Facendo luce con una tecnologia innovativa sull'autenticità e i misteri del catalogo personale di Mozart
Immergiamoci nei misteri che circondano Mozart.
Tutti sanno che la vita di Mozart è stata tragicamente breve, perché è mancato nel 1791 a soli 35 anni. Dopo la sua morte, sua moglie Constanze ha autenticato il suo catalogo personale, il quale dettaglia meticolosamente le sue composizioni tra il 1784 e il 1791. È intrigante sapere che questo catalogo non è mai emerso durante la vita di Mozart e che Constanze è la sola testimone di questo pezzo di storia. Nonostante questo fatto curioso, gli studiosi l'hanno accettato senza farsi troppe domande.
Il catalogo non è una semplice lista di pezzi, ma un registro musicale di 145 composizioni ed è stato fondamentale per Constanze per autenticare le opere di Mozart che non erano firmate e per venderle. Attualmente conservato nella British Library di Londra, questo documento comincia il suo viaggio nel 1784 in un quaderno intitolato 'Verzeichnüss aller meiner Werke'.
I metodi che abbiamo utilizzato sono tutt'altro che ordinari. Si tratta di un'analisi forense grafica dettagliata che svela complesse incongruenze. Per approfondire queste disparità abbiamo sviluppato un software in C#. Abbiamo caricato la banca dati con i simboli manoscritti e i caratteri di Mozart.
Il nostro software ha tre moduli principali: un editor per l'input dei dati, un gestore di database completo di funzionalità di ricerca e uno strumento per esaminare e confrontare i caratteri. È come avere a propria disposizione una lente d'ingrandimento. La meraviglia della tecnologia ci ha permesso di compiere in pochi istanti compiti che avrebbero altrimenti richiesto anni di lavoro manuale.
Lo studio presente getta luce sulla scrittura di Mozart, campo in cui sono fiorite le falsificazioni, anche grazie al vuoto di conoscenza preesistente. Confrontando le lettere di Mozart con le voci del catalogo degli anni corrispondenti, il software ha messo in evidenza parole ricorrenti. Analizzando vari parametri, abbiamo scoperto significative discrepanze. I risultati sono affascinanti; indicano le contraddizioni all'interno del catalogo ed evidenziano la falsificazione operata nell'ultimo decennio del 1700.
Ora, le incongruenze nella scrittura sono indicative di diversi autori o cambi di stile. Prendiamo, ad esempio, la parola 'Bassi'. La rappresentazione nei manoscritti di Mozart e la sua apparizione nel catalogo sono in netto contrasto. E c'è di più! Le chiavi nel catalogo, ad esempio, differiscono in dimensione rispetto ad altre opere di Mozart, suggerendo diversi scrittori o un cambio nello stile di scrittura che pare improbabile per un compositore esperto.
Tratti esitanti e pressione variabile suggeriscono il gioco d'imitazione. Ancora più affascinante sono il tempo del catalogo, le strutture delle misure e gli elementi di notazione, che sono diversi rispetto ai manoscritti originali di Mozart.
Ad Evora abbiamo mostrato anche una voce duplicata, che è tipico errore di un copista. E c'è un'altra forte incongruenza che finora non è stata sufficientemente studiata: la filigrana del catalogo è la stessa di una lettera del 1802. Il che aggiunge ulteriori criticità al già complicato mistero che circonda l'origine del catalogo.
Infine, anche l'inchiostro nel catalogo differisce costantemente dai manoscritti scritti negli stessi mesi. Mentre nelle lettere c'è ognio mese una variazione dell'inchiostro, lo stesso inchiostro è utilizzato per molti mesi di fila nel catalogo. In sunto, questo viaggio dettagliato nel catalogo, reso possibile dalla nuova tecnologia, rivela una serie di anomalie e incongruenze nel catalogo, e mette in discussione la sua autenticità, aprendo la strada a ulteriori affascinanti esplorazioni sulla vita e le opere di Mozart.