Giacomo Puccini
(1858-1924)
Manon Lescaut(Dramma lirico) in 4 Atti è stata eseguita il primo febbraio del 1893 a Torino (Teatro Regio)
Personaggi
Manon Lescaut (Soprano); Lescaut, sergente delle guardie del re (Baritono); il cavaliere Renato Des Grieux, studente (Tenore); Geronte di Ravoir, cassiere generale (Basso); Edmondo, studente (Tenore); l'oste (Basso); il maestro di ballo (Tenore); un musico (Mezzosoprano); il sergente degli arcieri (Basso); il lampionaio (Tenore); il comandante di marina (Basso); un parrucchiere; popolani, cortigiani, arcieri, marinai, fanciulle, borghesi, popolane, studenti, musici, vecchi signori e abati
MANON LESCAUT
MUSICA DI GIACOMO PUCCINI
G. RICORDI & C. Editori-Stampatori MILANO ROMA – NAPOLI – PALERMO – LONDRA – LIPSIA – BUENOS AIRES – NEW YORK PARIS –Société Anonyme des Editions Ricordi – PARIS 18, Rue de la Pépinière 18 (Copyright 1893, by G. Ricordi & Co.) Copyright 1893 by G. Ricordi & Co. (PRINTED IN ITALY).
Seconda metà del secolo XVIII.
Le avventure del Cavaliere Des Grieux, in quel mirabile libro dell'abate Prévost che è «Manon Lescaut,» così bizzarre e così umanamente vere, hanno dovuto per necessità scenica essere circoscritte entro limiti severi. Ma la linea principale ed i personaggi che ne costituiscono il vero intreccio vennero completamente conservati.
Così:
l'incontro ad Amiens di Manon destinata al convento e di Des Grieux proposto alla vita ecclesiastica — l'amore da quell'incontro — l'idea di una fuga — la fuga — poi, le infedeltà di Manon — l'abbandono di Des Grieux — la conquista di quel vecchio ganimede di De G*** M*** (nel libretto Geronte di Ravoir, cassiere generale) — i consigli e gli intrighi di Lescaut, il fratello sergente — e, finalmente, ancora il ritorno all'amore — e, la nuova fuga — e, il tentativo non riuscito — l'arresto — la condanna di Manon alla deportazione.
Così:
Manon, bizzarro contrasto di amore, di civetteria, di venalità, di seduzione; il fratello Lescaut, il quale spera trovare nella sorella tutte le turpi risorse richieste dalla di lui depravazione: il vecchio e ricco libertino, causa prima della perdita di Manon: il Cavaliere Des Grieux, infine che, come ama sempre, sempre spera e che, l'ultima illusione svanita, si fa mozzo per salire sul vascello che deve portare Manon in America, seguendo il suo amore ed il suo destino. Ma il destino inesorabilmente lo persegue: Manon e Des Grieux sono obbligati ad una immediata, rapida fuga, la quale ha per scioglimento una delle pagine più sublimi e pietose di dramma, là, in una landa perduta, arida, ignorata; in una profonda solitudine, in un immenso abbandono d'ogni vita, d'ogni cosa.... — tutto ciò fu nel libretto conservato con quella fedeltà possibile in una translazione di un'opera dalla forma narrativa in quella rappresentativa.
ATTO PRIMO
Ad Amiens.
Un vasto piazzale presso la Porta di Parigi.
Un viale a destra. A sinistra un'osteria con porticato sotto al quale sono disposte varie tavole per gli avventori. Una scaletta esterna conduce al primo piano dell'osteria.
Studenti, Borghesi, Popolani, Donne, Fanciulle, Soldati passeggiano per la piazza e sotto il viale. Altri son fermi a gruppi chiacchierando. Altri seduti alle tavole, bevono e giuocano.
— Edmondo, attorniato da altri Studenti, poi Des Grieux.
EDMONDO
(tra il comico ed il sentimentale)
Ave, sera gentile, che discendi
col tuo corteo di zeffiri e di stelle; —
Ave, cara ai poeti ed agli amanti...
STUDENTI
(dopo averlo interrotto con una gran risata)
...e ai ladri ed ai brïachi!
Noi ti abbiamo spezzato il madrigale!
EDMONDO
E vi ringrazio. Pel vïal giulive
vengono a frotte a frotte
fresche, ridenti e belle
le nostre artigianelle...
STUDENTI
Or s'anima il vïale.
EDMONDO
Preparo un madrigale
furbesco, ardito e gaio;
e sia la musa mia
tutta galanteria!
EDMONDO e gli STUDENTI
(ad alcune fanciulle che si avanzano dal viale)
Giovinezza è il nostro nome,
la speranza è nostra iddia,
ci trascina per le chiome
indomabile virtù.
Santa ebbrezza! Or voi, ridenti,
amorose adolescenti,
date il labbro e date il core
alla balda gioventù.
FANCIULLE
(avvicinandosi)
Vaga per l'aura
un'onda di profumi,
van le rondini a vol
e muore il sol.
È questa l'ora delle fantasie
che fra le spemi lottano
e le malinconie.
(entra Des Grieux vestito semplicemente come gli Studenti)
STUDENTI
Oh, Des Grieux!
(Des Grieux li saluta senza accennare a volersi fermare)
EDMONDO
(chiamandolo)
Fra noi,
amico, vieni e ridi
e ti vinca la cura
di balzana avventura.
(Des Grieux, senza aver l'aspetto preoccupato, si mostra poco disposto ad unirsi alle schiere allegre dei suoi compagni)
Non rispondi? Perché? Mesto tu sembri! Forse
di dama inaccessibile acuto amor ti morse?
DES GRIEUX
(lo interrompe, alzando le spalle)
L'amor! Questa tragedia,
ovver commedia,
io non conosco!
(gli Studenti si dividono, alcuni restano a conversare con Des Grieux ed Edmondo altri si danno a corteggiare le ragazze che passeggiano a braccetto sul piazzale e nel viale)
ALCUNI STUDENTI
(a Des Grieux)
Baie!
Misteriose vittorie
cauto celi e felice;
fido il figliuol di Venere
ti guida e benedice.
DES GRIEUX
Amici, troppo onore voi mi fate.
EDMONDO e STUDENTI
Per Bacco,
indoviniam, amico... Ti crucci d'uno scacco...
DES GRIEUX
No... non ancora... ma se vi talenta,
vo' compiacervi... e tosto!!
(si avvicina ad alcune fanciulle che passano e con galanteria dice loro)
Tra voi, belle, brune e bionde
si nasconde
ritrosetta – giovinetta
vaga – vezzosa,
dal labbro rosa
che m'aspetta?
Sei tu quella – bionda stella?
Dillo a me!
Palesatemi il destino
e il divino
viso ardente
che m'innamori,
ch'io vegga e... adori
eternamente!
Sei tu quella – bruna snella?
Dillo a me!
(le fanciulle comprendono che egli scherza, si allontanano corrucciate da Des Grieux crollando le spalle. Gli Studenti ridono)
GLI STUDENTI
Ma bravo!
EDMONDO
Guardate compagni,
di lui più nessuno si lagni!
TUTTI
Festeggiam la serata,
com'è nostro costume,
suoni musica grata
nei brindisi il bicchier,
e noi rapisca il fascino
ardente del piacer!
Danze, brindisi, follie,
il corteo di voluttà
or s'avanza per le vie
e la notte regnerà;
È splendente – ed irruente
è un poema di fulgor:
tutto vinca – tutto avvinca
la sua luce e il suo furor.
(Squilla la cornetta del postiglione: dal fondo a destra arriva una diligenza: tutti si affollano per osservare chi arriva: la diligenza si arresta innanzi al portone dell'osteria. Scende subito Lescaut, poi Geronte, il quale galantemente aiuta a scendere Manon. Dall'osteria vengono frettolosamente alcuni garzoni, i quali si affaccendano attorno a diversi viaggiatori, e dispongono per lo scarico dei bagagli)
Giunge il cocchio d'Arras!
Discendono... Vediam!... Viaggiatori
eleganti – galanti!
Manon, Lescaut, Geronte, poi l'Oste.
Alcuni Garzoni d'osteria.
STUDENTI
(ammirando Manon)
Chi non darebbe a quella
donnina bella
il gentile saluto
del benvenuto?
LESCAUT
Ehi! l'oste!
(a Geronte)
Cavalier, siete un modello
di squisitezza...
(chiamando)
Ehi! l'oste!
L'OSTE
(accorrendo)
Eccomi qua!
DES GRIEUX
(guardando Manon)
Dio, quanto è bella!
(la diligenza entra nel portone dell'osteria: la folla si allontana: parecchi Studenti tornano ai tavoli a bere e giuocare: Edmondo si ferma da un lato ad osservare Manon e Des Grieux)
GERONTE
(all'Oste)
Questa notte, amico,
qui poserò...
(a Lescaut)
Scusate! —
(all'Oste)
Ostiere, v'occupate
del mio bagaglio.
L'OSTE
Ubbidirò...
(dà qualche ordine)
Vi prego,
mi vogliate seguire.
