Verter
prima opera lirica mondiale sul Werther di Goethe
Abbiamo scoperto quest'opera nel 1994. Il libretto del Verter di
Mayr è tratto dalla commedia omonima di Antonio Simeone Sografi (ricavata
a sua volta dalla prima traduzione italiana del Werther di Goethe
pubblicata a Poschiavo dal barone De Bassus, mecenate di Mayr, nel
1782).
Abbiamo pubblicato un'analisi del Verter in "MAYR,
DE BASSUS, AMBROSIONI E GLI ILLUMINATI DI BAVIERA: contributo sulla
musica massonica di Mayr e sul commercio di libri, che videro coinvolti
il compositore tra Poschiavo, Bergamo e Venezia", italianOpera
2003.
In questo lavoro è ampliato e approfondito l'intervento "MAYR,
DE BASSUS, AMBROSIONI E GLI ILLUMINATI DI BAVIERA ..." richiesto
a Luca Bianchini il 25 giugno 2001 dal Comitato bergamasco per le
celebrazioni mayriane in occasione dei 200 anni dalla nomina di Giovanni
Simone Mayr come Maestro di Cappella della Basilica di Santa Maria
Maggiore di Bergamo (1802-1902).
Nella prefazione ringraziamo il Comitato delle celebrazioni mayriane,
costituito da Francesco Bellotto, Giulio Orazio Bravi, Pieralberto
Cattaneo, Marcello Eynard, Valeriano Sacchiero, Rodobaldo Tibaldi,
Virgilio Bernardoni e PierAngelo Pelucchi, per il contributo versato
a Luca Bianchini nell'ottobre del 2002.
Le nostre ricerche integrano gli Atti del Convegno; per l'utilizzo
o la citazione anche parziale del testo chiediamo siano citati i nomi
di Anna Trombetta e Luca Bianchini.
Il testo, qui riassunto, è diviso in introduzione
e tre parti: nella prima si tratta della musica del Verter e si dimostra
che è di Johann Simon Mayr, nella seconda si analizza il libretto
del Verter di Mayr e lo si confronta con l'edizione del 1802, pubblicata
a nome di Domenico Camagna e con musica di Vincenzo Pucitta, nella
terza si traggono le conclusioni e si ricostruisce la storia dell'opera.
Introduzione
La musica di Mayr
e la datazione dell'opera
Il libretto di Sografi
e i confronti col testo di Camagna
Le considerazioni conclusive
I files MIDI da ascoltare
Il Verter di Mayr non finisce di meravigliare e tutti
ne parlano in modo positivo. Lorenzo Bianconi del DAMS di Bologna
vede il recupero di un lavoro interessante, per cui il ripescaggio
è benvenuto: e il merito, scrive il musicologo, "è tutto degli
scopritori Anna Trombetta e Luca Bianchini".
Paolo Fabbri, dell'Università di Ferrara, in una tavola rotonda che
ha tenuto insieme a Thomas Lindner, dell'Università di Salisburgo,
a Luca Bianchini e Anna Trombetta, dopo la prima esecuzione al Festival
Internazionale Rossini in Wildbad, ha sottolineato la grande importanza
storico musicale dell'opera e s'è stupefatto, com'è riportato
nella rassegna stampa, dell'efficacia drammatica del Verter di Mayr.
Dal 1994, da quando cioé fu identificato (e ancor
prima che lo fosse) gli esperti hanno attribuito il Verter a Mayr
senza ombra di dubbio, anche se l'opera non risulta nei cataloghi
ufficiali.
La farsa è stata eseguita in prima mondiale il 20 e 25 luglio 2001
al Festival Rossini in Wildbad e replicata con successo a Poschiavo
il 25 agosto 2001. Particolarmente significativa, quest'opera stuzzica
ancor oggi l'ammirazione e l'interesse di tutta Europa e ci è
stata richiesta anche dall'America.
Il lavoro, di chiara matrice rivoluzionaria, riesce pure a scandalizzare
chi vuole tacere il contenuto illuminato della musica di Mayr.
Abbiamo indagato per anni il Verter di Mayr e abbiamo
raccolto qui alcune notizie rilevanti e gli aggiornamenti tratti dalle
nostre precenti pubblicazioni.
