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1842 - 1848Dopo i successi di Vienna, Donizetti fu chiamato all'Opéra di Parigi a comporre un nuovo Grand'Opéra per l'allettante cifra di sedicimila franchi (il teatro ne incassò, repliche comprese, più di centotrentamila). Il soggetto venne individuato alla fine del 1842 nel drammone esoticheggiante del re di Portogallo, scritto da Foucher. Dai primi passi l'opera dovette subire i litigi tra il librettista Scribe e il compositore, che voleva condensare gli effetti scenici in brevi passi letterari. La compagnia di canto era la stessa che aveva interpretato La Favorite tre anni prima. Il 13 novembre 1843 cantò il Dom Sébastien innanzi a un teatro stracolmo ed entusiasta. Anche la versione italiana ottenne buoni successi alla Scala il 14 agosto 1847. La Gazzetta Musicale sottolineò che Donizetti aveva tratto buon partito dai mezzi dell'arte, che "giammai forse fu più vero, più artista di quello che nel Don Sebastiano apparisce; nè giammai forse era giunto all'altezza eminente che toccò in alcuni tratti di quest'opera". Gli ultimi trionfi del 1845 segnarono il tracollo fisico del compositore, ormai pazzo. Donizetti non riusciva a sollevare la testa, aveva lo sguardo spento e carattere chiuso e diffidente, segnato dalla mania di persecuzione e dalla sfrenatezza dell'impulso sessuale. L'infezione, dovuta alla sifilide, costrinse Donizetti alla vita vegetativa, prima nel manicomio di Ivry, ove fu rinchiuso con l'inganno dal nipote. Gli fu fatto credere che il manicomio fosse un albergo e il soggiorno momentaneo. "Pietà ! M'hanno arrestato; perché? - Il servo pare che fosse un ladro - Tenetevi la carrozza; ma arrestarmi, anco me? nella mia carrozza? Rubbare! Infamarmi! è errore! Intanto attendo la vostra pietà ! sono innocente! la carrozza è mia. Rubbare io la roba mia? Oh! errore! Andrò indietro se volete. Rubbare a me stesso? Ve lo chiedo il favore, perché sono obbligato per servir Sua Maestà nella Cappella Imperiale Reale. Fate cessare le mie lagrime" (lettera di Donizetti da Ivry, senza indirizzo e quindi mai recapitata) Gli amici di Bergamo lo tolsero da Ivry e lo fecero rimpatriare. A Bergamo Donizetti arrivò nel 1845 e fu amorevolmente ospitato in casa Basoni. L'otto aprile del 1848 Gaetano Donizetti morì a Bergamo. La sua salma venne tumulata nella cripta della nobile famiglia Pezzoli e poi, nel 1875, nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, assieme a quella di Johann Simon Mayr. PartitureItalian Opera © |