(preceduti dall'Oste, salgono al primo piano Geronte e Lescaut, che avrà fatto cenno a Manon d'attenderlo. Manon si siede)
DES GRIEUX
(che non avrà mai distolto gli occhi da Manon, le si avvicina)
Deh, se buona voi siete siccome siete bella,
mi dite il nome vostro, cortese damigella...
MANON
(alzandosi, risponde modestamente)
Manon Lescaut mi chiamo.
DES GRIEUX
Perdonate al dir mio,
ma da un fascino arcano a voi spinto son io.
Persino il vostro volto parmi aver visto, e strani
moti ha il mio core. Quando partirete?
MANON
(dolorosamente)
Domani
all'alba io parto. Un chiostro m'attende.
DES GRIEUX
E in voi l'aprile
nel volto si palesa e fiorisce! o gentile,
qual fato vi fa guerra?
(Edmondo cautamente si avvicina agli Studenti che sono all'osteria, ed indica loro furbescamente Des Grieux che è in stretto colloquio con Manon)
MANON
Il mio fato si chiama:
voler del padre mio.
DES GRIEUX
Oh, come siete bella!
Ah! no! non è un convento che sterile vi brama!
No! sul vostro destino riluce un'altra stella.
MANON
La mia stella tramonta!
DES GRIEUX
(tristamente)
Or parlar non possiamo.
Ritornate fra poco,
e cospiranti contro
il fato, vinceremo.
MANON
Tanta pietà traspare
dalle vostre parole!
Vo' ricordarvi! Il nome
vostro?...
DES GRIEUX
Sono Renato
Des Grieux...
LESCAUT
(di dentro)
Manon!
MANON
(subito)
Lasciarvi
debbo.
(volgendosi verso l'albergo)
Vengo!
(a Des Grieux)
Mio fratello
m'ha chiamata.
DES GRIEUX
(supplichevole)
Qui tornate?
MANON
No! non posso. Mi lasciate!...
DES GRIEUX
O gentile, vi scongiuro...
MANON
(commossa)
Mi vincete! Quando oscuro
l'aere intorno a noi sarà!...
(s'interrompe: vede Lescaut che sarà venuto sul balcone dell'osteria e frettolosamente lo raggiunge, entrando ambedue nelle camere)
DES GRIEUX
(che avrà seguìto Manon collo sguardo, prorompe con accento appassionato)
Donna non vidi mai simile a questa!
A dirle: io t'amo,
tutta si desta – l'anima.
Manon Lescaut mi chiamo!
Come queste parole
mi vagan nello spirto
e ascose fibre vanno a carezzare.
O susurro gentil, deh! non cessare!...
(Edmondo e gli Studenti, che hanno sempre spiato Des Grieux, lo circondano rumorosamente [)]
STUDENTI
La tua ventura
ci rassicura.
O di Cupido degno fedel,
bella e divina
la pellegrina
per tua delizia scese dal ciel!
(Des Grieux parte indispettito)
Fugge: è dunque innamorato!...
(tutti gli Studenti si avviano allegramente al porticato dell'osteria: s'imbattono in alcune fanciulle e le invitano galantemente a seguirli. Intanto scendono dalla scaletta Lescaut e Geronte, e parlano fra loro, passeggiando. Edmondo si avvicina ad una fanciulla e le parla galantemente; sul finire del dialogo fra Lescaut e Geronte, l'accompagna sino al viale a destra, ove le dà l'addio).
4 1
STUDENTI
Venite fanciulle!... Augurio ci siate
di buona fortuna.
FANCIULLE
È bionda od è bruna
la diva che guida la vostra tenzon?
STUDENTI
È calva la diva: ma morbida chioma
voi fa desïar.
Chi perde e chi vince, voi brama, o fanciulle
chi piange e chi ride;
noi prostra ed irride
la mala ventura:
ma lieta prorompe
d'amore la folle, l'eterna canzon.
FANCIULLE
Amiche fedeli di un'ora, volete?
Il riso chiedete,
il bacio, il sospir?
Orniam la vittoria,
e il core del vinto
al tepido effluvio di molle carezza
riposa, obliando, e l'onta e il martir.
(Studenti e Fanciulle prendono posto intorno alle tavole: alcuni ricominciano a giuocare, altri ordinano da bere).EDMONDO
(ad una fanciulla)
Addio mia stella,
addio mio fior,
vaga sorella
del Dio d'amor.
A te d'intorno
va il mio sospir,
e per un giorno
non mi tradir.
(saluta galantemente la fanciulla, la quale si allontana: poi vedendo Geronte e Lescaut in stretto colloquio, si ferma in disparte ad osservarli).GERONTE
(a Lescaut)
Dunque vostra sorella
il velo cingerà?
LESCAUT
Malo consiglio della gente mia.
GERONTE
Diversa idea mi pare
la vostra?
LESCAUT
Certo, certo,
ho più sana la testa
di quel che sembri, e benché triste fama
le giovanili mie gesta circondi.
Ma la vita conosco,
forse troppo. Parigi
è scuola grande assai.
Di mia sorella guida, mormorando,
adempio il mio dovere,
come un vero soldato.
Solo, dico, che ingrato
evento al mondo non ci coglie, senza
qualche compenso: e voi conobbi illustre
Signor?...
GERONTE
Geronte di Ravoir.
LESCAUT
Diporto
vi conduce in vïaggio?
GERONTE
No, dovere;
l'affitto delle imposte a me fidato
dalla bontà del Re, dalla mia borsa.
LESCAUT
(Che sacco d'oro).
GERONTE
E non mi sembra lieta
neppur vostra sorella.
LESCAUT
Pensate! a diciott'anni!
Quanta festa di sogni e di speranze
in quella testolina...
GERONTE
Comprendo... Poverina!...
È d'uopo consolarla. Questa sera
meco verrete a cena?
Ci sian propizie l'ore.
LESCAUT
Quale onor! quale onore!...
E intanto permettete...
(gli fa un cenno d'offrirgli qualche cosa all'osteria)
GERONTE
(che sulle prime aveva seguito Lescaut, cambia subito di pensiero)
Scusate... m'attendete
per breve istante; qualche ordine io debbo
all'ostiere impartir...
(Lescaut s'inchina e Geronte s'allontana verso il fondo: annotta e dall'interno dell'osteria sono portate varie lampade e candele accese, che i garzoni dispongono sui tavoli dei giuocatori)
GLI STUDENTI
(giuocando animatamente)
Un asso! Un fante! Un tre!
Che gioco maledetto!
LESCAUT
(attratto dalle voci si accosta al porticato e guarda con febbrile interesse)
Giocano! Oh, se potessi
qualche colpo perfetto
tentare anch'io!
GLI STUDENTI
Puntate!
Puntate!... Carte!... Un asso!...
LESCAUT
(si avvicina in modo deciso agli Studenti, si pone alle spalle d'un giuocatore, osserva il suo giuoco, poi con aria di rimprovero)
Un asso?! mio signore,
un fante! Errore, errore!
GLI STUDENTI
(a Lescaut)
È vero, un fante; siete
un maestro?
LESCAUT
Celiate!
Un dilettante...
GLI STUDENTI
A noi...
v'invito... banco!
LESCAUT
(con aria fredda e sprezzante sedendosi a giuocare)
Carte!
(Geronte, che da lontano ha osservato Lescaut, vedendolo occupato al giuoco, chiama l'Oste, che è sul limitare del portone: l'Oste accorre premuroso; Geronte lo conduce in disparte, mentre Edmondo, messo in sospetto dagli andirivieni di Geronte, cautamente si avvicina per sorvegliarlo)
GERONTE
(all'Oste)
Amico, io pago prima e poche ciarle!
Una carrozza e cavalli che volino
sì come il vento; fra un'ora!
L'OSTE
Signore!
GERONTE
Dietro l'albergo, fra un'ora, capite?!
Verranno un uomo e una fanciulla... e via
sì come il vento, via, verso Parigi!
E ricordate che il silenzio è d'or.
L'OSTE
L'oro... adoro.
GERONTE
Bene, bene!...
(dandogli una borsa)
Adoratelo e ubbidite,
Or mi dite,
(indicando il portone dell'osteria)
questa uscita ha l'osteria
solamente?
L'OSTE
Ve n'ha un'altra.
GERONTE
Indicatemi la via.
(partono dal fondo a sinistra)
EDMONDO
(che ha udito il colloquio fra Geronte e l'Oste)
Vecchietto amabile,
inciprïato Pluton, sei tu!
La tua Proserpina
di resistere forse avrà virtù?
(entra des Grieux pensieroso: Edmondo gli si avvicina: poi battendogli sulla spalla)
Cavaliere, te la fanno!
DES GRIEUX
(con sorpresa)
Che vuoi dir?
EDMONDO
(ironicamente)
Quel fior dolcissimo
che olezzava poco fa
dal suo stel divelto, povero
fior, fra un'ora appassirà!
La tua fanciulla, la tua colomba
or vola, or vola:
Del postiglione suona la tromba...