Il nome di Johann Simon Mayr risulta scritto due volte
sull'unico manoscritto conservato a Milano. Lo abbiamo verificato
nella Biblioteca del Conservatorio: nella foto della copertina cartonata
e del primo foglio numerato si legge che l'opera è di Mayr:
confrontando il nome
"Mayr" con la firma del Maestro, si tratta probabilmente
di firma autografa.
Anche altre parti del
Verter sembrerebbero autografe.
Il nome di Mayr non è messo a caso e neppure è frutto
di disattenzione o di un'aggiunta. Neppure è un caso, vedremo,
se è specificato il titolo di "Maestro".
Tra l'altro: la Sinfonia del Verter e specialmente l'Aria di Ambrogio
hanno temi mayriani tratti da opere di Johann SImon Mayr e ormai identificati.
Anche la Polacca di Paolina (scritta "Polaccha" nel manoscritto)
è musica tedesca. Uno dei copisti del Verter (sempre che non sia Mayr
stesso) ha scritto la parte più rilevante dell'opera (Arie, Recitativi
accompagnati e pezzi di insieme) e collaborava con Mayr al San Samuele
di Venezia (copiò il Sisara nel 1793).
Il Verter ha pure un carattere giovanile e settecentesco
da confrontare con le farse di Mayr e non, è ovvio, con le opere serie.
Abbiamo rovistato tra gli studi più recenti: che la Sinfonia sia mayriana
l'aveva sostenuto PierAngelo Pelucchi per la Fondazione Donizetti
di Bergamo e per la Fondazione Mayr di Ingolstadt. Lui l'ha studiata
e datata ipoteticamente al 1797.
Il pezzo è stato eseguito nel 1997 al Teatro Donizetti di Bergamo,
per celebrare appunto Donizetti e il suo Maestro Mayr:
"L'apertura e la chiusura non potevano che essere
affidate a due composizioni di Johann Simon Mayr. La prima
appartiene alla farsa sentimentale Verter, composta a Venezia intorno
al 1797 su libretto di Antonio Sografi. Si tratta di una
sinfonia convenzionale, che tuttavia già evidenzia
la nuova concezione del crescendo, struttura che venne codificata
ed ampliata dallo stesso Mayr. Solo pochi anni separano il Verter
da I Virtuosi a Teatro, altra farsa composta per Venezia nel 1801;
eppure l'evoluzione stilistica mayriana si può dire ormai
completata".
PierAngelo Pelucchi
La musica di Mayr
Esistono Bagatelle autografe di Mayr al fondo Noseda
di Milano. Queste composizioni sono monotematiche e sviluppano pezzi
di autori diversi: una mozartiana, l'altra ad esempio beethoveniana.
La prima Bagatella, Allegretto moderato,
contiene il tema dell'Aria di Monostato del Flauto magico
con lo stesso numero di battute, la stessa scansione ritmica, la stessa
melodia, che è variata da Mayr in contrappunto a canone.
Il tema della prima Bagatella è anche nel Verter di Mayr, precisamente
nel secondo tema della Sinfonia. Come scrive PierAngelo Pelucchi a
proposito dell'inserimento di un'intera frase di Mozart tratta
dal secondo Atto della Zauberflöte nella Passione del venerdì
santo di Mayr, cioé la parte conclusiva dell'Aria
Der holle Rache della Regina della Notte:
"Non si tratta di copiatura meccanica, ma piuttosto di una vera
e propria citazione, resa possibile solo da una profonda interiorizzazione
della musica studiata dal Maestro e presentata con tale eleganza
da essere un tutt'uno con ciò che la precede e la segue ...
dato l'organico orchestrale della Zauberflöte è logico
che Mayr non avrebbe potuto materialmente operare un puro
meccanismo di trascrizione, semplicemente riversando la musica
originale su di un un complesso strumentale così diverso e
ristretto".
PierAngelo Pelucchi
(in Atti del Simposio Mayriano, Ingolstadt 1992).
I. Bagatella (17??), Sinfonia del Verter (1794?):
i due temi sono eseguiti uno di seguito all'altro e poi sovrapposti
MIDI
(4 k) | MP3
(215 k)
In tutto il Verter ci sono temi ispirati al Flauto
magico, variati secondo le tecniche contrappuntistiche, oppure mascherati.
