Identit' di un repertorio:
caso Mayr
di Umberto Bartocci
(tratto dalla rivista Episteme)
« Le righe seguenti sono gli appunti presi a una interessantissima
conferenza tenuta a Milano, nella Palazzina Liberty, luned' 20 maggio
2002. La tavola rotonda dal titolo "La musica massonica, identit' di
un repertorio" era organizzato da Milano Classica e dal Comune di Milano,
relatori prof. Claudio Bonvecchio ordinario di Filosofia e Scienze Sociali
dell'Universit' dell'Insubria, prof. Giacomo Fornari docente di Pedagogia
della musica al Conservatorio Monteverdi di Bolzano e prof. Luca Bianchini,
musicologo e compositore. Nell'introduzione il prof. Bianchini ha riassunto
i caratteri salienti della figura di Mayr, sottolineando l'importanza
di questo maggiore operista italiano a cavallo del 1800, che fu un anello
di congiunzione tra Cimarosa e Rossini, che fond' le Lezioni Caritatevoli
a Bergamo e che fu Maestro di Donizetti, autore di opere, sinfonie,
oratori e Cantate e musica religiosa e sacra ' Il suo monumento funebre
' nella Cattedrale di Bergamo e il Bavarese ' considerato infatti musicista
cattolico, del quale quest'anno si celebra il bicentenario della nomina
a Maestro di Cappella (1802 - 2002). Il relatore ha letto un messaggio
del Papa, in data 6 maggio 1963, inviato dalla Segreteria di Stato del
Vaticano al vescovo di Ratisbona Mons. Rodolfo Graber, che definisce
"degno di ricordo e di commemorazione quell'egregio personaggio (Mayr),
che contribu' non poco all'incremento della musica sacra". Mayr, in
altri documenti celebrativi cattolici, ' definito "uomo d'ingegno, uomo
benevolo, uomo virtuoso: grande amatore della patria, ornamento della
religione". Bianchini ha sollevato la questione dell'identit' del repertorio
del compositore, soprattutto in ambito sacro. Chi ' Mayr? Mayr ' musicista
cattolico? Mayr (nome in codice Aristotele) nei primi trent'anni di
vita, e anche in seguito, come ha dimostrato il relatore, ' stato un
illuminato di Baviera, n' mai si ' dissociato dagli illuminati. Quella
degli illuminati era una societ' segreta eversiva, contro la propriet'
privata, contro il patriottismo, contro il servizio militare obbligatorio,
contro il papa, contro gli ordini religiosi e soprattutto contro i gesuiti,
i quali accusavano appunto gli illuminati d'essere atei o addirittura
satanisti. Gli illuminati infatti, secondo i libri dell'Ordine che Bianchini
ha citato, "non servono un Dio, n' riconoscono le religioni rivelate.
Il mondo esiste dall'eternit' e non ci fu una vera e propria creazione,
perch' i Libri di Mos' sono pura invenzione, tratta da miti egiziani.
Pitagora supera in saggezza Ges' Cristo, che non ' affatto figlio di
Dio, ma figlio naturale di Giuseppe. Egli possedeva, ' vero, facolt'
eminenti, un cuore eccellente e dimostrava nobili intenzioni, ma non
poteva essere Dio, perch' ' contrario alla ragione essere Dio e insieme
uomo. I suoi apostoli furono dei visionari e degli impostori e non ci
fu mai vero Cristianesimo, n' vera religione. L' dove una religione
esiste ed ' considerata tale dallo Stato, va osservata come pura e semplice
usanza o meglio ancora la religione dei cristiani e i loro sacramenti
devono essere estirpati, per lasciar posto al Naturalismo". Anche per
Mayr la religione ha un profondo legame con la Musica e con la Natura,
tanto che Cattolicesimo e Natura in lui si confondono. Nei suoi pensieri
l'et' presente sembra peccare di misticismo eccessivo e la religione
appare irrimediabilmente corrotta. La ragione degli illuministi, unita
al cuore dei romantici, potr' ritornare l'uomo, secondo lui, allo stato
originario di innocenza: "L'et' presente pecca per nebulosit' e misticismo.