Via, ti consola:
Un vecchio la rapisce!
DES GRIEUX
(grandemente turbato)
Davvero?
EDMONDO
Impallidisci?
Per Dio, la cosa è seria!
DES GRIEUX
Qui l'attendo, capisci?
EDMONDO
Siamo a buon punto!?
DES GRIEUX
Salvami!
EDMONDO
Salvarti!?... La partenza
impedire?... Tentiamo!... Senti! Ti salvo, forse.
Del gioco all'amo morse
il soldato laggiù.
DES GRIEUX
E il vecchio?
EDMONDO
Il vecchio? Oh, il vecchio l'avrà da far con me!
(si avvicina ai compagni che giuocano, e parla all'orecchio d'alcuni fra essi; poi esce e si allontana a sinistra; si sospende il giuoco: Lescaut beve in compagnia degli Studenti: Manon comparisce sulla scaletta, guarda ansiosa intorno e visto Des Grieux scende e gli si avvicina)
MANON
Vedete? Io son fedele
alla parola mia. Voi mi chiedeste
con fervida preghiera,
che a voi tornassi un'altra volta. Meglio
non rivedervi, io credo, e al vostro prego
benignamente opporre il mio rifiuto.
DES GRIEUX
Oh come gravi le vostre parole!...
Sì ragionar non suole
l'età gentile che v'infiora il viso;
mal s'addice al sorriso
che dall'occhio bellissimo traluce
questo severo ragionare e questo
disdegno melanconico!...
MANON
Eppur lieta, assai lieta
un tempo io fui! La queta
casetta risonava
di mie folli risate,
e colle amiche gioconde ne andava
gioconda a danza!
Ma di gaiezza il bel tempo fuggì!
DES GRIEUX
(affascinato)
Nelle pupille fulgide profonde
sfavilla il desiderio dell'amore...
Amor ora vi parla!... Date all'onde
del nuovo incanto e il dolce labbro e il core...
l'anima date a questo immenso invito
di baci e di carezze che ne è intorno!
V'amo! v'amo! Quest'attimo di giorno
deh!... a me rendete eterno ed infinito!
MANON
Una fanciulla povera son io,
non ho sul volto luce di beltà,
regna tristezza sul destino mio...
DES GRIEUX
Vinta tristezza dall'amor sarà!
La bellezza vi dona
il più vago avvenir,
o soave persona,
mio infinito sospir!
M'inonda soave delizia
o fiore dell'anima mia;
m'inonda profonda letizia
e l'alma pei sogni s'avvia...
Oh! dove il tuo sguardo m'adduce
la vita comincia per me;
io sogno un futuro di luce,
la vita divisa con te.
MANON
No, non è vero! Troppo bello è il sogno!
Oh, non è inganno la vostra parola?!...
LESCAUT
(alzandosi e picchiando sul tavolo)
Non c'è più vino? E che? Vuota è la botte?
(gli Studenti lo forzano a sedere: il giuoco riprende più animato. All'udire la voce di Lescaut, Manon e Des Grieux si ritraggono verso destra agitatissimi; Manon impaurita vorrebbe rientrare, ma viene trattenuta da Des Grieux)
DES GRIEUX
Deh! m'ascoltate: vi minaccia un vile
oltraggio; un rapimento! – Un libertino,
quel vecchio che con voi giunse, una trama
a vostro danno ordì.
MANON
(stupita)
Che dite?!
DES GRIEUX
Il vero!
EDMONDO
(accorrendo si avvicina a Des Grieux e Manon e dice loro rapidamente)
Il colpo è fatto, la carrozza è pronta...
Che burla colossal! Presto! Partite...
MANON
(sorpresa)
Fuggir?... Fuggir?
DES GRIEUX
Fuggiamo!... Concedete
che il vostro rapitor... un altro sia.
MANON
(a Des Grieux)
Voi mi rapite?
DES GRIEUX
Vi rapisce amore.
MANON
(resistendo)
Ah! no!
DES GRIEUX
(con intensa preghiera)
V'imploro!
EDMONDO
Presto, via ragazzi!
DES GRIEUX
(insistendo)
Manon... Manon...
MANON
(risoluta)
Andiam!
EDMONDO
Oh! che bei pazzi!
(Edmondo dà a Des Grieux il proprio mantello, col quale può coprirsi il volto, poi tutti e tre fuggono dal fondo, dietro l'osteria. — Geronte viene dalla sinistra, dà una rapida occhiata al tavolo; vedendovi Lescaut giuocare animatamente, lascia sfuggire un moto di soddisfazione, e cautamente, in modo da non risvegliare l'attenzione di alcuno, va verso l'osteria, dove trova l'Oste)
GERONTE
Di sedur la sorellina
è il momento! – Via, ardimento,
che il sergente è al giuoco intento.
È bene ch'ei vi resti!
(chiama sottovoce l'Oste)
Ehi, dico...
(l'Oste accorre)
È pronta
la cena?
L'OSTE
Sì, Eccellenza.
GERONTE
L'annunziate
a quella signorina
che...
EDMONDO
(che è ritornato e ha udito le ultime parole di Geronte, gli si fa innanzi a grandi inchini)
Quella signorina?...
GERONTE
(seccato)
Sì.
EDMONDO
(additando al fondo, lontano, verso la via che conduce a Parigi)
Eccellenza,
vedetela! Essa parte in compagnia
d'un ardente – studente.
(Edmondo si avvicina agli Studenti)
GERONTE
(guarda sorpreso, poi nella massima confusione corre da Lescaut scuotendolo)
L'hanno rapita!
LESCAUT
(giuocando)
Chi?
GERONTE
Vostra sorella!
LESCAUT
Che?! – Mille e mille bombe!
(butta le carte e corre fuori: l'Oste impaurito fugge nell'osteria)
GERONTE
L'inseguiamo!
È uno studente!
LESCAUT
(vedendo la simulata indifferenza degli Studenti, crolla il capo)
È inutil!...
(e a Geronte che si lascia sfuggire un moto d'impazienza, dice calmo)
Riflettiamo!
Cavalli pronti avete?...
(Geronte accenna di no)
Il colpo è fatto!
È tardi il disperarsi ed è da matto!
GERONTE
(irritatissimo)
È ver.
LESCAUT
Vedo; Manon con sue grazie leggiadre
ha suscitato in voi... un affetto di padre!
GERONTE
Non altrimenti!
LESCAUT
(con dignitosa fierezza)
E a chi lo dite!... Ed io da figlio
rispettoso vi do un ottimo consiglio...
Parigi!... È là Manon... Manon già non si perde!
Ma borsa di studente presto rimane al verde...
Manon non vuol miseria! Manon riconoscente
accetterà... un palazzo, per piantar lo studente!
Voi farete... da padre ad un'ottima figlia
ed io completerò, signore, la famiglia.
Che diamine! Ci vuole calma... filosofia...
(vedendo a terra il tricorno che, in un momento d'ira era caduto a Geronte, lo raccoglie e lo porge al vecchio ganimede – ma, udendo ridere gli Studenti, si volge impettito e minaccioso. – Poi dice a Geronte)
Ecco il vostro tricorno!... E, domattina, in via!
Dunque, dicevo... A cena e il braccio a me!
(preso a braccio Geronte, si avvia verso l'osteria, parlando e gesticolando calmo e maestoso)
Degli eventi all'altezza esser conviene!... Perché...
(entrano nell'osteria)(Gli Studenti, tralasciato il giuoco, ridono sottecchi dell'avventura di Des Grieux che sottovoce Edmondo a loro narra; cauti però per la presenza del Sergente, prudentemente, in disparte, guardano, ascoltano e si divertono)
Venticelli – ricciutelli
che spirate
fra vermigli – fiori e gigli,
avventura
strana e dura,
deh, narrate.
Strana e dura – l'avventura
per mia fè!
Assetato labbra aveva
coppa piena;
ber voleva
e avidamente
già suggeva...
ma, repente,
bocca ignota – la fé vuota...
Dura è affè!
(Ridono, ma allo sguardo minaccioso di Lescaut, frenano le risa e si ritirano verso il viale, ove ripigliano il loro motteggio)
EDMONDO e gli STUDENTI
(avanzandosi cautamente dal fondo sino alla porta dell'osteria, con malizia)
A volpe invecchiata
l'uva fresca e vellutata
sempre acerba rimarrà.
(gli Studenti scoppiano in una gran risata; in quel mentre esce minaccioso Lescaut: gli Studenti fuggono ridendo).
ATTO SECONDO
A Parigi.
Salotto elegantissimo in casa di Geronte.
Nel fondo due porte. A destra ricchissime e pesanti cortine nascondono l'alcova. A sinistra, presso alla finestra, una ricca pettiniera. Sofà, sedili, poltrone, un tavolo.
Manon – Un Parruchiere.
(Manon è seduta avanti alla pettiniera: è coperta da un ampio accappatoio bianco che le avvolge tutta la persona. Il Parrucchiere le si affanna intorno. Due garzoni nel fondo stanno pronti ai cenni del Parrucchiere)
MANON
(guardandosi allo specchio)
Dispettosetto riccio questo!
