Giacomo Puccini(1858-1924)Edgar(Dramma lirico) in 4 Atti è stata eseguita il 21 aprile del 1889 a Milano (Teatro alla Scala: Carnevale–Quaresima 1888 89 – Impresa Fratelli Garti)PersonaggiEdgar (Tenore), Gualtiero (Basso), Frank (Baritono), Fidelia (Soprano), Tigrana (Mezzosoprano); contadini e contadine, cortigiani, convitati, soldati, monaci, fanciulli DI FERDINANDO FONTANA G.RICORDI et C. MILANO PERSONAGGI In Fiandra. – A. D. I302. Edgar siam tutti, – poichè conduce Guai se di qualche – volgar miraggio Guai se alla luce – d’amor serena, Guai se la coppa, che una, baccante Affranti, all’orgia – gridiamo: « Addio! » Ah, questa fata – che ci entusiasma Oh, allora al raggio – dell’amor santo Ma, aimè, uno scheletro – dal ghigno truce ATTO PRIMO A destra, sul davanti, la casa di Edgar; presso la porta della casa un sedile di pietra; più in là una chiesuola. – A sinistra, sul davanti, una taverna con pergolato sotto al quale un tavolo e panche; più in là gruppo di alberi. – Subito dietro la chiesa un poggio poco alto attraversa tutta la scena e va a perdersi dietro il gruppo d’alberi a sinistra; a metà del poggio un alberello di mandorlo in fiore, presso al quale un sentiero scende sulla piazza. – Sfondo di paesaggio ridentissimo, aperto, sul dinanzi del quale, in modo che appaiano poco lontani, alcuni tetti del villaggio. – Alba pura primissima. SCENA PRIMA. (All’alzarsi della tela Edgar dorme seduto dinanzi alla taverna – Rintocchi d’Angelus alla chiesuola. – Contadini e pastori attraversano la scena venendo da diverse parti; poi si allontanano salutandosi, come muovessero ai lavori della giornata) CORI (lontanissimi) Qual voce lontana FIDELIA (dalla destra, sul poggio) O fior del giorno, salve alba serena! (scorgendo Edgar addormentato e chiamandolo) Edgar... EDGAR (destandosi) Chi mi chiamò? (volgendosi e vedendo Fidelia) Sei tu, fanciulla? FIDELIA Buon dì! EDGAR Buon dì... FIDELIA Non ha dunque riposo EDGAR Io non son lieto FIDELIA Lieta non sono EDGAR Va!... Ti saluto, FIDELIA Senti lo strano Già il mandorlo vicino Troncar ne voglio un ramo (tronca un ramoscello dal mandorlo, poi scende verso il proscenio) Or ben sul mio cammino, Il mattinal saluto O profumata stella, (bacia il fiore e lo getta a Edgar) Eccolo! EDGAR (raccogliendo il ramoscello) Grazie! FIDELIA (dopo aver guardato a destra, come se avesse veduto avvicinarsi alcuno, fuggendo per la sinistra sul fondo) Addio... EDGAR (correndole dietro) Fèrmati!.. CORO (interno, più vicino) O fior dei giorno, salve alba serena! SCENA II. (Tigrana, al cessar del Coro, entra in scena dalla destra. Ha un dembal (specie di liuto) ad armacollo e va verso la parte d’onde è uscito Edgar spiando i suoi passi; poi indietreggia verso la destra, come vedendolo tornare, e si ritrae sul fondo. Rientra Edgar dalla sinistra, non si accorge di Tigrana e si avanza verso il proscenio tenendo nella destra il ramoscello di mandorlo, che egli contempla con tenerezza). TIGRANA (avvicinandosi, alle spalle di Edgar, sghignazzando) Ah!... Ah!... EDGAR (volgendosi, riponendo in seno il ramoscello) Tu qui?... TIGRANA (ironica) Tenera scena (indicando a sinistra) Fuggir di balzo EDGAR (con sprezzo, andando a sedere pensieroso sulla porta di casa sua) Evvia!... Mi lascia! SCENA III. (Le finestre della chiesa si illuminano. L’organo preludia a una preghiera. – Donne, vecchi, fanciulli vengono da diverse parti alla spicciolata, si avviano alla chiesa e vi entrano durante tutta la scena che segue. Anche Gualtiero, venendo dalla destra sul poggio con alcuni vecchi, ne scende con loro e con loro entra nella chiesa.) (Organo.) TIGRANA (avvicinandosi a Edgar con piglio di scherno e di tentazione) Tu voluttà di fuoco, – ardenti baci, EDGAR (come resistendo, ma scosso, alzandosi) Taci, demonio!... Taci! TIGRANA (con ironia crescente) Fûr vani sogni, Edgar! – Sogni fugaci (sempre più agitato, poi, come ribellandosi, entrando bruscamente in casa) Taci, demonio!... Taci! TIGRANA (guarda verso la casa di Edgar scoppiando in una risata; poi, accompagnandosi col dembal, si avvia verso la taverna cantando) Tu il cuor mi strazii... Io muoio! (Quando Tigrana è giunta presso la taverna, Frank, sopravvenendo dal passaggio vicino ad essa, le sbarra la strada) SCENA