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Michele Bolaffi

1768 - 1842

Un musicista italiano fra Sette e Ottocento

Michele Bolaffi, Un musicista Toscano fra Sette e Ottocento

Di recente abbiamo letto il nuovo libro di Domenica Foti dedicato alla figura di Michele Bolaffi, musicista fiorentino e compositore, poliedrico e creativo, che s'è occupato anche di letteratura e di testi ebraici.

Vissuto tra la seconda metà del Settecento e il primo Ottocento, Bolaffi si esibì come cantante ed ebbe notevole fortuna come compositore. Di lui si conosceva poco. L'autrice ha il merito d'aver condotto ricerche molto approfondite, durate parecchi anni, sulla sua vita, le composizioni, sugli studi teorici e quelli storico musicali che hanno lasciato un segno non indifferente. Bolaffi offre un'originale concezione dell'evoluzione della musica nel corso dei secoli.

Il volume è arricchito di molte immagini, anche inedite, ed è scritto con criteri scientifici. Si nota la preparazione solida dell'autrice. Molte le note a piè di pagina che rimandano alle fonti consultate. Esemplare è anche la raccolta di lettere, redatta con criteri chiari e rigorosi.

È insomma un buon esempio di come si scrive un libro di musicologia, che, accanto alla precisione dei rimandi alle fonti e alla cura dei particolari, è piacevole anche da leggere. Per la prima volta è compreso anche il catalogo delle opere, che fa ordine nella notevole produzione musicale di Bolaffi. Noi lo consigliamo, non solo a chi è interessato alle ricerche rigorose, ma anche a quelli che desiderano approfondire la musica ebraica e gli argomenti di storia musicale di fine Settecento e della prima metà dell'Ottocento.

Luca Bianchini, Anna Trombetta

Disponibile presso le migliori librerie e on line

lettera di Michele Bolaffi
lettera autografa di Michele Bolaffi

Michele Bolaffi (Firenze 1768-Livorno 1842)

Compositore fiorentino di confessione ebraica nella tradizione sefardita, cantante (tenore), poeta, letterato, traduttore di testi ebraici, Maestro di Canto e di Cappella e Maestro accompagnatore, Storico e Teorico della musica.

Come cantante si esibisce svariate volte in pubblico, suonando talvolta anche al cimbalo sue composizioni o accompagnando il grande soprano lirico Angelica Catalani, alla quale esaltando le qualità vocali, dedica il sonetto Stupor tu fosti allor d’Europa intera.

Nel 1809, per un breve periodo, occupa il posto di Musical director to the Royal Duke of Cambridge. Negli stessi anni, su proposta di M. César de Saluces, è nominato membro della Reale Accademia di Torino ed ottiene anche l’incarico di Corrispondente per la Classe di Litterature et beaux arts.

Negli anni 1816-1818 ricopre l’incarico di Maestro di cappella alla Corte di Luigi XVIII e ottiene anche l’impiego al Théatre Royal Italien con l’incarico «de l’examen des partitions».

A Parigi, nel 1819 circa, istituisce e dirige una école de musique adottando il metodo di Enseignement mutuel dell’italiano Federico Massimino, diffondendo lo stile, la tradizione e la cultura italiana. Insegna musica anche nella scuola di mutuo insegnamento a Marsiglia.

Negli anni 1821-1822 a Firenze fonda altre due Scuole di Musica in cui insegna Canto; istruisce i Cori nelle «Scuole Sante Italiana e Scuola Levantina»; apre un’altra Scuola di musica nel 1823 anche a Genova; mentre a Livorno nel 1825 insegna nella scuola privata ebraica Or Torah.

Negli anni 1836-37, ottiene l’incarico di professore onorario delle scuole comunitarie ebraiche.

Intrattiene scambi epistolari con varie personalità dell’epoca, tra queste Rossini, l’impresario teatrale Lanari, il musicista e compositore Marco Santucci, la principessa Elena Baciocchi, sorella di Napoleone, il marchese Gian Carlo Di Negro, illustre letterato e tantissime altre.

Uomo di vasta cultura ed interessi poliedrici traduce in lingua italiana e in versi sciolti il poema epico La Henriade di Voltaire e Teodia o sia Inno filosofico a Dio, testo antico ebraico sulle meraviglie della creazione, di Ibn Gabirol, poeta e filosofo vissuto intorno alla metà dell’anno mille. Traduce anche in endecasillabo il poemetto ditirambico L’immortalità dell’anima di Jacopo Delille.

Scrive la Lettera sull’opera Maria di Rudenz, un pamphlet indirizzato all’amico Donizetti per recuperare la figura artistica ed il reale valore dell’opera che alla “prima”, rappresentata al Teatro La Fenice di Venezia nell’agosto 1838, era stata un amaro insuccesso.

Dedica il sonetto Dolci sembianze, amate luci sante alla moglie Lia Pardo Roques per onorare la sua dipartita (1815) e un componimento poetico anche alla celebre cantante dell’epoca Carolina Hungher, ammirata da tutti per le sue capacità sonore. Inoltre, per esaltare le doti non solo vocali ma anche interpretative, mimiche ed umane del Basso napoletano, scrive la poesia Ritratto poetico di Lablache. Compone La Gambaide, una raccolta di quaranta sonetti, nella circostanza in cui è costretto a rimanere in casa immobile in seguito ad un incidente che gli provoca la rottura della gamba. A Livorno viene aggredito in strada da uno sconosciuto e l’aggressione offre allo sfortunato poeta lo spunto per comporre sonetti italiani ed ebraici, descrittivi del triste episodio.