Li hanno confermati tra gli altri il musicologo Alberto Basso, il
critico musicale Quirino Principe e il concertista Carlo Levi Minzi.
Paul Terracini, direttore d'orchestra della prima del Verter a Wildbad,
ci scrive, in una lettera assai cortese, di vedere i temi del Flauto
magico in partitura, così come li abbiamo descritti nel nostro
libro. Sottolinea: "Non credo si possano sentire le citazioni,
se s'ascolta la musica una volta sola. Forse Mayr l'ha fatto apposta
...". Anche il Maestro concertatore Klara Kim avverte la presenza
dei temi del Flauto; così il tenore Riccardo Mirabelli, interpretando
il Verter di Giovanni Simone Mayr al Teatro di Poschiavo il 31 agosto
2001, ha osservato che la sua parte ricalcava quella di Tamino.
Questo fatto sottolinea ancora di più i legami tra Werther
di Goethe (illuminato di Baviera), Verter di Mayr (illuminato di Baviera)
e Flauto magico di Mozart (illuminato di Baviera).
Non solo c'è la corrispondenza del tema della Bagatella, ma
anche una comunanza di significati.
Gli illuminati danno una interpretazione complessa del Flauto magico,
che importava a Goethe, il quale ne scrisse la continuazione, e a
Mayr, che ne utilizzò spesso i temi. Per approfondire la questione,
rimandiamo al nostro libro Goethe, Mozart e Mayr
fratelli illuminati della Arché.
Monostato, secondo la visione degli Illuminati di Baviera, è
un gesuita, mentre Giorgio, nel Verter di Mayr, è un religioso.
Dal contesto dell'opera Verter di Mayr si ricava che Giorgio è
lupo travestito da agnello, metafora che per gli illuminati significava
proprio i gesuiti (così ad esempio li descrisse Ignaz von Born).
La seconda parte della Sinfonia del Verter, per quasi
50 battute, è uguale alla seconda parte della Sinfonia di Un
pazzo ne fa cento, scritta da Giovanni Simone Mayr nel 1796 su libretto
di Giuseppe Maria Foppa. Nell'esempio che riportiamo si ascolta la
Sinfonia di Un pazzo, poi quella del Verter e infine, per 50 battute
consecutive, le due Sinfonie sovrapposte! Mayr ha ripreso la Sinfonia
di Un Pazzo direttamente dal Verter o viceversa. Anche l'organico
è circa uguale (flauto, oboi, clarinetti, fagotto, corni, timpani,
archi). Nel Verter ci sono in più le trombe, ma raddoppiano
i corni, e manca la parte, quasi irrilevante, dei timpani:
II. Seconda parte della Sinfonia di Un pazzo (1796)
e della Sinfonia del Verter (1794?), eseguite una di seguito all'altra,
e poi sovrapposte.
MIDI
(6 k) | MP3
(930 k)
Mayr ha ripreso nel suo Verter e ha variato alcuni
temi del Flauto magico. Nella Sinfonia ci sono temi dall'Aria di Monostato,
dall'Introduzione di Tamino e dalla Sinfonia mozartiana (rielaborati)
che abbiamo pubblicato nel libro Goethe, Mozart
e Mayr, fratelli Illuminati della Arché ai quali rimandiamo
i lettori. L'esempio che segue non è riportato nel nostro libro.
Lo proponiamo qui per la prima volta: è una cadenza caratteristica
di Mozart e si trova nella Sinfonia del Verter di Mayr alle battute
111-125 della Sinfonia del Verter, corrispondenti alla scena VIII,
Atto primo, del Flauto magico:
III. Flauto magico di Mozart (1791), Sinfonia del
Verter (1794?). Le cadenze sono eseguite una di seguito all'altra,
e poi sovrapposte.
MIDI
(3 k)
Il file MIDI che segue è invece un passaggio
della Sinfonia del Verter, che proprio all'inizio, trasportata in
do minore, ha le stesse note dell'Introduzione di Tamino (ancora dal
Flauto magico): le parti seguono gli stessi gradi, lo stesso tempo,
lo stesso ritmo da battuta 1 a battuta 21:
IV. Flauto magico di Mozart (1791), Sinfonia del
Verter (1794?): temi iniziali sovrapposti per 20 misure.