IV. FRANK (sbarrando il passo a Tigrana) Ove fosti stanotte? TIGRANA (come cercando di evitarlo) A te che importa? FRANK (prendendole una mano, con passione e mestizia conducendola verso il proscenio) Io t’attesi iersera... TIGRANA (con sprezzo) Ed io non venni! FRANK (con ira) Tigrana!... TIGRANA (con alterigia) Evvia!... Non ho di te paura! (Alcuni contadini passando sul fondo per recarsi alla chiesa sostano additandosi l’un l’altro Frank e Tigrana) ALCUNI CONTADINI (passando sul fondo per recarsi alla chiesa sostano additandosi l’un l’altro Frank e Tigrana) È Frank con lei!... FRANK (fra sé, con grande amarezza) O mio dolor! ALCUNE CONTADINE (con sprezzo additando Tigrana) La lebbra TIGRANA (sarcastica, indicando a Franck i contadini che li guardano) Se della tua virtù cara hai la fama (gli sfugge ed entra nella taverna) FRANK (con impero di disperazione, fra sé, seguendola collo sguardo) O mia sventura!... Io l’amo!... (siede su una panca della taverna col volto fra le mani. I contadini entrano nella chiesa) SCENA V. Chi detto a me l’avrebbe mai che un giorno (alzandosi) Questo amor, vergogna mia, Ella ride del mio pianto, (esce per la sinistra in fondo) SCENA VI. (Appena Frank è uscito, entrano da diverse parti, più frettolosi e più numerosi di prima, dei gruppi di Contadini e di Contadine. Come non trovassero più posto nella chiesa essi si inginocchiano fuori sotto il portico. – L’organo riprende. – Il Coro attacca la preghiera.. Tigrana durante questa preghiera rientra in scena dalla taverna guardandosi sospettosamente intorno conte temesse di incontrare nuovamente Frank. Non vedendolo, inoltra; e dopo aver guardato con aria sprezzante verso la chiesa, siede con piglio insolente e sguaiato sul tavolo) CONTADINI e CONTADINE (uscendo processionalmente dalla chiesuola e avanzandosi con pio entusiasmo) Iddio non benedice Signor, noi non affanna Ave, Signor!... – Non gloria ed ôr TIGRANA (accompagnandosi col dembal) Tu il cuor mi strazii... Io muoio! Ghignando il re dei venti Agnellin, – fai pietà! (ride) Perchè l’orrenda mano Rispose l’uragano Il tuo lamento è vano!... Fiorellin, – fai pietà!... (ride) CONTADINI e CONTADINE (a Tigrana, con indignazione) Dal bieco canto cessa! TIGRANA (arrogante) Evvia... Perché?... CONTADINI e CONTADINE (minacciosi, avanzandosi) Lontana TIGRANA Tigrana Sia per voi l’orazion, CONTADINI e CONTADINE Vanne, sciagurata! Serpe, t’allontana! Non vogliam la canzon D’ogni sozzura simbolo, Dei tuoi sorrisi il fascino TIGRANA L’ira vostra o il perdon (Il Coro si scaglia minaccioso su Tigrana, la quale indietreggia fino alla casa di Edgar. – Qui, vedendosi perduta, con un movimento di disperazione afferra il battente e bussa.) SCENA VII. EDGAR (apparendo sulla porta) Che fu?... CONTADINI e CONTADINE (a Edgar, indicando Tigrana) Col canto suo le nostre preci (a Tigrana, con nuovo impeto) Vattene!... EDGAR (frapponendosi, ai Contadini e alle Contadine) Indietro... – turba idiota! CONTADINI e CONTADINE (con stupore a Edgar) Tu la difendi?... EDGAR (toccando l’elsa del pugnale) – Se alla devota CONTADINI e CONTADINE (con stupore crescente) Egli impazzì!... EDGAR Non or... ma da quel giorno, E via di qui, per non far più ritorno, O valle uggiosa, (volgendosi verso la propria casa) O maledetto (rientra nella casa) CONTADINI e CONTADINE Terror!... Sventura!... Al fuoco! (Alcuni entrano nella casa d’Edgar come per impedire l’incendio, ma, dopo pochi momenti, vengono respinti in scena da Edgar che compare sulla porta con un tizzone acceso nella destra) EDGAR Fuori di qui!... Nessuno queste soglie (getta il tizzone nella casa, poi a Tigrana) Tigrana, vieni!... (Edgar prende Tigrana per mano e fa per uscire con lei dalla sinistra in fondo. – Gli astanti fanno loro largo inorriditi. – Frank compare a sinistra in fondo) SCENA VIII. FRANK (a Edgar) T’arresta! TUTTI Frank! EDGAR (a Frank) Sgombrami il passo! FRANK (indicando Tigrana) Teco EDGAR (con disprezzo) Di riso è degna FRANK (toccando l’elsa del pugnale e avanzandosi verso il proscenio a sinistra) Questa lama a te EDGAR (venendo anch’egli verso il proscenio a destra e facendo atto di metter mano al pugnale) Sta ben! (nel momento in cui Edgar e Frank stanno per sguainare i pugnali, Fidelia appare