soprano); Arsace, comandante l'armate (Contralto); Assur, principe del sangue di Belo (Basso); Idreno, re dell'Indo (Tenore); Azema, principessa del sangue di Belo (Soprano); Oroe, capo dei Magi (Basso); Mitrane, capitano delle guardie reali (Tenore); l'ombra di Nino (Basso); satrapi, Magi, babilonesi, indiani, egiziani, sciti, principesse, citarede, dame straniere
Libretto di
Gaetano Rossi
L’azione è in Babilonia.
Atto Primo
Magnifico tempio eretto a Belo, festivamente adornato.
Scena prima
Oroe nel santuario a’ piedi del simulacro di Belo; Magi che prostrati e chini adorano; Ministri disposti fuori del santuario, e prostrati;
Oroe in atto di celeste visione
Oroe
(dopo essersi rianimato, e colle braccia tese verso il simulacro).
Sì, gran Nume, t’intesi.
I venerandi tuoi decreti adoro:
E l’instante tremendo
Della giustizia, di vendetta attendo.
(s’alza, seco i Magi e i ministri)
Or dell’Asiria ai popoli accorrenti
Alle straniere genti, ai prenci, ai regi
Del nuovo augusto tempio a Belo sacro;
Ministri, voi l’aurate porte aprite:
(I ministri apriranno le due gran porte laterali)
E a me d’intorno voi, Magi, v’unite.
(Si ritira in mezzo ai Magi al santuario.)
Scena seconda
Aperte le porte, la scena va riempiendosi di babilonesi d’ambi i sessi, di stranieri, di donzelle; tutti recano offerte e si dispongono;
poi si canta il seguente:
Coro
Belo si celebri, Belo s’onori;
Suoni festevoli, mistici cori
All’aura ecchegino in si bel dì.
E’ sacro a Belo un si gran dì.
Dal Gange aurato, dal Nilo altero,
Dal Tigri indomito, dall’orbe intero
Venite, o popoli, in si bel dì.
E’ sacro a Belo questo gran dì.
In tanta gloria vorrà dal cielo
Fra noi propizio discender Belo,
Lieta l’Assiria render così.
(Entrano gl’Indiani, recando incensi e offerte varie. Dopo essi Idreno; s’appressano al santuario.)
Idreno
Là dal Gange a te primero
Reco omaggi, o Dio possente!
Or sorridi tu clemente
A’ bei voti del mio cor
E mercede trovi omai
Un costante e vivo amor.
Coro
In tal dì l’Assiria omai
Vegga al trono un successor.
(Grandi e satrapi che precedono e accompagnano Assur, seguito da schiavi, che recheranno le offerte.)
Assur
Sì, sperate; sì, esultate;
Cangierà d’Assiria il fato.
Questo giorno desiato
D’alti eventi il dì sarà.
Al suo trono il successore
La regina sceglierà.
La mia fede, il mio valore
Obliare non vorrà.
Idreno
E tu speri?
Oroe
(grave)
E tu pretendi?
Assur
Di regnar di Nino al trono.
Oroe
Tu?... (che orror!)
Assur
Sai pur ch’io sono.
Oroe
(marcato)
So chi è Assur. Sì, tutto io so.
Idreno, Assur e Oroe
(A quei detti, a quell’aspetto
Fremer sento il cor nel petto
Celo a stento il mio furor/terror.)
Coro
Ma di plausi clamor giulivo echeggia,
Di lieti suon fragor già la festeggia.
Qual Dea nel suo fulgor già s’avvicina.
Ah! vien, de’ nostri cor bella Regina.
Scena terza
Guardie reali, satrapi, principi, capitani che precedono Semiramide, la quale comparisce con Azema e Mitrane, accompagnata da principesse e damigelle con ricchi doni da offrirsi a Belo. Schiavi
Coro
Ah! ti vediamo ancor! Resa ci sei!
A voi di tal favor sien grazie, o Dei!
Alfin lo sguardo, il cor pasciamo in te.
Conosci il nostro amor, la nostra fé.
In lei, clemente Dei, serbate ognor
d’Assiria lo splendor, il nostro amor.
Azema, Assur, Idreno, Oroe e Coro
Di tanti regi e popoli - Che miri a te d’intorno;
Fra voti atteso e palpiti -Ecco, o regina, il dì.
Semiramide
Fra tanti regi e popoli,
De’ Numi nel soggiorno
E perché tremi e palpiti, -Misero cor, così?
Assur
Regina all’ara, e giura
Ch’oggi all’Assiria omai
Fra noi tu sceglierai - Di Nino il successor.
Semiramide
(s’avanza all’ara)
Ebben...
Assur, Idreno e Coro
A che t’arresti?
Semiramide
(come sopra)
(Egli non v’è.)
Assur, Idreno e Coro
Che attendi?
Semiramide
(esitando)
Di Nino...
(Lampo vivissimo.)
Oh ciel!
Oroe
Sospendi.
(Tuono: si spegne il fuoco sacro dell’ara; sorpresa, confusione, terror generale)
Mira.
Tutti
Che fia?... che orror!
Ah! già il sacro foco è spento.
Tuona irato il ciel, s’oscura:
Trema il tempio. Infausto evento!
Qual minaccia a noi sciagura!
L’alma agghiaccia di spavento...
Ah! di noi che mai sarà.
Semiramide
O tu de’ Magi venerabil capo,
Mortal diletto al Ciel, de’ cenni suoi
Interprete fedel, parla: placato
Ancor non è con Babilonia?
Oroe
(marcato fissando Semiramide)
Ancora
Vi sono colpe, atroci colpe ascose,
(fissando Assur)
Ed impunite.
Idreno
Qual tremendo arcano
Semiramide
(Ciel!)
Assur
(Quale sguardo!)
Semiramide
Ma dunque?
Oroe
Lontano
Forse non è l’istante - Di vendetta e di pace.
Semiramide
(Oh! ritornasse Arsace!)
Assur
E al trono il successor?
Oroe
Sarà nomato.
Assur
E quando?
Oroe
In questo giorno, appena arrivi
Da Menfi il sacro oracolo.
Semiramide
(Io ne tremo.)
Idreno
Regina, tu conosci
I dolci affetti miei.
Assur
Nelle mie vene
Scorre il sangue di Belo e tu dêi bene,
Regina, rammentar...