MIDI
(3 k)
La parte finale della sinfonia del Verter è
ripresa invece direttamente dalla Sinfonia del Flauto magico:
V. Sinfonia del Verter (1794?), Flauto magico di
Mozart (1791), temi iniziali sovrapposti.
MIDI
(3 k)
Anche l'Introduzione di Verter (tenore) è indiscutibilmente
di Mayr: il tema è tratto dal Sisara di Mayr e in particolare
dall'Aria di Sisara Dulces Aurae rivi amici. Ricordiamo che questo
brano del Verter è stato copiato dallo stesso copista veneziano
del Sisara di Mayr (1793). Non sfuggire ai lettori che il librettista
del Sisara, Giuseppe Maria Foppa, è lo stesso di Un pazzo ne
fa cento (che ripropone la seconda metà della Sinfonia del
tutto uguale a quella del Verter).
L'incipit delle melodie è identico; le armonie sono concordi
per almeno 10 battute consecutive e contengono riferimenti espliciti
al dolore dei protagonisti, specie al "mein Schmerz" della
traduzione tedesca di Monaco di Baviera (1795). Abbiamo evidenziato
le due melodie: all'ottava bassa quella di Verter, all'ottava alta
quella di Sisara. Entrambi i personaggi sono protagonisti delle rispettive
opere:
VI. Introduzione di Verter (1794?), Aria di Sisara
(1795)
eseguiti uno di seguito all'altro, e poi sovrapposti
MIDI
(1 k) | MP3
(127 k)
VII. Introduzione di Verter
(1794?), Flauto Magico di Mozart (1791: Atto I, Scena VIII), eseguiti
uno di seguito all'altro: questa melodia è ripetuta nel Verter
per più di 40 misure!
MIDI
(2 k) | MP3
(157 k)
Il secondo Duetto tra Verter e Ambrogio è ripreso
dall'Aria di Tamino e dal Terzetto successivo del Flauto magico. Il
richiamo all'episodio ha un senso profondo, perchè anche Verter,
come Tamino, vuole salvare la sua amata innocente Carlotta:
VIII. Altri esempi relativi al Duetto di Verter e
Ambrogio: sono riportati di seguito uno all'altro i temi del Flauto
Magico (timbro di pianoforte) e del Verter di Mayr (timbro di tromba),
nell'ultima sezione sono stati sovrapposti
MIDI
(2 k)
Lo stesso modo di variare il tema è stato impiegato
da Mayr nel suo Oratorio Samuele: ci sono
passi analoghi, ad esempio la Scena Prima della Parte Seconda che
comincia col tema dell'Andantino del Concerto di Mozart in
C, KV 467.
L'Aria di Ambrogio nel Verter di Mayr ha una parte
che dipinge in musica la tempesta ed è del tutto simile alla
tempesta d'Un pazzo ne fa cento: i violini alternano addirittura le
stesse note mi e fa in successione rapida! Questa figurazione agitata
rappresenta la tempesta che incombe sul capo del protagonista (entrambi
dei bassi) sopra le parole, rispettivamente, "che sul capo mi
sta" e "confusa è la mia testa".
Anche i fulmini che cadono sul loro capo sono resi da analoghe figurazioni.
IX. Un pazzo ne fa cento (1796), sezione della tempesta;
Aria di Ambrogio del Verter (1794?), sezione della tempesta, eseguite
di seguito una all'altra. La terza volta le due melodie sono sovrapposte.
MIDI
(3 k)
Paolina corrisponde, come suggerisce il nome, a Pamina,
e difatti la sua Aria è presa dal Duetto tra Pamina e Papageno
del Flauto magico:
X. Duetto Papageno, Pamina di Mozart e Aria di Paolina
di Mayr sovrapposti per circa 30 battute consecutive!