dalla sinistra, Gualtiero dalla chiesa) SCENA IX. GUALTIERO (accorrendo a Frank) Mio figlio! FIDELIA (accorrendo a Edgar) Edgar! GUALTIERO D’un vecchio, d’un padre la tremula voce, La mano vi pose – sull’else soltanto FIDELIA D’Edgar nel pensiero, – qual nembo veloce, EDGAR D’un vecchio che prega – la voce tremante FRANK Qual fascino arcano, – qual torbido incanto TIGRANA (guardando Frank ed Edgar ironica) Al suolo d’entrambi – si chinan gli sguardi, CONTADINI e CONTADINE Il cielo un soave – mestissimo incanto EDGAR (riprendendo per mano Tigrana in atto di condurla seco) Or dunque, addio! FRANK (brandendo il pugnale e sbarrando loro nuovamente il passo) No... Tu non passerai! EDGAR (volgendosi a Gualtiero e sguainando anch’egli, indicando Frank) Egli lo vuole! GUALTIERO e FIDELIA (cercando di frenarli nuovamente) Frank!/Edgar! EDGAR e FRANK Parli il pugnale! (si battono) CONTADINE Per pietà! FIDELIA Ferma, Edgar! CONTADINI No!... No! GUALTIERO Cessate! CONTADINE Oh terror! CONTADINI Fermi!... olà! GUALTIERO (a Frank) Figlio! FIDELIA (a Frank) Fratello! CONTADINI Giù il pugnal! TIGRANA (come aizzando Edgar) Su!... Ferisci! CONTADINI Qual furore, TIGRANA (come sopra) Incalza!... Incalza! CONTADINE (a Tigrana) Ah... crudel!... Taci, tu! CONTADINI Via!... Non più!... – Che tardiam? (il pugnale di Edgar striscia sul petto di Frank) EDGAR (a Frank, ritraendosi) Sei ferito!... FRANK No!... No!... FIDELIA Dio!... Perchè mai TIGRANA (a Edgar) Vieni... Fuggiam... Ferito FRANK Deve un di noi (fa per rimettersi in guardia ma vacilla) GUALTIERO (lanciandosi su Frank, strappandogli l’arme, mentre alcuni afferrano Frank e altri vanno a Edgar) Per Dio, quell’arme EDGAR (a Tigrana, allontanandosi rapidamente con lei) Partiamo! FRANK (facendo come uno sforzo supremo per seguirla, ma trattenuto) Abbietta creatura, TUTTI (meno Fidelia) (ai due fuggenti ) Maledizione! (Frank cade fra le braccia di Gualtiero; tutti lo circondano; Fidelia accorre a lui – L’incendio divampa.) ATTO SECONDO Grande atrio. – Una gradinata coperta da tappeti conduce alla sala del banchetto. – In fondo, al di là dell’atrio, terrazzo da cui si scende alla strada. – Paesaggio di sfondo a boschi, illuminato dalla luna. – A destra giardini. – Fiori e doppieri. – lampade di vari coloro pendenti dall’alto. – Alle pareti arazzi, piume, ecc. SCENA PRIMA. CONVITATI e CORTIGIANE Splendida notte! – Notte gioconda! Labbra, del gaudio – l’inno intonate! TIGRANA (spalancando le porte della sala del banchetto e sostando in cima alla gradinata) Alle mense! CORTIGIANE e CONVITATI Alle mense!... (I convitati e le Cortigiane salgono la gradinata ed entrano con Tigrana nella sala del banchetto) SCENA II. EDGAR (venendo dal fondo a sinistra) Orgia, chimera – dall’occhio vitreo, Ma invan ritorni! – Non più l’oblio, Non le mie colpe, il ciel ch’io rifiutai, 1O soave vision – di quell’alba d’april, Nell’abisso fatal, – dov’io caduto or son, (come rammentando) Sovra un sereno ciel – si disegna il profil, (si allontana lentamente, pensieroso, a destra) SCENA III. CORTIGIANE e CONVITATI (brandendo le coppe) Evviva !... Le coppe colmate! TIGRANA A me la mia coppa!... Versate! (i valletti eseguiscono) CORTIGIANE e CONVITATI Da bere versate!... Versate! TIGRANA La coppa è immagin della vita... CORTIGIANE e CONVITATI Beviam !... Godiam! TIGRANA Ma sta il destino in mezzo a lor; CORTIGIANE e CONVITATI La coppa è immagin della vita!... TIGRANA Pallida morte, bieca sorte, Pallida morte, – fantasmi orrendi, (indicando la coppa) Per te soltanto – l’anima è forte! CORTIGIANE Alle procaci – labbra tu insegni TIGRANA D’amor tu additi – nei vasti regni CORTIGIANI, CONVITATI, TIGRANA Della coppa e della vita TIGRANA O coppa, o simbol della vita, CORTIGIANE e CONVITATI Ignote gioje e voluttà TUTTI Coppa, risponder tu non puoi!... Suvvia! ... Godiam!... Beviam! TIGRANA Al gioco! CONVITATI e CORTIGIANE Al gioco!... Al gioco! (I valletti recano tavolieri da gioco. – I Convitati e le Cortigiane vi siedono e cominciano a giocare. Edgar compare a destra in fondo). SCENA IV. TIGRANA (andando ad Edgar) Edgar, sulla tua fronte EDGAR Essi son neri TIGRANA Tu più non m’ami... EDGAR La parola d’amor non profanar! TIGRANA Quel che sognavi un dì – d’orgie e di baci EDGAR