Semiramide
Tutto rammento,
Sì... tutto, Assur. V’attendo,
Prenci, alla reggia. -Il sospirato messo
Coll’oracolo sacro, Oroe, m’invia.-
E intanto a’ voti miei
Propizii implora in sì gran dì gli Dei.
(Partono, seco tutti.)
Scena quarta
Oroe
Oroe
Gli Dei son giusti. Io tremo
Pel suo destino: e la compiango, e gemo.
(entra nel santuario)
Scena quinta
Arsace. Due Schiavi recando una cassetta chiusa
Arsace
Eccomi alfine in Babilonia. E’ questo
Di Belo il tempio -Qual silenzio augusto!
Più venerando ancor rende il soggiorno
Della divinità! Quale nel seno
A me guerrier nudrito
Fra l’orror delle pugne, ora si desta,
Del nume formidabile all’aspetto,
Insolito terror, sacro rispetto.
E da me questo Nume
Che può voler? Morendo il genitore
Qui m’inviò: segreto
Cenno di Semiramide mi chiama
Rapido alla sua reggia... ed anelante
Ad Azema, al su ben l’ardente core
Qui volava sull’ali dell’amore.
Ah! quel giorno ognor rammento
Di mia gloria e di contento
Che fra barbari potei
Vita e onore a lei serbar.
L’involava in queste braccia
Al su vile rapitore;
Io sentia contro il mio core
Il suo core palpitar.
Schiuse il ciglio, mi guardò.
Mi sorrise, sospirò.
Oh! come da quel dì - Tutto per me cangiò!
Quel guardo mi rapì - Quest’anima avvampò.
Il ciel per me s’aprì - Amore m’animò...
D’Azema e di quel dì - Scordarmi mai saprò.
Ministri, al gran Pontefice annunziate
Il figlio di Fradate.
Scena sesta
Oroe, arrivando, ed Arsace
Oroe
Io t’attendeva, Arsace.
Arsace
A’ piedi tuoi...
Oroe
Sorgi, vieni al mio sen.
Arsace
Del padre mio
L’estremo cenno a te mi guida.
Oroe
Un Dio,
Cui sei caro, che regge il tuo destino,
A me ti trasse.
Arsace
(presentandogli la cassetta)
Questi preziosi
Pegni ch’ei tenne ad ogni sguardo ascosi...
Oroe
Oh! sì: porgili. -Alfine
Io vi miro, io vi bacio, o sacri avanzi
Del più grande dei regi. -Ecco il tremendo
Foglio di morte. Il regio serto è questo...
Adoralo. -Ecco il brando
che lo dee vendicar; brando temuto
Che domò l’Asia e soggiogò l’Egitto...
Inutil arme contro il tradimento,
Contro il veleno.
Arsace
Giusto ciel!... che sento!
E come? E forse?
Oroe
Arcano è ancor.
Arsace
Ma Nino?
Oroe
Morì tradito.
Arsace
E chi?
Oroe
Nel tempio, a noi
S’appressa alcuno. E’ Assur. Oh! mostro. Un Dio
Qui invan ti guidò. -Qui torna: addio.
(Rientra; due ministri portano seco la cassetta)
Scena settima
Arsace; indi Assur; seguito con esso che rimane nel fondo
Arsace
Quali accenti!... e che mai
Deggio pensar?... e questo
Assur ch’io già detesto?
Assur
E’ dunque vero?... -Audace!
Senza un mio cenno in Babilonia Arsace!
Arsace
(Quale orgoglio).
Assur
Rispondi. A che lasciasti
Il campo a te fidato? e chi ti guida
Del Caucaso all’Eufrate?
Arsace
Della mia
E tua regina un cenno... ed il mio core.
Assur
Il tuo core? Oseresti
Chiedere a Semiramide?...
Arsace
Mercede
In tal dì, al mio coraggio, alla mia fede.
Assur
Superbo! Intendo. Ardisci
Azema amar?
Arsace
L’adoro.
Assur
Ma non sai tu che Azema
E’ figlia de’ tuoi re? che a Ninia sposa
Destinata nascendo...
Arsace
So che Ninia morì, so che di Nino
Eguale, miserando fu il destino.
So che Azema salvai da fato estremo.
Non conosco, non temo
Rivale che contrasta
Gli affetti miei... So che l’adoro e basta.
Bella imago degli Dei
Solo Azema adoro in lei:
E più caro a me d’un soglio
E’ l’impero del suo cor.
Assur
Dell’Assiria a’ semidei
Aspirar sol lice a lei;
D’uno Scita il folle orgoglio
Mal contende a me quel cor.
Arsace
Questo Scita in cor non cede
Ad assirO semidio.
Assur
Quell’ardir, quel fasto eccede,
Chi son io rammenta ormai.
Amo Azema...
Arsace
Tu? non sai,
non conosci cosa è amore.
a2
Arsace
D’un tenero amore,
Costante, verace,
Quel fiero tuo core
Capace non è.
I dolci suoi moti
Ignoti a te sono;
Non ami che il trono
Ch’è tutto per te.
Il cuore di Azema
E’ tutto per me.
Assur
Se m’arde furore
Contr’anima audace
Di freno il mio core
Capace non é.
Gli arditi tuoi voti
Già noti mi sono.
Ma invano a quel trono
Tu aspiri con me.
Rinuncia ad Azema,
O trema per te.
Arsace
Io tremar? di te? m’avvio
Alla reggia, all’idol mio.
Assur
Là il poter d’Assur vedrai,
In tal dì forse il tuo re.
Arsace
Regnar forse un dì potrai,
Ma giammai sarai mio re.
Assur
La mia sposa Azema...
Arsace
Azema!..
mi giurò, mi serba fé.
Arsace e Assur
Va, superbo, in quella reggia
Al trionfo io già m’appresto
Sì, per me fia giorno questo
Di contenti e di splendor.
Ma tremendo, ma funesto
A te giorno di rossor.
(partono)
Atrio nella reggia.
Scena ottava
Azema, indi Idreno
Azema
O me felice! Arsace,
L’amato bene in Babilonia! A’ miei
Fervidi voti l’inviar gli Dei.
Potrò alfin...
Idreno
Principessa,
La grand’ora s’appressa in cui deciso
Sarà il destino dell’Assiria, e il mio.