Anche ci' non ' bene. L'arte ' sempre chiara. Le nebbie dell'ignoranza
le sono nemiche, come i distruttivi miasmi dell'immoralit'. Breve '
il fiorire della forza dell'uomo. Cuore e ragione la producono, come
genitori comuni. Il frutto di uno solo dei due ' sempre un uovo non
fecondato, che mai giunge a prospera vita". Inoltre "il fondamento della
Musica stessa ' religioso: le sue produzioni pi' sublimi tendono al
cielo e ci si pu' domandare se quella obiettiva Musica per tutti gli
uomini fuori del tempo e dello spazio non sia Musica da chiesa". La
musica da chiesa non ' quella che si suona nei templi di culto, ' quindi
la musica stessa, che sappia tornar semplice, per imitare la perfezione
originale, che ai tempi di Cristo era gi' del tutto persa: "Nel tempo
degli Apostoli e di Cristo, la Musica era in piena decadenza. Essa non
dimora in un popolo decaduto e oppresso". Che Mayr fosse preoccupato
delle sue opere cattoliche, forse perch' denunciavano le sue convinzioni,
lo dimostra il netto rifiuto a pubblicarle, mentre era ancora in vita:
nel testamento elesse il maestro Antonio Dolci (1798-1869), che fu uno
dei dodici allievi scelti da Mayr per iniziare le sue Lezioni Caritatevoli,
ad esecutore delle sue disposizioni, pregandolo di assistere la moglie
"nella vendita della musica da chiesa di cui trover' un esatto catalogo,
- colla condizione e fermo mio voto, che chiunque ne sia l'acquisitore
sia in parte sia per intero non possa farne stampare alcun pezzo". Lo
spirito religioso secondo Mayr "si ' spento" ai suoi tempi e con esso
"anche l'estro poetico". Distinguendo una "Vera Religione" e "un vero
cattolicesimo [in minuscolo nel testo]", il quale "innalza alla sublimit'",
dal sentimento religioso "spento" dei suoi giorni, Mayr profetizza con
Lichtenberg, commentatore dei disegni di Hogarth, il pittore inglese
e ardente nazionalista per il quale il compositore nutriva grande ammirazione,
che "il nostro mondo diverr' cos' fino e illuminato, che sar' ridicolo
di credere ad un Dio, quanto si ' al giorno d'oggi di credere a spettri.
Ma che sar' allora di questo popolo senza Dio!". Se "il presente rappresenta
una scena con cavalli, macchine, con un vestiario magnifico etc. ma
frequentato mediocremente, nullameno intendonsi applausi strepitosi.
L'avvenire presenta tutto ci' che si pu' desiderare. Rivi naturali'
Selve, e prati di piante e siepi naturali - un lago reale e navi con
vele, una piccola armata di 10.000; apparizioni di spiriti - Palazzi
in Aria. Il teatro ' vuoto - niun applauso - il direttore prende dalla
saccoccia una corda e s'appicca - all'avvenire si applaude di pi'".
La musica (cio' la vita) per Mayr ' magia: una "onnipossente maga incantatrice,
la quale parla in una a tutte le zone intelligibile lingua, ora strappa
lacrime di Wehmuth... [malinconia]". Nella tipografia clandestina di
Poschiavo, De Bassus, mecenate di Mayr e massima autorit' illuminata
per il Nord Italia (nome in codice Hannibal), stampa la prima edizione
del Werther di Goethe, nome in codice Abaris, in lingua italiana nel
1782 ' e molti libri proibiti contro la Chiesa ... stampati dal tipografo
e illuminato Giuseppe Ambrosioni di Bergamo. Perch' Mayr ' celebrato
a Bergamo quest'anno come autore di musica sacra? La figura di Mayr
e la sua musica sono state strumentalizzate nel corso dell'Ottocento,
perch' l'ideologia illuminata risult' subito molto scomoda e scandalosa,
legata in seguito ai riti satanici di Crowley (il quale vantava origini
dagli illuminati di Baviera). Nella biografia di Girolamo Calvi ' non
c'' la parola illuminato e nella recente pubblicazione del suo volume
n' il curatore n' l'autore hanno scritto che Mayr ' un illuminato di
Baviera. Anzi ' scritto che Mayr ' uomo "apolitico". Apolitico un illuminato
di Baviera!?!?!?!? E ora nel bicentenario della nomina a Maestro di
Cappella si celebra Mayr come musicista riformatore della Cappella di
Santa Maria Maggiore. Il compositore viaggi' con De Bassus a Milano,
Bergamo e Venezia. L'Allitt prova che il musicista ha condiviso col
suo mecenate i contatti con i salotti bene, con gli attivisti illuminati
e coi centri di distribuzione clandestina dei libri proibiti e anticlericali:
"Nel 1789 gli illuminati erano ben conosciuti dalla polizia veneziana.