Taci, demonio !... Taci!...TIGRANA Dalla valle natia perchè fuggir, 1Vieni... dal labbro mio EDGAR Sazio son dei tuoi baci! TIGRANA Pietà, riso mi desti!... EDGAR E perché vuoi ch’io resti? TIGRANA Lo schiavo mio tu sei... Io son come il fanciullo EDGAR Aimè!... Nè di speranza TIGRANA Un dì da te lontana (suoni di tamburo e trombe poco lontani) EDGAR, TIGRANA, CONVITATI, CORTIGIANE Uno squillo marzial!... ALCUNI CONVITATI (andando a guardare verso il fondo a destra) Passa una schiera ALCUNE CORTIGIANE (che li hanno seguiti) Come sfavillan l’armi EDGAR (fra sé) Ah !... Qual pensiero! (correndo verso il fondo a destra) Olà, soldati, VOCI DEI SOLDATI (esternamente) Che vuoi tu? EDGAR Nel mio castello entrate... VOCI DEI SOLDATI (esternamente) Evviva! ... Evviva! TIGRANA (sospettosa, avvicinandosi a Edgar) Or bene, EDGAR Mi lascia! SCENA V. SOLDATI e FRANK (col morione calato, avanzandosi) Colla fronte lieta e altera CONVITATI e CORTIGIANE Sempre arrida, o balda schiera, FRANK (con sorpresa, riconoscendoli, fra sé) Tigrana!... Edgar!... EDGAR (porgendo a Frank una coppa ricolma di vino mentre alcuni valletti mescono ai soldati) Capitan, questa coppa TUTTI Che mai dicesti? EDGAR Sì... Stanco son io FRANK (fra sé) O immensa gioia! EDGAR (a Frank) Partire, TIGRANA (fra sé) No, avvinto ancora a me restar dovrà! CORTIGIANE, CONVITATI Egli il suo castello SOLDATI Partire ei vuol! FRANK (a Edgar, sollevando il morione) Il mio volto ricordi? EDGAR, TIGRANA (riconoscendolo e indietreggiando) Ah!... Frank!... CONVITATI, CORTIGIANE e SOLDATI Che avvenne mai? (indicando Edgar) Perché arretrò?... Che accadde mai? EDGAR (tra sé, con disperazione) Ultima speme – tu sei svanita! FRANK (fra sé) Serpe divina – col santo rimorso! TIGRANA (fra sé) Tentò sfuggirmi – speranza vana! CONVITATI, CORTIGIANE, SOLDATI (guardando Edgar) Sovra il suo pallido – cupo sembiante FRANK (a Edgar) Perché al suol la fronte chini? EDGAR Io la mano in dì macchiai Dei miei padri arsi l’asil! Della patria or sono indegno, FRANK Della patria tu sei degno... EDGAR (con improvvisa risoluzione volgendosi ai soldati) Una spada a me! TIGRANA (avvicinandosi a Frank) Se è vero che un giorno FRANK Mi lascia! (fa per allontanarsi, Tigrana lo afferra per un braccio) TIGRANA A temermi EDGAR (avanzandosi colla spada nel pugno) Dio ti ringrazio !... Giorno di battaglia Di Filippo di Francia sotto il giogo CORO Della Fiandra alla santa libertà! EDGAR e CORO Della Fiandra alla gloria, (Le trombe squillano. – Edgaralla testa dei soldati muove con Frank verso il fondo. – Tigrana fa atto di intrettenerlo; egli la respinge. – Tigrana va a cadere sulla gradinata, fra le cortigiane, con un gesto di minaccia.) ATTO TERZO Un accampamento in fondo. – Colline e un villaggio a destra, in lontananza. – A sinistra, su una breve gradinata, un catafalco funebre. – È il tramonto. – Il cielo fiammeggiante è solcato da negre strisce di nubi. SCENA PRIMA. POPOLANI È dunque ver ?... Perì? SOLDATI Sì... pugnando morì... POPOLANI (guardando a sinistra) Il corteggio qui vien. VOCI INTERNE Requiem aeternam! SCENA II. FANCIULLI (mentre la barella vien deposta dai soldati sul catafalco) In pace factus est locus ejus! TUTTI Et in Sion abitatio ejus! CORO Del Signor la pupilla DONNE e FANCIULLI Ora pro eo. POPOLO e SOLDATI Entra nel cielo il buon che cade FIDELIA (fra sé) Non basta il pianto al mio dolor, TUTTI Riposa in pace, o pio guerriero... I MONACI Deus, in virtute tua judica me! TUTTI Deus, in virtute tua judica me! I 12 MONACI Deus, exaudi orationem meam! TUTTI Deus, exaudi orationem meam! SOLDATI Noi nel tuo nome, – pel patrio suol, FIDELIA Addio, mio dolce amore... O fredda salma – del mio signore, O Edgar, la tua memoria TUTTI O Edgar, o pio guerriero, I 12 MONACI (benedicendo gli astanti e il cadavere) In pace factus est locus ejus, et in Sion abitatio ejus. (Frank sale presso il catafalco in atto di voler pronunziare l’orazione funebre) FRANK Del prode Edgar, del nostro capitano IL FRATE (avanzandosi, ad alcuni soldati e popolani) D’Edgar l’onor io contestar non vo’... TUTTI Silenzio, frate! FRANK (continuando l’orazione funebre) Alto l’acciar, dove batteva il cuore IL FRATE (c. s.) Fu prode, è ver... – ma d’un avventurier FRANK