MIDI
(3 k)
L'Aria di Carlotta inizia col caratteristico tema
del Flauto magico (suonato da Tamino col flauto incantato) e continua
col tema della Sinfonia del Verter. Conferma la stretta relazione
che c'è tra la Sinfonia del Verter e l'Opera stessa:
XI. Aria di Carlotta: Esempi confrontati col Flauto
magico di Mozart
MIDI
(3 k)
Non ci sono dubbi anche sulla autenticità del
Finale del Verter, scritto dal copista veneziano di Mayr (o da Mayr
stesso). Echi del Finale del Verter si ritrovano a quasi trent'anni
nel Finale dell'Oratorio mayriano San Luigi Gonzaga: la tonalità
di impianto è la stessa di do maggiore, il tempo è il
medesimo e le figurazioni ritmiche sono inconfondibili. Particolare
è l'argomento, che tocca due gesuiti: nel Verter Giorgio che
se ne va, e nel San Luigi il coro di gioia perché San Luigi
è salvo e partirà contento. Bisogna porre attenzione
all'architettura musicale che è la stessa (e che inizialmente
richiama il Finale della parte Prima del Samuele): al ritmo puntato,
seguono passaggi uguali di tono (dal do al re) con un coro che canta
in crescendo. Ci sono poi accordi simili (Mayr si concede ovviamente
delle varianti) che toccano i gradi principali e fanno da cadenza.
Le ripetizioni in crescendo le ritroviamo anche nella seconda parte
della Sinfonia del Verter. Come afferma PierAngelo Pelucchi a proposito
della Sinfonia del Verter (eseguita a Bergamo nel 1997) "le sinfonie
mayriane sono strettamente legate al contenuto dell'opera": non
si potrà mai insistere a sufficienza sull'importanza di questa
preziosa informazione, constatando che i temi del Flauto magico
di Mozart costituiscono il cuore di tutto il Verter.
XII. San Luigi Gonzaga (1822), poche battute prima
del Finale, Finale del Verter (1794?),
eseguiti uno di seguito all'altro.
MIDI
(30 k)
Il Finale e l'Introduzione del Verter cominciano entrambi
con la stessa caratteristica scala discendente. Tutte e due fanno
riferimenti testuali e insieme musicali al Flauto Magico di Mozart
(l'ambiente tedesco ideale di Johann Simon Mayr). Nell'Introduzione,
anch'essa copiata dal copista veneziano di Mayr (o da Mayr?) la parola
"arrivederci" s'accompagna al tema del Flauto Magico "Auf
wiedersehen", in tonalità identica di si bemolle e addirittura
con la stessa tessitura vocale (tenore), lo stesso ruolo di protagonista
(Verter, Tamino) e la posizione introduttiva nei due primi Atti; anche
nel Finale del Verter, (copiato dal copista veneziano di Mayr) lo
scambio di sillabe tra Giorgio e gli altri: "Sentitolo il briccone!
... Oh! ... Eh! ... Ih! ... Uh! ...", è ripreso
da Lubino e Carlotta di Mayr (1799): "Chi diavolo è
costui? ... Brum! ... Brum! ... Ehm! ... Ehm! ..." e dall'incontro
tra Monostato e Papageno del Flauto Magico (1791): "Das ist der
Teufel sicherlich! ... Uh! ... Uh! ... Uh! ... Uh! ...". Non
solo: altro passaggio parallelo, citato nel nostro libro, è
quando la Regina della Notte, le tre damigelle e Monostato, punito
da Sarastro, sono sbaragliati dalla luce. Anche Giorgio, sussurra
come loro "Zitti, zitti ..." e poi, sgomento, se ne va.
Il fatto che Mayr si ispiri al Flauto Magico per un libretto tratto
da Goethe è formidabile, perché Mayr, Mozart e Goethe
sono tutti e tre illuminati di Baviera.
Segue un esempio analogo riportato parzialmente. Quello integrale è
ancora nel nostro libro
Goethe, Mozart
e Mayr fratelli illuminati della Arché, perchè
Mayr ha ripreso nel seguito tutto il finale di Mozart (sottoponendolo
a variazioni e artifici contrappuntistici):
XIII. Finale del Flauto magico (1791), Finale del
Flauto magico cui sono sovrapposte le voci del Finale del Verter (1794?)
rese col timbro di tromba per circa 20 misure!