Parla una volta, di’, sperar poss’io
Il tuo cor, la tua destra?
Azema
Di mia destra
Dispone Semiramide.
Idreno
E il tuo core?
Tu taci? Dunque un più felice amore?
Assur! ei solo il mio rival: Ma noto
Assur non t’è? potresti
Tu amarlo?
Azema
Assur è a me ben noto, e mai
Da me un solo pensier, da me un sospiro
Ottenne ancor, né otterrà mai.
Idreno
Respiro.
Ah dov’è, dov’è il cimento!
Già di me maggior mi sento.
Tu mi rendi la speranza,
Nuovo in me ridesti ardir.
D’un rival la rea baldanza
Io già avvampo di punir.
E se ancor libero - E’ il tuo bel core;
Di quel che accendimi - Tenero amore
In seno almeno - Senti pietà.
Più fida un’anima - Non troverai;
Tu sola l’idolo - Cara, sarai;
Che ognora Idreno - Adorerà.
(parte)
Azema
Se non avesse e meritasse Arsace
Tutti gli affetti miei,
Sento che Idreno solo amar potrei.
(parte)
Giardini pensili.
Scena nona
Semiramide seduta in un fiorito berceau. Giovani citariste e donzelle in vari gruppi cercano distrarla, le scherzano intorno;
è misto al suono il seguente:
Coro
Serena i vaghi rai - la pena sgombra omai:
Arsace ritornò. Qui a te verrà.
Schiudi a letizia il cor.
Già tutto al suo ritorno - D’intorno s’animò
Più dolci spiran l’aure - D’amor la voluttà.
Quest’ombre su te spargano - La calma dell’amor.
Arsace ritornò. Qui a te verrà...
Qui tutto spirerà - La calma dell’amor,
D’amor la voluttà.
Semiramide
Bel raggio lusinghier - Di speme e di piacer
Al fin per me brillò. Arsace ritornò.
Sì, a me verrà.
Quest’alma che sinor - Gemé, tremò, languì,
Oh! come respirò! - Ogni mio duol sparì.
Dal cor, dal mio pensier - Si dileguò il terror.
Semiramide e Coro
La calma a questo cor - Arsace renderà;
Arsace ritornò. Qui a me/te verrà.
Qui tutto spirerà - La calma dell’amor
La pura voluttà.
Semiramide
Dolce pensiero - Di quell’istante,
A te sorride - L’amante cor.
Come più caro, - Dopo il tormento,
E’ il bel momento - Di pace e amor!
Coro
(ripete)
Semiramide
Ne viene ancor! Ma chi vegg’io? Mitrane!
E che rechi?
Scena decima
Mitrane con papiro, e Semiramide
Mitrane
Da Menfi il sacro messo
Testé fece ritorno. Oroe t’invia
Il sospirato oracolo.
Semiramide
Qual fia?
La mano e il cor mi tremano; e se mai
E se quell’ombra... e se novelli orrori...
E il ciel... Da tanta angustia escasi omai.
(spiega il papiro e legge)
«Cesseran le tue pene, - Ritroverai la pace
Al ritorno d’Arsace, - A nuovo imene.»
Grazie, v’adoro o Dei, clementi Dei!
E voi dunque approvate i voti miei?
Placati al fin vi siete, - Felice mi volete!
Mitrane
Regina, al tuo contento...
Semiramide
Va, Mitrane.
Arsace a me s’affretti. Regal pompa,
Solenne nuzial rito s’appresti.
Oroe co’ Magi, Assur co’ grandi, Idreno,
Tutta l’Assiria al trono mio si renda.
Ivi i miei cenni e il suo destino apprenda.
Mitrane
Ecco a te appunto Arsace.
(parte)
Scena undicesima
Semiramide e Arsace
Arsace
Al tuo comando,
Regina, io m’affrettai.
Quanto sì dolce istante io sospirai!
La più bella speranza
Lusingava il mio cor. Ma...
Semiramide
(sempre con marcata dolcezza)
A che t’arresti?
Arsace
Odo che generosa alfin cedesti
Ai voti dell’Assiria; che in tal giorno
Da te nomato un successore...
Semiramide
Ebbene?
Arsace
Assur, quel fiero Assur già re si tiene,
La man d’Azema gli assicura il soglio.
Per te morrei, ma lui servir non voglio.
Semiramide
Azema ei non avrà.
Arsace
(con gioia)
No?
Semiramide
Già palesi
Mi son le di lui mire.
Arsace
Ah! dunque lo conosci?
Semiramide
E il vo’ punire.
Arsace
(timido)
Oh se così d’Arsace
tu conoscesi il core!
Semiramide
(marcato e tenera)
Io ne conosco già la fé, il candore.
Arsace
Ma non son che un guerriero...
Semiramide
E un guerrier qual tu sei di quest’impero,
E’ il più nobil sostegno... e tu... già sei...
(Freno, per poco ancora, affetti miei).
Serbami ognor sì fido
Il cor, gli affetti tuoi,
E tutto sperar puoi,
E tutto avrai da me.
Arsace
A te sacrai, regina,
La fede, il core, il brando:
Vinsi per te pugnando,
Saprò morir per te.
Semiramide
(con tenerezza)
No, tu per me vivrai...
Arsace
Ah! se mi leggi in core...
Semiramide
Tu dunque...
Arsace
Ah! sappi omai...
M’arde il più vivo amore...
Semiramide
Spera, sì bell’ardore
Oggi otterrà mercé.
Semiramide e Arsace
Alle più care immagini - Di pace e di contento
Già s’abbandona l’anima - In così bel momento;
E tra i più dolci palpiti - Ritorna a respirar.
(partono)
Atrio.
Scena dodicesima
Assur con Magi, ed Oroe
Assur
Oroe dal tempio nella reggia?
Oroe
Ai cenni
Del ciel, di Semiramide.
Assur
Trascorsi,
Da che la reggia abbandonasti, omai
Tre lustri son.
Oroe
Da quell’orrenda notte,
In cui barbara sorte,
In cui spietata man, mano di morte
Rapì all’Assiria il suo buon re, ci tolse
Col figlio Ninia ogni speranza, e avvolse
Nel lutto il regno, e nel dolor.
(fissandolo marcato)
Rammenti
Tu quella notte, Assur?..