(al Parrucchiere)
Il calamistro!... Presto!...
(il Parrucchiere corre saltellando a prendere il ferro per arricciare e ritorce il riccio ribelle, quindi eseguisce premurosamente i vari ordini che gli dà Manon)
Or... la volandola!...
Severe un po' le ciglia!...
La cerussa!...
(soddisfatta)
Lo sguardo
vibri a guisa di dardo!
Qua la giunchiglia!...
Lescaut e Detti.
LESCAUT
(entrando)
Buon giorno, sorellina!
MANON
(facendo attenzione al Parrucchiere)
Il minio e la pomata!...
LESCAUT
Questa mattina
mi sembri un po' imbronciata.
MANON
Imbronciata?... Perché?
LESCAUT
No? Tanto meglio!...
(sorridendo malizioso)
Geronte ov'è?
Così presto ha lasciato... il gineceo?...
MANON
(al Parrucchiere)
Ed ora... un nèo!
(il Parrucchiere porta a Manon la scatola di lacca giapponese contenente i nèi. Manon indecisa vi cerca dentro rovistandone i taffetà non decidendosi a scegliere)
LESCAUT
(consigliando)
Lo Sfrontato!... Il Biricchino!...
No?... il Galante!...
MANON
(ancora indecisa)
Non saprei...
(risolvendosi)
Ebben... due nèi!
All'occhio l'Assassino!
e al labbro il Voluttuoso!
(il Parrucchiere pone i due nèi, poi graziosamente e con bravura toglie l'accappatoio a Manon, che appare vestita, incipriata, pettinata; piega l'accappatoio, si inchina a Manon, fa un cenno ai suoi garzoni e a grandi inchini esce)
LESCAUT
(guarda attento Manon ed esclama ammirato)
Che insieme delizioso!...
Lescaut – Manon, poi Musici.
LESCAUT
(continuando ad ammirare Manon)
Sei splendida e lucente!
M'esalto!... E n'ho il perché!...
È mia la gloria se
sei salva dall'amor d'uno studente.
Allor che sei fuggita... là, ad Amiens,
mai la speranza il cor m'abbandonò!
Là, la tua sorte vidi!... Laggiù il magico
fulgor di queste sale balenò.
T'ho ritrovata! Una casetta angusta
era la tua dimora – possedevi
innumerati baci e... niente scudi!...
È un bravo giovinotto quel Des Grieux!...
Ma... (ahimè) non è cassiere generale!
Dunque era naturale
che un dì Manon avesse abbandonato
per un palazzo aurato
quell'umile dimora.
MANON
(l'interrompe)
E... dimmi...
LESCAUT
Che vuoi dire?...
MANON
Nulla!...
LESCAUT
Nulla?
Davver?...
MANON
(indifferente)
Volevo dimandar...
LESCAUT
Risponderò!...
MANON
(volgendosi con vivacità)
Risponderai?
LESCAUT
(malizioso)
Ho inteso!... Ne' tuoi occhi
io leggo un desiderio.
(guardando comicamente intorno)
Se Geronte
lo sospettasse!...
MANON
(allegra)
È ver! Hai côlto!
LESCAUT
Brami
nuove di... Lui?...
MANON
È ver!
(con tristezza)
L'ho abbandonato
senza un saluto... un bacio!...
(si guarda intorno e si ferma cogli occhi all'alcova)
Ah... in quelle trine morbide...
nell'alcova dorata v'è un silenzio...
un freddo che m'agghiaccia!...
Ed io che m'ero avvezza
a una carezza
voluttuosa
di labbra ardenti e d'infuocate braccia...
or ho... tutt'altra cosa!
(pensierosa)
O mia dimora umile,
tu mi ritorni innanzi
gaia, isolata, bianca
come un sogno gentile
e di pace e d'amor!
LESCAUT
(osservando inquieto Manon)
Orben... poiché tu vuoi saper... Des Grieux,
come Geronte, è un grande amico mio.
Ei mi tortura sempre:
(imitando Des Grieux)
«Ov'è Manon?
Ove?... Con chi fuggì? Ad Est? A Nord?
A Sud?...» Sempre io rispondo: «Non lo so!...»
E alfin l'ho persuaso!...
MANON
(sorpresa)
Ei m'ha scordata!?...
LESCAUT
No! No!... Ma che vincendo può coll'oro
forse scoprir la via che mena a te!
(con mistero e con gesti di giuocatore provetto)
Or... correggendo la fortuna sta...
Io l'ho lanciato al gioco!... Vincerà. —
È il vecchio tavolier (per noi) tal quale
la cassa del danaro universale!..
Da me lanciato e istrutto
pelerà tutti e tutto!
Ma nel martirio delle lunghe lotte
intanto il dì e la notte
vive incosciente della sua follia,
e ognora chiede al giuoco ove tu sia!
MANON
(fra sé, dolorosamente)
Per me tu lotti
per me che, vile, ti lasciai:
che tanto duolo a te costai!...
Ah! vieni! Il passato mi rendi,
l'ore fugaci...
le tue carezze ardenti!
Rendimi i baci,
i baci tuoi cocenti...
l'ebbrezza che un dì mi beò!
Vieni!... Son bella?
più bella ancor sarò!
(rimane pensierosa, rattristata, poi i suoi occhi si soffermano allo specchio; la sua adorabile figura vi si delinea; le mani quasi inconscienti aggiustano le pieghe della veste; poi i pensieri si mutano, le labbra sorridono, gli occhi sfavillano nel trionfo di sua bellezza e passando davanti allo specchio, domanda a Lescaut)
Davver che a maraviglia questa veste
mi sta?..
LESCAUT
(ammirando)
Ti sta a pennello!
MANON
E il tupé?...
LESCAUT
Portentoso!
MANON
E il busto?...
LESCAUT
Bello!!
(entrano alcuni personaggi incipriati tenendo fra le mani dei fogli di musica. Si avanzano ad inchini e si schierano da un lato, avanti a Manon)
LESCAUT
(sottovoce a Manon)
Che ceffi son costoro?... Ciarlatani o speziali?
MANON
(annoiata)
Son musici!... È Geronte che fa dei madrigali!
IL MADRIGALE.
I MUSICI
Sulla vetta tu del monte
erri, o Clori:
hai per labbra due fiori:
l'occhio è una fonte.
Ohimè! Ohimè!
Filen spira ai tuoi piè!
Di tue chiome sciogli al vento
il portento,
ed è un giglio il tuo petto
bianco — ignudetto.
Clori sei tu, Manon,
ed in Filen, Geronte si mutò!
Filen suonando sta;
la sua zampogna va
susurrando: pietà!
E l'eco sospira: — pietà:
Piagne Filen:
«Cuor non hai Clori in sen?
Ve'... già... Filen... vien... men!»
(a bassa voce)
No!... Clori a zampogna che soave plorò
non disse mai no!
MANON
(seccata, dà una borsa a Lescaut)
Paga costor!
LESCAUT
(intasca la borsa)
Oibò!... Offender l'arte?...
(ai Musici maestoso)
Io v'accomiato in nome della Gloria!
(I Musici escono inchinandosi).
IL MlNUETTO.
Manon, Lescaut, Geronte, Vecchi Signori, Abati, il Maestro di Ballo. Suonatori.
(Mentre da una porta escono i Musici, dall'altra si vedono sfilare nell'anticamera alcuni amici di Geronte, vecchi signori, abati eleganti. Geronte li riceve. Intanto entrano alcuni suonatori i quali si collocano nel fondo a sinistra).
MANON
(mostrando quelli a Lescaut)
I Madrigali!... E il ballo!... E poi la musica!...
Son tutte belle cose!... Pur...
(non può reprimere uno sbadiglio e sbadigliando esclama)
M'annoio!...
(e va incontro a Geronte che entra seguìto dal maestro di ballo ed altri. Grandi inchini cerimoniosi).
(Lescaut osserva sorridendo quella scena di sdolcinature: i suonatori accordano i loro istrumenti, mentre Geronte col maestro di ballo sta organizzando e preparando il Minuetto).
LESCAUT
(fra sé, filosoficamente riflettendo)
Una donnina che s'annoia è cosa
da far paura!...
(dopo aver un po' riflettuto)
Andiam da Des Grieux!
È da maestro preparar gli eventi.
(esce)
(Mentre il maestro di ballo riceve gli ordini da Geronte, entrano altri personaggi, i quali si inchinano a Manon, le baciano la mano, le offrono fiori, dolciumi, ecc. Il maestro di ballo si avanza, dà la mano a Manon per cominciare il Minuetto: Geronte fa cenno agli amici di tirarsi in disparte, e sedersi. Durante il ballo alcuni servi girano portando cioccolata e rinfreschi).
IL MAESTRO DI BALLO
(a Manon)
Vi prego, signorina,
un po' elevato il busto... indi... Ma brava,
così mi piace!... Tutta
la vostra personcina
or s'avanzi!... Così!...
Io vi scongiuro... a tempo!
