Simposio di Brisbane

Il Professor Martin Jarvis della Charles Darwin University di Darwin, in Australia, ha recentemente tenuto una conferenza a Brisbane. Insieme alla Professoressa Heidi H. Harralson della East Tennessee State University, USA, ha presentato due interventi nel corso del recente simposio tenuto in settembre sulle perizie grafico forensi.

foto, copyright 2022 @ Laura Nutton
copyright 2022 @ Laura Nutton

Le relazioni sui Concerti e sul Catalogo

Le due relazioni, discusse il 15 settembre scorso, si intitolano "Chi era Amadeo Wolfgango Mozart" (Who was Amadeo Wolfgango Mozart?) e "Perché il catalogo tematico non è stato scritto da Mozart" (Why The Thematic Catalogue Is Not Written By W A Mozart). La prima riguarda i concerti per violino, che sono tutti attribuiti a Wolfgang Amadé Mozart.
La NMA sostiene che sono autografi del compositore, ma, analizzando la scrittura, il professore Jarvis e la Professoressa Harralson hanno dimostrato brillantemente che non è così. Ci sono evidenti discrepanze tra la scrittura di Mozart e quella che si vede nei manoscritti di alcuni dei concerti. Lo stesso problema ricompare ogni volta che la firma dell'autore è "Amadeo Wolfgango", sicché a essere messi in dubbio sono altri lavori di Mozart sinora considerati autografi in cui compare quella combinazione invertita di nomi.

L'importanza del catalogo

Nella seconda relazione, i professori Martin Jarvis e Heidi H. Harralson si occupano del catalogo personale delle opere che Mozart avrebbe scritto dal 1784 al 1791, l'anno della morte.
Il catalogo è importantissimo, perché consente ai musicologi di tutto il mondo di datare molte opere e di attribuirle a Mozart. Molti manoscritti infatti non sono autografi.
Per questo il catalogo personale di Mozart, oggi conservato al British Museum, è strumento essenziale per determinare se Mozart ha o non ha scritto alcune composizioni.

Le Conferme

Che il catalogo fosse falso se ne erano già accorti i musicologi Luca Bianchini e Anna Trombetta nel libro Mozart la caduta degli dei pubblicato nel 2016. I due studiosi avevano riscontrato molte contraddizioni. In una conferenza che ha aperto la stagione di concerti della società Melos a Sassari nel 2018, presso villa Mimosa, avevano proiettato le grafie del catalogo e le avevano confrontate con la scrittura di Mozart, dimostrando che il catalogo non è autografo come si pensava.

Nel libro Mozart la costruzione di un genio, pubblicato nel 2018, i Professori Bianchini e Trombetta avevano dedicato tre interi capitoli per descrivere le ragioni interne ed esterne per le quali il catalogo non è stato scritto da Mozart, ma è un falso.

I professori Jarvis e Harralson, in una ricerca indipendente da quella di Bianchini e Trombetta, sono giunti alle medesime conclusioni. Nello splendido intervento, alla conferenza di Brisbane, anche loro hanno mostrato alcune voci del catalogo agli esperti di analisi grafico forensi. Gli esempi sono chiari ed evidenti. Ormai non ci sono più dubbi che non è Mozart ad aver scritto il catalogo che gli è stato a torto attribuito. La questione non può più essere ignorata.

La storia del catalogo

Il catalogo personale è stato scritto dopo che Mozart è morto per mettere ordine tra i manoscritti del compositore. Mozart era notoriamente disordinato. Le sue musiche spesso non sono firmate, non hanno data né indicazione di luogo e sono spesso state scritte da altre persone. Quando Mozart è morto, la vedova Constanze, ritrovatasi in strettezze finanziarie, ha dovuto vendere quei manoscritti agli editori e quindi ha fatto scrivere il catalogo "autografo" per validarli. Lo stesso aveva fatto con il Requiem del marito, che aveva affidato a più persone perché fosse completato e venduto come autentico.

La ricerca di Jarvis e Harralson è condotta con criteri scientifici e rimette in discussione attribuzioni che erano date per scontate e che nessuno aveva verificato. Del catalogo s'erano già occupati in molti, ma nessuno, a parte gli studiosi citati italiani, australiani e americani, aveva mai messo in dubbio che fosse autografo. Era stata pubblicata tempo fa anche un'edizione anastatica, con un apparato critico, che però analizza quasi per nulla le grafie, anzi, si dimentica addirittura di segnalare alcuni segni e delle cancellature assai significativi. Mancano ad esempio tutte le parti segnalate dai professori Jarvis e Harralson, o le cancellature indicate da Bianchini e Trombetta.

Conclusioni

Per concludere, il catalogo non è stato scritto giorno per giorno ordinatamente da Mozart dal 1784 al 1791, man mano che completava le sue composizioni. Nessuno al Mozarteum ha mai studiato approfonditamente le diverse grafie del catalogo, le differenze rispetto agli altri autografi di Mozart e neppure la filigrana. NMA non ha approfondito la faccenda, sicché gli studi di Jarvis, Harralson, Bianchini e Trombetta, ripetuti indipendentemente ai lati opposti della Terra, in Italia e in Australia, e negli Stati uniti, sono i primi e unici ad analizzare in dettaglio e in modo critico questa fonte primaria, che si rivela per quello che è: un falso prodotto negli ultimi anni del 1700, qualche anno dopo che Mozart era morto.

Le conseguenze sono immense e questi nuovi studi sono destinati a rivoluzionare tutto il mondo che ruota attorno a Mozart.

di M.C.

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