Silenzio, Frate! ALCUNI SOLDATI e POPOLANI (a Frank) No... lascialo parlar! IL FRATE Edgar mi impose ALCUNI (avvicinandosi al Frate e facendo segno ad altri di imitarli) Udite!... MOLTI (imitandoli) Parla! IL FRATE V’è alcun fra voi del suo villaggio? ALCUNI Noi! IL FRATE Sta bene!... Or dunque rispondete: È ver ALCUNI Sì... è ver! IL FRATE (incalzando) È ver che Frank ferì ?... Che con Tigrana, ALCUNI Sì... È ver! IL FRATE Or, se gioco non son le umane leggi MOLTI Sì... È ver! FIDELIA (fra sé) Orror!... Sulla sua bara GUALTIERO (piano a Fidelia) O figlia mia, partiamo... IL FRATE (sempre incalzando e traendo intorno a sé tutto il popolo e tutti i soldati) Ei tutto nell’orgia – nel gioco perdea... TUTTI Vergogna!... IL FRATE (cupamente, come chi insinua l’accusa più terribile dopo aver preparati gli animi) Al suo castello – era un bosco vicino TUTTI (inorriditi) Assassino! FIDELIA (fra sé) Oh... terrore!... GUALTIERO (come sopra) Fidelia, – vieni;... lungo è il cammino. SOLDATI e POPOLO (colle destre tese verso il catafalco in atto d’imprecazione) Onta su lui!... – Dal feretro Onta su lui!... – Quest’ossa ALCUNI Fu gioco di fortuna il suo valor! ALTRI Sia maledetto chi mancò all’onor... TUTTI Ai corvi il suo cadavere! (Fanno atto di lanciarsi verso il catafalco per strapparne il cadavere) FIDELIA (accorrendo, sale i gradini e fa schermo del proprio corpo al cadavere; poi con gran fermezza) Non più !... Fermate ! (il popolo e i soldati si fermano e indietreggiano) IL FRATE (fra sé, guardando Fidelia con grande emozione) Angiolo santo!... FIDELIA (al Frate) La prece, o frate, (fra sé) D’ogni dolor questo è il più gran dolor: GUALTIERO (avvicinandosi a Fidelia, come se temesse per lei) Figlia!... SOLDATI, POPOLO (fissando Fidelia, fra loro) Bella e gentile ell’è davver! FIDELIA Nel villaggio d’Edgar son nata anch’io... SOLDATI Brava fanciulla!... FIDELIA Al vostro capitano (i soldati si inginocchiano) Or nel nostro villaggio io fo ritorno... (al Frate) Qui per la patria (a Frank, modestamente scendendo dal catafalco) Signor, le laudi FRANK (a Fidelia con grande tenerezza) Tu le compiesti, (agli astanti congedandoli) Andate! (Tutti si allontanano lentamente. – Il Frate va ad inginocchiarsi presso il catafalco a destra in fondo. – Frank è ancora in piedi alla sinistra. – Gualtiero si avvicina a Fidelia come facendole dolce violenza per allontanarla) FIDELIA (Dopo aver fatto cenno al padre di concederle un ultimo istante, si avvicina al catafalco, ne toglie un ramoscello d’alloro, lo bacia, se lo pone in seno) Addio, mio dolce amor! (Si allontana con Gualtiero per il fondo a destra rivolgendo spesso il volto, come se non volesse mai staccare lo sguardo dal catafalco. – Intanto Frank discende dalla gradinata, il Frate si alza; entrambi guardano Fidelia e Gualtiero finché sono scomparsi, poi si avanzano come parlando fra loro) SCENA III. VOCE DI TIGRANA (internamente a destra) Voglio passar... IL FRATE (a Frank) La voce di Tigrana! TIGRANA (venendo dalla destra a malgrado che una sentinella tenti impedirle il passo) Il passo mi sgombrate! (avanzandosi, al Frate) A me concesso, o frate, IL FRATE (indicandogliela) Eccola!... TIGRANA (sospirando guardandola) Aimè! (poi fra sé) Finite son le esequie... (va a lenti passi verso la bara) IL FRATE In lei tanta pietà?... Menzogna è questa (a Frank, che fa per andarsene) No... con me resta... Ascolta! SCENA IV. (scostandosi dalla bara come còlta da paura). Fu idea stolta la mia (scotendosi) Evvia!... Di te, o Tigrana, (rivolgendo lo sguardo alla bara, fissandola) Egli è là... Io lo guardo... e più non tremo! Or sia pace fra noi!... Tu mi sfuggisti...E l’abbandono tuo nel cuor m’accese Nova brama di te!... Scender ti vidi Nell’onta a me vicino E, allor, ti disprezzai!... Oggi il tuo nome Alto risuona... e vanto Sian per me i baci tuoi, Sia per te il mio rimpianto! Ah, se scuoter della morte Forse, vinta, a te soltanto Ma tu sei spento! Ed io, Splendan per me le gemme! (fa per allontanarsi. – Il Frate e Frank ricompaiono sul fondo – Tigrana, vedendoli venire, sosta). Ah!... SCENA V. TIGRANA (fra sè vedendo che il Frate e Frank s’avvicinano) Pregar mi vedran!... (va verso la bara, poi indecisa) Pregar?... Pregar?... Io che pregar non seppi mai, (con