Nell'Archivio di Stato di Venezia, busta n. 225, un dispaccio di Niccol'
Corner, capitano vice podest' di Bergamo, contiene un'indicazione datata
29 luglio 1794 a Giovanni Maironi da Ponte che accennava a un viaggio
di De Bassus a Bergamo e a Venezia (senza dubbio per veder Mayr e altri
committenti). De Bassus ' descritto come un giacobino nelle idee e un
membro della setta degli illuminati e che ha seguaci in Lombardia e
in Veneto, ' chiamato Annibale e che ' qualcosa di pi' che un membro
ordinario".
Secondo Bianchini, la musica sacra di Mayr, che ' risuonata nella Cattedrale
di Bergamo per pi' di quarant'anni, esprime DA UN PUNTO DI VISTA ILLUMINATO
tutta l'insoddisfazione di Mayr per i riti vuoti e corrotti della Chiesa
cattolica e l'anelito a ritornare a generi incontaminati. Mayr ha minato
alle fondamenta una pratica musicale decaduta e l'ha laicizzata e politicizzata,
inserendovi ogni possibile riferimento alla musica tedesca dei Fratelli
Mozart, Haydn e Beethoven in nome della religione naturale. La Dea Natura,
come si legge nello Zibaldone, lo soddisfa di pi' che i riti del Papa
e degli Arcivescovi. Cosa salverebbe Mayr della Cappella Sistina? Non
il pontefice e neppure gli alti prelati, ma gli affreschi di Michelangelo
e in particolare le sibille, che De Bassus aveva fatto APPOSITAMENTE
dipingere nel suo palazzo di Poschiavo.
La scelta che Mayr fece di rimanere in un sol luogo ' stata glorificata
da una folta schiera di "agiografi", che considerano il compositore
bavarese uomo di tale modestia da rifiutare onorificenze e incarichi
a Parigi o a Vienna. Girolamo Calvi, biografo di parte vicino a Mayr,
elogia l'autore per la "generosit' d'animo e il disinteresse senza pari".
Secondo lui "egli degenera in una smania di beneficare". Sono questi
sentimenti che avrebbero spinto il compositore "a preferire la domestica
quiete, le compiacenze familiari, l'intimit' degli amici ed a fermare
la sua dimora in piccolo e quasi dimenticato paese. Mentre avrebbe potuto
emergere da posti luminosi, passare di capitale in capitale e ricevere
gli encomi e i plausi di tutte le illuminate nazione europee". Calvi
crede che sia questa condotta schiva e veramente modesta ad averlo privato
"dei maggiori trionfi". Insomma, non avrebbe approfittato "delle favorevoli
occasioni che gli si presentavano". Ma pi' che l'irreprensibilit' tale
comportamento suggerirebbe una mente di strette vedute. In una lettera
del primo dicembre 1802 inviata da Vienna alla cognata Lucrezia Venturali,
Mayr afferm', a proposito di Bergamo e del rifiuto delle cariche prestigiose,
che "non gli conveniva punto" restare a Vienna, perch' trovava "meglio
esser primo in un villaggio, che secondo presso il trono". Mayr preferir'
Venezia e si fermer' poi definitivamente a Bergamo per proseguire la
missione massonica e illuminata che aveva abbracciato sin da giovane.
