Aleramo o il Falconiere
Opera in tre Atti
Catania
1889
Libretto
LEOPOLDO MARENCO
Musica
FRANCESCO PAOLO FRONTINI
(Catania, 6 agosto 1860 - Catania, 26 luglio 1939)
La leggenda di Adelasia
e Aleramo
Personaggi
Ottone, imperatore;
Teofania, sua moglie;
Adelasia, loro figlia;
Aleramo, marchese e sposo di Adelasia;
Ubaldo, scudiero.
Enrico di Baviera chiede in sposa ad Ottone, re d'Italia
ed imperatore di Germania, la figlia Adelasia. Ma Adelasia ama il marchese
Aleramo. Ottone s'infuria, la chiude in convento e manda in esilio Aleramo.
I due fuggono e si danno alla macchia nella riviera ligure sotto i falsi
nomi di Fulberto e Agnese. Il giovane trascorre il suo tempo allevando
i falconi. I Saraceni invadono l'italia e Ottone, valicate le Alpi,
li attacca. Rimasto ferito in battaglia, viene condotto nella casa di
Agnese. In lei crede di ravvisare la figlia perduta. Ottone è
preoccupato per non aver sconfitto il nemico. Agnese gli presenta Fulberto
e, dicendo che è un cavaliere invincibile in combattimento, convince
Ottone ad affidargli il comando del l'esercito. I Saraceni vengono così
sbaragliati, ma Aleramo è ferito a morte; è condotto a
castello e spira fra le braccia di Adelasia, mentre ella rivela al padre
la propria identità.
Paolo Frontini (Catania, 6 Agosto 1860 - ivi, 26 luglio
1939) fu tra i pochi musicisti, oltre a Giovanni SImone Mayr, ad essersi
ispirati alla leggenda di Adelasia e Aleramo. Dal padre, che fondò
e diresse per molti anni la banda musicale di Catania, Francesco Paolo
aveva appreso i rudimenti della musica. Giovanissimo s'era distinto
per un Requiem e aveva rivelato le capacità di compositore prima
col melodramma Nella (1881), poi con Sansone (1882). Musicò anche
le opere Aleramo, mai rappresentata, e questo Falconiere, che ha per
soggetto ancora Adelasia e Aleramo ed è tratto dal libretto omonimo
di Leopoldo Marenco (messo in musica nel 1878 da Tommaso Benvenuti).
Il lavoro doveva esser rappresentato al Teatro Comunale di Ferrara nel
gennaio del 1897, ma per motivi di censura così non avvenne e
l'opera andò in scena nel 1889 a Catania.
Il Frontini scelse con cura i temi politici, come Aleramo o questo Falconiere,
oppure positivisti da mettere in musica. Il "Canto di Ebe"
è tratto dal "Lucifero" di Mario Rapisardi, ispirato
all'ateismo, alla Guerre de Dieux del Parny, e anche da Milton e dal
carducciano Inno a Satana. Il poema è l'espressione più
significativa della poesia positivista: "Dio tacea da gran tempo.
Ai consueti/ Balli moveano in ciel gli astri, e con dura/ infallibile
norma albe ed occasi/ Il monotono Sol dava a la terra". Lucifero
é l'Eroe che, non ascoltando gli ammonimenti di Promoteo, sale
sulla Terra per incarnarsi e dare all'uomo salute e morte a Dio.
L'arcivescovo di Catania ordinò la distruzione del libro.
Frontini, il "nero compositore", nonché Cavaliere e
grande Ufficiale, oltre che dell'Aleramo fu autore famoso della MARCIA
TRIONFALE. Il cardinale Fracicanova avrebbe voluto "assolverlo
da tutti i suoi peccati presenti e futuri, compresi quelli di aver musicato
la maledizione alla Madonna (atto secondo della MALIA ) e il canto di
EBE dal Lucifero di Mario Rapisardi".
Per la sua produzione musicale era stato amato e stimato in vita non
solo dal vasto pubblico che frequentava i teatri, ma anche da uomini
illustri quali Victor Hugo, Emile Zola, Jules Massenet, Giovanni Verga,
Luigi Capuana, Giacomo Puccini.
Così scrisse Massenet per congratularsi con Frontini per le sue
composizioni:
30 Dicembre 1898.
Malgrado le occupazioni insopportabili delle feste, ho letto le vostre
composizioni e vi dico con gran piacere la bellezza che v'ho ritrovato.
Quella musica m'ha fatto desiderare di confidarvi le mie impressioni.
Invidio le vostre opere e voi scrivete in una lingua musicale che io
amo!
Bravo di tutto cuore!
Massenet
Dopo la morte venne disprezzato da alcuni, che fecero
scomparire il suo busto il giorno stesso dell'inaugurazione.
Alle opere liriche di Frontini vanno aggiunte un gran numero di canzoni,
romanze, serenate e frizzanti melodie, che lo resero popolare e che
sono note ancora oggi, ad esempio la Serenata araba e Il piccolo montanaro.
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