Le Opere di Johann Simon Mayr
arrangement by Anna Trombetta e Luca Bianchini
Italian Opera ©
Giovanni Simone Mayr è un geniale autore di musica e
scrisse ben 75 melodrammi nell'arco di trent'anni: l'Avviso
ai maritati, l'Adelasia e Aleramo, il
Verter, senza contare il genere da camera
da camera, ad esempio le numerose Cantate;
autore filosofo com'ebbero a definirlo Rossini e anche Calvi, compose
una ventina di Messe, un magnifico e solenne Requiem. Del Maestro, tedesco
per origini e tecnica musicale, ma italiano per scelta politica, restano
magnifici Oratori dal significato tuttavia satirico (essendo stato egli
un illuminato di Baviera): tra questi il Sisara,
nel quale inscena un rito illuminato, e che è stato eseguito
di recente nella Basilica di Lecco; il San Luigi
Gonzaga in cui attacca i gesuiti, riproposto di recente a Torino,
oppure il Samuele, assai polemico nei contenuti,
suonato in epoca moderna ancora nella basilica di Lecco. Mayr scrisse
molta musica strumentale, anche Concerti per
pianoforte, Sinfonie per orchestra e
un repertorio lirico vocale, con qualche concessione al genere delle
canzoni. La sua opera rappresenta un monumentale anello di congiunzione
e tramite tra Domenico Cimarosa e Gaetano Donizetti: come dice Calvi
"Mayr, il vero filosofo nella musica,
il compositore di somme opere teatrali, è a riguardarsi lo scrittore
che annoda l'antica alla nuova scuola, quegli che all'antica purezza
seppe aggiungere il maggior sfarzo di modi musicali, e per le sue grandi
opere è da considerare il principe della musica drammatica italiana
a partire da Domenico Cimarosa sino al regno di Gioachino Rossini".
Mayr fu massone, segnalato dalla polizia in almeno due occasioni, e
illuminato di Baviera, ai servizi di De Bassus, massima autorità
illuminata del Nord Italia, e arricchì l'opera lirica di nuovi
contenuti rivoluzionari. Aggiunse altri colori alla tavolozza dell'orchestra,
traendoli, con ovvi significati, dalla musica dei Fratelli Mozart e
Haydn. La rivoluzione dello stile musicale che Mayr operò è illustrata
da Calvi in tre capitoli, che presentano la concezione mayriana della
musica operistica, cameristica e sacra. Girolamo Calvi arricchisce il
discorso di aneddoti e aforismi mayriani. Il Bavarese richiede tre cose
"per iscrivere buona musica: melodia, melodia e poi sempre melodia".
Il Maestro predilige "un canto fecondo, naturale ed ornato di semplici
vezzi", senza rinunciare alla carica ritmica. Il crescendo rossiniano
è tutto suo: "Nella Lodo'ska del 1796 ' secondo Calvi - comincia
a farsi marcato lo stile proprio ed originale di Mayr. L'Ouverture ha
il famoso crescendo che obbligava gli ascoltatori, la prima volta che
l'udivano, ad alzarsi inavvertitamente dalla sedia ed a prorompere al
suo fine in clamorosi applausi. Questo crescendo, che è conosciutissimo
tra noi sotto il nome di crescendo rossiniano, perché Rossini amò introdurlo,
direi quasi in ogni pezzo delle sue opere, fu da Mayr usato per la prima
volta; e destò entusiasmo e grida, perché allora tutti lo dissero nuovo,
nuovo. ' un crescendo che si direbbe precisamente alla rossiniana se
fosse stato scritto vent'anni dopo". Dalla biografia di Calvi emerge
una figura di Mayr in tutta la grandezza artistica e anche dal lato
inedito umano e psicologico. Figura insigne ai tempi e che brillerebbe
ancor oggi "se il compositore avesse avuto a tempo debito maggior
cura della sua gloria e della migliore sua condizione". Questioni
massoniche spinsero Mayr a preferire la tranquillità delle mura domestiche,
stabilendo fissa dimora in Bergamo. Egli trascurò Parigi o Vienna che
pure lo chiamavano a grandi incarichi. Rifiutò sempre posti prestigiosi
di Accademie e Conservatori, per coltivare la scienza o l'arte musicale
nella riservatezza di Bergamo, potente roccaforte cattolica, per minare
alle radici una pratica religiosa che egli considerava, coerentemente
colle dottrine di Weishaupt, irrimediabilmente decaduta. In tal modo
si guadagnò "il rispetto e la venerazione dei massimi cultori dell'arte
ai tempi suoi", ma perse l'occasione d'essere ricordato dopo la
morte. Il libro di Calvi ha il merito di ripercorrere, in linguaggio
completo e chiaro, tutta l'esteriorità d'una brillante carriera
musicale, a cominciare dai primi passi; ha il demerito, aggravato dall'assenza
di commenti critici della recente ristampa, di presentarci il lato ufficiale,
nascondendoci quello significativo: proprio quello che è essenziale
per comprenderne la musica, cioé il carattere rivoluzionario,
politico e illuminato. Gli studiosi seri prendono ovviamente con le
pinze le osservazioni superficiali e rassicuranti di Calvi.