GERONTE
(entusiasmato)
Oh vaga danzatrice!
MANON
(con falsa modestia)
Un po' inesperta.
IL MAESTRO
(impaziente)
Vi prego... non badate
a lodi susurrate...
È cosa seria il ballo!...
SIGNORI ed ABATI
(a Geronte)
Tacete!... Vi frenate,
come si fa da noi;
Ammirate in silenzio,
in silenzio adorate...
È cosa seria.
IL MAESTRO
(a Manon)
A manca...!
Brava!... A destra!... Un saluto!
(Figura dell'occhialetto)
Attenta! L'occhialetto...
GERONTE
Minuetto perfetto!
(Manon guarda qua e là nel gruppo dei suoi ammiratori, è provocantissima: i vecchi signori e gli abati guardano Manon cupidamente)
SIGNORI ed ABATI
Che languore nello sguardo!
Che dolcezza!
Che carezza!
Troppo è bella!
Se sorride pare stella!
Che candori!
Che tesori!
Quella bocca
baci scocca!
Se sorride stella pare!MANON
Lodi aurate
mormorate
susurrate
or mi vibrano d'intorno;
Vostri cori
adulatori
su frenate!
ALCUNI SIGNORI ed ABATI
La deità siete del giorno!
ALTRI
Della notte ella è regina!
GERONTE
Troppo è bella!
Si ribella
la parola e canta e vanta!
Voi mi fate
spasimare... delirare.
(il Maestro fa segni d'impazienza)
MANON
Il buon maestro non vuole parole...
Se m'adulate
non diverrò la diva danzatrice
ch'ora già si figura
la vostra fantasia troppo felice.
IL MAESTRO
(impaziente)
Un cavalier!...
GERONTE
(frettoloso)
Son qua!...
SIGNORI ed ABATI
Bravi! Che coppia!
(Figura del saluto)
Geronte balla senza caricatura, marca appena i passi, è superbamente allegro
SIGNORI ed ABATI
Evviva i fortunati – innamorati!
Ve' Mercurio e Ciprigna!
Oh! qui letizia
con amore e dovizia
leggiadramente alligna
MANON
(sull'aria del Minuetto [, a] Geronte)
L'ora, o Tirsi, è vaga e bella...
Ride il giorno – ride intorno
la tua fida pastorella...
Te sospira – e per te spira.
Ma tu giungi e in un baleno
viva e lieta, è dessa allor!
Vedi il ciel com'è sereno
sul miracolo d'amor!
SIGNORI ed ABATI
(con grande ammirazione)
Ah! voi siete il miracolo, ah! voi siete l'amore!
GERONTE
(frapponendosi mellifluo)
Galanteria sta bene; ma obliate che è tardi...
Allegra folla ondeggia ora sui baluardi.
SIGNORI ed ABATI
Qui il tempo vola!
GERONTE
È cosa ch'io so per prova.
(a Manon)
Voi,
mia fulgida letizia, esser compagna a noi
prometteste: di poco vi precediamo...
MANON
Un breve
istante sol vi chiedo: attendermi fia lieve
fra il bel mondo dorato.
SIGNORI ed ABATI
Grave sempre è l'attesa.
GERONTE
Dell'anima sospesa
non sian lunghe le pene.
(tutti si muovono: saluti: baciamano)
GERONTE
(mentre bacia la mano a Manon)
Ordino la lettiga...
Addio... bell'idol mio...
(escono)
Manon sola, poi Des Grieux.
(Manon si affretta ad acconciarsi, ammirandosi soddisfatta nello specchio)
MANON
Oh, sarò la più bella!...
(prende la mantiglia posata sopra una seggiola: sente che qualcuno s'avvicina; crede che sia il servo)
Dunque questa lettiga?...
(Des Grieux appare alla porta; è pallidissimo: Manon gli corre incontro in preda a grande emozione)
Tu, amore? Tu? Sei tu,
mio immenso amore?... Dio!
DES GRIEUX
(con gesto di rimprovero)
Ah, Manon!
MANON
Tu non m'ami?...
Dunque non m'ami più?
Mi amavi tanto!
Oh, i lunghi baci! Oh, il lungo incanto!
La dolce amica d'un tempo aspetta
la tua vendetta...
Oh, non guardarmi così: non era
la tua pupilla
tanto severa!
DES GRIEUX
(violentemente)
Sì, sciagurata, la mia vendetta...
MANON
Ah! La mia colpa!... È vero! Io t'ho tradito!
Sì, sciagurata dimmi!...
Quando più nera scendeva su noi
la miseria, fuggendo,
volli che solo e libero
tu la fortuna
tentar potessi.
DE GRIEUX
Taci... che il cor mi frangi!
Tu non sai le giornate
che buie, desolate
son piombate su me!
MANON
Io voglio il tuo perdono...
Vedi? Son ricca! Questa
non ti sembra una reggia,
non ti sembra una festa
e d'ori – e di colori?
Tutto è per te: pensavo
a un avvenir di luce;
Amor qui ti conduce...
(s'inginocchia)
Vedi, ai tuoi piedi io sono
e voglio il tuo perdono.
Non lo negar!... Son forse
della Manon d'un giorno
meno piacente e bella?
DES GRIEUX
(desolato)
O tentatrice!... È questo
l'antico, maledetto e desïato
fascino che m'accieca! —
MANON
È fascino d'amor; cedi, son tua!
DES GRIEUX
Più non posso lottar! Son vinto: io t'amo!
MANON
(affascinante, si alza, circondando colle braccia Des Grieux)
Vieni! Colle tue braccia
stringi Manon che t'ama;
stretta al tuo sen m'allaccia!
Manon te solo brama.
DES GRIEUX
Nell'occhio tuo profondo
io leggo il mio destino;
tutti i tesor del mondo
ha il tuo labbro divino.
MANON
Alle mie brame torna,
deh! torna ancor!
Alle mie ebbrezze, ai baci
lunghi, d'amor!
DES GRIEUX
In te, Manon, s'inebria
l'anima ancor!
I baci tuoi son questi!
Questo è il tuo amor!
(Manon si abbandona fra le braccia di Des Grieux, che dolcemente la fa sedere sul sofà)
MANON
M'arde il tuo bacio!
Dolce tesor,
vivi e t'inebria
sovra il mio cor.
DES GRIEUX
Nelle tue braccie care
v'è l'ebbrezza, l'oblio!
MANON
La mia bocca è un altare
dove il tuo bacio è Dio!
(con immensa dolcezza mormorato)
Labbra adorate e care!...
DES GRIEUX
Manon, mi fai morire!...
MANON
Labbra dolci a baciare!...
DES GRIEUX
Dolcissimo soffrire!...
Geronte, Manon e Des Grieux.
(Geronte si presenta improvviso alla porta del fondo: si arresta stupito; Manon e Des Grieux si alzano di scatto. Des Grieux fa un passo verso Geronte; Manon s'interpone)
GERONTE
(avanzandosi ironico ma dignitoso)
Affè, madamigella,
or comprendo il perché di nostra attesa!
Giungo in mal punto. Errore involontario!
Chi non erra quaggiù?!
Anche voi, credo, ad esempio, obliaste
d'essere in casa mia.
DES GRIEUX
Signore!
MANON
(a Des Grieux)
Taci...
GERONTE
Gratitudin, sia
oggi il tuo dì di festa!
(a Manon)
Donde vi trassi,
le prove che v'ho date
di un vero amore, come rammentate!
MANON
(prende lo specchio, lo pianta in viso a Geronte e coll'altra mano indica Des Grieux: trattenendo le risa)
Amore? Amore!
Mio buon signore,
ecco!... Guardatevi!
S'errai, leale
ditelo!... Or poi
guardate noi!
GERONTE
(offeso, fa un gesto di minaccia: poi vincendosi, sogghignando)
Io son leale, mia bella donnina.
Conosco il mio dovere...
deggio partir di qui!
O gentil cavaliere,
o vaga signorina,
arrivederci... e presto!
(esce)
MANON
(gaiamente spensierata)
Ah! ah!... Liberi! Liberi!
Liberi come l'aria!
Che gioia, cavaliere,
amor mio bello!...
DES GRIEUX
(mestamente preoccupato)
Senti,
di qui partiamo: un solo
istante, questo tetto
del vecchio maledetto
non t'abbia più!
MANON
(quasi involontariamente)
Peccato!
Tutti questi splendori!...
Tutti questi tesori!...
(sospirando)
Ahimè!... Partir dobbiamo!
DES GRIEUX
(con immensa amarezza)
Ah! Manon, mi tradisce
il tuo folle pensiero:
Sempre la stessa! Trepida
divinamente,
nell'abbandono ardente...
Buona, gentile come la vaghezza
di quella tua carezza;
sempre novella ebbrezza;
indi, d'un tratto, vinta, abbacinata
dai raggi e dagli effluvi
della vita adorata!...
(con forza crescente)
Io? Tuo schiavo e tua vittima discendo
la scala dell'infamia...