Assur
(frenando il turbamento)
Sì, ma in tal giorno
Alla gioia, alla pace, al suo primiero
Splendor l’Assiria tornerà.
Oroe
Lo spero.
Assur
Arsace al tempio tu vedesti?
Oroe
Ai Numi
Offerse voti.
Assur
(ironico)
E fur graditi?
Oroe
Arsace
Ai Numi è caro.
Assur
Ei goda
Pur de’ Numi il favor; ma Arsace, e seco
Ogni superbo a rispettarmi apprenda:
Tremi colui che il soglio
Contendermi presume,
Nol salverà da mia vendetta un Nume.
(parte)
Oroe
Per te, perfido, trema; stanco omai
Sta un Nume per punirti, e tu nol sai.
Luogo magnifico nella reggia con veduta di Babilonia. Trono a destra. Alla sinistra vestibolo del superbo Mausoleo del Re Nino.
Scena tredicesima
Le guardie reali precedono la pompa e si dispongono; indi i satrapi col loro seguito; Oroe coi Magi e ministri che portano un’ara. Succedono Idreno, Assur, Arsace col proprio corteggio; al fine Semiramide con Azema e Mitrane e dame e schiavi. Il popolo si distribuisce nel fondo e fra le colonne; la marcia è alternata dal seguente:
Coro
Ergi omai la fronte altera
Regio Eufrate: esulta o spera;
Di tue speme sorse il dì.
Oggi avrà l’Assiria un Re.
Di tue glorie lo splendore
Sosterrà col suo valore.
Tornerà di Belo i dì,
Tu sarai dei fiume il re.
Coro di magi
E dal ciel placati, o Numi,
Deh! su di noi volgete i lumi;
Il destin di questo regno
Proteggete in si gran dì.
Da voi scelto, di noi degno
Sia felice il nostro re.
(Durante il coro Semiramide salirà in trono; al di lei fianco, sui gradini, Azema; e Assur, Arsace, Idreno ai lati; Oroe nel mezzo. I satrapi circondano il trono.)
Semiramide
I vostri voti omai, - Prenci, popoli, Magi,
Eccomi a secondar. E già rispose
Al voto mio segreto
Fausto il Libico Giove. Io scelsi. Or voi
Dovete pria giurar, qualunque sia,
D’adorar, rispettar la scelta mia.
Giuri ognun ai sommi dei
D’obbedire ai cenni miei.
A quel Re che dono a voi
Giuri omaggio e fedeltà.
Tutti
Giuro ai Numi, a te Regina,
D’obbedire ai cenni tuoi,
A quel Re che doni a noi
Giuro omaggio e fedeltà.
Semiramide
L’alto eroe, che dell’Assiria
Alla gloria ed al riposo
Scelsi re... sia pur mio sposo.
Assur, Idreno, Oroe, Arsace e Azema
Sposo?.. (Oh cielo!)
Semiramide
E quest’eroe
A voi caro, al cielo, a me,
Questo sposo, questo re,
Adoratelo in Arsace.
(Sorpresa, gioia, fremito relativo.)
Arsace
Io?
Assur e Idreno
Che intendo!
Coro
Viva Arsace!
Oroe
(Quale orror!)
Assur
(Oh furor!)
Azema e Arsace
(Oh colpo orrendo!)
Coro
Viva Arsace, il nostro re!
Assur
(a Semiramide)
E così tradir tu puoi
La mia speme, i dritti miei?
(ai satrapi)
Su noi dunque, eterni Dei!
Uno Scita regnerà?
E l’Assiria il soffrirà?
(a Semiramide)
Pensa almeno...
Semiramide
Taci e trema.
Idreno
Se in tal dì tu sei felice,
Se mercé sperar mi lice,
Deh, tu Azema a me concedi
E consola un fido amor.
Semiramide
Sì, l’avrai.
Arsace
(non contenendosi)
Tu Azema!... (ed io!)
Ma... Regina... sappi... (oh Dio!)
Non è il trono la mercede
Che ti chiede questo cor.
Semiramide
Tutto merti. Andiam. Ci unisci,
Oroe, tu.
(Al cenno s’avanzano i ministri coll’ara.)
Oroe
(marcato)
Regina!
Semiramide
(segnando Arsace)
Assiri,
Nino e il figlio in lui vi rendo...
(In questo un tuono sotterraneo, e fulmine.)
Ah!... che avviene? Dei, che intendo!
Qual segnal rinnova il cielo!
E’ di sdegno?... E’ di favor?...
Insieme
Qual mesto gemito - Da quella tomba
Qual grido funebre - Cupo rimbomba,
Mi piomba al cor!
Il sangue gelasi - Di vena in vena,
Atroce palpito - M’opprime l’anima,
Respiro appena - Nel mio terror.
Semiramide
Ma che minacciano - Gli Dei, che vogliono!
Tutti
La tomba scuotesi! - Ah! della morte
Destra invisibile - Schiude le porte...
(Attenzione, terrore universale; tutti rivolti alla tombra: s’apre la tomba.)
Semiramide
(con raccapriccio)
(E chi?... oh destino! - Egli, lo sposo!)
(Si presenta sulla porta l’ombra di Nino.)
Tutti
L’ombra di Nino!
Semiramide
Ove m’ascondo?
Assur
Guardar non l’oso.
Tutti
Oh quale orror!
Semiramide
(agitata)
D’un Semidio che adoro,
Ombra, da noi che vuoi?
Assur
(con fremito mal frenato)
Chi ti guidò dall’erebo,
Terribil ombra, a noi?
Idreno
Dal labbro formidabile
Palesa i cenni tuoi.
Semiramide
Parla, a punir venisti?
Venisti a perdonar?
Pronunzia omai se Arsace...
L’ombra di Nino
Arsace, regnerai,
Ma vi son colpe da espiarsi in pria.
Ardito scendi nella tomba mia:
Vittima offrir al cener mio dovrai.
Ascolta dal pontefice consiglio;
Pensa al tuo genitor, servi a mio figlio.
Arsace
T’obbedirò. Securo - Là scenderò. Tel giuro
Ma qual sarà la vittima - Che a te svenar dovrò?
Tu taci?... Fremi?...
Tutti
Ei tace! Freme!
Assur e Semiramide
(Oh cielo!)
Arsace
E già ci lasci?