Mayr nacque il 14 giugno 1763 in Mendorf, piccolo paese
della Baviera, vicino a Ingolstadt. Calvi ci presenta il padre organista,
che aveva avviato Mayr ai primi rudimenti della musica, sperando ch'egli
potesse, a sua volta, suonare l'organo della parrocchia. L'interesse,
nelle pagine seguenti, si sposta improvvisamente a Poschiavo e alla
Valtellina, saltando tutti i rapporti con Weishaupt e l'Università
di Ingolstadt. Quando Mayr cominciò a comporre al servizio dello stampatore
poschiavino barone De Bassus, ebbe occasione di venire spesso a Morbegno,
a Tirano o a Bormio e di offrire alle Chiese o ai centri valligiani
i suoi servigi di musicista. A Poschiavo Mayr meditò di comporre il
suo Verter, tratto dalla prima traduzione italiana a stampa del Werther
di Goethe. L'opera è al solito contro i gesuiti. In particolare
Mayr scrisse una Messa dell'Apparizione, che non è più
identificabile: quella che è stata rieseguita nel 1999 per il
Concerto tradizionale nella Basilica è stata scelta per l'organico,
che certo s'adattava all'occasione e forse all'acustica della chiesa:
la musica di quel pezzo appare semplice, ma di pregio: una creatura
probabilmente non giovanile, che dimostra tuttavia le sue buone qualità .
Fino ai venticinque anni, Mayr neppure sognava una carriera musicale
folgorante e non sopravvalutava i talenti iniziali, che l'avrebbero
poi catapultato nell'intricato mondo operistico. Calvi ovviamente non
ci spiega il perché. A Poschiavo Mayr ebbe l'incarico dal De
Bassus di portare i libri degli Illuminati di Baviera, messi al bando
dalla Chiesa cattolica, segretamente a Venezia attraverso la Valtellina.
A Morbegno e Sondrio resta un'interessante traccia di questi libri.
Calvi censura gli anni giovanili e tace molti particolari interessanti,
passa invece in rassegna con meticolosità certosina soprattutto
gli anni successivi, quelli che il Maestro trascorse a Venezia, soffermandosi
specie sugli Oratori del primo periodo, che considera capolavori della
musica religiosa. Il loro significato è
invece assai diverso. Nella Lodo'ska Mayr ebbe già modo di affinare
un nuovo crescendo orchestrale e di introdurre novità drammatiche nel
linguaggio musicale, che consistono in rimandi alla musica tedesca.
I riferimenti precisi al primo matrimonio con Angiola Venturali, presentano
in parallelo un lato inedito e umano. "A chi piacesse di contemplare
la bell'anima di Mayr innamorata troverebbe - leggendo i suoi scritti
- che egli era caldissimo di un amore più vivo e insieme il più puro,
il più santo". Un amore che ispirava la musica: "Sì ' esclamava
Mayr- tenera mia Angioletta! Sarà opera vostra se nell'avvenire cercherò
di imitare la vostra virtù e la vostra rettitudine. Non abbandonatemi!".
Il compositore ignorava che di lì a poco ella sarebbe morta, perché
"soccombette a faticoso e infelice parto". Un mese dopo gli
morì anche il figlio". Mayr per fuggire l'immenso dolore si rifugiò
nell'incessante e "imperioso" lavoro che gli fece produrre
nel 1798 Un avviso ai maritati, Lauso e Lidia e Adriano in Siria, composte
in tempo incredibilmente breve. L'animo nobile del compositore e il
suo genio lo condussero di successo in successo. Nominato Maestro di
Cappella presso la Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, per
raccomandazione di Ambrosioni, tipografo dell'illuminato De Bassus,
egli rinunciò alla carica di Direttore del Teatro italiano di Vienna,
e declinò, tra l'altro, l'invito di Napoleone a Parigi. I motivi della
scelta sono ben diversi da quelli che il Calvi vuol farci credere: riguardavano
invece la sua missione illuminata nella roccaforte
cattolica. In Bergamo Mayr istituì , secondo l'insegnamento di Weishaupt
e dell'illuminato Pestalozzi, le Lezioni caritatevoli, che accoglieranno
anche Donizetti, il suo allievo prediletto. Mayr lo favorì in ogni modo,
sostenendo economicamente le successive spese per gli studi a Bologna
o i soggiorni a Roma e Napoli. La biografia di Calvi passa in rassegna
gli altri successi mayriani, analizzando i motivi di tanta gloria, che
risiedono tutti, principalmente, nella bellezza ed eleganza della musica,
misto di equilibrio classico e di fervore romantico: echi di Haydn,
Mozart e Beethoven con una cantabilità tutta italiana. Alle riconoscenze
ufficiali Mayr sembra non dare eccessivo peso, preoccupato di esprimere
e interpretare musicalmente, unico e prestigioso rappresentante, gusti
e aspirazioni di un'epoca che porterà l'opera italiana a primeggiare
in tutto il mondo.
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