Girolamo FrescobaldiFerrara, 13 settembre 1583 "Frescobaldi (Girolamo) da Ferrara, fu riguardato al suo tempo come uno de' migliori compositori ed organisti, piazza ch'egli occupò con distinzione nella chiesa di S. Pietro in Roma verso il 1628. Sin dalla prima età erasi reso talmente celebre nel canto che le prime città d'Italia facevano a gara per possederlo, e l'entusiasmo giunse al segno di accompagnarlo ne' suoi viaggi da un paese all'altro, per godere più lungamente del piacere di sentirlo. Tra il gran numero degli eccellenti discepoli formati da costui vuolsi rimarcare Froberger, che l'Imperatore Ferdinando III avevagli indirizzato per istruirlo, e che realizzò di poi perfettamente le speranze, che il suo maestro aveva fatte di lui concepire. Le sue Opere furono pubblicate in Roma nel 1615 e 1637". È uno dei maggiori compositori per clavicembalo e organo del Barocco (con esempi ). FerraraGirolamo Frescobaldi nacque e passò la giovinezza a Ferrara, città che vantava in ambito musicale una vera e propria scuola. Nel XVI secolo v'erano alcuni bravi compositori, attirati qui dall'attitudine mecenatesca della corte estense. Alla nascita di Frescobaldi, erano attivi in città Alfonso della Viola, il Concerto delle dame, il cantante e compositore Lodovico Agostini, Luzzasco Luzzaschi, solo per citarne alcuni. In questo periodo, visitarono Ferrara, tra gli altri, Costanzo Porta, Luca Marenzio, Claudio Merulo, Orlando di Lasso, Giovanni Bardi, Jacopo Corsi, Ottavio Rinuccini, Giulio Caccini, Claudio Monteverdi, che lavorava ad una collezione di madrigali dedicati ad Alfonso II d'Este, e anche Carlo Gesualdo, per celebrare il suo matrimonio con Eleonora, sorella di Cesare d'Este, con al suo seguito Scipione Stella, il liutista Fabrizio Filomarino e Rinaldo dall'Arpa. Frescobaldi suonava organo e clavicembalo, essendo uno dei più celebri virtuosi del suo tempo, soprannominato il "mostro degli organisti". Poco si sa della formazione, tranne che egli si dichiara allievo del Luzzaschi. Abbiamo notizia di un suo impiego professionale già nel 1597, all'età di 14 anni, quando prese il posto di organista dell'Accademia della Morte di Ferrara lasciato vacante da Ercole Pasquini. Probabilmente, risalgono a questo periodo i primi contatti con la potente famiglia ferrarese dei Bentivoglio. Egli ottenne la protezione del marchese Enzo, figlio della celebre cantante Isabella Bendidio, che da cortigiano e soldato divenne il più importante impresario teatrale italiano del primo Seicento, e del fratello di questi, il potente cardinale Guido Bentivoglio. RomaNel 1598, in mancanza di figli legittimi di Alfonso II d'Este, il papa Clemente VIII riportò il ducato di Ferrara sotto il dominio dello Stato della Chiesa. Da quel momento diversi musicisti ferraresi si spostarono a Roma: i tre fratelli Piccinini vi si trasferirono nel 1598 e Luzzaschi vi trascorse un periodo nel 1601. Anche Frescobaldi vi giunse nei primi mesi del 1601. Fu organista della basilica di Santa Maria in Trastevere da gennaio a maggio 1607. Nel giugno 1607, Frescobaldi insieme a Girolamo Piccinini accompagnarono il prelato ferrarese Guido Bentivoglio inviato come nunzio alla corte delle Fiandre. Fu il solo viaggio compiuto da Frescobaldi fuori d'Italia. Qui, ebbe contatto con una corte celebre per la ricchezza della vita musicale, presso la quale prestavano servizio musicisti italiani, spagnoli e inglesi, oltre che fiamminghi. Nel 1608 pubblicò per i tipi di Phalèse, ad Anversa, il suo primo lavoro completo: una raccolta di 19 madrigali a 5 voci. Durante il viaggio di ritorno a Roma, fece tappa a Milano dove pubblicò Il primo libro delle Fantasie a quattro. Tornato a Roma, succedette ad Ercole Pasquini questa volta come organista della Cappella Giulia nella Basilica di San Pietro, dove prese servizio il 31 ottobre 1608. Inoltre, egli entrò alle dipendenze del marchese Enzo Bentivoglio, arrivato a Roma come ambasciatore di Ferrara nell'anno 1608; tuttavia, le relazioni tra i due divennero difficili, per cui l'anno successivo ci fu una rottura. Tra il 1610 e il 1611, Frescobaldi entrò allora a servizio del cardinale Pietro Aldobrandini. Nel 1612 dall'unione con Orsola Travaglini Del Pino nacque il primo figlio Francesco; a questo seguirono, tra il 