Tutti
Ei s’allontana!
Semiramide e Assur
(Io tremo.)
Semiramide
Ombra del mio consorte,
Il pianto mio tu vedi.
Deh! lascia che a’ tuoi piedi
Là... in quella tomba...
L’ombra di Nino
Arrestati,
Rispetta le mie ceneri
Allor che i Dei lo vogliano,
Allor ti chiamerò.
(Rientra; la porta si chiude.)
Tutti
Che orror!
Semiramide
Io moro!
Tutti
Ah! sconvolta nell’ordine eterno
E’ natura in si orribile giorno.
Nume irato dischiude l’averno;
Sorgon l’ombre dal nero soggiorno.
Minacciosa erra morte d’intorno,
L’alme ingombra d’angosce d’orror!
Atro evento! prodigio tremendo!
Tutto annunzia dei Numi il furor.
Atto Secondo
Atrio
Scena prima
Mitrane, Guardie reali, Arbate
Mitrane
Alla reggia d’intorno
Cauto, Arbate, disponi i tuoi più fidi;
D’Assur veglia sull’orme: render vane
Le sue trame sapremo.
Scena seconda
Semiramide e Mitrane, damigelle indietro
Semiramide
Ebben, Mitrane!
L’indegno Assur...
Mitrane
Fremendo
Il tuo comando intese. E nol vedrai
La reggia abbandonar.
Semiramide
Tremi. Io saprei...
Mitrane
Eccolo.
(si ritira con le damigelle)
Semiramide
Io fremo.
Scena terza
Semiramide e Assur
Semiramide
(severa)
Assur, i cenni miei
Fur sacri, irrevocabili...
Assur
(marcato)
E sinora,
Regina, io li adorai.
Di me più fido non avesti... il sai.
Ed altra alle mie cure, alla mia fede
Sperai da Semiramide mercede,
E me ne lusingavi in que’ momenti.
Semiramide
(con fremito)
Oh tu! Che mai ricordi! e non paventi?
Tu la vedesti pur... l’udiste l’ombra
Irritata di Nino a noi d’intorno
Forse adesso invisibile... e tu ardisci!
(a mezza voce e con fiero rimprovero)
Tu, che al tuo re nel seno
Morte versasti?
Assur
(amaramente)
E chi apprestò il veleno?
Di morte il nappo a me chi porse?
Semiramide
Oh taci!
Perfido! L’arti tue vili e fallaci
Me seduceano incauta. Me di Nino
Dal talamo, dal soglio
Già scacciata spingevi.
Assur
E a chi allor prometevi
Quel talamo, quel soglio?
Semiramide
(fissan do Assur)
A me restava allora
Un figlio, dolce mia speranza ancora;
Egli perì.
Assur
S’egli vivesse, il soglio
Non premeresti or forse più.
Semiramide
Felice
Al figlio mio del mondo
L’impero io cederei.
Ma quel figlio perdei!
(fissandolo come sopra)
Misera! e forse
La stessa man che uccise il genitore...
Assur
(deciso)
Ma tu regni.
Semiramide
E tu vivi? Oh quale orrore!
(fiera e dignitosa)
Se la vita ancor t’è cara
Va. t’invola a’ sguardi miei;
Io l’aspetto non saprei
Più soffrir d’un traditor.
Assur
(con fierezza, marcato)
Pensa al men, Regina, in pria
Chi mi spinse al tradimento,
Che d’Assur potria un accento
Involarti soglio e onor.
Semiramide
Dèi tremarne: pria cadresti.
Assur
Solo forse non cadrei.
Semiramide
Meco è Arsace! degli Dei
Ei mi salva col favor.
Assur (affatto marcato)
Il favor, tu, degli Dei?
Scendi e trema nel tuo cor.
a2
Assur
Quella ricordati
Notte di morte;
L’ombra terribile
Del tuo consorte,
Che minaccioso
In fra le tenebre,
Il tuo riposo
funesta ognor.
I tuoi spaventi,
I tuoi tormenti,
Le angoscie, i palpiti
Leggier supplizio
Sono al colpevole
Tuo ingrato cor.
Semiramide
Notte terribile!
Notte di morte!
Tre lustri corsero,
E del consorte
L’ombra sdegnosa,
In fra le tenebre,
L’indegna sposa
Minaccia ognor!
I miei spaventi,
I miei tormenti,
Le angoscie, i palpiti,
A tuo suppizio
Gli Dei rivolgano,
Perfido cor.
Semiramide
Ma implacabile di Nino
Non è l’ombra, né il destino;
E’ da lor protetto Arsace;
Ei per me si placherà.
Assur
Quella vittima rammenta
Che di Nino l’ombra aspetta;
Alla giusta sua vendetta
Da me forse pria l’avrà.
Semiramide
In Arsace adora intanto
Il tuo re...
Assur
(fierissimo)
Ma Arsace!
(Musica festevole nella reggia.)
Semiramide
Senti!
Questa gioia! Quei concenti!
Il trionfo si festeggia
Del mio sposo, del tuo re.
Assur
Ma funesto in ciel lampeggia
Forse un astro ancor per te.
a2
Semiramide
La forza primiera
Ripiglia il mio core,
Regina e guerriera
Punirti saprò.
L’istante s’affretta
Felice, bramato!
Tu trema, spietato,
Cader ti vedrò.
Assur
La sorte più fiera
Già sfida il mio core,
Regina e guerriera
Temerti non so.
Si compia, s’affretti
L’acerbo mio fato,
Ma pria vendicato
Almeno cadró.
Interno del Santuario.
Scena quarta
Magi in adorazione. Oroe precede Arsace, accompagnato da’ Magi che avanzano religiosamente
Coro
In questo augusto - Soggiorno arcano
Inaccessibile - All’uom profano,
Sacro all’oracolo - D’un’invisibile
D’una terribile - Divinità,
Oroe, poi Coro
Inoltra intrepido - Arsace il pié.
L’alma t’accendano - Ardire e fé.
E’ la grand’ora - Giunta per te.
Sommesso adora - La volontà
D’un’invisibile - D’una terribile
Ma a te propizia - Divinità.
Arsace
Ebben, compiasi omai, qualunque sia
La volontà del Ciel, la sorte mia;
Intrepido de’ Numi i cenni attendo.
Oroe
L’alma prepara a orrendo
Colpo inatteso.