Fango nel fango io sono
e turpe eroe da bisca
io m'insozzo, mi vendo...
L'onta più vile m'avvicina a te!
(sconfortato)
Nell'oscuro futuro
dì, che farai di me?
(siede accasciato. Manon gli si avvicina amorosamente, e gli prende la mano)
MANON
Un'altra volta, un'altra volta ancora,
deh! – mi perdona!...
Sarò fedele e buona,
lo giuro... lo giuro!
Lescaut, Manon, Des Grieux, poi un Sergente cogli Arcieri, indi Geronte.
(entra Lescaut ansante, respirando a mala pena. Des Grieux e Manon sorpresi gli vanno incontro)
DES GRIEUX
Lescaut!
MANON
Tu?... Qui?...
(Lescaut si lascia cadere su di una sedia sbuffando affannato)
DES GRIEUX
Che avvenne?...
MANON
Di'!...
(Lescaut accenna cogli occhi e colle mani, e lascia capire che è accaduto qualche grave imbroglio)
DES GRIEUX e MANON
(allibiti)
O ciel!... Che è stato?!
LESCAUT
(balbettando)
Ch'io... prenda... fiato...
onde... parlar...
MANON
Ci fai tremar!
DES GRIEUX
Ohimè!... Che è stato?
LESCAUT
V'ha... denunziato!...
MANON
Chi?...
DES GRIEUX
(iracondo)
Il vecchio?
LESCAUT
(ripigliando fiato)
Sì!
Già vengon qui
e guardie e arcier!...
Su, cavalier,
e, per le scale,
spiegate l'ale!...
Da un granatiere
ch'era in quartiere
tutto ho saputo.
DES GRIEUX
Ah!... il vecchio astuto!...
LESCAUT
Manon...
MANON
(impaurita)
Ohimè!...
LESCAUT
Via... l'ali ai piè!
(a Des Grieux)
Ah, non sapete...
Voi la perdete...
La sciagurata
avrà spietata
crudele sorte:
L'esiglio!...
MANON
(atterrita)
Ah! è morte!...
(Lescaut continua, parlando sempre, ad affrettare, mentre Des Grieux preso d'ira impreca e Manon confusa si aggira turbata per la scena)
LESCAUT
Or v'affrettate!
Non esitate!
Pochi minuti,
siete perduti!
Già dal quartier
uscìan gli arcier!
La compagnia
forse è per via!...
Ah, il vecchio vile
morrà di bile,
se trova vuota
la gabbia e ignota
gli sia tuttora
l'altra dimora!
(affrettando)
Manon!... Suvvia...
son già per via!
(osservando)
Oh! il bel forzier!
Peccato inver!...DES GRIEUX
(furibondo)
Ah, il maledetto
vecchio!....
MANON
M'affretto!
DES GRIEUX
Manon!...
MANON
Ohimè!
DES GRIEUX
Sì! Bada a te,
vecchio!
MANON
Un istante...!
(mostrando a Des Grieux un gioiello posto sulla pettiniera)
Questo smagliante
smeraldo...
DES GRIEUX
Andiamo!
MANON
Ma sì!...
DES GRIEUX
Affrettiamo!
MANON
Mio Dio!... Sì...
DES GRIEUX
Orsù!...
MANON
Mi sbrigo!... E tu
m'aiuta.
DES GRIEUX
A fare?
MANON
Ad involtare
codesti oggetti!...
Vuota i cassetti!...
LESCAUT
(affaccendato)
Nostro cammino
sarà il giardino...
In un istante
de l'alte piante
sotto l'ombria,
siam sulla via...
Buon chi ci piglia!
(gittandole la mantiglia)
La tua mantiglia
vesti, Manon...
(corre ad una finestra)
Maledizion!MANON
(con dolore)
E questo incanto
che adoro tanto
dovrò lasciare
e abbandonare?
Or via... pazienza!...
Saria imprudenza
lasciar quest'oro,
o mio tesoro!
(apre affannosamente alcuni tiretti, ne estrae dei gioielli, e si serve della mantiglia per nasconderli)DES GRIEUX
(amoroso)
O mia diletta
Manon, t'affretta!
D'uopo è partire
tosto!... Fuggire...
Ah! torturare
mi vuoi ancor!!!
Con te portare
dèi solo il cor!...
Io vo' salvare
solo il tuo amor.
(al grido di Lescaut succede una confusione indicibile. Manon imbarazzata si aggira di qua e di là, sempre tenendo i gioielli nascosti nella mantiglia. Lescaut corre dal balcone alla porta. Des Grieux corre per la stanza chiamando Manon)
LESCAUT
(al balcone)
Eccoli!... Accerchiano
la casa!... Il vecchio
ordina e sbraita.
Le guardie sfilano,
gli arcier s'appostano!
(alla porta)
Entrano! Salgono!...
(atterrito, chiude la porta a chiave e corre presso Manon e Des Grieux)DES GRIEUX
Manon!
MANON
Des Grieux!...
DES GRIEUX
Fuggiam!
MANON
Di qua?
DES GRIEUX
No!
MANON
Ebben?
DES GRIEUX
(accenna verso l'alcova)
Di là!
MANON
Presto...
DES GRIEUX
(a Manon)
Di': qui
v'ha uscita?
MANON
(indicando)
Sì...
Laggiù! All'alcova!...
LESCAUT e DES GRIEUX
Presto, all'alcova!...
(Lescaut spinge entro all'alcova Des Grieux e Manon, seguendoli alla sua volta; ma quasi subito si sente dall'alcova un grido di Manon e questa ritorna ancora in scena fuggendo e dopo lei, lividi, Des Grieux e Lescaut. Des Grieux vuol correre presso a Manon... Lescaut lo trattiene... e dalle cortine dell'alcova schiuse appaiono un Sergente e due arcieri. Intanto la porta è buttata giù dal calcio dei fucili e nel suo vano si affaccia Geronte ghignando e dietro a lui alcuni Soldati)
SERGENTE
(imperioso)
0Nessun si muova!
(a Manon sfugge nello spavento la mantiglia e i gioielli si spargono al suolo. Il Sergente con due soldati a un cenno di Geronte afferrano Manon: Des Grieux furibondo sguaina la spada, ma vien disarmato da Lescaut)
LESCAUT
Se vi arrestan, cavalier,
chi potrà Manon salvar?
(Manon è trascinata via)
DES GRIEUX
(disperato, vorrebbe slanciarsi dietro Manon; Lescaut lo trattiene a viva forza)
O Manon! O mia Manon!
INTERMEZZO (La prigionia. — Il viaggio all'Havre).
(Des Grieux. «..... Gli è che io l'amo! — La mia passione è così forte che io mi sento la più sfortunata creatura che vive. — Quello che non ho io tentato a Parigi per ottenere la sua libertà?!... Ho implorato i potenti!... Ho picchiato e supplicato a tutte le porte!... Persino alla violenza ho ricorso!... Tutto fu inutile. – Una sol via mi rimaneva; seguirla! Ed io la seguo! Dovunque ella vada!... Fosse pure in capo al mondo!...»)
(Storia di Manon Lescaut e del cavaliere Des Grieux dell'abate Prévost).
ATTO TERZO
L'Havre.
Piazzale presso il porto.
Nel fondo, il porto: a sinistra l'angolo d'una caserma. Nel lato di faccia al pianterreno, una finestra con grossa ferriata sporgente. Nella facciata verso la piazza il portone chiuso, innanzi al quale passeggia una sentinella. — Il mare occupa tutto il fondo della scena. Si vede la metà di una nave da guerra. A destra, una casa, poi un viottolo; all'angolo un fanale ad olio che rischiara debolmente. È l'ultima ora della notte; il cielo si andrà gradatamente rischiarando.
Des Grieux – Lescaut.
(in disparte, dal lato opposto alla caserma)
DES GRIEUX
Ansia eterna... crudel...
LESCAUT
Pazienza ancora...
La guardia là fra poco monterà
l'arcier che ho compro...
(indicandogli dove passeggia la scolta)
DES GRIEUX
L'attesa m'accora!
(con immenso slancio pieno di dolore)
La vita mia... l'anima tutta è là!
(accenna alla finestra della caserma)
LESCAUT
Manon sa già... e attende il mio segnale
e a noi verrà. — Io intanto tenterò
il colpo cogli amici là nel viale...
Manon all'alba libera farò.
(si avvolge fino agli occhi nel ferrajuolo e va cautamente nel fondo ad osservare)
DES GRIEUX
Dietro al destino
così mi traggo livido,
e notte e dì cammino.
E un miraggio m'angoscia
e m'esalta!... Vicino
or m'è... poi fugge se l'avvinghio!...
Parigi ed Havre... cupa, triste agonia!...
Oh! lungo strazio della vita mia!...
Manon – Des Grieux – Lescaut.
LESCAUT
(avvicinandoglisi)
Eccoli...
DES GRIEUX
Alfin!...
(dalla caserma esce un picchetto guidato da un Sergente che viene a mutar la scolta)
LESCAUT
(che ha guardato attentamente i soldati)
Ecco là l'uomo. È quello!
