TESTO DEL LIED

"Il trovatore in caricatura"
di Lorenzo Borsini (1800-1855)

Era notte e la campana
Davu un tocco ogni secondo - don, don.
Gracidar s'udia la rana
Del pantano nel profondo - crà, crà.
Il chiaror di mesta luna
Riflettea sulla laguna,
Allorché giunse al castello
Il meschino trovator.
Ma trovò chiuso il cancello,
Eran tutti in letto allor.
Osa gli occhi appena estorre
Il figliuol della sciagura;
Vede i merli della torre,
Del veron vede le mura,
Ed ascender su pe' vetri
Vede i lemuri e gli spettri.
Vede un gatto soriano
Che correva su e giù - gnao.
Ed un ombra di lontano
Gli parea d'un tal che fù.
Rifinito dal viaggio
Move i passi lenti lenti
Alla chiesa del villaggio
In fra i salici piangenti,
E la croce in suo pensiero
Salutò del cimitero.
Ah, sventura! Batte invano,
Chiede invan la carità,
Ché risponde il sagrestano,
"Il curato non ci sta."
Era notte ed il meschino
Stava in mezzo della via,
E la campana fea don, don.
Senza il becco d'un quatrino
Per andare all'osteria,
E la rana fea crà, crà.
Non avea trovato un cane
Che gli desse alloggio o pane,
Onde il misero languente
Dicea preso dal dolor,
"Se non posso trovar niente,
Perché faccio il trovator?"