Arsace
E che?
Oroe
(con fremito)
Magi, recate
Quel serto, quell’acciaro,
e quel foglio.
(Tre Magi recano uno il serto, l’altro la spada, l’altro il foglio.)
Ti prostra. Il serto augusto
Io ti cingo di Nino.
Arsace
Come! Che fai? Ninia vive: vicino
A comparire, ed io,
Che servirlo giurai,
Lo tradirei così?
Oroe
Si squarci omai
Il tenebroso vel. Ninia tu sei.
(I Magi si prostrano.)
Arsace
(colpito)
Io? Che dicesti? Oh Dei!
Oroe
Fradate ti salvò. L’estinto Arsace
Te ognun credè.
Arsace
Nino dunque?
Oroe
E’ tuo padre.
Arsace
Semiramide?
Oroe
Fremi. Ella à tua madre.
L’empia!
Arsace
E’ mia madre, e tu!... perdona e come
Empia chiamarla ardisci?
Oroe
Leggi ed inorridisci:
(gli porge il foglio con gravità)
Gli empi conosci omai...
E’ il tuo dover.
Arsace
Ah tu gelar mi fai!
(legge)
«Nino spirante al suo fedel Fradate:
Io muoio... avvelenato.
Salva da egual periglio
Ninia, il mio dolce figlio...
Ch’ei mi vendichi un giorno.
Assur fu il traditore...
La mia perfida sposa...» Oh! qual orrore!
(s’abbandona fra le braccia d’Oroe)
In si barbara sciagura
Mi apri tu le braccia almeno;
Lascia ch’io ti versi in seno
Il mio pianto, il mio dolor.
A quest’anima smarrita
Porgi tu conforto, aita.
Di mie pene al crudo eccesso
Langue oppresso in petto il cor.
Oroe e Coro
Su, ti scuoti, rammenta chi sei.
Servi al Cielo; al tuo padre obbedisci,
Il suo acciaro tremendo brandisci;
Egli chiede a su figlio vendetta.
Egli t’arma. Alla tomba t’aspetta.
Va t’affretta a ferire, a punir.
Arsace
Sì, vendetta. Porgi omai:
(prende la spada)
Sacro acciar del genitore,
Tu ridesti il mio valore;
Già di me maggior mi sento;
Sì, del ciel nel fier cimento
Il voler si compirà.
Oroe e Coro
Pera Assur.
Arsace
Sì, l’empio cada.
Oroe e Coro
Semiramide...
Arsace
Ah! è mia madre.
Al mio pianto forse il padre
Perdonarle ancor vorrà.
a2
Oroe e Coro
Al gran cimento
T’affretta ardito,
E dalla tomba
Al soglio avito
Placato il padre
Ti guiderà.
Teco l’Assiria
Respirerà.
Arsace
Si vendicato
Il genitore,
A lui svenato
Il traditore,
Pace quest’anima
Sperar potrà.
Ai dolci palpiti
Di gioia e amore
Felice il core
Ritornerà.
Appartamenti di Semiramide
Scena quinta
Azema e Mitrane
Mitrane
Calmati, Principessa.
Azema
Cerchi invano
Confortarmi, o Mitrane.
Mitrane
Io ti compiango,
E sola tu non sei
La misera in tal dì.
Azema
Tutto perdei.
Lo sappia Semiramide. Tiranna!
Essa in Arsace, oh Dio! tutto m’invola.
Era Arsace il mio ben, l’idolo mio.
Scena sesta
Idreno e detti
Idreno
Arsace! Giusto ciel! Che intendo! ed io!
E tu, ingrata, e tu puoi
A lui serbar ancor gli affetti tuoi?
Sposo, il sai pure, Arsace
Or fia di Semiramide.
Azema
Ma stretto
Il nodo ancor non è.
Idreno
Ma la Regina
Sposa a me ti destina.
Azema
Obbedirò al suo cenno.
Idreno
E la tua mano?
Azema
La mano avrai, se la mia man tu brami.
Idreno
Io bramo e imploro sol, cara, che m’ami.
La speranza più soave
Già quest’alma lusingava,
E l’istante s’appressava
Più felice pel mio cor.
Te mia sposa, a questo seno..
Coro
Vieni, Azema. - Vieni, Idreno.
Là nel tempio... - A pié dell’ara...
La Regina là si rende.
Là con lei v’attende amor.
Idreno
Ah! sì, andiam... Ma tu sospiri?
Par che il pianto celi a stento!
(Ah ti frena in tal momento,
O geloso mio furor!)
Coro
Al più tenero contento
S’abbandoni il vostro cor.
Idreno
Sì, sperar voglio contento:
A chi t’ama cederai.
M’amerai, dividerai
Di quest’anima l’ardor
E con me delirerai
Nei trasporti dell’amor.
Coro
Sì, l’amor consoli omai
Di vostr’anime l’ardor.
(partono)
Scena settima
Semiramide e Arsace
Semiramide
No, non ti lascio, invano
Cerchi fuggirmi, ingrato!
E perché? e in tal momento!
Arsace
(confuso incerto)
Ah! tu non sai...
Semiramide
Con gioia io veda omai
Quel certo che ti cinse
L’ispirato Pontefice. Ti mostra
All’esultante popolo. Ti miri
E frema Assur...
Arsace
Assur! Ah! l’empio spiri,
Si lavi nel reo sangue
Il parricidio orrendo
E si vendichi Nino.
Semiramide
Oh ciel! Che intendo!
Nino!... Che parli tu?
Arsace
Nino!
(vorrebbe parlare)
Ah non posso.
Semiramide
Quel tremendo prodigio,
Quell’ombra ancora il tuo pensier funesta?
Calmati, sposo mio...
Arsace
Taci, t’arresta...
Fuggi. Non l’odi?... Il ciel freme. Non vedi
Un Nume minaccioso
Che ci divide e ti respinge? Ah! vanne,
Salvati.
Semiramide
Quai trasporti! quali accenti!
Arsace
Non più, lasciami...
Semiramide
Ch’io
Ti lasci? ora! deh! Arsace...
(prendendolo per la mano, arrestandolo con passione)
Arsace
Oh, padre mio!
(cava il foglio, lo porta al cuore, alla bocca)
Semiramide
Che foglio è quel che bagni del tuo pianto?
