Olivier MessiaenAvignon, 10 December 1908 |
"American Landscape" (1930), oil on canvas, 61 x 78.8 cm, of the painter Charles Sheeler, contemporary of Olivier Messiaen (The Museum of Modern Art, New York) biography, Works, Lieder Una delle migliori pagine di Messiaen è il quartetto per la fine del mondo, composizione scritta in periodo di prigionia ed eseguita per la prima volta alla Stalag VIII il 15 gennaio del 1941, al pianoforte lo stesso compositore. Ispirato direttamente alla Apocalisse di San Giovanni, ne riprende in particolare il decimo capitolo, quando un angelo pieno di forza scende dal cielo con un arcobaleno sul capo, poggiando i piedi sul mare e sulla terra. Il linguaggio musicale è essenzialmente moderno e ricerca un effetto spirituale, immateriale, come dice l’autore, utilizzando un ambiente tonale ubiquitario, ove i punti di riferimento vengono a mancare e l’ascoltatore è sprofondato in uno spazio sonoro infinito. Il tempo non è scandito con rigidità metrica, proprio per dare un significato di atemporalità, che cerca di suggerire anche la magnificenza del soggetto religioso. Il numero dei movimenti è legato alla simbologia. Sette è il simbolo della completezza, che Messiaen non ritiene ancora raggiunta senza il contributo del numero otto, una sorta di prolungamento matematico. Dio impiegò sei giorni simbolici per la creazione, riposandosi il settimo. L’ottavo serve a Messiaen per rendere l’effetto della pace eterna, quando la fine del mondo giungerà. |
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Works of Olivier Messiaen |
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