TESTO DEL LIED

"Tregua non ho"
di Alberto Donaudy (1880-1941)

Tregua non ho
nè sperar so più pace dacchè,
rubando a due occhi di brace
una favilla di loro pupilla,
bruciai di tal foco che,
a stinguerlo un poco,
non potria bastare anch'esso il mare.
Potessi almeno a lei narrare
quelle ond'io peno doglianze amare!
Aurette, voi soltanto potreste dirle, intanto,
ch'io languo, ch'io brucio,
ch'io moro d'amor.
Per miglior sorte compagno vorria
un serpe, un rospo o una mula restia,
anzi che questo mio amore funesto
che sì m'attanaglia, mi morde e travaglia
ed è il mio tormento d'ogni momento.