tono enfatico avvicinandosi alla bara) Edgar, Edgar, quant’io t’amai (sempre più enfatica) T’amai siccome il fior IL FRATE (a Frank) Pregare, amar non seppe maiChi visse sol di voluttà; Del suo dolor, tu lo vedrai, Solo a far pompa ella qui sta! Ma il suo mentito amor FRANK Sempre ignorò preghiera e amore Se mente il suo dolor (Tigrana va ad inginocchiarsi presso il catafa1co. – Il Frate e Frank parlano sommessamente fra loro. – Frank fa atto d’aver compreso un desiderio espressogli dal Frate e di prestarsi ad eseguirlo) IL FRATE (presso Tigrana con galanteria) Bella signora, il pianto sciupa gli occhi; TIGRANA Lasciatemi pregar... V’allontanate! (il Frate s’allontana) FRANK (avvicinandosi a Tigrana, alla sua volta) Bella signora, il morto esser vorrei, (mostra a Tigrana una collana di perle) TIGRANA (scossa alla vista della collana, poi rimettendosi, severamente) Va!... Non tentarmi! (Frank s’allontana) IL FRATE (avvicinandosi di nuovo a Tigrana, e mostrandole un anello) Guarda! TIGRANA (scossa, alzandosi, guardando l’anello) O meraviglia! IL FRATE (incalzando, seguendola fino al proscenio, alla sua destra) Un detto della tua bocca vermiglia TIGRANA (fra sé) Un detto?! FRANK (avvicinandosi al Frate, indicandogli Tigrana) Come (passando alla sinistra di Tigrana e mostrandole un nuovo gioiello) Prezzo non ha, TIGRANA (contemplando il nuovo gioiello mostratole da Frank) Qual baglior! IL FRATE (prendendo il gioiello che Frank sta mostrando a Tigrana, guardandolo come volesse giudicare del suo valore, poi restituendoglielo con atto sprezzante) Capitan, la tenti invan! (le mostra un monile ricchissimo) Un detto, un detto solo! TIGRANA (osservando il monile) Oh portento! (fra sé) Perché mai IL FRATE (incalzando, con piglio misterioso) Queste gemme avrai TIGRANA All’odio tuo? IL FRATE Sì! TIGRANA Strane parole! IL FRATE (come tentandola satanicamente, dandole il monile) Guarda!... Guarda!... risplende al par del sole! TIGRANA (fra sè, osservando estasiata il monile) Fulgor simil non vidi mai! IL FRATE (a Frank) Di poche gemme allo splendore FRANK Ed io fui stolto un giorno tanto IL FRATE (a Tigrana) Or ben?... TIGRANA (dopo qualche esitazione e dopo aver fissato ancora il monile) Vincesti! FRANK e IL FRATE (riprendendo il monile a Tigrana, andando verso il fondo) – Squilli la tromba! (squillo di tromba interno, seguito da altri squilli) VOCI INTERNE All’armi!... TIGRANA (scossa, al Frate) Or quale – mistero? IL FRATE (a Tigrana) Attendi! SCENA VI. SOLDATI (accorrendo da tutte le parti) Che fu?... IL FRATE Venite!... – Io d’una tomba SOLDATI È ver!... IL FRATE M’han detto : – Tu i morti offendi! (indicando Tigrana) Or dunque a voi risponda SOLDATI Ella?!... IL FRATE Sì! (a Tigrana) Parla: FRANK, TIGRANA, SOLDATI Ciel! IL FRATE (piano a Tigrana) Lo afferma... e tuo (mostrandole ancora il monile) Guarda! FRANK e SOLDATI (a Tigrana) Rispondi... IL FRATE (piano a Tigrana che esita) Avrai, FRANK e SOLDATI (a Tigrana, incalzando) Parla! TIGRANA (dopo una pausa, prendendo il monile dalle mani del Frate) È ver!... SOLDATI (volgendosi verso la bara) Maledizione a lui! (i soldati vanno verso la bara, afferrano il corpo che vi giace, ma nelle loro mani non restano che dei pezzi di armatura) SOLDATI (lasciando cadere i pezzi d’armatura con terrore) Gran Dio!... IL FRATE (ironico) Che fu?... SOLDATI Non vedi?... Vuota è l’armatura! IL FRATE (buttando via la veste da monaco e comparendo nel costume di guerriero) 1Sì... poichè vive Edgar!... SOLDATI (ritraendosi) Onta su noi! EDGAR (con impeto terribile a Tigrana che indietreggia) O lebbra, o sozzura del mondo... (fa per afferrarla. – Tigrana gli sfugge e si ritrae verso i soldati, presso la bara) TIGRANA (ai soldati) Oh... il vil!... Mi difendete! SOLDATI, FRANK Va... t’allontana... abbietta cortigiana! (i soldati fanno timidamente qualche passo verso Edgar come per chiedergli perdono). EDGAR (ai soldati) Maledizione a voi!... Redento io son! (Edgar strappa alcuni rami d’alloro alla bara e li sfronda; poi parte ne lascia cadere una a terra e li calpesta , parte ne getta sdegnosamente ai soldati e si allontana rapidamente con Frank. ATTO QUARTO Porta grande comune a vetri in fondo nel mezzo chedà su un terrazzo. – presso la porta, a