Si consultino i repertori massonici. Accanto a massoni irriducibili
altri avevano chiesto all'Imperatore d'esser[e] detersi della macchia
settaria. E delle istanze di quei contriti ' memoria in un fascicolo
posteriore al 1831 conservato all'Archivio di Milano: repertorio alfabetico
di tutti i superstiti quondam massoni di Lombardia, che il governo teneva
sempre d'occhio, con notizie esattissime dei loro antecedenti e della
successiva condotta. Dal Calepio al Romagnosi, dall'Arrivabene al Salvotti,
dal Maresciallo Mazzucchelli al musicista Mayr, vi sono quasi tutti
gli ex frequentatori delle Logge massoniche. Esiste una lettera di Mayr
inviata da Venezia nella quale il musicista ringrazia Ambrosioni (il
tipografo dei libri proibiti contro vescovi, papi e religiosi!!!) per
la nomina a Maestro di Cappella a Bergamo. E fu l'Ambrosioni ad ospitare
per qualche tempo Mayr a Bergamo e a presentarlo, per il tramite delle
sue conoscenze, al conte Pesenti, suo futuro mecenate. L'Ordine degli
illuminati appoggiava segretamente quell'incarico, che corrispondeva
agli interessi della Setta, forzando Mayr a restare nella piccola Bergamo
e a rifiutare le altre offerte prestigiose in Europa.
Ma gli adepti dell'Ordine come avrebbero potuto imbrogliare i preti
bergamaschi, se avessero mostrato la dottrina e rivelato la loro origine?
Bianchini lo ha spiegato, rifacendosi ai documenti dell'epoca. Il movimento
degli illuminati in area cattolica era accusato delle pi' terribili
nefandezze e di attentati contro la Chiesa. Molti consideravano Weishaupt
l'Anticristo. La sua setta, che in area cattolica oggi ' spesso definita
SATANICA, doveva risultare ai contemporanei ancora pi' sospetta, poich'
sul fondatore pendeva la scomunica e la pena di morte per impiccagione
a Monaco di Baviera e non esiste un documento in cui Mayr si dissoci
dai primi trent'anni di vita, trascorsi da illuminato a servizio del
De Bassus. Adam Weishaupt raccomanda che ai gradi inferiori non sia
mostrata altra cosa se non l'istruzione relativa alle scienze; "e rileggetela
bene, affinch' di non lasciarvi alcuna allusione al resto del grado.
Io voglio che tutto ci' si faccia alla gesuitica: che non vi si trovi
una sola riga in qualche modo sospetta per lo Stato o per la religione.
Andiamo dolcemente, nulla senza ragione; conduciamo e prepariamo le
cose a bell'agio". Cosa pensasse dei religiosi in genere, e quindi di
quelli bergamaschi, Weishaupt lo afferma indirettamente quando corregger'
lo statuto per adattarlo a chi legge: "In quello di Illuminato minore
invece di monaci imbecilli mettete uomini imbecilli. In quello di Illuminato
maggiore cancellate la frase: i preti e i principi ci fanno ostacolo".
Giuseppe Ambrosioni era riuscito a farsi strada nella vita politica
della citt' di Bergamo, fino a diventare "un pezzo da novanta" e nel
1805 presidente della Municipalit'. Proprio nell'anno dell'apertura
delle Lezioni Caritatevoli di Musica, volute da Mayr per l'educazione
dei fanciulli poveri, ma dotati di ingegno musicale. Le scuole, secondo
i testi illuminati, non a caso sequestrati nel castello di De Bassus,
costituivano un mezzo indispensabile per far crescere l'Ordine, preparando
il terreno: "Voi dovete senza posa formare nuovi piani, al fine di vedere
come si possa nelle vostre province prendere possesso della pubblica
educazione, del governo ecclesiastico, delle cattedre di insegnamento
e di predicazione". Le istituzioni scolastiche erano importanti per
gli illuminati, che dedicavano ogni cura ad esse e vi educavano i nuovi
adepti. Meglio ancora quelle nate presso i centri religiosi e sostenute
in qualche modo dal clero. "Se ' per noi cosa interessante d'aver le
scuole ordinarie - scrive Weishaupt - la ' anche di pi' di guadagnare
i seminari ecclesiastici e i loro superiori. Con tal genere noi abbiamo
la principale parte del paese, acquistiamo in favor nostro i pi' grandi
nemici di ogni innovazione, e ci' che val pi' di tutto, insieme con
gli Ecclesiastici, il popolo, la gente comune si trova nel nostro potere.
Avvertite per' che con gli ecclesiastici bisogna usare molte precauzioni.
