Gioachino Rossini

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Antonio Gioachino Rossini
(Pesaro 29/2/1792, Passy 13/11/1868)

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Gioachino Rossini

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Biografia

Nato nel 1792 a Pesaro tre mesi dopo la morte di Mozart, Rossini musicò opere liriche di ogni genere: farse, commedie, tragedie, opere serie e semiserie.

L'affinità che unisce Rossini e Wolfgang Amadeus Mozart è illusoria. La circostanza che sono stati entrambi geni precoci della composizione musicale è stata sottolineata con scelta discutibile dal Rossini Opera Festival di Pesaro. Nell'edizione 2006 il ROF predispose un abbinamento di opere giovanili dei due autori: La cambiale di matrimonio, e la cantata spirituale Die Schuldigkeit des ersten Gebotes (opera dubbia che nel catalogo Kochel ha il numero K 35, scritta inverosimilmente da Mozart all'età di undici anni).

La famiglia di Rossini era di umili origini: il padre Giuseppe era detto Vivazza, fervente sostenitore della Rivoluzione francese, era originario di Lugo (Ravenna) e suonava per professione nella banda cittadina e nelle orchestre locali; la madre, Anna Guidarini, era nata ad Urbino ed era una discreta cantante. Per le idee politiche del padre, la famiglia Rossini fu costretta a frequenti trasferimenti da una città all'altra dell'Emilia-Romagna.
Così il giovane Rossini trascorre gli anni della giovinezza o presso la nonna o in viaggio fra Ravenna, Ferrara e Bologna dove il padre era riparato nel tentativo di sfuggire alla cattura dopo il restauro del governo pontificio. Ed è proprio a Bologna, dopo aver appreso qualche rudimento dai fratelli Malerbi a Lugo, che comincia lo studio della musica, del canto (fu contralto e cantore all'Accademia Filarmonica) e della spinetta presso Giuseppe Prinetti, suo primo maestro.
Rossini a quattordici anni (1806) si iscrive al Liceo musicale bolognese, studia intensamente composizione appassionandosi alle pagine dei classici (è in questo periodo che si guadagna l'appellativo di tedeschino), mostrando grande ammirazione per le opere di Domenico Cimarosa. Scrive la sua prima opera (Demetrio e Polibio, che sarà rappresentata però soltanto nel 1812).
Conosce Isabella Colbran, cantante lirica, maggiore di età, che sposa a Castenaso il 16 marzo 1822 e dalla quale si separerà intorno al 1830.

A vent'anni tre sue opere sono già state rappresentate. L'esordio ufficiale sulle scene avvenne nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia con La cambiale di matrimonio.
Nel ventennio successivo Rossini compose una quarantina di opere, arrivando anche a presentarne al pubblico 4 o 5 in uno stesso anno; in occasione delle prime rappresentazioni dei suoi lavori, il pubblico italiano gli riserverà accoglienze controverse. Si passò infatti da straordinari successi (La pietra del paragone, La gazza ladra, Zelmira, Semiramide) ad accoglienze fredde e a insuccessi, tra i quali è divenuto storico quello del Barbiere di Siviglia, in occasione della cui "prima" al Teatro Argentina di Roma, nel 1816, vi furono addirittura dei tafferugli, causati con ogni probabilità dai detrattori del Maestro pesarese; l'opera ebbe infatti un grande successo pochi giorni più tardi. Sempre del 1816 è poi l'opera Otello (da cui sarà ricavata poi parte della musica del Duetto buffo di due gatti, brano per soprano erroneamente attribuito a Rossini).
Semiramide (1823) è stata l'ultima opera di Rossini a debuttare in Italia. Dopo la sua rappresentazione il compositore si trasferì a Parigi, dove le sue opere furono accolte quasi sempre in modo trionfale. Guglielmo Tell - rappresentato a Parigi il 3 agosto 1829 con il titolo francese di Guillaume Tell - sarà la sua ultima opera.
Un uomo da invidiare, parola di Stendhal

Gioachino Rossini è stato ed è molto amato anche all'estero; sulla sua figura sono stati scritti numerosi libri e biografie. Celeberrima, anche se non del tutto attendibile, è la Vita di Rossini scritta da Stendhal quando il compositore aveva trentadue anni.

Si legge nella prefazione:

« È difficile scrivere la storia di un uomo ancora vivo ... Lo invidio più di chiunque abbia vinto il primo premio in denaro alla lotteria della natura ... A differenza di quello, egli ha vinto un nome imperituro, il genio e, soprattutto, la felicità. »
Sei movimenti del suo Stabat Mater furono scritti nel 1832 e il resto fu completato nel 1839, anno della morte del padre.
Il successo di quest'opera regge il confronto con quelli ottenuti nel campo dell'opera lirica; ma è la ridotta produzione nel periodo che va dal 1832 alla sua morte, avvenuta nel 1868, a rendere la biografia di Rossini simile alla narrazione di due vite diverse: la vita del trionfo veloce ed immediato, e la lunga vita appartata e oziosa, nella quale i biografi hanno immortalato il compositore. Negli ultimi anni egli compose infatti solo pochissimi lavori, tra cui la memorabile Petite messe solennelle.