MIDI
(7 k)
Il Quartetto del Verter è stato aggiunto in
un secondo momento al manoscritto di Milano e non sembra scritto da
Mayr: non è stato copiato dal copista veneziano di Mayr e non
contiene, a quanto ci sembra, richiami mozartiani. Stiamo cercando
di individuarne l'autore, sempre che non sia anch'esso di Johann Simon
Mayr.
La datazione
Pochi mesi fa PierAngelo Pelucchi ha arretrato d'un anno la datazione
del Verter, dal 1797 al 1796. Pelucchi, nel libro con prefazione di
Paolo Fabbri e controfirmato dal comitato scientifico della Fondazione
Donizetti (Paolo Fabbri e Francesco Bellotto) precisa lapidariamente
che Sografi è autore del libretto del Verter e che Mayr l'ha scritto
nel 1796 (Girolamo Calvi, Di Giovanni Simone Mayr, Fondazione Donizetti,
Bergamo, 2001 - a cura di PierAngelo Pelucchi):
"Sografi riprese per primo le situazioni e i personaggi del
Werther di Goethe, parodiandoli per un'omonima opera buffa musicata
da Mayr intorno al 1796".
PierAngelo Pelucchi
La data 1794-1797 è confermata dal contesto geografico, perché il
manoscritto proviene da Venezia, ed è comprovata dal fatto che Mayr
lavorava con Sografi a Venezia tra il 1794 e il 1797.
Nella biografia del Calvi è scritto in particolare che nel 1797 Mayr
ha ricevuto una commissione dai Teatri di Vienna per scrivere quattro
farse, per le quali il Maestro, su consiglio di amici musicisti, condusse
trattative segrete e delle quali s'è persa ogni traccia.
Che si tratti del Verter, abbozzato in precedenza oppure scritto nel
1797?
Da osservazioni sistematiche sull'omonima commedia
teatrale di Sografi e sul libretto del Verter, sembrerebbe che il
Verter sia di qualche anno precedente. Comunque tra le lettere inviate
a Mayr ce n'è una molto curiosa, in cui Pa'r sostiene che nel carnevale
del 1797 erano state eseguite due farse di Mayr al Teatro San Moisè
di Venezia. Una era l'Intrigo della lettera. E dell'altra ... non
si sa nulla.
Il Verter secondo Anna Trombetta potrebbe risalire
al 1794: al 1794 rimandano i caratteri giovanili e acerbi dell'opera,
i temi, lo stile musicale della Sinfonia e delle Arie e gli innumerevoli
spunti mozartiani, tratti soprattutto dal Flauto magico, che proprio
quell'anno venne tradotto e ripreso in Italia.
Nel 1794 si verificarono del resto altre speciali coincidenze: la
visita di De Bassus a Venezia; il commercio dei libri (Verter, Cos'è
un papa ...) di Giuseppe Ambrosioni, tipografo di De Bassus, il quale
proteggerà Mayr a Bergamo; l'inizio della collaborazione di Mayr con
Sografi per la Saffo; la pubblicazione della commedia Verter di Sografi,
tratta dal libro di Poschiavo ...
Nella recente conferenza di Poschiavo Luca Bianchini
ha relazionato un'analisi paleografica del manoscritto di Milano (riportata
di seguito nella sezione dedicata al libretto del Verter) e ha ipotizzato
che il Verter sia un'opera stratificata.
Ci sono sovrapposizioni successive, la prima più antica, verosimilmente
del 1794. L'ultima potrebbe essere del 1797 o ancora più tarda (un
pezzo aggiunto, il Quartetto, non è escluso possa essere di un altro
autore):
Questa era la prassi frequente per le farse veneziane:
Il Segreto di Mayr rappresentato al San Moisè conteneva la Sinfonia
di Mayr, un pezzo di Pucitta, un'Aria di Fioravanti, un pezzo della
moglie dell'impresario ...).