Che fissi con orror?
Arsace
E orror n’avresti
Se tu sapessi mai!...
Semiramide
Da chi l’avesti?
Arsace
Dai Numi.
Semiramide
Chi lo scrisse?
Arsace
Spirante il padre mio.
Semiramide
Porgilo.
Arsace
Trema.
Semiramide
Obbedisci: lo voglio.
Arsace
(le porge il foglio)
Ebben, misera! leggi. Ah! sia quel foglio
Il sol castigo almen, pietosi Dei,
Che riserbate a lei.
Semiramide
(lascia cadere il foglio)
Che penetrai!
Tu! Quale orror!
(si copre colla mano la faccia)
Arsace
Tutto è palese omai.
(Breve silenzio; Semiramide rinviene a se stessa, e con fermezza e affanno:) Ebbene, a te, ferisci;
Compi il voler d’un Dio,
Spegni nel sangue mio
Un esecrato amor.
La madre tua punisci,
Vendica il genitor.
Arsace
Tutto su me gli Dei
Sfoghino in pria lo sdegno;
Mai barbaro a tal segno
Sarà d’un figlio il cor.
In odio al ciel tu sei
Ma sei mia madre ognor.
Semiramide
M’odia, lo merto.
Arsace
Calmati.
Semiramide
Io già m’abborro. Svenami,
Figlio di Nino!
Arsace
Misera!
Ah! tu mi strappi l’anima.
Ti calma, per pietà.
Semiramide
Piangi? La tua bell’anima
Ha ancor di me pietà.
(guardandolo come implorando perdono)
(Arsace si getta fra le di lei braccia, esso la stringe con trasporto; restano abbracciati.)
Semiramide e Arsace
Giorno d’orrore! - E di contento!
Nelle tue braccia - In tal momento,
Scorda il mio core - Tutto il rigore
Di sua terribile - Fatalità.
E’ dolce al misero - Che oppresso geme,
Il duol dividere - Piangere insieme,
In cor sensibile - Trovar pietà.
Arsace
Madre, addio.
Semiramide
T’arresta. Oh Dio!
Senti... e dove?
Arsace
Al mio destino...
Alla tomba, al padre, a Nino...
Semiramide
Ei vuol sangue.
Arsace
E sangue avrà.
Semiramide
E qual sangue!
Arsace
Tu serena intanto il ciglio,
Calma, o madre, il tuo terror.
Or che il ciel ti rende il figlio
Dèi sperar nel suo favor.
Vo a implorar per te perdono,
A punire un traditor.
Semiramide
Ah! non so di qual periglio
Fier presagio agghiaccia il cor.
Or che a me rendesti il figlio
Ciel, lo salvi il tuo favor.
Ah! sperar non so perdono,
Troppo giusto è il suo furor.
Semiramide
Dal terribile cimento
A me riedi vincitor.
Arsace
Dal terribile cimento
Sì, m’attendi vincitor.
(partono)
Parte remota della reggia, attigua al Mausoleo di Nino
Scena ottava
Assur
Assur
Il dì già cade. Ah! sia
L’ultimo per Arsace.
Pera omai quell’audace.
Tutto il gran colpo affretta. In quella tomba
Ove Nino da me... da lei già spinto...
E se là... se quell’ombra... Vil terrore!
Io..
(Varie voci da opposti lati.)
Voci
Assur!...
Assur
Qual rumor!
Voci
Assur!
Assur
Quai voci!
Vari Satrapi
(escendo)
Assur!
Scena nona
Satrapi da varie parti, e Assur
Assur
Eccomi. Ebbene! E che recate
Agitati così? che fu? Parlate.
Coro
Ah! la sorte ci tradì.
Più di vendetta omai speme non c’è.
Non v’è soglio più per te.
Assur
Più vendetta? più soglio? e perché?
Coro
Oroe dal tempio escì...
Al popolo, al guerrier
Da noi mossi a furor -si presentò-
Nino, il Ciel, parlare ei fe...
Quel vil popolo atterrì,
Il tuo nome desta orror.
Sull’Assiria al nuovo dì
Uno Scita regnerà.
Ah la sorte ci tradì.
Più vendetta omai non c’è;
Non v’è soglio più per te.
Assur
(con energia)
Sì, vi sarà vendetta. Io vivo ancora.
Io solo basto. Per ignota via,
Di Nino nella tomba
Là si discende... Io solo
L’empio a svenar, a vendicarvi io volo.
Trema, Arsace... Ah! che miro?
(s’avvia alla tomba... s’arresta ad un tratto, come colpito da un oggetto terribile... da visione spaventevole)
Su quella soglia! e che! folle! deliro?
(s’avanza, e con raccapriccio)
Qual mano! man di ferro mi respinge?
E chi? Desso! Oh quai sguardi! un brando stringe,
S’avventa a me. Fuggiamo. Ah! ch’ei m’arresta.
Lasciami. Il crin m’afferra.
D’un pié sfonda la terra...
L’abisso ei me l’addita.
Ei mi spinge. Ah no! Ciel! né poss’io
Da lui fuggir?... Come salvarmi! Oh Dio!
Deh! ti ferma, ti placa, perdona.
Togli a me quel terribile aspetto.
Quell’acciaro già sento nel petto.
Quell’abisso mi colma d’orror.
Alla pace dell’ombre ritorna,
Ah! pietà dell’oppresso mio cor.
Coro
(sottovoce, osservandolo)
E che avvenne! a chi parla! ei delira,
Geme, smania, affannoso sospira.
Che mai turba, atterrisce quel cor?
Ah! signore... Assur!
Assur
(con voce sommessa)
Tacete.
Oh!.. fuggite...
Coro
Su, ti scuoti.
Assur
Ei minaccia... lo vedete?
Coro
Chi?
Assur
V’è ancor?
Coro
Tu sol con noi
Qui tu sei.
Assur
(a poco a poco girando lo sguardo)
Ma come? e voi?
(rianimandosi)
Là finor... sparì!... respiro,
Fu deliro!... un sogno!... ed io!
Io d’un’ombra! Oh mio rossor!
Se un istante delirai,
Se a voi debol vi sembrai,
D’un avverso Dio fu incanto,
Ma atterrirmi invan tentò.
Quei Numi furenti - Quell’ombre frementi,
L’orror delle tombe - Vo ardito a sfidar.