destra, una finestra. – Più in qui, sempre a destra, un vasto camino; presso il camino una panca. verso il proscenio uscio che conduce alle stanze di Gualtiero. – Fra il camino e l’uscio un inginocchiatoio dinanzi al quale, su una mensola incastrata nella parete, una piccola statua della Madonna. – A sinistra della porta comune un’alcova chiusa da cortine, nell’alcova un letto. – Più in qui alcune porte a vetri che conducono al giardino. – Verso il proscenio, sempre a sinistra, un tavolo, sul quale vaso in cui sta il ramoscello d’alloro tolto da Fidelia alla bara di Edgar. – Alla sinistra del tavolo un seggiolone. – Tutto ha impronta patriarcale. – Poco prima dell’alba. SCENA PRIMA. Edgar! Edgar! l’alba s’appressa, e ancora (Prende la lampada e il ramoscello d’alloro e si avvia lentamente verso l’alcòva, vi entra e ne chiude le cortine. – Comincia il primo rompere dell’alba. – Campana dell’Angelus.) CORO Qual voce lontana SCENA II. GUALTIERO (venendo dalle sue stanze) Tutta la notte ella vegliò... (vedendo Fidelia sul seggiolone) Sopita (come pregando) Angelus Domini... (abbandona il volto fra le mani e piange) CORO (interno) Iddio non benedice GUALTIERO Chi è la?... CORO DI FANCIULLE (alla porta) Siam noi. GUALTIERO (andando loro ad aprire, introducendole) Silenzio... FANCIULLE Orsù, coraggio! GUALTIERO Iddio FIDELIA (svegliandosi) Padre mio!... GUALTIERO (andando a lei) Mia figlia!... FIDELIA (vedendo le fanciulle) Voi!... FANCIULLE (andando a lei) A chiedere FIDELIA Grazie... (avanzandosi, seguita da Gualtiero e dalle Fanciulle) Egli in sogno m’apparve Vieni... tu sei mia sposa... Fanciulle, a me recate L’inno santo intonate, (alcune fanciulle vanno nell’alcôva e ne tornano col velo e colla corona nuziale, che Fidelia mostra al padre prendendolo per mano) O mio buon padre, ascolta: Così in mezzo alle larve Un’ora lamen – a te rapir, GUALTIERO Se il cielo all’amor mio, ALCUNE FANCIULLE (fra loro mentre altre mettono il velo e la corona nuziale a Fidelia) Lugubre imen!... Per canto Tributo di fior (un raggio di sole entra per la finestra del fondo) FIDELIA Ecco il sole... ecco il sol!... L’ultima volta (va verso la finestra; appena v’è giunta getta un grido) Ah... Lui!... (sviene: alcune Fanciulle la sostengono, la fanno sedere sulla panca presso il camino e la circondano) GUALTIERO (correndo alla finestra seguito dalle Fanciulle, con sorpresa e gioia) Mio figlio!... LE FANCIULLE (sorprese anch’esse) Frank! GUALTIERO (con sorpresa crescente, quasi con terrore) Edgar!... LE FANCIULLE (con spavento) Edgar?! VOCI DI FUORI Evviva! SCENA III. FRANK (andando a Gualtiero) Padre!... EDGAR (correndo a Fidelia sempre svenuta) Fidelia mia... FIDELIA (riprendendo i sensi) O vita a me ritorni! (ravvisando Edgar) Edgar... sei tu?! Sei tu?! EDGAR Sì... sì... son io! FIDELIA Tua sposa EDGAR E in terra CORO O avventurato giorno! FRANK (abbracciando il padre affettuosamente) O mio santo vegliardo, GUALTIERO Ti benedico! EDGAR Più mai ti lascerò... Compiuto siaDi nozze il nostro rito Come vuole il gentil costume antico. CONTADINI (allegramente) Rapir la sposa noi dobbiam! CONTADINE (c.s.) E noi EDGAR (c.s.) 1Su, dunque in armi!... Ai fiori! TUTTI Ai fiori! Ai fiori! (I Contadini con Gualtiero e Frank si allontanano per il fondo. – Le Contadine per la sinistra come scendessero in giardino) SCENA IV. EDGAR Sia benedetto il giorno in cui sei nata, FIDELIA Tu vivi... M’ami... Io ti rivedo ancora... EDGAR Il poter dell’amor vince la morte, Ma invano io tento – trovar l’accento FIDELIA Tutto comprendo! – vano soffrir, Io del passato – solo rammento EDGAR Santa, ingenua parola... Essa discende Di luce celestial la tua pupilla! (Durante queste parole di Edgar, Tigrana si affaccia alla vetrata della porta in fondo, vi resta un momento fissando Edgar e Fidelia, poi scompare) FIDELIA (indicando verso la porta con spavento) Ah... Un’ombra ... là! EDGAR (va a vedere, poi torna verso Fidelia) No... Alcun... Soli noi siamo! Soli!... E dirti poss’io l’ardente ebbrezza FIDELIA Son tua!... Son tua! EDGAR Ah, nei tuoi baci io voglio FIDELIA Tua la mia vita, EDGAR Da questo dì soltanto FIDELIA Anima e corpo tua EDGAR Oh estasi infinita! FIDELIA Gioia sublime che il mio labbro invano EDGAR Ah, ch’io sia