Questi signori di rado tengono un giusto mezzo; o sono troppo liberi
o troppo timidi; i troppo liberi di rado hanno costumi".
Resterebbe da dire se Mayr fu effettivamente e se si considerasse un
musicista italiano. Secondo Bianchini, ' poco credibile che Mayr si
consideri sinceramente un italiano. Secondo Girolamo Calvi invece Johann
Simon Mayr fu "scrittore italiano e soltanto di musica italiana". La
musica italiana, dice che ha pregi che sfuggono a quella germanica,
la quale ' riservata solo ai dotti. La musica tedesca non pu' vantare
effetti cos' popolari e "Mayr apprese l'arte di comporre e fece tutti
i suoi studi principali in Italia e in mezzo alla musica massimamente
italiana. Inoltre scrisse tutte le sue opere sovra parole italiane e
per i teatri italiani e il suo scrivere doveva riuscire ed ' infatti
del tutto italiano". Nonostante la ridondanza dell'aggettivo "italiano",
questi sono argomenti che hanno poco convinto la redazione della Gazzetta
Musicale, settimanale milanese stampato da Giovanni Ricordi, che ospitava
il Calvi e voleva dissociarsi dalle sue opinioni: "Noi non conveniamo
col Sig. Calvi che debba esistere in arte distinzione di scuole poich'
la vera scuola ' una. Non ci rallegriamo nemmeno, come egli, perch'
Mayr abbia detto e scritto e operato pi' italianamente che alla foggia
alemanna. Cosa giova questo all'arte? N' ammettiamo che la musica italiana
sia preferibile alla tedesca, perch' la prima piace anche agli idioti".
Anche Mayr si autodefiniva italiano: "Da tutto ci' risulta che io a
tutta ragione devo essere annoverato tra gli scrittori d'Italia e non
di Germania". E Weishaupt, che ne pensava? "Dopodich' tutto il resto
dell'Europa si fu sottoposto al giogo delle leggi e della corruzione,
la natura, che nelle parti del nord conserva intatta nella sua purit'
e nel suo vigore originale la vera razza degli uomini primitivi, si
presenta ed arriva in soccorso alla specie. Dal fondo di quelle contrade
povere e sterili ella chiama dei popoli selvaggi e li manda nelle regioni
della mollezza e della volutt' a portare, insieme con un nuovo sangue,
una nuova vita ai corpi snervati del mezzod': e con altri costumi ed
altre leggi, ristabilire il vigore della specie, sino a tanto che il
germe della corruzione mal estinto, infetta ancora questa porzione stessa
dell'umanit', ch'era arrivata tanto sana".
Le argomentazioni di Bianchini, qui solo riassunte, hanno sollevato
questioni importanti, n' comprendiamo a questo punto perch' nel corso
delle tavole rotonde previste a Bergamo per il bicentenario mayriano
non ci sia uno specifico intervento che riguardi la tipografia De Bassus,
i libri anticlericali che Mayr contribu' a diffondere, il mondo massonico
e illuminato di Weishaupt e l'affiliazione di Mayr all'Ordine degli
Illuminati di Baviera. Perch' gli interventi insistono invece e soltanto
sull'ambiente cattolico liturgico e sacro all'epoca di Mayr, specie
dopo l'uscita del libro Goethe, Mozart e Mayr, fratelli illuminati dello
stesso Bianchini e della musicologa Anna Trombetta, che chiariscono
inequivocabilmente i rapporti tra Mayr e gli illuminati di Baviera?
Come ha sostenuto Bianchini, al termine dell'intervento, sembra che
gli studi accademici siano troppo specialistici, orientati sempre pi'
ai minimi particolari ed evitino il contesto culturale, politico e sociale
della musica e le visioni generali, che interessano arte, storia ...