1613 ed il 1619, Maddalena, Domenico, che fu poeta e collezionista d'arte, Stefano e Caterina. Dopo la morte di Clemente VIII, la fortuna del suo patrono era notevolmente declinata. Così, nel 1614 Frescobaldi negoziò con Ferdinando Gonzaga la sua assunzione al servizio della corte di Mantova, dove si recò e suonò alla presenza del duca nel 1615. Non avendo raggiunto lo scopo, tornò a Roma. Ivi pubblicò il primo libro di Toccate in una ricca edizione del 1614-15 incisa su rame da Nicolò Borboni. Anche la relazione con l'Aldobrandini non fu facile, tuttavia egli rimase al suo servizio fino alla morte del cardinale, avvenuta nel 1621. Inoltre, egli continuava a mantenere il suo posto in San Pietro ed era impiegato saltuariamente come organista o insegnante presso altre chiese romane. FirenzeIl granduca Ferdinando II de' Medici visitò Roma nel marzo 1628; Frescobaldi prese contatti con lui e gli dedicò Il primo libro delle canzoni a 1-4 voci, la sua unica raccolta di musiche per gruppi strumentali. Vi ottenne un impiego come organista del granduca, presso la corte di Firenze, retribuito con un elevato stipendio. Nel 1630, pubblicò i due libri di Arie musicali. Frescobaldi godette qui di alta considerazione e venne chiamato a eseguire musica sua nelle situazioni più importanti. La sua permanenza a Firenze ebbe termine nel 1634. Ancora Roma Frescobaldi tornò a Roma nell'aprile del 1634, richiamato dal cardinale Francesco Barberini, nipote del nuovo papa Urbano VIII, ora con un salario più adeguato alla fama ormai consolidata. Riprese anche il posto di organista alla Cappella Giulia, passata sotto la direzione di Virgilio Mazzocchi. I Barberini, fortemente impegnati nell'allestimento di opere presso il Teatro Barberini alle Quattro Fontane, non coinvolsero il Frescobaldi nelle loro rappresentazioni, ma lo fecero partecipare alle accademie che si svolgevano nel loro palazzo, dirette da Mazzocchi. Una delle ultime descrizioni di un'esecuzione di Frescobaldi ci viene dal musicista francese André Maugars, che nel celebre libello Reponse faite à un curieux racconta di un concerto quaresimale a cui assistette nel 1639 presso l'Oratorio del Crocifisso. Vi si eseguivano mottetti ed oratori in latino combinati a brani strumentali; l'organico comprendeva un organo, due o tre violini, due o tre arciliuti e una lira, oltre, naturalmente, ad un grande clavicembalo suonato da Frescobaldi. Gli strumenti alternavano brani concertati a soli improvvisati; in particolare, Maugars fu molto impressionato dalla "maniera" del cembalista, che esibiva mille sorte di invenzioni sopra delle note ferme dell'organo. In effetti, questa forma di esecuzione, che già si avvicina un poco allo stile della Toccata per spinettina e violino contenuta nelle Canzoni pubblicate da Masotti nel 1628, è documentata con maggiore evidenza da alcuni pezzi manoscritti ritrovati ad Uppsala. Frescobaldi morì a Roma, dopo una breve malattia, il 1º marzo 1643. È sepolto nella Basilica dei Santi Apostoli. Lo stile frescobaldianoFrescobaldi compose ed eseguì musica secondo la cosiddetta seconda prattica monteverdiana (contrapposta alla prima prattica, quella secondo cui la musica è un'arte filosofico-matematica che vede la sua realizzazione più alta nell'utilizzo del contrappunto). Egli difatti volle, attraverso la musica strumentale evocare gli affetti degli ascoltatori, suggerire delle emozioni; e lo fece ispirandosi ai canti italiani fioriti, melismatici (che esprimono cioè un testo con più note per ogni sillaba, contrapposte ai canti sillabici che ad ogni sillaba fanno corrispondere una nota). Nella musica di Frescobaldi si ritrovano quindi gli stessi virtuosismi vocali espressi dagli strumenti. Nelle toccate e partite si trovano scale ascendenti e discendenti, trilli, abbellimenti e virtuosismi di ogni sorta, inframezzati da momenti accordali. Questa frammentazione in sezioni contrapposte e diversissime è dovuta anche alla destinazione liturgica. Necessitano infatti di poter essere interrotti il più velocemente possibile e nel modo migliore, alla prima richiesta del celebrante. OperePer strumenti a tastiera
Per gruppi strumentali
Musica vocale in lingua italiana
Musica vocale in lingua latina
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