Bianchini ha identificato nel volume rilegato una
giunta prima del Quartetto: questo pezzo è fuori posto e non ha numero
rispetto agli altri (ordinati e numerati da 1 a 16):
N.1, Sinfonia
N.2, Introduzione;
N.3, Scena II, III: Recitativo;
N.4, Accompagnato e Duetto di Carlotta e Giorgio;
N.5, Scena IV: Recitativo
N.6, Aria di Ambrogio;
N.7, Scena V, VI: Recitativo
--, Quartetto di Alberto, Carlotta, Giorgio e Verter;
--, Scena VII: Recitativo;
N.8, Polacca di Paolina;
N.9, Scena VIII, IX, X: Recitativo;
N.10, Duetto di Ambrogio e Verter;
N.11, Scena XI: Recitativo;
N.12, Accompagnato e Aria di Carlotta;
N.13, Scena XIII, XIV, XV, XVI: Recitativo;
N.14, Accompagnato e Aria di Verter;
N.15, Scena ultima: Recitativo
N.16, Quintetto
N.17, Finale
John Steward Allitt, musicologo che s'è distinto
per le pubblicazioni approfondite specie per l'aspetto illuminato
di Johann Simon Mayr e di Gaetano Donizetti, ha studiato il Verter
e la considera un'opera giovanile di Mayr: anche per lui si tratta
di un Mayr assai vicino al 1794, come è scritto nella sua biogafia
di Johann Simon Mayr e come ha sostenuto nel 1995 al Convegno mayriano
di Bergamo. Così ha scritto John Stewart Allitt in AA.VV.,
Giovanni Simone Mayr, l'opera teatrale e la musica sacra: Atti del
Convegno internazionale di studio, Bergamo, 16-18 nov. 1995, a cura
di Francesco Bellotto, Bergamo, Comune e Assessorato allo spettacolo,
1997. L'articolo si intitola: Opere meritevoli d'essere riscoperte:
"Recently, a hitherto unnoticed and quite probably
unperformed Mayr farce has surfaced in the Conservatorio, Milan: Werter
e Carlotta. It was always catalogued under that title but confused
with Labino e Carlotta, the two act piece of hilarious fun which does
not remotely echo Goethe's novel. The manuscript score bears the title
Werter and perhaps this is how we should from now on refer to the
farce to ensure that there can be no further confusion. The manuscript
score is clear and poses no editorial problems. It is important to
remember that Mayr whilst in Poschiavo with De Bassus would have helped
with the destribution of the first Italian translation of Goethe's
seminal tale. Mayr's Verter is a very early piece indeed, the overture
for example like that of La passione (1794) does not yet have a crescendo
"alla Lodoiska" ... What are we to make of the piece? It
is clear that Mayr the illuminatus, in Italy on a mission to reform
Italian opera, wished to introduce the learning and world of ideas
he had received in Germany. I suggest that this farce was written
after Saffo ossia I riti di Apollo Leucadio (1794) and before the
first version of Lodoiska (1796) but never performed due to the public
taste. Mayr music have realized that to intriduce the ideas and mood
of the world of sturm und drang … was well-nigh impossible to
a public wanting perpetual carnival. The fact that he may not have
persisted with his opera but totally adapted himself to the Italian
theatrical mores and changed the development of Italian music of the
new century from within, as it were. Is yet another aspect of his
genius"
John Stewart Allitt
(The selection of works due for revival, p.66)
Il bollettino ufficiale dell'Ateneo di Bergamo è tornato
ancora sull'argomento e ha confermato l'attribuzione della musica
a Mayr. Il musicologo Marco Mazzolini nel 1998 scrive un articolo
specialistico proprio sulle farse di Mayr e include anche il Verter
(datato secondo lui al 1799).
Nella Sinfonia e nelle Arie ci sono temi simili a
quelli di altre opere che Mayr ha scritto tra il 1793 e il 1797 e
che abbiamo citato solo in parte. La Sinfonia, abbiamo ascoltato,
somiglia formalmente a quella di Un pazzo ne fa cento: è tipicamente
divisa in tre parti con interventi solistici dei fiati, che sono frequenti
in Mayr, e molte suggestioni mozartiane, che spesso Mayr usa, ad esempio
il tema caratteristico di Monostato, che è un gesuita per gli
illuminati. Mayr, come abbiamo visto, reimpiega curiosamente lo stesso
tema nel 1822 per l'Aria del santo gesuita Luigi Gonzaga.
Il libretto di Sografi,
confronti col testo di Camagna
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