(indicando uno)
(il picchetto col Sergente rientrano in caserma)
(Lescaut, allegro, ponendo la mano sulla spalla a Des Grieux)
È l'Havre addormentata!... L'ora è giunta!...
(si avvicina alla caserma, scambia un rapido cenno col soldato di guardia che passeggiando si allontana; poi si appressa alla finestra del pianterreno, picchia con precauzione alle sbarre di ferro. Des Grieux immobile, tremante, guarda; i vetri si aprono e appare Manon. Des Grieux corre a lei)
DES GRIEUX
(con voce soffocata)
Manon!...
(le sue mani si avvinghiano alle sbarre)
MANON
(piano con immenso abbandono)
Des Grieux!...
(Manon sporge le mani dalla ferriata; Des Grieux le bacia con febbrile trasporto)
LESCAUT
(guardando Manon)
Manon, la mia miniera... il mio sostegno,
lasciar partir? Al diavolo l'America!...
No, il Nuovo Mondo non avrà Manon!
(s'allontana da destra).
Manon – Des Grieux – Un Lampionaio.
MANON
Tu... amore? E nell'estrema
onta non m'abbandoni?
DES GRIEUX
Abbandonarti? Mai!
Se t'ho seguita per la lunga via
fu perché fede mi regnava in core
onnipossente – indomita!
Ah! libera fra poco e mia sarai!
MANON
(con mestizia)
Libera!... Tua... fra poco!...
DES GRIEUX
(interrompendola impaurito)
Taci! taci!
(Un Lampionaio entra dal fondo a destra cantarellando, traversa la scena e va a spegnere il fanale)
IL LAMPIONAIO
...Kate rispose al Re:
D'una zitella
Perché tentare il cor?
Per un marito
mi fe' bella il Signor.
Rise il Re
poi le die'
gemme ed or
e un marito... e n'ebbe il cor.
(si allontana dal viottolo: comincia ad albeggiare. Poco dopo nel fondo della scena passa una pattuglia, attraversa da sinistra a destra e scompare nel viottolo)
DES GRIEUX
È l'alba!... O mia Manon,
pronta alla porta del cortil sii tu...
V'è là Lescaut con uomini devoti...
Là vanne e tu sei salva!
MANON
Tremo per te! Tremo!... Pavento!
Tremo e m'angoscio... né so il perché!...
Ah! una minaccia funebre io sento!...
Tremo a un periglio che ignoto m'è...
DES GRIEUX
Ah! Manon, disperato
è il mio prego!... L'affanno
la parola mi spezza...
Vuoi che m'uccida qui?
Ti scongiuro, Manon.
Vieni! vieni!... Salviamoci!...
(addita il viottolo)
MANON
E sia! M'attendi, amore...
Tutto chiedimi... tutto!...
(si ritira dalla finestra)
(colpo di fuoco e grida di dentro di «All'armi!». Des Grieux corre verso il viottolo)
Lescaut – Des Grieux.
LESCAUT
(entra fuggendo colla spada sguainata)
...Perduta è la partita!...
Cavalier, salviam la vita!...
DES GRIEUX
Che avvenne?
LESCAUT
Udite come strillano!
(nuove grida di «All'armi!»)
Fallito è il colpo!...
DES GRIEUX
(con impeto)
Ah! ben venga la morte!
Fuggir? Giammai!
(fa per sguainare la spada)
LESCAUT
(impedendoglielo)
Ah! pazzo inver!...
MANON
(riappare alla finestra agitata; con immenso slancio a Des Grieux)
Se m'ami,
in nome di Dio
t'invola, amor mio!
DES GRIEUX
Ah! Manon...
LESCAUT
(trascinando via Des Grieux, borbotta sfiduciato crollando il capo)
Cattivo affare!
(Manon abbandona la finestra e scompare)
(Attratti dal colpo di fuoco e dai gridi d'allarme, accorrono da ogni parte borghesi, popolani, popolane e si domandano l'un l'altro che cosa è avvenuto: confusione generale: è giorno).
Borghesi, Uomini e Donne del popolo. Poi il Sergente degli Arcieri, il Comandante della nave. In seguito Des Grieux e Lescaut, Arcieri, Soldati di marina, Marinai.
— Udiste!
— Che avvenne?
— Fu un ratto? Rivolta?
— Fuggiva una donna!
— Più d'una! La folta
tenèbra protesse laggiù i rapitori!
— Che audacia!
— Che audacia!
— Vedete! Le guardie
già sfilano.
(rullo di tamburi: s'apre il portone della caserma, esce il Sergente con un picchetto di soldati, in mezzo al quale stanno parecchie donne incatenate: i soldati e le donne si arrestano avanti il portone; il Sergente s'avanza verso la folla, ordinandole di retrocedere)
SERGENTE
Il passo m'aprite.
(dalla nave scende il Comandante: lo segue un drappello di soldati di marina, il quale si schiera a destra. Sulla nave si schierano i marinai)
COMANDANTE
(al Sergente)
È pronta la nave. L'appello affrettate!
BORGHESI, UOMINI e DONNE DEL POPOLO
Silenzio! L'appello cominciano già.
(la folla si è ritirata e guarda sfilare le cortigiane)
2
IL SERGENTE
(con un foglio in mano fa l'appello: le donne, mano mano che sono chiamate, passano in diversi atteggiamenti da sinistra a destra presso al drappello dei marinai: il Comandante nota su di un libro)
Rosetta!
(passa sfrontatamente)
Madelon!
(indifferente, va al posto, ridendo)
Manon!
(passa lentamente cogli occhi a terra)
Ninetta!
(altera, fissando la folla)
Caton!
(con fare imponente)
Regina!
(passa pavoneggiandosi)
Claretta!
(va al suo posto frettolosa)
Violetta!
(traversa la piazza con modo procace)
Nerina!
(elegante)
Elisa!
(se ne va tranquillamente)
Ninon!
(si copre il volto colle mani)
Giorgetta!
(civettuola)
LA FOLLA
GIOVANOTTI
(mormorando)
Eh! che aria!
ALTRI
È un amore!
ALCUNI BORGHESI
(con astio)
Ah! qui sei ridotta!
ALCUNE DONNE
(indignate)
Che riso insolente!
ALCUNI VECCHI
Chissà! Una sedotta.
DONNE
Madonna è dolente!
GIOVANOTTI
Affè... che dolore!
ALTRI
Che incesso!
ALTRI
È una dea!
ALTRI
Ah questa vorrei!
ALTRI
Che bionda!..
ALTRI
Che bruna!
ALTRI
(schernendole)
Che splendidi nèi!
ALTRI
Di vaghe nessuna!
ALTRI
Che gaia assemblea.ALCUNI BORGHESI aggruppati sul davanti a sinistra – LESCAUT indica Manon e parla loro sommessamente.
BORGHESI
È bella davvero! –
LESCAUT
Costei? V'è un mistero!
BORGHESI
(a Lescaut)
Sedotta?... Tradita?...
LESCAUT
Costei fu rapita
fanciulla all'amore
d'un vago garzone!
BORGHESI
Che infamie, che orrore!
ALTRI
Ah! fa compassione.
LESCAUT
Rapita alle nozze
e all'orgia ed a sozze
carezze gittata!
BORGHESI
(indignati)
Ah! sempre così!
LESCAUT
(eccitando gli ascoltatori)
Pel gaudio d'un dì
di vecchio signore...
poi... sazio... cacciata!
BORGHESI
Che infamia, che orrore!
LESCAUT
(additando Des Grieux)
Vedete quel pallido
che presso le sta?
Lo sposo è quel misero.
BORGHESI
Oh! inver fa pietà!
LESCAUT
Così, fra catene,
nel fango e avvilita,
rivede e rinviene
la sposa rapita!
(grida di sdegno)MANON e DES GRIEUX
(Des Grieux è nel fondo perduto tra la folla).
(Appena è passata Manon, esso cautamente le si avvicina, cercando nascondersi dietro di lei. Manon se ne accorge ed a stento trattiene un grido di riconoscenza: le loro mani si toccano e si stringono)
MANON
(con passione ed angoscia)
Des Grieux, fra poco, lungi sarò...
questo è il destino mio.
E te perduto per sempre avrò!
Ultimo bene!... addio!...
Alla tua casa riedi! Un giorno
potrai ancora amar!...
Ora a tuo padre dei far ritorno...
devi Manon scordar!
Forse abbastanza non fosti amato...
questo è il rimorso mio!
Ma tu perdona!...
(un disperato singhiozzo le tronca la parola)
Mio desolato
amore immenso... addio!...
DES GRIEUX
Guardami e vedi com'io soggiacio
a questa angoscia amara,
ché una tortura crudel m'è il bacio
della tua bocca cara.
Ogni pensiero si scioglie in pianto!
È pianto anche il desio!...
Ah! m'ho nell'animo l'odio soltanto
degli uomini e di Dio!
SERGENTE
(collocandosi di fronte alle cortigiane)
Presto!... In fila!...
(le cortigiane si mettono in fila)
Marciate!...