Rossini, uomo dalle mille sfaccettature, è stato descritto dai numerosi biografi in molte maniere: ipocondriaco, umorale e collerico oppure preda di profonde crisi depressive, ma pure gioviale bon vivant amante della buona tavola e delle belle donne; spesso è stato ritenuto afflitto da pigrizia, ma la sua produzione musicale, alla fine, si rivelerà incomparabile (sebbene arricchita da numerosi centoni, brani musicati precedentemente e riutilizzati per nuove opere che il compositore prestava a se stesso in una sorta di auto-plagio). Il 15 marzo 1847 Rossini ottenne dalla Repubblica di San Marino il titolo di nobile e venne altresì proposto, il 10 dicembre 1857, per l’ascrizione al patriziato della città di Lugo.
Rossini smise di comporre per il teatro lirico all'età di trentasette anni, dopo il Guglielmo Tell, ritirandosi dalla mondanità a vita privata. Nonostante ciò continuò fino all'ultimo a comporre musica, per sé, per Olympe Pélissier (sposata in seconde nozze nel 1846, dopo la morte della Colbran, avvenuta l'anno prima) e per gli amici.
Tra le ultime opere composte occorre ricordare la versione definitiva dello Stabat mater (1841) ed innumerevoli brani di musica da camera, sonate e composizioni per pianoforte solo o con voce solista, come nel caso delle Soirées musicales (pubblicate nel 1835).
Nella produzione dell'ultimo Rossini ci sarà inoltre spazio anche per quelli che egli stesso definì autoironicamente i suoi «Péchés de vieillesse», semplici senili debolezze. L'ultima sua composizione di rilievo fu la Petite messe solennelle (1863) per dodici cantori di tre sessi, uomini, donne e castrati, due pianoforti ed armonium.
L'autore di opere come Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Semiramide, Tancredi, La gazza ladra e Le Comte Ory (solo per citarne alcune) si spense per una forma tumorale nella sua villa di Passy, presso Parigi. I francesi - ma non solo - si stavano preparando a festeggiare il suo settantasettesimo compleanno.
Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero parigino del Père Lachaise e traslate in Italia solo nel 1887, nove anni dopo la morte della Pélissier, su iniziativa del governo italiano. Riposano definitivamente nel "Tempio dell'Itale glorie", la Basilica di Santa Croce, a Firenze, .
A parte alcuni legati a titolo individuale in favore della moglie e di alcuni parenti, Rossini nominò erede universale delle sue ingenti fortune il Comune di Pesaro. L'eredità fu utilizzata per l'istituzione di un Liceo Musicale cittadino. Quando, nel 1940, il liceo fu statalizzato, diventando il Conservatorio Statale di Musica Gioachino Rossini, l'Ente Morale a cui erano state conferite proprietà e gestione dell'asse ereditario rossiniano, fu trasformato nella Fondazione Gioachino Rossini. Finalità della Fondazione, che è tuttora in piena attività, sono: il sostegno dell’attività del Conservatorio, lo studio e la diffusione nel mondo della figura, della memoria e delle opere del pesarese. La Fondazione ha collaborato, fin dagli inizi, con il Rossini Opera Festival, ed ha concorso, in misura significativa, a predisporre gli strumenti culturali (le "edizioni critiche" delle opere rossiniane) che sono stati alla base della Rossini-renaissance dell'ultimo trentennio del Novecento.

Il ritiro dalle scene teatrali

Molti storici della musica si sono interrogati sulle cause del suo ritiro. Probabilmente, all'origine di questa inaspettata scelta v'è l'incompatibilità tra Rossini e l'estetica romantica. All'esaltazione della forza trascinante del sentimento e l'identificazione coi personaggi, il pesarese contrappone, difatti, un settecentesco distacco razionale.
Molti critici hanno, comunque, fatto notare numerosi elementi romantici all'interno del suo Guglielmo Tell, come il soggetto storico-patriottico (la lotta per l'indipendenza degli Svizzeri dagli Austriaci nel XIV secolo), l'utilizzo di elementi folcloristici (come l'inserimento nell'organico orchestrale dei richiami svizzeri per le vacche, o ranz des vaches), e la grande importanza affidata al coro. Forse, Rossini, prima di andarsene, volle dimostrare che, se avesse voluto, avrebbe potuto dominare anche lo stile romantico.

La Rossini-renaissance

Una prima fase della Rossini-renaissance prese l'avvio dagli anni '40-'50 ad opera di Vittorio Gui, che ripropose esecuzioni di opere del pesarese poco eseguite o dimenticate sulla base del proprio studio diretto sulle partiture autografe. A ciò va aggiunta, sulle medesime basi di conoscenza degli autografi, la sua interpretazione del Barbiere di Siviglia nelle tonalità originali e con la strumentazione originale (sistro, chitarra, ottavini) a Firenze nel 1942 e poi in varie sedi sino al Festival di Glyndebourne ed alla registrazione con la EMI nel 1962. Dai primi anni settanta ad oggi sta prendendo campo una ulteriore rivalutazione delle opere del compositore pesarese, in particolare dei suoi melodrammi seri, una riscoperta basata sulle edizioni critiche delle sue partiture per mano di Alberto Zedda, Philip Gossett e tanti altri, e vivificata dalle interpretazioni di Claudio Abbado del Barbiere di Siviglia (Salisburgo 1968), della Cenerentola, dell'Italiana in Algeri e del Viaggio a Reims. Quando si parla di Rossini-renaissance si allude oggi generalmente a questa seconda fase.
I suoi capolavori, alcuni dei quali riportati in auge un paio di decenni prima con la interpretazione di Maria Callas, sia pure sulla base di edizioni non filologiche delle partiture, sono rientrati ormai in repertorio e vengono rappresentati dai maggiori teatri lirici del mondo.
A Pesaro viene organizzato annualmente il Rossini Opera Festival: appassionati da tutto il mondo giungono appositamente per ascoltare opere del maestro che sono eseguite utilizzando le edizioni critiche delle partiture filologicamente riconsiderate.

Versione modificata tratta da Wikipedia, "Rossini", Wikipedia, L'enciclopedia libera, http://it.wikipedia.org/wiki/Gioachino_Rossini (controllata l'8 maggio 2011).

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