De’ Numi, del fato - Dell’ombre di morte
Quest’anima forte - Saprà trionfar.
Coro
De’ Numi, del fato, - dell’ombre, di morte,
Un’anima forte - saprà trionfar.
(Assur entra ardito. Il coro si disperde.)
Scena decima
Mitrane, Arbate con guardie
Mitrane
Oh nero eccesso! In suo furor insano
Violar osa il traditor l’augusta
Santità delle tombe! Circondate
Voi questi luoghi! Là rimanti, Arbate,
Pronto a piombar su quei ribelli. Io volo
A prevenir la Regina. Ah! questa
Notte d’orror a lei no sia funesta!
(Arbate e le guardie si ritirano. Mitrane
dall’altra parte.)
Interno sotterraneo del mausoleo di Nino. L’urna che contiene le ceneri di Nino è nel mezzo.
Scena undicesima
I Magi discendono; alcuni sono armati di pugnali; avanzano declamando il seguente:
Coro
Un traditor -Con empio ardir,
Minaccia penetrar, a reo disegno
Fra questi sacri orror. -Morte all’indegno.
Lontan rumor, -Dubbi aggirar
S’ode d’incerto pié. -Chi mai sarà?
Ah forse il giovin re!
Se fosse il traditor!
In tanta oscurità! - O Dio vendicator,
Scoprila al mio furor - L’empio si svenerà.
Cadrà. Morrà.
(Si disperdono e scondono fra le volte;; poi Oroe con Arsace.)
Arsace
Qual densa notte! -ove scendiamo! e quale
Invincibil terror il cor m’assale.
Un raccapriccio. Un tremito. Un orrendo
Presagio che m’agghiaccia. Io non saprei
Perché, ma piango.
Oroe
Al grande istante or sei.
Snuda quel ferro... Ardire!
Non pensar che a ferire.
Arsace
Ma chi ferir degg’io!
La vittima dov’è?
Oroe
La guida un Dio.
(si ritira)
Arsace
Tremendo arcano! Ah il solo Assur! Oh padre
Sì, a pié della tua tomba,
A te lo immolerò.
(va aggirandosi, e si perde di vista)
(Assur si presenta da parte oposta.)
Assur
Fra questi orrori,
Furie che m’agitate,
Reggete i passi miei, l’acciar guidate.
Orgoglioso rival, a mie vendette
T’abbandona la sorte.
Qui troverai la morte
E la tomba.
(va sperdendosi fra le volte)
(Semiramide dal fondo.)
Semiramide
Già il perfido discese;
Fra queste opache tenebre celato
Attende la sua vittima; ma armato
E’ il braccio d’una madre. Oh tu, che sposo
Io più nomar non oso, accogli intanto
D’un cor pentito e desolato il pianto.
Al mio pregar t’arrendi;
Il figlio tuo difendi.
Perdonami una volta,
Abbi di mi pietà...
(resta sospirosa a piè della tomba di Nino)
Arsace
(ritornando da opposta parte)
Dei! qual sospiro!
Padre, sei tu?
Assur
(ritornando)
Dove m’aggiro?
Semiramide
Oh! cielo!
Assur
Chi geme? Ah! forse...
Arsace
Oh madre!
Semiramide
Io tremo!
Assur
Io gelo.
Semiramide, Arsace e Assur
L’usato ardir, - Il mio valore dov’è?
Dov’è il mio cor? - Ah! il sento languir
In tanto orror. - Che mai sarà di me?
Che far dovrò? - Misera(o), oh Dio, nol so!
(Restano in analoghe attitudini di terrore e di affanno.)
Oroe
(dietro la tomba con suono solenne)
Ninia, ferisce!
Assur
(colpito)
Ninia!
Arsace
(riconosce la voce)
Assur!
Semiramide
(del pari)
Il figlio!
Assur
(come sopra)
Arsace!
Ov’è?..
(cercandosi fra l’oscurità)
Arsace
Pera!
Semiramide
Si salvi!
Arsace
Padre mio,
Ecco la tua vendetta.
(Mentre tenta ferire Assur, che lo cerca in altra parte, Semiramide gli si presenta, ed egli la ferisce credendola Assur.)
Iniquo, mori...
Semiramide
(cadendo dietro la tomba di Nino)
Oh Dio!
Oroe
Magi... Guardi...
(compariscono in gruppi i Magi con fiaccole e le guardie.)
(segnando Assur che rimane sorpreso)
di Nino...
L’uccisore arrestate.
Ninia in Arsace, e il vostro re mirate.
(Tutti si prostrano avanti Ninia.)
Assur
(disarmato)
Egli Ninia! Oh destino!
Arsace
(veggendosi avanti Assur)
Tu vivi? Ma chi dunque io là svenai?
E questo sangue?
Oroe
Il Cielo è pago omai.
Compiuta è la vendetta.
Vieni. Colui sia tratto alla sua sorte.
Assur
Più orrendo a me di morte
E il vederti mio re.
(nel mentre fa per partire fra le guardie, s’avvede di Semiramide estinta dietro la tomba)
Ma... oh gioia! ancora
Di me più disperato
Posso lasciarti.
(con feroce esultanza)
Là, superbo, mira:
Contempla l’opra tua... Guarda chi spira.
Oroe
(frapponendosi)
Ah! no...
Arsace
Lascia...
Assur
(con forza e gioia)
E’ tua madre.
(vien condotto dalle guardie)
Arsace
(con raccapriccio ed angoscia)
Mia madre! ed io! che orror! ed io potei!
Ma voi, barbari Dei, voi che guidaste
La destra, i colpi!
(con impeto)
Ah! dov’è quell’acciaro?
Rendilo al mio furore.
Odiosa, funesta,
E’ a me la vita omai...
(cerca ferirsi: è trattenuto da Oroe, fra le di cui braccia s’abbandona svenuto)
Oroe e Coro
Ferma... T’arresta.
Coro generale
Vieni, Arsace, al trionfo, alla reggia,
Del dolore all’eccesso resisti;
Tu de’ Numi al volere servisti:
Lieta omai fia l’Assiria con te.
Vieni, il popolo esulta, festeggia;
Vegga, adori il novello suo re.
(La scena si rempie di satrapi, Grandi e popolo.
Quadro analogo.)
Fine
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