(vedendo Manon ferma presso a Des Grieux)
Costui qui ancor? Finiamola.
(va e prende brutalmente Manon per un braccio e la spinge verso le altre)
DES GRIEUX
(non può trattenersi e d'un tratto strappa Manon dalle mani del Sergente gridando)
Indietro!
SERGENTE
(a Des Grieux)
Via!
BORGHESI
(aizzati da Lescaut a Des Grieux)
Coraggio!
DES GRIEUX
(furente, minaccioso)
Ah! guai a chi la tocca!
(avvinghia stretta a sé Manon, coprendola colla propria persona)
Manon, ti stringi a me!...
BORGHESI
(spinti da Lescaut, accorrono in soccorso di Des Grieux, ed impediscono al Sergente di avvicinarsi a Manon)
Così! Bravo!
COMANDANTE
(apparendo a un tratto in mezzo alla folla)
Che avvien [?]
(la folla si ritira rispettosamente)
DES GRIEUX
(sempre coll'impeto della disperazione, guardando minaccioso intorno a sé)
Ah, non vi avvicinate!...
Ché, vivo me, costei
nessun strappar potrà!...
(scorgendo il Comandante, vinto da profonda emozione, egli erompe in uno straziante singhiozzo; le sue braccia che stringevano Manon si sciolgono e Des Grieux cade ai piedi del Comandante dolorosamente implorando)
No!... pazzo son!... Guardate
come io piango ed imploro...
come io chiedo pietà!...
Udite! M'accettate
qual mozzo od a più vile
mestiere... ed io verrò
felice!... Vi pigliate
il mio sangue... la vita!...
Ah, ingrato non sarò!...
(intanto il Sergente avvia le cortigiane verso la nave, e spinge con esse Manon, la quale lenta s'incammina e nasconde il volto fra le mani, disperatamente singhiozzando. La folla, cacciata ai lati dagli arcieri, guarda silenziosa con profondo senso di pietà)
COMANDANTE
(commosso, si piega verso Des Grieux, gli sorride benignamente e gli dice col fare burbero del marinaio)
Ah! popolar le Americhe, giovanotto, desiate?
(Des Grieux lo guarda con ansia terribile)
Ebbene... ebben sia pure!
(battendogli sulle spalle)
Via, mozzo, v'affrettate!...
(Des Grieux gitta un grido di gioia e bacia la mano del Comandante. Manon si volge, vede, comprende — e, il viso irradiato da una suprema gioia, dall'alto dell'imbarcatoio stende le braccia a Des Grieux che vi accorre. Lescaut, in disparte, guarda, crolla il capo e si allontana).
ATTO QUARTO
In America.
Una landa sterminata sui confini del territorio della Nuova Orlêans.
Terreno brullo ed ondulato; orizzonte vastissimo; cielo annuvolato.
Cade la sera.
Manon e Des Grieux s'avanzano lentamente dal fondo; sono poveramente vestiti; hanno aspetto di persone affrante; Manon pallida, estenuata, s'appoggia sopra Des Grieux, che la sostiene a fatica.
DES GRIEUX
(procedendo)
Tutta su me ti posa,
o mia stanca diletta.
La strada polverosa,
la strada maledetta
al termine s'avanza.
MANON
(con voce fioca, oppressa)
Innanzi, innanzi ancor!... L'aria d'intorno
or si fa scura.
Erra la brezza nella gran pianura
e muore il giorno!...
Innanzi!... Innanzi!...
(sfinita)
no...
(cade d'un tratto)
DES GRIEUX
(con grido d'angoscia)
Manon!
MANON
(con voce sempre più debole)
Son vinta...
Son vinta!... Mi perdona!
Tu sei forte... t'invidio;
Donna, e debole, cedo!
DES GRIEUX
(ansiosamente)
Tu soffri?
MANON
(subito)
Orribilmente!
(Des Grieux, ferito da queste parole, dimostra collo sguardo e cogli atti uno spasimo profondo. Manon sforzandosi riprende)
No! Che dissi?... una vana,
una stolta parola...
Deh ti consola!
Chieggo breve riposo...
Un solo istante...
Mio dolce amante
a me t'appressa... a me!...
(sviene)
DES GRIEUX
(con intensa emozione)
Manon... senti, amor mio...
Non mi rispondi, amore?
Vedi, son io che piango...
vedi, son io che imploro...
io che carezzo e bacio
i tuoi capelli d'oro!...
(a misura che parla l'emozione si fa più viva)
Rispondimi!... Mi guarda!...
(pausa)
Tace!? Maledizione!...
(le tocca la fronte)
Crudel febbre l'avvince...
Disperato mi vince
un senso di sventura,
un senso di tenèbre e di paura!
MANON
(si desta d'un tratto, guarda Des Grieux quasi senza conoscerlo; Des Grieux si china e la solleva da terra)
Sei tu, sei tu che piangi?...
Sei tu, sei tu che implori?...
I tuoi singulti ascolto
e mi bagnano il volto
le tue lagrime ardenti...
La sete mi divora...
O amore, aita! Aita!
DES GRIEUX
O amor, tutto il mio sangue
per la tua vita!
(corre verso il fondo scrutando l'orizzonte lontano, poi sfiduciato ritorna)
E nulla! nulla!
Arida landa... non un filo d'acqua...
O immoto cielo! O Dio,
a cui fanciullo anch'io
levai la mia preghiera,
un soccorso... un soccorso!
MANON
Sì... un soccorso!... Tu puoi
salvarmi!... Senti,
qui poserò!
E tu scruta il mister dell'orizzonte,
e cerca, cerca, monte – o casolar;
Oltre ti spingi e con lieta favella
lieta novella – poi vieni a recar!
(Des Grieux mentre parla Manon è compreso da grande ambascia; diversi e forti sentimenti lottano in lui; l'adagia sopra un rialzo di terreno; resta ancora irresoluto in preda a fiero contrasto; indi s'allontana a poco a poco; giunto nel fondo rimane di nuovo dubbioso e fissa Manon con occhi disperati, poi d'un subito deciso, parte correndo)
MANON
(sola; l'orizzonte s'oscura; l'ambascia vince Manon; è stravolta, impaurita, accasciata)
Sola... perduta... abbandonata!... Sola!...
Tutto dunque è finito. E nel profondo
deserto io cado, io la deserta donna!
Terra di pace mi sembrava questa...
Ahi! mia beltà funesta,
ire novelle accende...
Da lui strappar mi si voleva; or tutto
il mio passato orribile risorge
e vivo innanzi al guardo mio si posa.
Di sangue ei s'è macchiato...
A nova fuga spinta
e d'amarezze e di paura cinta
asil di pace ora la tomba invoco...
No... non voglio morire... amore... aita!
(entra Des Grieux precipitosamente, Manon gli cade fra le braccia)
MANON
(ridestandosi)
Fra le tue braccia... amore!
l'ultima volta!...
(si sforza; sorride, simula speranza)
Apporti
tu la novella lieta?
DES GRIEUX
(con immensa tristezza)
Nulla rinvenni... l'orizzonte nulla
mi rivelò... lontano
spinsi lo sguardo invano...
MANON
Muoio: scendon le tenebre:
Su me la notte scende.
DES GRIEUX
Un funesto delirio
ti percuote, t'offende...
Posa qui dove palpito,
in te ritorna ancor!
MANON
(con passione infinita)
Oh! t'amo tanto e muoio...
Già la parola... manca
al mio voler... ma posso
dirti che t'amo tanto!
Oh! amore! ultimo incanto!
(cade lentamente, mentre Des Grieux cerca ancora di sostenerla fra le sue braccia)
DES GRIEUX
(le tocca il volto, poi fra sé, atterrito)
Gelo di morte! Dio,
l'ultima speme infrangi.
MANON
(con voce sempre più debole)
Mio dolce amor, tu piangi...
Ora non è di lagrime,
ora di baci è questa;
Il tempo vola... baciami!
DES GRIEUX
E vivo ancora!
(imprecando)
Infamia!
MANON
Io vo' che sia una festa
di divine carezze
di novissime ebbrezze
per me la morte...
DES GRIEUX
O immensa
delizia mia ... tu fiamma
0d'amore eterna...
MANON
La fiamma si spegne...
Parla, deh! parla... ahimè più non t'ascolto...
Qui, qui, vicino a me, voglio il tuo volto...
Così... così... mi baci... ancor ti sento!...
DES GRIEUX
Senza di te... perduto...
ti seguirò...
MANON
(con ultimo sforzo, solennemente imperiosa)
Non voglio!
Addio... cupa è la notte... ho freddo... era amorosa
la tua Manon? Rammenti? dimmi... la luminosa
mia giovinezza? Il sole più non vedrò...
DES GRIEUX
Mio Dio!
MANON
Le mie colpe... sereno... travolgerà l'oblio,
10ma l'amor mio... non muore...
(muore)
(Des Grieux, pazzo di dolore, scoppia in un pianto convulso, poi cade svenuto sul corpo di Manon).
copyright ItalianOPERA ©
|