maledetto FIDELIA Pria m’uccidi EDGAR No... No... Siccome il tuo O mia Fidelia amata, FIDELIA Spesso l’ho un dì sognata (Edgar muove verso la porta di fondo. – Fidelia ve lo accompagna. Egli la bacia in fronte e parte. – Fidelia torna lentamente sorridendo verso il proscenio, va a sedere sul seggiolone e, ravvoltosi il velo intorno alla persona, di guisa che soltanto un piccolo lembo ne penzoli fuori, vi si raccoglie come volesse gustare quel supremo momento di solitudine felice). SCENA V. VOCI LONTANE DEI CONTADINI Evviva Edgar... Evviva! FIDELIA (sul seggiolone, come rammentando, a mezza voce) Troncar ne voglio un ramo TIGRANA (entra agitata dalla porta di fondo, durante il canto di Fidelia. – Ha un pugnale nella destra. Si guarda intorno. – Con ira, fra sé) La maledetta sparve!... Quest’oggi a nozze andrà!... (vedendo il lembo di velo, con gioia terribile) Ah!... Quel velo!... È la!... (corre al seggiolone e colpisce Fidelia nel petto. – Fidelia balza in piedi, poi ricade subito sul seggiolone con un grido, mentre Tigrana, per un momento, si guarda rabbrividendo come temesse di essere lorda di sangue, e, indietreggiando, lascia cadere il pugnale). FIDELIA Ah!... (suoni vicini di istrumenti villerecci) TIGRANA (scuotendosi) Il corteggio nuzial!... Presto... Si fugga! (va verso la porta in fondo) CORI INTERNI Evviva!... Evviva! TIGRANA (con terrore) Maledizione! (va verso la porta del giardino) CORO DI FANCIULLE (nel giardino) Evviva!... Evviva!... TIGRANA (scorgendo nel giardino i contadini e le contadine che battagliano coi fiori, ritraendosi con terrore crescente). Chiusa del giardino (si precipita, attraversando la scena, verso la porta di destra che conduce alle stanze di Gualtiero e fa per aprirla. – La porta è chiusa; Tigrana raccoglie il pugnale e tenta di scassinarla con esso, ma invano. – Gli evviva si fanno sempre più vicini). Inferno e dannazione! (si guarda intorno disperatamente come cercando una via di scampo. – Vede l’alcòva). No... La! (si lancia nell’alcòva e ne chiude le cortine. – Fidelia, la quale fino al punto in cui Tigrana è corsa alla porta di Gualtiero, è rimasta immobile sul seggiolone, a quel punto si è scossa, ha veduto Tigrana e l’ha seguita collo sguardo finché è entrata nell’alcòva, poi è ricaduta senza sensi). SCENA VI. FANCIULLE (alla finestra, brandendo i fiori allegramente come in atto di sfida) Avanti!... Su!... All’assalto! (tornando correndo e ridendo presso le fanciulle rimaste sul fondo a sinistra) CONTADINI (irrompendo dalla porta e dalla finestra, del pari brandendo fiori allegramente) Eccoci sullo spalto! TUTTI Alla battaglia!... Alla battaglia! CONTADINE (lanciando fiori) Là! CONTADINI (ripostando) Là! CONTADINE (c.s.) A voi!... CONTADINI (c.s.) A voi!... TUTTI (ridendo e battagliando) Ah!... Ah! CONTADINE (ritraendosi) Vinte noi siamo!... (le bambine si avanzano correndo, versano le rose ai piedi di Fidelia e, sempre correndo, si ritraggono) EDGAR (avanzandosi seguito da Frank e Gualtiero) La sposa a me!... (corre lietamente verso Fidelia, fa per abbracciarla, poi, accorgendosi ch’essa è svenuta, getta un grido) Ah! (prendendole le mani ch’essa preme sul petto) Fidelia! (scorgendo la ferita) Orrore! Orrore! TUTTI (accorrendo, guardando Fidelia) Ah!... Morta!... (Fidelia fa un movimento) GUALTIERO No!... FIDELIA (con uno sforzo supremo alzandosi e indicando l’alcòva) La!... La!... (ricadendo, fra le braccia di Edgar, mentre Frank e alcuni Contadini entrano correndo nell’alcòva) Mio Edgar!... Io t’amo! (muore) VOCE DI TIGRANA (nell’alcòva) Ah! lasciatemi, o vili! SCENA ULTIMA. (Tigrana col capo avvolto in un velo, è trascinata fuor dell’alcòva da Frank e da alcuni contadini. – Frank lotta con lei per strapparlr il pugnale. Vi riesce e getta l’arma a terra mentre un contadino le toglie il velo). TUTTI Tigrana! EDGAR (cha ha deposto Fidelia morta sul seggiolone, con impeto) Ah... A me quell’arme!... Ch’io l’uccida! (fa per lanciarsi a raccogliere il pugnale di Tigrana che Frank ha gettato a terra) FRANK e GUALTIERO (sbarrandogli il passo) No !... ferma!... FRANK (indicando Tigrana) Alla mannaia! TUTTI Alla mannaia! (Edgar e Gualtiero cadono piangendo ai piedi di Fidelia mentre alcuni contadini trascinano via Tigrana). FINE. |