La sua produzione musicale, varia nel genere, comprende: musica per il dramma religioso Simchat Mitzvah, in due atti di Daniele Terni, scritta per l’inaugurazione della Sinagoga di Firenze (1793); Suonata prima per cimbalo con accompagnamento d’un mandolino o violino; Sei Canzonette su versi del poeta Francesco Gianni per Voce (Soprano), violino, arpa o pianoforte; Tre Canzonette sulla rosa opera III; le Cantate La Pace a voce sola con orchestra e Il sogno d’Etruria a due Voci, coro e orchestra; Per il ritorno di sua Maestà Lodovico Primo re d’Etruria, scena con Aria per Tenore e orchestra; l’Opera teatrale Saul; il Miserere Toscano su testo dello stesso Bolaffi, per voce di Soprano, Tenore e Basso, orchestra di fiati ed archi; l’Armonia lugubre sentimentale opera V, per strumenti a fiato e la Suonata per pianoforte, armonia lugubre entrambe in morte di Cimarosa; Tre ariette op. VI da cantarsi col pianoforte; 6 Salmi penitenziali a due Voci con basso d’accompagnamento dedicati a Maria Luisa regina reggente d’Etruria; Six nouveaux nocturnes italiens opera II a due Voci con accompagnamento di pianoforte o arpa; l’Arietta Placido zeffiretto, intonazione di parte della Cantata Amor timido di Pietro Metastasio, dedicata a Giuseppina Grassini, celebre Contralto dell’epoca; il Sonetto a voce sola con pianoforte in morte di Haydn; la Romanza Il faut aimer; la Cantata a tre voci con Cori scritta per la nascita del figlio di Napoleone Bonaparte e Maria Luisa d’Austria; il Sonetto L’Italia, poesia e musica di Michele Bolaffi per Voce (Tenore), flauto ed arpa; una farsa per musica dal titolo Il pastore e la pastorella delle alpi, su libretto di Giulio Domenico Camagna, rappresentata al Teatro S. Moisè di Venezia; la cavatina Povero angusto rio per voce di Tenore con accompagnamento di pianoforte o arpa; le tre cavatine Come mai da te lontano, Che cangi tempra, Caro rio ch’al mar ten vai per Voce accompagnate dal pianoforte o arpa.

Ed ancora incluse nel corpus delle sue produzioni musicali sono: 4 Airs ad una voce ed orchestra; Tribut de douleur, elegia per la morte della principessa Charlotte de Galles scritta per Canto, pianoforte o arpa; quattro Stanze per musica dedicate a S.A.R. Adolfo, duca di Cambridge, vicerè d’Hannover e mecenate dell’Autore; Six nouveaux nocturnes italiens dedicati a Monseigneur le Prince de Léon, a due voci (Soprano e Tenore) con accompagnamento di pianoforte o arpa; Sur un rocher désert, intonazione della Cantata di Jean-Baptiste Rousseau; i tre brani: Se lontan ben mio tu sei, So che vanti un core ingrato, S’io t’amo oh Dio mi chiedi, tutti su testi poetici di Metastasio per Voce di Soprano, pianoforte e chitarra, raccolti ne «Il Mese armonico», Giornale di Musica vocale stampato a Firenze da Lorenzi; il Sonetto Padre del Ciel che di natura i moti, composto e messo in musica da Bolaffi per canto e pianoforte, un ringraziamento a Dio del compositore per la «guarigione di due fiere malattie consecutive recentemente sofferte».

Dedica a Carlo Alberto, re di Sardegna la Cantata con cori e a Rossini l’inno Il canto d’Euterpe per Voce di Soprano, Coro (4S) e pianoforte.

Tra le composizioni liturgiche manoscritte: il Salmo 29 intitolato Mizmor Ledavid, per Coro a cappella; un Inno dal titolo Annoten Teschiuh Lamelakim a tre voci (Soprano, Tenore e Basso); il Veemunà, un canto a più voci dedicato ai correligionari di Roma con testo in lingua ebraica; il salmo Allelu ed adonaj col goim, per Coro a cappella; il Romemù, una parte composta per il Basso David Tagliacozzo; il Salmo 150, Alleluià per Coro e orchestra; due volumi (1825-1826) di Versetti posti in musica, dedicati al tenore Aron Crocolo.

Come storico della musica scrive Dissertazione sulla musica moderna paragonata all’antica, un breve opuscolo di quattordici carte in cui Bolaffi, facendo un’attenta disamina di tutta la storia della musica, espone anche le proprie originali considerazioni sulla sua evoluzione. Interessante è l’ultima parte della Dissertazione in cui stila un piano di riforma delle Scuole di musica, dell’insegnamento e del Teatro.

Come Teorico scrive i Principi di Musica in ottava rima, pubblicati a Firenze da Giuseppe Lorenzi e un opuscolo di quindici pagine con esempi musicali dal titolo Compendio ragionato di Principj di Musica per uso degli allievi più adulti.

Una riflessione filosofica sull’esistenza umana, sull’arte e sulla musica è un assunto, in forma anonima, stampato a Livorno per i tipi di Lorenzo Pozzolini, dal titolo Alcune mie idee sul gusto del secolo presente.

Fonte: Domenica Foti, Michele Bolaffi (1768-1842): Un Musicista toscano fra Sette Ottocento, Tricase (Lecce), Youcanprint, 2023