Andrea Luchesi (?), BeethovenHaus di Bonn Mozart e la truffa del Quintetto per pianoforte KV 452di Robert Newman Il 30 marzo 1784 Mozart, allora a Vienna, incluse una voce nel catalogo tematico, per registrare la composizione d'un nuovo ed ora assai rinomato Quintetto per pianoforte. Quello elencato in Köchel al numero 452. Due settimane più tardi fece lui stesso riferimento a quel pezzo in una lettera del 10 aprile 1784, che indirizzò a suo padre in Saisburgo : ‘Ho composto due grandi concerti e inoltre ho scritto un Quintetto, che ha prodotto davvero i più grandi applausi. Considera questo Quintetto (per pianoforte) il più bel lavoro che io abbia mai composto ; è scritto per oboe, clarinetto, corno, fagotto e pianoforte. Vorrei che tu l'avessi ascoltato colle tue orecchie. E con quale grazia venne eseguito !’. Un piccolo approfondimento di K452 rivela una storia ben diversa. Eccola : Il Quintetto per pianoforte, oggi descritto come una delle più belle opere cameristiche di Mozart, non fu stranamente pubblicato quand'era vivo l'autore. Venne stampato infatti col nome di Mozart per la prima volta dall'editore ‘Artaria’, ma solo nel 1794, 10 anni dopo la presunta data di composizionee, ossia poco meno di tre anni dopo la morte di Mozart. Nel dicembre del 1791 la vedova Constanze intavolò delle lunghe trattative per la vendita di tutti i manoscritti dei lavori di Mozart. Queste negoziazioni interessarono molti editori di musica e per molti anni, inclusi ad esempio Artaria, Breitkopf & Hartel e, per ultimo, la famiglia Andre. Alla fine (anni più tardi) la donna accettò di venderli ad Andre. Attorno al 1800 Andre, ottenuti questi manoscritti, cominciò a pubblicarli. Dopo aver assunto il controllo della collezione completa di Mozart, Andre s'accorse subito che mancava un manoscritto, Avendo consultato il catalogo tematico di Mozart, s'era annotato che non c'era il Quintetto per pianoforte. Chiese delucidazioni alla vedova Constanze. La storia che lei gli raccontò fu la stessa che lei fornì anni più in là a Rochlitz, editore della ‘Allgemeine musikalische’, il quale aveva fatto stampare nel 1798 una serie di 10 aneddoti riguardanti la carriera di Mozart. In questi 10 scritti Rochlitz sostenne d'aver tratto le sue informazioni direttamente da Costanze. Nel primo degli aneddoti, parlando a Rochlitz, Constanze si riferì proprio al Quintetto per pianoforte : ‘Mio marito ha eseguito questo brano poco dopo che fu completato, nel 1784, e gli ascoltatori ne rimasero tanto entusiasti, che uno di essi, un certo conte polacco, donò inaspettatamente una somma di denaro a Mozart, in segno di gratitudine. Secondo la versione di Constanze : ‘il nobile polacco accettò il documento originale. Poco tempo dopo, senza il permesso del mio povero marito, quella composizione venne pubblicata da Artaria, ma non come un Quintetto per pianoforte, ma come un Quartetto per pianoforte coll'accompagnamento del violino, della viola e del violoncello’. (Constanze Mozart – ‘Allgemeine musikalische’ – 1798 ed. Rochlitz) È qui che cominciano i problemi. Le stranezze potrebbero finire qui, se non non ci fosse altro da aggiungere. Abbiamo scoperto ora altri fatti. Alla fine degli anni '90 l'editore musicale Andre pretese naturalmente il manoscritto. E questa volta Constanze inventò un'altra storia. Lei replicò/spiegò/confessò che il possessore NON era in realtà quel conte polacco ! E così lei snocciolò una storia all''Allgemeine musikalische’ e un'altra al nuovo proprietraio dei manoscritti di Mozart. Poi, dal 1800 in avanti, andò riferendo a tutti gli altri che fu Rochlitz ad aver inventato quella bufala ! Quello stesso Rochlitz che l'aveva pagata per concedergli in esclusiva i 10 anaddoti. In un contesto confuso di menzogne e d'invenzioni, prosegue la storia di K452 : Constanze disse ora ad Andre che l'effettivo possessore del Quintetto per pianoforte non fu un conte polacco, ma tale Nikolaus Zmeskall von Domanovecz and Lestine, segretario della Cancelleria di corte ungherese. Ad Andre raccontò anche (siamo nel 1800) che del Quintetto esistevano due pagine finali diverse ! Le descrisse come 'finali doppi'. Lo studio ravvicinato della versione originale, che finalmente venne restituita ad Andre molti anni dopo, mostra che Ricerche recenti dimostrano che i fogli di questo Quintetto, dal 9 al 16, erano in origine separati e solo successivamente vennero incollati assieme. Il problema si fa più grave, perchè il finale fraudolento di K452 (consegnato ad Andre nel 1800 col resto del manoscritto) è quasi identico alla conclusione che si trova nella versione del Quartetto di Artaria, che apparve per la prima volta nel 1794, e in tutte le altre edizioni che vennero pubblicate dal 1794 (e ce ne furono molte) ! Senza dubbio era attivo a Vienna, prima del 1794, cioè tre anni prima della morte di Mozart, un falsario che scriveva in una grafia vicinissima a quella del Salisburghese. Fu questo falsario, non il conte polacco, e neppure Nikolaus Zmeskall von Domanoveca and Lestine, a creare la versione autografa di Mozart e a venderla ad Artaria prima del 1794. Se questo Quintetto fosse stato davvero di Mozart, perchè Constanze Mozart avrebbe dovuto mentire ? Perchè questo raggiro fu reso necessario ? Per quale motivo Artaria avrebbe accettato di pubblicare un Quintetto [per vie traverse] quand'era già in stretto contatto con Mozart e con Constanze ? Nell'ultimo stadio della carriera del musicista, molti pezzi di musica passarono tra le mani della famiglia Mozart. Il musicista sostenne che quelle composizioni erano le sue. Per questa stessa ragione, i manoscritti dei documenti come il Requiem di 'Mozart’ KV626 appaiono essere solo parzialmente di Mozart. La firma è un falso ; tutto quel che c'è scritto e ‘Mozart’ sono un'abile truffa. Collo stesso andazzo scorrono gli ultimi giorni prima della morte, avvenuta nel dicembre del 1791. Un'altra [analoga] truffa comunica la falsa impressione che Mozart abbia scritto larga parte di K626. Ma invece non l'ha fatto. E neppure scrisse il Quintetto K452. R.E. Newman, aprile 2002 (traduzione dall'originale inglese di Luca Bianchini) |