A furia di ricercare il sempre pi' piccolo e trascurare le ragioni delle
cose gli accademici, secondo il relatore, finiranno con l'occuparsi
del sempre pi' piccolo e infine del nulla!!! »
* * * * *
La Societ' degli illuminati fu fondata da Adam Weishaupt a Ingolstadt
il primo maggio del 1776, l'anno stesso della Dichiarazione d'indipendenza
americana e fin dall'inizio "si alline' consapevolmente contro l'assolutismo"
e contro le religioni. Weishaupt, professore di diritto canonico era,
nonostante l'incarico, ateo e materialista. Si proponeva di restituire
all'uomo la libert' naturale, che vedeva limitata dalle tradizionali
forze politiche e religiose. Per questo prese il nome segreto di Spartaco,
il capo degli schiavi in rivolta. Molti storici vedono negli illuminati
di Baviera, infiltrati nella Massoneria i diretti precursori del movimento
nazionale tedesco, perch' la Setta aveva concepito il progetto d'unificare
la Germania e poi l'Europa, eliminando le autorit' politiche e religiose,
per sostituirle con un potere unico, subordinato alla filosofia dell'Ordine.
La rivoluzione si sarebbe conclusa col ritorno allo stato di natura,
in cui gli uomini vivrebbero in pace tra loro, sotto la guida dei soli
Patriarchi. Il partito comunista tedesco che praticher' quelle idee,
era stato fondato nel 1918 dagli Spartachisti guidati da Karl Liebknecht.
Costui aveva assunto, come Weishaupt, il nome segreto di Spartacus.
Weishaupt prese ad esempio i gesuiti per strutturare l'Ordine degli
illuminati e anche Hitler si glorier' d'avere organizzato il movimento
nazionalsocialista traendo ispirazione dalla gerarchia gesuitica. '
difficile arguire fin dove le dottrine di Weishaupt sulle quali fond'
la sua scuola, fossero un prodotto del pensiero originale e non piuttosto
ispirate a qualche setta spirituale laicizzata o agli Enciclopedisti.
Qualcosa del suo sapere filtr' in Mayr, in Mozart e in Goethe e traspare
nella mole dei loro pensieri. Nel 1776 Mayr aveva solo 13 anni, ma sino
ai venticinque ebbe il tempo di approfondire le dottrine illuminate
e percorrere tutti i gradi dell'Ordine. Le idee e le esperienze, osserv'
il compositore bavarese, lasciano un segno profondo nell'animo, specie
quando sono abbracciate in giovent' e con giovanile entusiasmo. Gli
illuminati predicano l'eguaglianza la libert' e il ritorno allo stato
di Natura, proponendo la visione grandiosa di una societ' basata sulla
bont' e sulla pace. I testi rituali, per il grado di Epopto, si rifanno
alla teoria di Rousseau dell'uomo buono per natura. Nel discorso all'Epopto
in presenza dei fratelli gi' iniziati, il presidente illuminato osserva
che "il genere umano ha pure esso la sua infanzia, la sua giovinezza,
la sua virilit' e la sua vecchiaia. In ognuno di questi periodi gli
uomini conoscono nuovi bisogni. Da ci' nascono le loro rivoluzioni morali
e politiche. Nell'et' virile si manifesta tutta la dignit' del genere
umano. Allora soltanto l'uomo, istruito da una lunga esperienza, concepisce
qual disgrazia ' per lui violare i diritti altrui e prevalersi di alcuni
vantaggi esteriori, per innalzarsi a pregiudizio degli altri. In quella
et' soltanto si vede e si conosce qual bene e quale onore ' l'essere
uomo. Questa prima et' ' della natura rozza e selvaggia. La famiglia
ne forma la societ'. La fame e la sete sono facili da placare; un ricovero
contro le ingiurie delle stagioni, una donna e il riposo dopo la fatica
sono i soli bisogni di questo periodo. In tale stato l'uomo godeva di
due beni pi' stimabili: l'eguaglianza e la libert'. Egli ne godeva pienamente
e ne avrebbe sempre goduto, se avesse voluto seguire il cammino che
gli indicava la Natura. Felici mortali!". L'uomo deve trovare in se
stesso il prototipo della Natura immacolata eliminando le scorie e gli
orpelli della civilt'. Anche per Mayr "ogni tempo ha il suo spirito"
e in quello moderno "non si ama riflettere sopra ogni cosa, si vorrebbe
soltanto godere e nulla pi'". Se l'uomo vuol essere felice, deve imitare
l'arte, che ' figlia della Natura, altrimenti la vita sarebbe per lui
"un triste deserto, in cui non crescono n' alberi n' fiori".